Una famiglia felice

hammer

Utente di lunga data
Non stavo chiedendo di togliere la faccina triste, chiedevo di spiegarmi perchè fosse triste perchè non lo capivo.
Mica ero in polemica o altro!

Mi dispiace che tu l'abbia tolta.

A me sembra, al dil à degli esiti che non mi interessano più di tanto, che questa epoca sia un'epoca incredibile dal punto di vista delle scoperte.
Della creazione.
Sì, sia il ventesimo secolo che l'attuale scorcio del secolo sono stati caratterizzati da progressi scientifici e tecnologici straordinari.
È paradossale, però, che proprio in questo periodo di grande brillantezza, la sopravvivenza dei Sapiens sia messa in grave pericolo.
 

spleen

utente ?
Hai scritto questo, e io ti ho risposto e lo ribadisco che è scorretto :)

E ho anche aggiunto che siccome siamo in costante interazione e retroazione con l'ambiente è ulteriormente scorretto.
Ho poi aggiunto che quello che sta accadendo ora e alla velocità in cui sta accadendo non è mai accaduto prima e lo ribadisco. E' nuovo.

Il ragazzino che ha 17 anni oggi, sta vivendo questo. E come lui gli altri ragazzini.
E lo sta vivendo in un modo NUOVO e mai esistito prima.
Che nessuno prima di loro ha mai sperimentato.


E' scorretto anche dire che il cervello soltanto elabora collegamenti e che l'intelligenza è questo.
E gli studi sulla neuroplasticità lo confermano. Come lo confermano gli studi su neuroni specchio.

Un touchscreen in mano a sei mesi è una esplosione di esperienze non catalogate e praticamente sconosciute.
Non è neanche confermato la linearità di imbecillità che descrivi.

E con questo, io sostengo fermamente che pure gli adulti dovrebbero essere educati all'utilizzo delle nuove tecnologie visto che manco sono consapevoli dell'effetto di un mi piace sul rilascio di dopamina. ;)

Quello che colpisce me, invece, sai cosa è?
Queste certezze nei confronti di tematiche che neanche chi ci studia h24 ha.
Gli studi sulla neuroplasticità e sui neuroni specchio parlano anche di iterazione ambientale, a quanto mi risulta. Perciò di quello che sta fuori ed è messo a confronto con quello che sta dentro e di elaborazione di stimoli.
Nessuno a quanto mi risulta nasce imparato in qualcosa, e non è un modo di dire.
Le prove di isolamento ambientale accidentale di individui, specialmente nei primi anni di vita, fondamentali, lo dimostrerbbero abbastanza chiaramente. C'è tutta una letteratura mi sembra in proposito.

Ho sempre sostenuto anch’io, se è per questo che il cervello continui continuamente a trasformarsi e ad adattarsi, ad ogni età, non ho mai scritto da nessuna parte il contrario. E sono molto d’accordo con il concetto di auto sfida celebrale di cui parla Merzenich. Anzi, è abbastanza in linea con la mia idea che un uso distorto o improprio della tecnologia porti a cassare capacità che invece sarebbero da sviluppare. Ed è in aperta contraddizione con quello che sostieni da un pezzo sulle immaginifiche possibilità tecnologiche!
Io comunque parlo dello stato dell'arte. Di studi sul futuribile possiamo parlare anche per mesi, volendo, io non condivido solo i facili entusiasmi, fosse solo per il fatto che qualsiasi teoria in proposito può essere smentita o modificata dopo pochissimo tempo.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Sì, sia il ventesimo secolo che l'attuale scorcio del secolo sono stati caratterizzati da progressi scientifici e tecnologici straordinari.
È paradossale, però, che proprio in questo periodo di grande brillantezza, la sopravvivenza dei Sapiens sia messa in grave pericolo.
Grazie.

Però se ci pensi lo è sempre stata in pericolo, basta una pietra che finisce a sbattere contro il pianeta. E non serve neanche una pietra grandissima.

Ed è stata la narrazione sulla sicurezza a, come dire, offuscare?, questa consapevolezza.

A me non fa grande impressione onestamente.
Che sia una grande pietra piuttosto che un bottone piuttosto che l'avvento di idiocracy quale è la differenza?
 

hammer

Utente di lunga data
Grazie.

Però se ci pensi lo è sempre stata in pericolo, basta una pietra che finisce a sbattere contro il pianeta. E non serve neanche una pietra grandissima.

Ed è stata la narrazione sulla sicurezza a, come dire, offuscare?, questa consapevolezza.

A me non fa grande impressione onestamente.
Che sia una grande pietra piuttosto che un bottone piuttosto che l'avvento di idiocracy quale è la differenza?
Vero. Non ci avevo fatto caso. Adesso ho una inquietudine in più. :unsure:
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Gli studi sulla neuroplasticità e sui neuroni specchio parlano anche di iterazione ambientale, a quanto mi risulta. Perciò di quello che sta fuori ed è messo a confronto con quello che sta dentro e di elaborazione di stimoli.
Nessuno a quanto mi risulta nasce imparato in qualcosa, e non è un modo di dire.
Le prove di isolamento ambientale accidentale di individui, specialmente nei primi anni di vita, fondamentali, lo dimostrerbbero abbastanza chiaramente. C'è tutta una letteratura mi sembra in proposito.

Ho sempre sostenuto anch’io, se è per questo che il cervello continui continuamente a trasformarsi e ad adattarsi, ad ogni età, non ho mai scritto da nessuna parte il contrario. E sono molto d’accordo con il concetto di auto sfida celebrale di cui parla Merzenich. Anzi, è abbastanza in linea con la mia idea che un uso distorto o improprio della tecnologia porti a cassare capacità che invece sarebbero da sviluppare.
Io comunque parlo dello stato dell'arte. Di studi sul futuribile possiamo parlare anche per mesi, volendo, io non condivido solo i facili entusiasmi, fosse solo per il fatto che qualsiasi teoria in proposito può essere smentita o modificata dopo pochissimo tempo.
Certo che parlano di interazione con l'ambiente. Ma parlano soprattutto di come quelle interazioni siano dinamiche, di come la modificazione di una variabile porti alla modificazione di tutte le altre variabili e via andando. E' l'essenza della neuroplasticità questo concetto.
E legato a questo concetto c'è l'altro concetto, ossia che con l'avanzare dell'età, quel processo richiede tempi sempre più lunghi per arrivare all'adattamento. E questo spiegherebbe anche l'aggrapparsi al passato tipico degli anziani, non come forma morale ma come necessità biologica che in qualche modo viene mediata moralmente.

Si sta studiando come già il feto ascolti e apprenda attraverso la madre. A proposito di neuroplasticità e del nascere imparati o meno.

Anche in isolamento si imparano cose. Che però si rivelano per gran parte disfunzionali per la qualità della vita e per la vita sociale.
Ma non è una assenza di apprendimento.
Certo è che abbiamo bisogno di un branco.

Quello che sto sostenendo io è che le certezze di anche soltanto 50 anni fa sono semplicemente spazzate via proprio in virtù degli studi attuali.

Lo stato dell'arte ha già rivoluzionato il sapere degli ultimi secoli.

E tornando al ragazzino, lui sta già vivendo in un mondo che nè io nè te comprendiamo appieno proprio perchè non l'abbiamo sperimentato nel modo in cui lo sta sperimentando lui, perchè il mondo in cui abbiamo vissuto e viviamo ci fa da filtro anche interpretativo e perchè nessuno prima di questi ragazzini l'ha mai sperimentato, non esisteva.
 
Ultima modifica:

spleen

utente ?
Certo che parlano di interazione con l'ambiente. Ma parlano soprattutto di come quelle interazioni siano dinamiche, di come la modificazione di una variabile porti alla modificazione di tutte le altre variabili.

Si sta studiando come già il feto ascolti e apprenda attraverso la madre. A proposito di neuroplasticità e del nascere imparati o meno.

Anche in isolamento si imparano cose. Che però si rivelano per gran parte disfunzionali per la qualità della vita e per la vita sociale.
Ma non è una assenza di apprendimento.
Ceto è che abbiamo bisogno di un branco.

Quello che sto sostenendo io è che le certezze di anche soltanto 50 anni fa sono semplicemente spazzate via proprio in virtù degli studi attuali.

Lo stato dell'arte ha già rivoluzionato il sapere degli ultimi secoli.
Insomma Merzenich ha ragione o torto?

Certo che parlano di interazione con l'ambiente. Ma parlano soprattutto di come quelle interazioni siano dinamiche, di come la modificazione di una variabile porti alla modificazione di tutte le altre variabili e via andando. E' l'essenza della neuroplasticità questo concetto.
E legato a questo concetto c'è l'altro concetto, ossia che con l'avanzare dell'età, quel processo richiede tempi sempre più lunghi per arrivare all'adattamento. E questo spiegherebbe anche l'aggrapparsi al passato tipico degli anziani, non come forma morale ma come necessità biologica che in qualche modo viene mediata moralmente.

Si sta studiando come già il feto ascolti e apprenda attraverso la madre. A proposito di neuroplasticità e del nascere imparati o meno.

Anche in isolamento si imparano cose. Che però si rivelano per gran parte disfunzionali per la qualità della vita e per la vita sociale.
Ma non è una assenza di apprendimento.
Ceto è che abbiamo bisogno di un branco.

Quello che sto sostenendo io è che le certezze di anche soltanto 50 anni fa sono semplicemente spazzate via proprio in virtù degli studi attuali.

Lo stato dell'arte ha già rivoluzionato il sapere degli ultimi secoli.

E tornando al ragazzino, lui sta già vivendo in un mondo che nè io nè te comprendiamo appieno proprio perchè non l'abbiamo sperimentato nel modo in cui lo sta sperimentando lui e nessuno prima di questi ragazzini l'ha mai sperimentato perchè semplicemente non esisteva.
Ti faccio ancora notare che quello che hai riportato di Merzenich è in palese e aperta contraddizione con l'entusiasmo profuso sulle nuove tecnologie interattive!
Mi hai rotto le scatole per enne messaggi per riportare i dubbi di uno studioso che dice pari pari quello che sostengo, che cioè le nuove tecnologie possono anche cassare le capacità intellettive. :) ;)
 

Marjanna

Utente di lunga data
Tipo sentirsi a Casa. Al sicuro. A posto.
Estremamente rilassata. Serena.
Percezioni olfattive e gustative acuite. Un mondo di odori e sapori. Un mondo tattile.

Sensazioni molto molto belle.

E anche il sonno che è venuto dopo, estremamente appagante e rigenerante.
Sensazione che si è protratta per qualche giorno.
Allora se quello è il Fentanyl mi sa che anche io l’ho provato una volta.


Come ho scritto a @spleen è riduttivo appiattire un ragionamento del genere a pochi decenni o anche poche centinaia di anni.
Comprendo che il farlo sia confermante e rassicurante.

Ma sappiamo benissimo come pochi decenni, il tempo di una vita non servano a descrivere un bel nulla.

Il processo a cui faccio riferimento è iniziato nel primo dopoguerra. E da allora sono stati mossi pochi piccoli incerti passi.

La velocità tecnologica aumenterà probabilmente la quantità, la grandezza e la stabilità di quei passi.
Ed è una velocità che non è stata rilevata negli ultimi...facciamo 100.000 anni? 200.000?

Questo sto affermando.


Non sto volontariamente entrando nello specifico del ragazzo.
Come al solito, leggendo qui e là e pure distrattamente, stanno emergendo caratteristiche non del ragazzo ma della situazione che si stanno distanziando dalle prime descrizioni. Emerge il senso di oppressione, il desiderio di togliersi da una vita che lo soffocava. A me fin dall'inizio ha colpito il giorno in cui ha agito. Ossia il compleanno del padre.
Probabilmente emergerà pure l'incomunicabilità.
Probabilmente emergerà l'assenza di ascolto autentico, ossia quell'ascolto che non ascolta per dare risposte ma ascolta per lasciar risuonare l'ascoltato e comprendere.

Mi spiace molto per lui. Moltissimo. E lui è solo la punta dell'iceberg.


Io parlerei più di domanda che di risposte.

Il voler dare risposte....onestamente mi infastidisce moltissimo ormai. Mi ha veramente stufato l'approccio per cui si continua a pensare di voler e soprattutto poter rispondere.
A me piace di più la prospettiva del farsi domande insieme e cercare insieme le risposte vivendo insieme esperienze. Partendo dalla consapevolezza dei propri pregiudizi e dei propri condizionamenti.

L'asimmetria relazionale ed educativa non è mettersi su un gradino più alto, di colui che conosce.
L'asimmetria relazionale ed educativa è stare insieme sui gradini mostrando come li si percorre e lasciando che l'altro provi percorrerli a modo suo.
Siamo bestie e impariamo per imitazione.


Quindi forse sarebbe interessante chiedersi "cosa stiamo mostrando a questi ragazzini, che imparano per imitazione, per portarli dove li si sta portando?"
I ragazzini sono lo specchio del mondo in cui vivono.

Lo stacco fra passato e futuro di questo periodo storico non è stato sperimentato fino ad ora.
E continuare ad intestardirsi a leggerlo come lo si è sempre letto è come pensare di fare previsioni metereologiche senza considerare le variabili incognite che discendono dai cambiamenti climatici. Al netto del cercare (tanto per cambiare) il colpevole dei cambiamenti o finire nei complottismi.
-
Quell’imparare per imitazione è proprio la parte del passato. Quella che arriva indicativamente da nonni e genitori, e da altre persone che si conosco nell’arco di una singola esistenza. Poi si viaggia anche nel passato. Da giovani dico. Si esplora. La musica è un modo.
Non vuol dire ripetere tale e quale.

Anche ciò che scrivi in un commento seguente, è un risultato della storia, ed in parte storia breve.
Gli animali domestici come affettivi sono entrati a far parte delle nostre vite, come dei familiari, con il benessere acquisito.
In passato (perlomeno recente) la detenzione fuori dal loro habitat naturale di animali come orsi era cosa per i nobili.
In questo senso la storia crea delle porte a ciò che verrà dopo.
E tendenzialmente ci si riferisce al periodo storico dei viventi. E tra i viventi vi è una notevole parte della popolazione anziana, popolazione che sta bene, che ha una buona situazione economica. Adesso se vai nei posti dei brontolamenti di cui ti ho scritto di agosto, ci trovi un popolo di anziani, che fanno anche attività sportive, che discutono della mancanza del cestino dove posizionare le cacche dei cani (anche se a due metri hanno un bosco), ect.

Personalmente mi pare chiaro che non vi siano risposte certe da poter dare, tanto più con informazioni risicate. Argomentare il giorno dopo, su 30 minuti di conferenza stampa mi pare evidente che sia prendere un caso per cavalcare un’onda di visibilità, in cui è facile poter piazzare un pensiero apparentemente finito, per intercettare un pubblico di ascolto.

Ciò che affermi nel corsivo e in altri commenti seguenti, mi ha ricordato il dibattito riguardo la definizione di antropocene.

Mi ricordo, come altri qui (non siamo certo perle rare), l’approccio con i primi computer.
Il primo fu un Olivetti M24. Per iniziare vi era quello che oggi verrebbe chiamato tutorial, anche se non aveva quel nome. Non ricordo tutti i dettagli ma iniziava con il dover inseguire il cursore nel video, per me era un gioco, mia nonna neppure si avvicinava.
Ricordo una frase di Bill Gates (anche se meno venerato e citato di Steve Jobs): In the future i’ll see one computer on every desk and one in every home (Nel futuro vedo un computer su ogni scrivania e uno in ogni casa), ed era il 1975.
Negli anni 90 il computer era ancora una roba complicata per una grande fetta di popolazione, che avvertiva però il nuovo nel telefono modello Sirio della Sip (quello a tasti).
Il nuovo, i giovani, eravamo noi. E poi cresci e bum, parte l’accelleratore del tempo, e neppure fai a tempo ad archiviare quello che hai nel pc, che devi buttarlo nel cesso (che poi adesso mica archivi solo le cose utili, o perlomeno necessarie al fine di archivio, archivi i ricordi, archivi le foto).
Mia nonna però si faceva da parte, non si opponeva a questo nuovo mondo, di cose complicate, perchè anche se non capiva, era qualcosa da fare, da seguire per raggiungere una vita di benessere, era il nuovo mondo.
Adesso, senza dilungarmi ulteriormente, sto nuovo mondo è vecchio come noi.

Poco tempo fa, in una situazione di lavoro, ho chiesto che venisse eseguita una modifica di associazione dati, e mi stato risposto "è complicato". A me è venuto da ridere.
Io ammetto di aver avuto problemi ad accettare lo smartphone e la mia comunicazione usando app come whatsapp... perchè non è una mail, men che meno una lettera, non è un telegrafo, dovrebbe essere speedy, ma invece ciò che scrivi è tipo incidere sulla pelle a vivo. Ho dovuto imparare formule di linguaggio mai usate in vita mia, che poi più che formule sono parole, tipo "ottimo". Mai usato.
Ah prima ancora mi piantonavo ricevendo una telefonata, tipo telefono fisso. Se devo stare attenta e posso farlo, mi piantono ancora. Se vengono usati vivavoce ci sono sempre parti che non si sentono, o da una parte o dall’altra.
Ecco tentando di capire le modifiche di cui parli, per provare a dargli una forma, una possibile modifica potrebbe essere una capacità più elastica della mia di cogliere la comunicazione in questi ambiti. Stando proprio in qualcosa di semplice.
A cui poi possiamo immaginare di aggiungere dei livelli, fino al non immaginabile, applicabile per noi (con noi mi riferisco alla massa intesa come popolo, la media vivente). E quello che tu dici è che è già avvenuto nei nativi digitali, ben oltre la nostra visione, che riduciamo se ci ancoriamo ai processi che ci sono stati fino ad ora.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Insomma Merzenich ha ragione o torto?
Visto che sostiene (o più p

Ti faccio ancora notare che quello che hai riportato di Merzenich è in palese e aperta contraddizione con l'entusiasmo profuso sulle nuove tecnologie interattive!
Mi hai rotto le scatole per enne messaggi per riportare i dubbi di uno studioso che dice pari pari quello che sostengo, che cioè le nuove tecnologie possono anche cassare le capacità intellettive. :) ;)
Ma è così importante la ragione o il torto???
Deve per forza derivare uno schieramento?

Giusto sbagliato? Bene male? Vittoria sconfitta?

Tu vedi entusiasmo dove io riporto cambiamento in atto.
Io vedo anche le opportunità, non soltanto i rischi.
Per esempio le opportunità diagnostiche, col cazzo che trovavi un tumore in screening 50 anni fa, mediche, riabilitative.
Chatgpt è una figata e riduce anche di parecchio alcuni tempi di lavoro se ben utilizzato.
Etc etc.



Mi pare ovvio e questo sì è confermato nei millenni che ogni strumento a seconda dell'utilizzo possa produrre effetti benefici oppure no.

Il fuoco scalda e cuoce.
Se appicco il fuoco ad una casa la distruggo.

Ma il fuoco resta il fuoco con tutte le applicazioni che si possono immaginare.
 
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spleen

utente ?
Mi pare ovvio e questo sì è confermato nei millenni che ogni strumento a seconda dell'utilizzo possa produrre effetti benefici oppure no.
Il fuoco scalda e cuoce.
Se appicco il fuoco ad una casa la distruggo.

Ma il fuoco resta il fuoco con tutte le applicazioni che si possono immaginare.
Certo, storicamente, da millenni, millenni di cultura.
Cosa che dico dall'inizio di questo 3d.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Allora se quello è il Fentanyl mi sa che anche io l’ho provato una volta.



-
Quell’imparare per imitazione è proprio la parte del passato. Quella che arriva indicativamente da nonni e genitori, e da altre persone che si conosco nell’arco di una singola esistenza. Poi si viaggia anche nel passato. Da giovani dico. Si esplora. La musica è un modo.
Non vuol dire ripetere tale e quale.

Anche ciò che scrivi in un commento seguente, è un risultato della storia, ed in parte storia breve.
Gli animali domestici come affettivi sono entrati a far parte delle nostre vite, come dei familiari, con il benessere acquisito.
In passato (perlomeno recente) la detenzione fuori dal loro habitat naturale di animali come orsi era cosa per i nobili.
In questo senso la storia crea delle porte a ciò che verrà dopo.
E tendenzialmente ci si riferisce al periodo storico dei viventi. E tra i viventi vi è una notevole parte della popolazione anziana, popolazione che sta bene, che ha una buona situazione economica. Adesso se vai nei posti dei brontolamenti di cui ti ho scritto di agosto, ci trovi un popolo di anziani, che fanno anche attività sportive, che discutono della mancanza del cestino dove posizionare le cacche dei cani (anche se a due metri hanno un bosco), ect.

Personalmente mi pare chiaro che non vi siano risposte certe da poter dare, tanto più con informazioni risicate. Argomentare il giorno dopo, su 30 minuti di conferenza stampa mi pare evidente che sia prendere un caso per cavalcare un’onda di visibilità, in cui è facile poter piazzare un pensiero apparentemente finito, per intercettare un pubblico di ascolto.

Ciò che affermi nel corsivo e in altri commenti seguenti, mi ha ricordato il dibattito riguardo la definizione di antropocene.

Mi ricordo, come altri qui (non siamo certo perle rare), l’approccio con i primi computer.
Il primo fu un Olivetti M24. Per iniziare vi era quello che oggi verrebbe chiamato tutorial, anche se non aveva quel nome. Non ricordo tutti i dettagli ma iniziava con il dover inseguire il cursore nel video, per me era un gioco, mia nonna neppure si avvicinava.
Ricordo una frase di Bill Gates (anche se meno venerato e citato di Steve Jobs): In the future i’ll see one computer on every desk and one in every home (Nel futuro vedo un computer su ogni scrivania e uno in ogni casa), ed era il 1975.
Negli anni 90 il computer era ancora una roba complicata per una grande fetta di popolazione, che avvertiva però il nuovo nel telefono modello Sirio della Sip (quello a tasti).
Il nuovo, i giovani, eravamo noi. E poi cresci e bum, parte l’accelleratore del tempo, e neppure fai a tempo ad archiviare quello che hai nel pc, che devi buttarlo nel cesso (che poi adesso mica archivi solo le cose utili, o perlomeno necessarie al fine di archivio, archivi i ricordi, archivi le foto).
Mia nonna però si faceva da parte, non si opponeva a questo nuovo mondo, di cose complicate, perchè anche se non capiva, era qualcosa da fare, da seguire per raggiungere una vita di benessere, era il nuovo mondo.
Adesso, senza dilungarmi ulteriormente, sto nuovo mondo è vecchio come noi.

Poco tempo fa, in una situazione di lavoro, ho chiesto che venisse eseguita una modifica di associazione dati, e mi stato risposto "è complicato". A me è venuto da ridere.
Io ammetto di aver avuto problemi ad accettare lo smartphone e la mia comunicazione usando app come whatsapp... perchè non è una mail, men che meno una lettera, non è un telegrafo, dovrebbe essere speedy, ma invece ciò che scrivi è tipo incidere sulla pelle a vivo. Ho dovuto imparare formule di linguaggio mai usate in vita mia, che poi più che formule sono parole, tipo "ottimo". Mai usato.
Ah prima ancora mi piantonavo ricevendo una telefonata, tipo telefono fisso. Se devo stare attenta e posso farlo, mi piantono ancora. Se vengono usati vivavoce ci sono sempre parti che non si sentono, o da una parte o dall’altra.
Ecco tentando di capire le modifiche di cui parli, per provare a dargli una forma, una possibile modifica potrebbe essere una capacità più elastica della mia di cogliere la comunicazione in questi ambiti. Stando proprio in qualcosa di semplice.
A cui poi possiamo immaginare di aggiungere dei livelli, fino al non immaginabile, applicabile per noi (con noi mi riferisco alla massa intesa come popolo, la media vivente). E quello che tu dici è che è già avvenuto nei nativi digitali, ben oltre la nostra visione, che riduciamo se ci ancoriamo ai processi che ci sono stati fino ad ora.
Quello che sto sostenendo è che il passato è oltre - passato. Non che non esiste.
Nel tuo grassetto lo esprimi molto bene.

La variabile velocità rende quell'oltrepassare brusco. E spesso invisibile.

Il mondo che vediamo è vecchio come noi, ma è nuovo come i ragazzini che lo popolano diversamente da noi.
Non sono concetti in contraddizione, sono concetti che appartengono alla complessità, anche questa mai vista e sperimentata prima.

Per quanto riguarda il ragazzino, non sto neanche ascoltando più il tanto il dibattito PER il pubblico onestamente.
Proprio perchè è per il pubblico, e fra l'altro un pubblico che guarda la TV coi dibattiti di quel tipo.
Ossia una porzione di popolazione ed è targettizzato esattamente per quella porzione di popolazione.

Certo, storicamente, da millenni, millenni di cultura.
Cosa che dico dall'inizio di questo 3d.
E quindi, dopo millenni in cui si ripete affermando che lo strumento non è dotato di volontà propria, ancora si dicotomizza fra entusiasmo e tragedia?


Detto questo, questo OT è iniziato con questa affermazione

OK ma quello che intendevo è che il passato persiste. (Non è un auspicio).
Prendi per esempio i modelli di governo, con relativa età dei politici, il sistema stesso, le ideologie a cui ci si rifà, etc.
Sono tutti modelli che provengono dal passato prossimo o remoto.
Il concetto stesso di stato e di diritto ci viene dall'epoca romana.
Non parliamo poi delle idee, che spaziano dai tentativi tipo in Russia di restaurare un impero di influenza per continuare con il concetto stesso di democrazia che non è certo un prodotto moderno.
Se parliamo di economia, anzi di conduzione economica, è la stessa cosa.
Se parliamo di psicologia o sociologia dobbiamo affondare le radici in osservazioni e concetti che hanno un secolo o forse anche due.

Cosa c'è di veramente innovativo oggi? I mezzi.
Ma il mezzo non fa l'idea, il concetto.

Questo intendevo.
A cui ho risposto, argomentando, che è scorretto.
E questo ragionamento era una risposta ad una mia affermazione, ossia che il presente oggi osservato con lo sguardo del passato non è leggibile.
E anzi, usare il passato come cifra interpretativa di un presente che sta discutendo e spazzando via parecchi assiomi che hanno implicazioni educative, morali, sociali e culturali, è fuorviante e non permette quella complessità di visione che auspicavi qualche post fa.

Soprattutto quella visione fuorviante fa male ai ragazzini che vivono un mondo che a te e anche a me, è impedito.
Noi non siamo nativi digitali e non abbiamo la minima nozione esperienziale dell'esserlo.
Quindi relazionarsi con loro significa avere consapevolezza di questo.

Altrimenti si fa soltanto la morale paternalistica che, grazie al cazzo, non ascolta nessun ragazzino di nessuna epoca, ma oggi come non mai.

Ed è in aperta contraddizione con quello che sostieni da un pezzo sulle immaginifiche possibilità tecnologiche!
Io non sostengo immaginifiche possibilità tecnologiche, saresti gentile a riportarmi quei passaggi in cui l'ho affermato.

Io sto sostenendo, argomentando, che lo stato attuale dell'arte degli studi di neuroscienze stanno rilevando evidenze per cui l'impatto delle tecnologie sia ben più profondo e veloce di quanto mai sia accaduto nella storia umana.
E che l'impatto vada ad agire anche sulla struttura e sulle attività cerebrali.
E che questo impatto è ampio, tanto da andare ad impattare anche su cultura, socialità e comunicazione e autonomia.


Le nuove tecnologie, come tutte le tecnologie, portano vantaggi e svantaggi.

Ma io non sono schierata nè dalla parte dei vantaggi nè dalla parte degli svantaggi.
Come vedo gli svantaggi vedo anche i vantaggi.

Sono molto incuriosita però da quello che accadrà perchè è inedito e NUOVO ;)
 
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Marjanna

Utente di lunga data
Ti posizioni nel futuro nel momento e nel modo in cui posizioni il passato nel tuo presente.
E questo è il senso dell'entrata nel personale di uno stupro.

Io distinguo nettamente lo sguardo nel presente che colloca un passato, dallo sguardo nel passato che delinea un futuro in cui il passato vivrà con la sua identità.

Sono due posizioni completamente diverse.
Questo è molto interessante, anche io tendo a farlo (di prendere il passato e in un certo senso fottermi da sola).
Non so se sia questione del caso o meno, tu hai fatto un percorso di psicoterapia serio mi pare, dai racconti che hai scritto in passato, oltre che studi specifici.
Non è facile per chiunque, forse per questo è meno semplice che per te la distinzione.


Quello che sto sostenendo è che il passato è oltre - passato. Non che non esiste.
Nel tuo grassetto lo esprimi molto bene.

La variabile velocità rende quell'oltrepassare brusco. E spesso invisibile.

Il mondo che vediamo è vecchio come noi, ma è nuovo come i ragazzini che lo popolano diversamente da noi.
Non sono concetti in contraddizione, sono concetti che appartengono alla complessità, anche questa mai vista e sperimentata prima.

Per quanto riguarda il ragazzino, non sto neanche ascoltando più il tanto il dibattito PER il pubblico onestamente.
Proprio perchè è per il pubblico, e fra l'altro un pubblico che guarda la TV coi dibattiti di quel tipo.
Ossia una porzione di popolazione ed è targettizzato esattamente per quella porzione di popolazione.
Io ho guardato qualcuno su you tube, soliti nomi che salgono in cima ai motori di ricerca, ma è uguale ormai.
Un discorso come il tuo non lo farebbero mai, calerebbero gli ascolti, e poi aprirebbe porte ad altri contesti.
E comunque mi hai fatto venire in mente questo:


🤣
 
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spleen

utente ?
E quindi, dopo millenni in cui si ripete affermando che lo strumento non è dotato di volontà propria, ancora si dicotomizza fra entusiasmo e tragedia?
Non è una questione di dicotomizzare tra entusiasmo, il tuo quando parli della tua curiosità in proposito, o tragedia che dovrebbero essere i miei dubbi in proposito, dal momento che la curiosità appartiene anche al sottoscritto, altrimenti non starebbe qui. E' una faccenda che riguarda il nostro personale atteggiamento su futuro e passato.
La linearità dello svolgimento delle cose è entropia e la velocità sempre una faccenda relativa.
Quello che io sostengo dall'inizio di questa discussione è che qualsiasi cosa si pensi, compresa qualsiasi idea di futuro e anche l'immagine di passato che ciascuno ha proviene da una elaborazione di dati esistenti.
Anche il feto impara ed ascolta dalla madre, certo. Impara qualcosa di esistente.
La volontà propria è indimostrabile in quanto non esiste interazione zero tra cervello ed ambiente. Esistono semmai interazioni limitate, prendi per esempio i sordociechi, con gli effetti non solo che si possono immaginare ma che ampiamente si vedono.
Quando scrivo che i mezzi cambiano ma le idee no, non intendo che le idee rimangono le stesse, intendo che qualsiasi novità non può prescindere da altro che non sia una elaborazione di uno stimolo o di qualcosa di scibile che venga introiettato, masticto, risputato sotto diversa forma e con delle aggiunte.
Condivido le perplessità dello studioso che hai citato, non perchè sia un vecchio bacucco moralista, come stai insinuando da mo.
Semplicemente perchè cerco in ogni faccenda di vedere anche gli aspetti che mi entuusiasmano meno e mi perplimono.
E siccome amo la storia (o se preferisci la narrazione storica) dalla quale ritengo aver imparato molto sulla interpretazione di quello che vedo oggi, trovo riduttivo il tuo atteggiamento in proposito.
 
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