Il proletariato è la vecchietta che rimette sullo scaffale del supermercato la confezione di biscotti che non si può permettere, è il ragazzo che non può pagarsi l’università, è l’immigrato che pagano quattro spicci per potare le viti. Il proletariato oggi è tutte le forme del disagio .
Noi siamo abituati a considerare che sia la politica il potere, non lo è più da un bel pezzo.
Il potere è quello dell’economia, della finanza della speculazione, di una certa forma di industria asservita alla logica del denaro e del profitto ad ogni costo, pronta a chiudere tutto per portare il lavoro in Cina e quando non sarà più competitiva quella, fin su marte, se sarà necessario.
Il potere è quello esplicato dai media, che ti induce ad avere, avere, avere, che ti mostra la luna, che ti invoglia a comprarla, che ti fa sentire un cretino se non ci arrivi coi soldi. Il potere è quello che titilla il tuo egoismo, è quello che ti induce a pensare che tutto abbia un prezzo, che ti fa credere che il tuo sia alto.
Il potere è la persuasione che non esista altra strada al di fuori di quella che seguono tutti, ben nascosto, ben celato, in modo che nessuno si accorga di che vite del cazzo che a volte stiamo facendo.
Aspetta che le risorse non bastino più per tutti (e succederà, prima o dopo). Poi vedrai dove stà di casa il potere.