Tutti abbiamo l’esperienza di essere stati figli e moltissimi quella di essere genitori.
Certamente tutti in qualche modo abbiamo usato il modo di essere genitori della nostra famiglia, per modellare per somiglianze e differenze il nostro modo di essere genitori.
Cosa avete deciso che fosse fondamentale nelle varie età dei figli?
Ne avete discusso con il partner prima di avere figli, man mano che crescevano o uno dei due ha abbastanza delegato a chi sembrava più competente nelle varie circostanze?
Le teorie psicologiche parlano di ruolo materno e ruolo paterno. Le conoscete?
Questi ruoli nella vostra famiglia vengono incarnati dalla madre e dal padre o da entrambi in momenti diversi o addirittura ribaltati?
Risponderò a pezzi, raccontando la mia esperienza. Lo farò a pezzi perché scrivendo spesso mentre guido rischierei di fare un pippone ripetendo magari gli stessi concetti con parole diverse. Non mi aspetto da quello che scriverò nasca un confronto volto a distruggere o confermare, perché è unicamente la mia esperienza e niente più, può non piacere o può essere amata o lasciare indifferenti, tuttavia quella è e quella rimane.
Assieme al figlio nascono anche il papà e la mamma, entità prima inesistenti, nessuno quindi nasce imparato o acquisisce le giuste competenze sui propri figli leggendo un libro.
Tuttavia oggi, la tecnologia aiuta molto chi vuole essere aiutato e, la scienza fatta di nozioni scritte da persone che hanno studiato la psicologia e la pedagogia arrivano al domicilio di ognuno.
Grazie a questo si puo‘ Imparare a fare propri alcuni argomenti che vanno bene con tutti i bambini del mondo.
Per argomenti intendo:
la distanza emotiva
la coerenza
l’accettazione delle proprie emozioni
la paura
la rabbia
la fiducia controllata
la censura
le regole
il ruolo
le priorità
l’educazione non prioritaria su tutto
Insomma un mattone di cose da leggere che pero‘ l’arrivo di un bambino e nel mio caso 4, puoi applicare subito nell’immediato con gesti concreti.
Abbiamo assunto ruoli differenti a seconda delle età, senza accorgerci abbiamo assunto ciò che ci veniva più naturale.
Avendo figli distribuiti tra gli 11 e i 19 anni, potrai capire come questi ruoli cambino anche nell’arco della stessa giornata e la strada è solo in salita.
Implica impegno costante, per più anni, senza mai un cedimento, è una mission con obiettivo a lunga scadenza, oltre l’orizzonte. Talmente lontano che è meglio concentrarsi sul breve termine.
Al di la dei ruoli più o meno definiti, abbiamo prediletto la coerenza per non far mai venire meno l’autorevolezza dell’altro ed a volte c’è li siamo pure scambiati.
Al di la dell’aspetto educativo non prioritario su quello affettivo, abbiamo deciso da soli nella coppia avendo la lungimiranza che manca a tutti i bambini del mondo che basano le proprie esigenze per lo più sull’istinto del momento, quali erano gli aspetti della loro vita per noi essenziali nella formazione della mente.
Una volta deciso questo abbiamo fatto, decidendo per loro e senza ascoltare le loro inclinazioni del momento, il tipo di attività fisica e spostiva che avrebbero coltivato nella loro esistenza.
E‘ anche vero che per noi del ceto medio, non è che ci sia da fare chissà quali voli pindarici, la vita di un bambino si divide tra famiglia, scuola, eventuale parrocchia, sport. Nell’ambito scuola parrocchia sport si e‘ sviluppato poi come credo sia normale il divertimento e gli amici.
Abbiamo partecipato ad alcuni corsi tenuti da Alberto Pellai, del quale ho letto tutti i libri. Quando nascono figli è assolutamente importate darsi una organizzazione, la coppia diventa una famiglia Che a sua volta è una istituzione. Se si entra in questa forma mentis si riesce a gestire tutto come fosse un lavoro che appassiona, che lo si fa perche piace, ben diverso da ciò che si fa solo per campare.
I miei figli oggi non sono né meglio né peggio di tutti gli altri figli, resto sempre dell’idea e lo scrittore dopo avermi ascoltato non ha potuto che darmi ragione, al di là delle nozioni, il male viene da se e il bene, che è piu’
faticoso, bisogna farlo venire.
Venendo a me.
Diventando genitore ho imparato a essere figlio.
Ho cominciato a voler bene a mia mamma come ad una mamma e non come ad una dispensatrice di regole, ho imparato ad abbracciarla, a sentire il suo odore che è anche il mio cercando invano di recuperare i primi 24 anni della mia vita.
Nulla di ciò che sono stato da bambino e ragazzo, nulla di ciò che ho imparato guardando i miei genitori è stato riversato sulla mia attuale famiglia. Ho chiuso volutamente tutto fuori.
Se ho fatto bene o fatto male cara Brunetta io non lo so.
Sta di fatto che mi porto dietro alcuni strascichi che hanno lasciato irrisolta una parte della mia esistenza.
Ne ho preso coscienza ma su alcune cose non riesco ancora a sbloccarmi.
Bon direi di avere scritto tutto.
Ora posso riprendere a fare il pirla che è meno faticoso.