Ma, insomma, il tradimento è un'azione che si compie - sempre intenzionalmente - e che ha delle motivazioni che possono essere le più varie (dal semplice capriccio sessuale al profondo innamoramento). Lo sa solo il partner traditore che, con la confessione o l'essere scoperto, si trova a fornire spiegazioni. Altrimenti, chiude la relazione ufficiale (ipotesi alquanto rara statisticamente), così su due piedi (del tipo "mi ero dimenticato di informarti che non ti amo più o comunque che non voglio più stare con te").
Le spiegazioni - se accetta di darle - le fornisce lui/lei al partner tradito e dunque può dire tutto quello che vuole, inventandosi motivazioni a posteriori o raccontando la verità nella misura che ritiene funzionale allo scopo che si prefigge. Spesso, finisce col farlo in varie puntate, a seconda della reazione del tradito.
Se non è cretino, racconterà sempre una verità addomesticata, minimizzata quanto basta, possibilmente che possa apparire credibile al tradito e non lo faccia sentire ancora più male di quanto già si sente, con qualche barlume di speranza che possa consolarlo e farlo convincere a perdonare/superare quanto ha combinato alle sue spalle. O anche solo dare parvenza di dignità al tradimento e spuntare condizioni migliori nella separazione.
La risposta più comune e significativa nel senso appena indicato è quella "ad un certo punto, ti ho scelto e sono tornato/a da te", così il tradito può rammendare l'orgoglio ferito con maggiore facilità. Ci sarebbe da precisare quando tale consapevolezza è venuta fuori, ma è un particolare spesso tralasciato. Per non parlare di quanto sia durata la relazione extra, lasciamo stare.
Trovo, invece, molto emblematica la risposta "ti amavo pure mentre tradivo" quasi quanto "amavo l'altro ma anche te". Come se amore e tradimento possano convivere e non essere alternativi. Eppure è molto comune, l'ho pure sentita personalmente, qualche volta ripetuta convintamente. Al punto di chiedere di fare sesso con il partner ufficiale (è successo), che denota una notevole confusione mentale, a mio avviso.
Non accettabile proprio, almeno per me, è una risposta che faccia riferimento al "dovere morale", del tipo "ho sentito che avevo sbagliato, violato il mio impegno e torno con te per rispettarlo".
A me verrebbe da rispondere: "grazie, ma non so che farmene, adesso accomodati fuori di qui e non farti vedere più". Perché non credo alle relazioni che si fondano sul dovere e non su una scelta dichiarata (persino di convenienza, pensa un po', purché sia dichiarata).