Educazione

danny

Utente di lunga data
Ma i tuoi nonni, il vicino di casa e il negoziante sono i tuoi. Non può essere una memoria condivisa.
Le persone hanno bisogno di identità che si basa anche su una identità comune che diventa Storia condivisa.
Ogni persona usa ciò che ha e può.
Anche nell’800 c’era chi condivideva Jacopo Ortis, i più no. Potevano solo parlare nel paese di come era faticoso zappare.
Mi riferisco a ricordi che riguardino persone, non oggetti o programmi televisivi.
Quando i secondi prevalgono in una generazione, c'è evidentemente una trasformazione in atto nella società e nella comunità.
 

danny

Utente di lunga data
Questi ricordi comunque sono limitati a un gruppo sociale.
Ci saranno cinquantenni che il Commodore non l’hanno mai visto.
Si parla di maggioranza di individui.
Io il Commodore non l'avevo.
Ma schifavo anche le sale giochi.
Ma io sono solo un individuo, valgo per uno.
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Anche io giocavo così, si era sempre fuori però, da soli. I miei coetanei non lasciano uscire i propri figli da soli. Se gli dici che noi si era sempre fuori dicono che il coniuge non è d'accordo. Incontri diventano più complessi perché devono muovere macchine, chi lavora ha difficoltà, ect
E tanti genitori hanno la geolocalizzazione dei figli sul Cell
Lo trovo aberrante ..
Mancanza totale di fiducia...
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Quand'ero bambino i bimbi erano molto più indipendenti.
Stavano in cortile, nessuno badava a loro.
Ricordo anche in Toscana certe giocate a nascondino, guardie e ladri, tutti insieme.
E il pallone che quando finiva nel posto sbagliato c'era sempre qualche vecchio che lo tagliava.
Si andava a sbafo nella piscina dell'hotel, fino a quando qualcuno se ne accorgeva e ci buttava fuori.
Si giocava insieme con tutte le età 4, 5, 10, 12 anni.
Sì stava insieme anche quando qualcuno iniziava a limonare.
E noi ci infrattavamo a giocare nudi nel bosco a 10 anni.

Sapete qual è il problema di oggi?
Che ci sono 4 bambini in croce, non c'è un posto dove andare, perché in cortile danno fastidio, per strada ci sono le auto, altrove ci sono i controlli.
I bambini sono sempre col fiato sul collo.
Mamme che li sorvegliano col cellulare, limiti ovunque, orari, divieti.
Sono un fastidio, ma solo perché ci sono troppi vecchi noiosi in più rispetto a un tempo che adesso contano più di loro.
È una pura questione numerica.
I bambini sono una minoranza.
Ma restano pur sempre bambini.
E i vecchi infastiditi di oggi, sono i genitori di allora.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Mi riferisco a ricordi che riguardino persone, non oggetti o programmi televisivi.
Quando i secondi prevalgono in una generazione, c'è evidentemente una trasformazione in atto nella società e nella comunità.
Ma ti pare che sui social uno possa parlare delle persone?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si parla di maggioranza di individui.
Io il Commodore non l'avevo.
Ma schifavo anche le sale giochi.
Ma io sono solo un individuo, valgo per uno.
Appunto.
Tu sei importante per te, con i tuoi ricordi e le persone che sono state importanti per te, senza merito e senza colpa, e il tuo vissuto è tuo, non può essere condiviso.
Ma vale anche per gli altri. Nominano ciò che suscita condivisione.
 

Brunetta

Utente di lunga data
E tanti genitori hanno la geolocalizzazione dei figli sul Cell
Lo trovo aberrante ..
Mancanza totale di fiducia...
Perché?
Sapere dove sono può essere utile.
In caso di incidente si viene localizzati.
Del resto le balle hanno sempre la possibilità e il diritto di dirle.
Ma dipende anche dalle età.
 

Thlon

Utente arrendevole
È argomento di articoli di giornali e di discussioni da social che i pochi bambini siano molto fastidiosi. In sostanza maleducati.
Domenica ero in un ristorante in cui c’era un pianoforte. Un bambino sui 9/10 anni, totalmente digiuno di musica, si è messo a giocare con il piano. Il risultato era davvero fastidioso. Gli ho chiesto gentilmente di smettere e ha gentilmente smesso.
Ma i genitori? Imperturbabili.
E non è la prima volta.
Non è evidentemente solo la mia esperienza perché dilagano locali solo per adulti e non a scopo sessuale, ma solo per non sentire urla di bambini scorrazzanti mentre si mangia.
A volte invece sono silenziosissimi persi negli smartphone o, quelli con i genitori più all’antica, impegnati a c
Perché pensate che avvenga?
Cosa credete che vi sia di sbagliato?
Che strano, eh? Proprio adesso che siamo riusciti a mettere da parte il sistema educativo patriarcale, vengono su peggio.
È davvero inspiegabile.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Che strano, eh? Proprio adesso che siamo riusciti a mettere da parte il sistema educativo patriarcale, vengono su peggio.
È davvero inspiegabile.
Ho idea che tu non abbia capito moltissimo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quando non si hanno argomenti, si insulta.
Non ti sto insultando! Sto rilevando che non hai capito il mio discorso.
Se vuoi parlare di altro, a me va benissimo.
 

danny

Utente di lunga data
Ma ti pare che sui social uno possa parlare delle persone?
Non facciamo finta di non capire.
Mi riferisco a questa roba qua.
Se uno la condivide davvero pensa che un oggetto un telefilm possa essere un parametro di un'infanzia fantastica?
A me dà l'aria più di infanzia solitaria da bambino di città.

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Brunetta

Utente di lunga data

ivanl

Utente di lunga data
Visto/giocato con entrambi, ma stavo comunque molto tempo fuori; tendi un pò troppo alla drammatizzazione
 

danny

Utente di lunga data
Il problema dell'educazione mi riporta a uno dei libri preferiti di quando ero bambino, il Giornalino di Vamba, Gianburrasca.
E' un criterio antico, ormai.
Sono decenni che la vita dei bambini è stata trasformata: figli unici, ormai rarefatti, spazi comunitari inesistenti, sempre maggiori ansie proiettate da genitori fragili, parcheggi davanti a TV, videogame e cellulari perché i genitori sono stanchi e vogliono giustamente riposarsi, ma senza avere il patema d'animo di chi lascia il bimbo in cortile come un tempo, cortili inesistenti o ridotti a luoghi silenziosi con divieto tassativo di gioco, vicini rompicoglioni a gogo', casco anche in bicicletta che non si sa mai, corsi di tutti i tipi per favorire una socialità che effettivamente non dispone di altri spazi...
E secondo voi che genitori questo ha prodotto? Da bimbi solitari, in compagnia più di Fonzie che del papà, la percezione della sfera affettiva è stata stravolta.
Le estreme conseguenze di una socialità infantile e adolescenziale cancellata si sono visti con il lockdown e i danni percentualmente importanti riversativi sulla popolazione giovanile.
Ora, parlare dei giovani solo in termini di maleducazione, fa percepire un enorme distacco con loro.
Che sono anche parte dell nostro futuro, di quel che resta si intende.
 

danny

Utente di lunga data
Visto/giocato con entrambi, ma stavo comunque molto tempo fuori; tendi un pò troppo alla drammatizzazione
Non è una mia opinione.
Ovviamente.
Che la popolazione italiana, soprattutto nelle grandi città, sia mutata da decenni nell'approccio con la comunità di riferimento è evidenza.
Ci sono studi da decenni ormai sulle conseguenze su bambini e adolescenti dell'uso prolungato della televisione, dei videogiochi ed ora degli smartphone.
Per non parlare dello sviluppo di patologie legate all'abuso e dipendenza, ovvero le estremizzazioni del problema.

 

danny

Utente di lunga data
Una domanda.
Chi di voi giocava abitualmente da bambino con parecchi amichetti di diverse età in cortile a nascondino, guardie e ladri e similari?
Passavate più ore con gli amici o davanti alla TV?
Chi di voi non ha mai giocato se non saltuariamente a questi giochi?

Per chi ha giocato: chi stabiliva le regole?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Che strano, eh? Proprio adesso che siamo riusciti a mettere da parte il sistema educativo patriarcale, vengono su peggio.
È davvero inspiegabile.
Secondo molti studiosi l’educazione dei minori deve comprendere sia il codice paterno, sia il codice materno.
Questo non ha niente a che fare con il sesso dei genitori. Vi sono madri che interpretano il codice paterno e padri il codice materno e, più frequentemente, entrambi l’uno e l’altro.
Il codice paterno è quello che fa da mediatore verso il mondo esterno e favorisce l’indipendenza, il codice materno è quello che rassicura di essere amato e che avrà sempre un luogo affettivo dove tornare.
Uno dei più diffusi giochi di bambini è una metafora di questo allontanarsi e ritornare: prendersi (a Milano) o anche ce l’hai, acchiapparella a Roma.
Si scappa, ma entro un perimetro sicuro, e si torna alla tana. Chi è sotto interpreta il ruolo genitoriale di far andare, ma anche di richiamare.
Ognuno di noi, uomo o donna, genitore o no, può ricordare da figlio o figlia e da padre e madre momenti significativi in cui questi ruoli si sono espressi.
Il patriarcato è quella forma di maschilismo che toglie valore al femminile, anche nel ruolo materno.
Una madre, che reguardisce il bambino dicendo che lo dirà al direttore o al marito, sta applicando uno schema patriarcale.
 
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