sai cos'è la cosa che a me personalmente ha lasciato un'po' interdetta???...noto che alle scuole elementari viene sempre più posta l'attenzione sul fatto che non ci devono essere differenze tra maschio e femmina...ora detta così potrebbe anche andare bene ma non capisco perché una bambina si deve sentire in difficoltà a dire che le piacciono le bambole e non le macchinine...è stato fatto un lavoro extra scolastico per questo e ne sono restata basita.
Veramente è il contrario.
Poi sono cose che semmai vanno accattate non imposte.
Io, in ben altri tempi, ero considerata una bambina. Ovvero una persona in crescita e potevo giocare come mi piaceva. Giocavo com armi, meccano, Lego, piste delle macchinine,trenino. Non avevo alcun interesse per le bambole. Escluso una piccolissima che mia madre si divertiva a vestire con bikini all’uncinetto.
Anzi dicevo di voler essere un indiano e a nessuno interessava. I bambini giocano e sperimentano di essere animali, medici, soldati e muoiono, signore che prendono il caffè.
Fortunatamente nessuno si preoccupava dei miei giochi.
Tra i bambini e le bambine si sviluppa naturalmente il desiderio di riconoscimento di genere intorno ai dieci anni e questo li porta e le porta a individuare colori o giochi o preferenze relative, in imitazione degli adulti. Ovvero sono forme culturalmente determinate. Penso che fosse normale ai tempi dei Romani considerare la tunica corta da maschio, mentre oggi la consideriamo una minigonna sexy.
Quello che si chiede è di evitare di imporre giochi o giocattoli o di ridicolizzare scelte non conformiste, tipo quelle mie da bambina.
Poi se chi lo ha spiegato ha capito aglio per cipolla non lo so.