il parcheggio

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Se la regola è una regola che considero valida, sì. Il che non vuol dire che non possa essere anche una necessità o un'evoluzione.
Andiamo via schiette, dai.
Se no ne escono discorsi come quelli delle scorse generazioni che hanno ammantato di morale l'ipocrisia facendo danni e debiti ad ogni livello. :)

Se una regola è considerata valida, la si segue.
E non perchè sia una regola data.
Ma semplicemente perchè per l'appunto la si considera valida e quindi anche utile a se stessi.

Dal momento in cui non la si segue si è comunque fatta la scelta di non riconoscere più la regola oppure di non riconoscere il contesto in cui quella regola è applicata.

Una sorta di " a questo gioco io non gioco più".

Si possono seguire regole per obbligo?
Certo che sì.

Ma a quel punto semplicemente si cercano scappatoie e trasgressioni, volte a manifestare due cose fondamentali:

1) riconosco l'esistenza di questa regola e una sua utilità generale
2) non riconosco questa regola per me ma riconosco me stesso appartenente al contesto in cui la regola è generata

E qui si aprono scelte.

In questo ragionamento non vedo colpe.
Vedo responsabilità di scelta e di chiarezza, con se stessi.

La colpa è un giudizio collettivo che può esser recepito dal singolo individuo, ma anche no.
Ed è anche un deterrente. Insieme alla vergogna che è connessa.
LA cosa interessante della colpa è che è una forma di delega alla punizione.

La responsabilità è un movimento individuale, che può essere condiviso, e allora diventa corresponsabilità.
Ma, e lo vedi bene, perchè diventi corresponsabilità serve l'attivazione di ogni singolo individuo coinvolto.
Ha il brutto difetto, la responsabilità, che non può essere legata alla punizione e di conseguenza non autorizza chi è coinvolto nelle conseguenze ad ergersi a giudice e boia/salvatore del colpevole.

Seguendo il ragionamento della colpa, il non rispetto da parte della società occidentale della regola dell'equa distribuzione dei beni rende la società occidentale colpevole della fame nei paesi non sviluppati. E se è colpevole la società si apre il buon vecchio dibattito, inutile e vizioso, per cui ognuno si assume colpe o non colpe.

Altro discorso si potrebbe fare ragionando di responsabilità e corresponsabilità. Ma è meglio di no...minchia, si vorrà mica andare a toccare il buon vecchio paradigma che tiene tutti i fortunelli col culo al caldo e sullo scranno della ragione!

Quindi se io non mangio olio di palma sono meno colpevole di chi se lo mangia e, bellissimo passaggio, sono moralmente superiore! Per esempio. ;)
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Quelle in cui la considerazione è volta ad un qualche tipo di equilibrio fra fedeltà a se stessi e condizioni generali.
Ma condizioni generali sempre da te create o co-create con culpa in eligendo, e se l'esempio prevede pure x figli, cioè più di 1, non è solo culpa in eligendo, sed etiam in vigilando et perseverare diabolicum. E chi non mi dice che le condizioni generali non siano create ad arte per assecondare se stessi?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ma condizioni generali sempre da te create o co-create con culpa in eligendo, e se l'esempio prevede pure x figli, cioè più di 1, non è solo culpa in eligendo, sed etiam in vigilando et perseverare diabolicum. E chi non mi dice che le condizioni generali non siano create ad arte per assecondare se stessi?
Mi hai detto che tu stesso hai dovuto affrontare una separazione per comprendere un concetto relativamente semplice come questo

"vista da questo punto di vista, ben fa chi resta. Uno/a vale l'altro se non si sa condividere se stessi e offrire questo assumendosi il rischio di esser rifiutati. La paura del rifiuto fa dimenticare la fedeltà a se stessi...ovvio che poi ci si perde anche fuori dall'uscio di casa."

Sono concetti relativamente semplici e banali, no?
Intuitivi direi.

Eppure...

Le condizioni generali interne sono co-create, in modo più o meno consapevole.

Quanti sono disposti a fare un lavoro di destrutturazione?

Intendo sul serio e non "eh, io mi metto in discussione ma mi metto in discussione a partire dal presupposto che lo stronzo/a sei tu?" con i correlati del, per esempio "tu non sia cosa ho fatto io per te" e scontrini vari.


Mi raccontava un amico che sua madre, ormai più che 70enne e convinta frequentatrice di fb (senza capirci una beata mazza e rischiando ogni volta di fare casini immani che poi ovviamente altri, i figli, si trovano a dover risolvere perchè lei è una vittima!!), si è trovata con un appuntamento con un tipo conosciuto lì sopra.
Ingenuamente, o stupidamente a seconda delle prospettive (e io accendo questa), prende non solo in considerazione l'idea ma va pure dal marito per comunicarlo. Quest'ultimo le risponde, se vai mi separo senza neanche passare dal via.
Questa si è riscritta la storia con l'ennesima rinuncia da lei fatta in nome dell'ammore. 😂😂
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Pochi. E la scusa è sempre che il carrozzone prepondera. Gli amanti che mettono in crisi aiutano in questo. Vecchia querelle tra pedagogia e andragogia.
Esatto.

Ma andragogia pare ancora una parolaccia!!! :D

Anche perchè discutere il carrozzone significa fare non solo metacomunicazione ma anche metacognizione.
E il carrozzone è utile proprio per evitare che questo venga fatto.
D'altro canto non tutti hanno gli strumenti per farlo.
Quindi il carrozzone è funzionale al funzionamento sociale della società così come la conosciamo.

Forse le prossime generazioni riusciranno a discuterlo davvero...lentamente. E me lo auguro per loro onestamente.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Mi hai detto che tu stesso hai dovuto affrontare una separazione per comprendere un concetto relativamente semplice come questo

"vista da questo punto di vista, ben fa chi resta. Uno/a vale l'altro se non si sa condividere se stessi e offrire questo assumendosi il rischio di esser rifiutati. La paura del rifiuto fa dimenticare la fedeltà a se stessi...ovvio che poi ci si perde anche fuori dall'uscio di casa."

Sono concetti relativamente semplici e banali, no?
Intuitivi direi.

Eppure...

Le condizioni generali interne sono co-create, in modo più o meno consapevole.

Quanti sono disposti a fare un lavoro di destrutturazione?

Intendo sul serio e non "eh, io mi metto in discussione ma mi metto in discussione a partire dal presupposto che lo stronzo/a sei tu?" con i correlati del, per esempio "tu non sia cosa ho fatto io per te" e scontrini vari.


Mi raccontava un amico che sua madre, ormai più che 70enne e convinta frequentatrice di fb (senza capirci una beata mazza e rischiando ogni volta di fare casini immani che poi ovviamente altri, i figli, si trovano a dover risolvere perchè lei è una vittima!!), si è trovata con un appuntamento con un tipo conosciuto lì sopra.
Ingenuamente, o stupidamente a seconda delle prospettive (e io accendo questa), prende non solo in considerazione l'idea ma va pure dal marito per comunicarlo. Quest'ultimo le risponde, se vai mi separo senza neanche passare dal via.
Questa si è riscritta la storia con l'ennesima rinuncia da lei fatta in nome dell'ammore. 😂😂
Infatti, ma a quel tempo è stato troppo tardi, spero almeno di aver fatto tesoro dell'esperienza e di non perseverare dunque
 

Nicky

Utente di lunga data
Ipazia, ho capito il tuo discorso, ma, vedi, a volte si può anche dover convivere con la colpa, anche perché di colpa non si muore.
Io posso anche pensare di avere fatto bene a fare ciò che ho fatto e a considerarlo giusto, ma, nel caso in cui il dolore che posso provocare finisca con il manifestarsi, non c'è nulla che mi possa togliere la consapevolezza di averlo causato.
Esiste anche il conflitto dentro e fuori dalle persone e bisogna accettarlo, non negarlo, se non si può risolverlo.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ipazia, ho capito il tuo discorso, ma, vedi, a volte si può anche dover convivere con la colpa, anche perché di colpa non si muore.
Io posso anche pensare di avere fatto bene a fare ciò che ho fatto e a considerarlo giusto, ma, nel caso in cui il dolore che posso provocare finisca con il manifestarsi, non c'è nulla che mi possa togliere la consapevolezza di averlo causato.
Esiste anche il conflitto dentro e fuori dalle persone e bisogna accettarlo, non negarlo, se non si può risolverlo.
Cosa c'entra la colpa col dolore?
L'unico modo per non creare dolore a qualcuno è spararsi un colpo in testa e esser bravi a farlo.
E anche così, si mette semplicemente il punto al dolore che può essere creato.

La colpa, a mio avviso, è un buon modo per coccolarsi il dolore.
Roba che ha gli stessi risultati del coccolarsi il trauma.

Lo vedi bene con l'olio di palma.

La conosci la storia del riccio?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Esiste anche il conflitto dentro e fuori dalle persone e bisogna accettarlo, non negarlo, se non si può risolverlo.
I conflitti si gestiscono.
non si risolve niente.

È ideale e utopico e prodotto (anche e soprattutto economico) dello storytelling della felicità, della vita per sempre in eterna giovinezza.

La buona vecchia storia alchemica della pietra filosofale. :D


Siamo scimmie fondamentalmente, e abbiamo costruito ogni nostro paradigma e rappresentazione del mondo a partire da "io vs tu" che è stato trasformato in "noi vs loro".
E questo non è un conflitto. E' semplicemente ciò che siamo. Scimmie.

L'accettazione è questa.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Esatto.

Ma andragogia pare ancora una parolaccia!!! :D

Anche perchè discutere il carrozzone significa fare non solo metacomunicazione ma anche metacognizione.
E il carrozzone è utile proprio per evitare che questo venga fatto.
D'altro canto non tutti hanno gli strumenti per farlo.
Quindi il carrozzone è funzionale al funzionamento sociale della società così come la conosciamo.

Forse le prossime generazioni riusciranno a discuterlo davvero...lentamente. E me lo auguro per loro onestamente.
certo che è una parolaccia, non senti quanto è cacofonica? trovatene una che suoni meglio
 
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