Questa interessante concezione della penitenza cristiana a scomparti mi sembra futuristica, comoda però alquanto azzardata. Nello spacchettamento, qualche pacco "ad alcuni" è scivolato via e se lo sono perso ...
Affermi che del peccato mi posso pentire anche solo relativamente alle conseguenze spiacevoli che ho arrecato, non per il piacere provato, dunque per il fatto peccaminoso come tale. Insomma, rimarrebbe salvo il di-letto (!!) che si è goduto il peccatore. Uhmm ... mi sa di no, a spanne.
Secoli di educazione alla
contrizione (premessa per la confessione e poi la finale soddisfazione) vanno a ramengo.
Se fosse accettabile "
colà dove si puote ciò che si vuole", si aprirebbero praterie da esplorare.
Con questa logica
@Pincopallino e
@Arcistufo li facciamo diventare rispettivamente vescovo e cardinale, così.
In fin dei conti, l'intento benefico c'è in loro, vogliono dispensare bene e soddisfazione a tutte le donne scontente dei mariti o compagni.
Mi sa che qualche cosa non quadra nel sillogismo proposto.
Da laico ignorante quale sono (solo un anno negli scout), mi permetterei di consigliare di leggere
Quali sono i 3 atti che ogni penitente dovrebbe compiere in modo efficace? (aleteia.org)
Per chi vuole risparmiare tempo riporto un paio di passi:
"
La contrizione (nn. 1451-1454) è atto della volontà: come volontario è il peccato, volontaria deve esserne la riprovazione. Proprio nel pentirsi e indirizzare la propria condotta a Dio l’uomo esercita e manifesta la sua dignità di creatura libera. Il dolore della volontà può essere accompagnato da altre componenti sensibili di tristezza e dispiacere, e di solito è così, a causa dell’unità della persona umana, ma tali emozioni sensibili non determinano l’autenticità del pentimento, né la sua misura."
(...)
"La finalità espiatoria delle opere di penitenza deriva dal fatto che il peccatore, avendo dato soddisfazione al proprio diletto malgrado ciò dispiacesse, gravemente o lievemente, a Dio, è giusto che debba contrariare se stesso, distaccandosi in qualche modo dalle creature per aderire più decisamente a Dio. In sintesi, per mezzo di queste opere di penitenze si sconta la «pena temporale» del peccato (cf nn. 1472-1473)".