So che mi prenderò dei nomi

. Ho letto solo il primo intervento e i successivi commenti.
Premesso che, razionalmente, la via più "equa" sarebbe la separazione. Mi chiedo come si possa pensare che un uomo possa rimanere in uno stato di castità per anni.
Me lo chiedo perché spesso (non sempre) quello che porta un uomo a "cercare fuori casa" è la scarsità (o assenza) di rapporti con la consorte.
Non ne faccio un discorso di colpe.
"come tutte le coppie abbiamo avuto alti e bassi, in questi anni.... lasciando e trascurando il rapporto di coppia anche la parte di intimità"
Anni di seghe che si sarà dovuto fare, poi ha trovato quella che gli da quello che la moglie gli nega... Mi sembra una cosa "normale".
La cosa "normale ", secondome, sarebbe parlarne prima

Essendo però pronti a rimediare anche le proprie, di carenze, nel momento stesso in cui vengono evidenziate.
Stando a quello che ci ha raccontato chi ha aperto la discussione, non c'era un disinamoramento, e quindi un rifiuto "a prescindere ", da parte di lei. C'era un periodo fatto di stanchezza, di troppi impegni (figli, lavoro, incombenti più casa da sistemare sono un discreto fardello, posso garantire). Lui avrebbe dovuto PRIMA parlarle ("ciccia cara, non ho intenzione di ammazzarmi di seghe per il resto della mia vita, a tacere che non ho neanche voglia di stare in casa con una persona con cui vado PERDENDO un dialogo fatto di intimità "). Dopo di che sarebbe stato a lei prenderne atto (come ha comunque fatto

), e magari dirgli "hai ragione, hai fatto bene a dirmelo: mi aiuti ad essere più presente e meno stanca però, che ho in groppa X, Y, Z, e spesso arrivo a fine giornata senza più benzina?". Così, esempio di dialogo "normale ", tra due che (come dice lei) hanno avuto alti e bassi, ma di fatto restano ancora "una coppia". Lui invece ha fatto altro, e scoperto ha fatto la roba più paracula (direi odiosa) che si possa fare: lasciamela FINIRE (lungi dal separarsi, ha già in mente di finirla, quindi la moglie non la molla e....come dargli torto, una che è pronta a pensare che in fin dei conti tutte le colpe siano sue, e che il residuo siano dell'amante che sta provando a rapirle quel gioiellino di uomo non la si trova tutti i giorni ....

).
Quando ieri parlavo di distorsione dei fatti: nel pensare di dover prendere posizione nei confronti dell'amante (e non di chi ha in casa e si è assunto un impegno nei suoi, di confronti), lei sta pensando (probabilmente le fa comodo pensarlo) che il marito sia stato più o meno rapito dagli alieni

.
Ne' si accorge di avere consegnato il valore di se stessa in mano a un uomo che in pratica le sta dicendo "sei meravigliosa per la pazienza e la comprensione che mi lasci nel farmi FINIRE la storia quando cazzo mi fa comodo

".
Direi che, nell'ottica di una assunzione reciproca di responsabilità (pur causata dalla scoperta di un tradimento) ci sia giusto un filo di sbilanciamento. Lei malgrado la abbia fatta soffrire ha paura di perderlo: credo che sia questo, l'aspetto da indagare.