Credo che la discussione non sia che se ne parli ma il modo in cui se ne sta parlando.
Il giudizio superficiale è tanto deleterio come il non parlarne affatto.
E' giusto che se ne parli, non solo quando c'è un femminicidio, ma va fatto in modo costruttivo, senza cavalcare l'onda di una emotività che assomiglia più a un ingordigia di dettagli macabri.
Ci vuole sensibilità, stiamo parlando di una morte tragica e assurda, che stona con chi utilizza questa cosa solo per mettersi in mostra e mettersi in vetrina utilizzando il "simbolo" del momento.
Che vi sia "ingordigia di dettagli macabri" mi pare sia prassi di tutte le vicende che vengono trattate intorno a omicidi a livello di mass media.
Ormai è pieno di trasmissioni televisive, si è creato proprio un settore intorno al Crime.
Ci sono tante persone che affermano di avere "passione" e seguire il settore Crime.
Non credo però che il seguito sia strettamente collegato a "ingordigia di dettagli macabri".
Tu scrivi "morte tradica e assurda", ma tutto quello che è emerso a me fa pensare -purtroppo- ad un corridoio senza porte.
Giulia dovevi denunciare! tra i vari commenti e affermazioni. Ma cosa denunciava, come lo denunciava.
E quanto viene diffuso, non è necessariamente un dettaglio macabro, come un audio diffuso ieri.
Per quanto sia evidente, ora, con tutto quello che viene tirato ora fuori, a livello di quadro psicologico di Filippo, non trovo che la cosa si possa risolvere su un "Giulia era debole". Debole perchè le dispiaceva, e sentiva un peso umano, nella sofferenza che le veniva comunicata da questo ragazzo. Debole perchè non ha alzato le spalle, scaricandolo voltando le spalle. Sempre che questo, avesse potuto cambiare il corso degli eventi, in qualche modo.
E non è solo questione di emotività. Noi siamo le persone adulte in questo periodo storico. Certo non siamo politici, non persone di potere, ma in quanto gruppo di persone (1+1+1+1...) abbiamo peso, ed è nostra responsabilità chiedere (sempre lo si voglia) che ci si sforzi a creare delle soluzioni. Tu puoi dire la tua, io la mia, un altro utente un altra.
A tal proposito a me, come ho scritto, pare evidente che le donne che arrivano a venire uccise, si trovano in corridoi senza porte.
Tutto quanto espresso, sul denunciare, ect. non è efficace. Non bastante.
Ho la sensazione, leggendo i commenti, che vi sia una resa generale, da parte di molti adulti, a fronte di simili notizie. Ovvero non si riesce a pensare che le cose possano cambiare, e neppure si prova a rendersi parte di questo (e non mi riferisco al partecipare a fiaccolate).
Non si può continuamente fare solo riferimento ad altre figure (medici, psicologi, insegnanti), ed espongo non una critica, ma una criticità. Ad esempio, ma parlo solo della mia zona, i punti di riferimento per le donne che subiscono violenza hanno un sovraccarico impossibile da gestire. Si trovano tutta una serie di donne straniere, che vivono in casa con i loro "carnefici", che non hanno lavoro e non si possono spostare in massa mettendole in altri luoghi. Queste donne possono venire pestate, e pur cercando aiuto, per cultura o paura o non so che, non denunciano, ma chiedono aiuto. Ci sono casi "non esplosi" di ragazze che vanno a chiedere aiuto per rapporti con fidanzati o simili, con un personale che fa delle ore, gratuitamente, ma non tale da poter gestire tutte ste persone.
Ma io sono uno, e uno è niente. Insieme in tanti, si può provare a trovare delle soluzioni, ma con un moto che dovrebbe tendere al cercare soluzione, a creare delle porte aperte.