Ho perso due cugini per overdose, abitavano insieme a mia zia in un quartiere molto popolare di Milano.
Un cugino si sapeva si drogasse e che potesse, prima o poi, fare quella fine. L'altro era un insospettabile, buon padre di famiglia con due figlie stupende, dirigente di una multinazionale americana. Lo trovarono con ancora la siringa nel braccio nel parcheggio di un autogrill, doveva andare a ad una riunione importante, così mi dissero, ero piccolo.
Dopo quei traumi, quando raramente andavo con i miei genitori a trovare mia zia, ero terrorizzato nell'entrare in quei palazzoni, ma proprio impaurito. Vedevo gente messa davvero male che camminava nei giardini, scritte con lo spray sui muri, citofoni divelti. Rimasi talmente impressionato che quello fu il mio motore per non voler diventare mai uno di loro (al netto dell'insegnamento e dell'educazione impartita dai miei genitori).
Ricordo ancora quando, a 26 anni suonati, e dopo moltissimi anni che non entravo più in quei palazzoni, portai la partecipazione di matrimonio a mia zia, il rivedere tutto quello mi mise un'ansia pazzesca, un salto nel passato che nemmeno io mi sarei aspettato. Una cosa che mi ha davvero segnato.
Vabbè, poi da adolescente ho provato a farmi le canne, ma non era il mio posto.