Quando la relazione tossica è la famiglia.

Brunetta

Utente di lunga data
Ma scherzi? Ci sono dei perfettissimi... 😁
Io penso che in tutti gli aspetti siamo in un tempo che schiaccia sul presente. Un presente caotico e incombente che ci fa sentire personalmente responsabili di tutti i mali del mondo. Non crediamo più in Dio (e di conseguenza nel Bene) ma ci sentiamo tutti Gesù, obbligati a farci carico dei mali del mondo. Allora ognuno si cerca un settore di cui essere profeta. Tutti diventiamo Greta. Adottiamo un atteggiamento sofferente e nel contempo salvifico.
Siamo in una cultura “medioevale“ con la sensazione della morte imminente. L’epidemia ha fatto esplodere, tendenze già presenti, diverse correnti messianiche limitate o individuali.
E ho anche la sensazione che i media, più o meno consapevolmente, abbiano convogliato ogni rancore e rivendicazione sulle generazioni precedenti. Insomma è tutta colpa dei boomer che avrebbero distrutto il mondo. Pure se i boomer erano operai cresciuti in case senza il cesso in casa e sono andati a lavorare da bambini sono responsabili di tutto.
Figuriamoci se non devono essere colpevoli i genitori, non erano mica come quelli dei telefilm.
 

Rebecca89

Sentire libera
Sei in terapia?
L ho interrotta ad Aprile dopo un anno per tutta una serie di motivi personali, questo era il passo finale su cui stavamo lavorando. L ho fatta più volte negli anni, ho iniziato da quella scolastica il doposcuola. Anna, l ultima dottoressa, mi ha aiutata davvero tanto a chiudere con la mia ultima relazione e a fare luce su molte cose del mio comportamento. Mi sento più sicura di me, e in fondo anche più egoista. Sembra brutto ma ho dovuto imparare un egoismo sano. Io riconosco i progressi che ho fatto e sono tanti. So che mi manca un giusto rapporto con questa situazione in particolare. Sarà che il legame di sangue lo sento più stretto degli altri. E continuo a inciamparci dentro. Lei me li ha definiti parassiti. E quando ho interrotto mi ha detto di prendere questo tempo e il lavoro fatto insieme per indirizzare i passi giusti a chiudere porte che vanno chiuse o comunque a muovermi in situazioni senza lasciarsi divorare. Ancora non riesco. Ma già ammettere di rendermi conto che devo farlo, per quanto mi riguarda, è un passo.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Come genitori.
Vi siete mai domandati di essere un peso sui figli con determinati comportamenti? Facendogli magari assorbire ansie, preoccupazioni e stress?
I vostri figli, vi hanno mai fatto notare di accusare o subire una vostra assenza o un vostro gesto che siete stati poi in grado di comprendere e rimediare?

Come figli.
Avete mai sopportato a tal punto da dire basta chiudendo i rapporti con madre, padre o entrambi? Prendendo le dovute distanze se c è stato un momento in cui avete capito che non potevate continuare a salvarli e ci stavate rimettendo tanto?

Io credo sia una delle relazioni più tossiche.
Perché è quella a cui è davvero tanto, tanto difficile chiudere la porta.

Come fa un genitore a non essere in grado di ascoltare un figlio e capire, nonostante anni di dialogo, incazzature, con le buone e le cattive che quel figlio soffre a vedere un genitore stare male a causa delle sue stesse mani?
Come mamma credo di aver fatto e di fare del mio meglio, come quasi tutti. Ero giovanissima quando è nata mia figlia ed ho cercato di essere presente il più possibile. Me la portavo anche al lavoro, per dire.
Siamo diversissimi per alcuni aspetti, simili per altri.
Lei, per esempio, è tendenzialmente più insicura. Una di quelle che continuano a dire "non ce la farò mai" ma che alla fine, grazie alla mamma rompicoglioni, non molla e ce la fa a fare tutto.
Lei tende a lasciarsi prendere dal panico quando subentra un problema. Io, al contrario, se ho un problema cerco la soluzione migliore per risolverlo. (Questo non lo ha ancora imparato).
Lei è una disordinata cronica ed una ritardataria. Io puntualissima ed ho il bisogno di avere il mio ordine, fuori e dentro.
Di sicuro non le trasmetto ansia. Anche se "Mamma non mi mettere ansia, me lo dice ogni volta che abbiamo insieme un appuntamento.
Poi, sì, di sbagli di sicuro ne ho fatti e ancora ne farò. Dopo 20 anni devo ancora imparare.

Come figlia sono stata fortunata. Ho avuto una mamma meravigliosa. Quello che sono lo devo a lei. È stato un esempio grandissimo per me. Ogni giorno cerco di arrivare al suo livello.
 
Ultima modifica:

spleen

utente ?
E ho anche la sensazione che i media, più o meno consapevolmente, abbiano convogliato ogni rancore e rivendicazione sulle generazioni precedenti. Insomma è tutta colpa dei boomer che avrebbero distrutto il mondo. Pure se i boomer erano operai cresciuti in case senza il cesso in casa e sono andati a lavorare da bambini sono responsabili di tutto.
Figuriamoci se non devono essere colpevoli i genitori, non erano mica come quelli dei telefilm.
Si perchè tutti i mali del mondo, derivano dal passato della nostra "orrenda" civiltà.

Mi sono già speso in proposito, grazie, ho già dato, in una discussione che è diventata una specie di farsa estremistica.
Se hai voglia leggeiti il libro di Rampini - Grazie Occidente-
Ci avrà tutti i suoi limiti, ci sono cose che condivido poco o non condivido, ma qualcosa di interessante lascia intendere.
 

Brunetta

Utente di lunga data
L ho interrotta ad Aprile dopo un anno per tutta una serie di motivi personali, questo era il passo finale su cui stavamo lavorando. L ho fatta più volte negli anni, ho iniziato da quella scolastica il doposcuola. Anna, l ultima dottoressa, mi ha aiutata davvero tanto a chiudere con la mia ultima relazione e a fare luce su molte cose del mio comportamento. Mi sento più sicura di me, e in fondo anche più egoista. Sembra brutto ma ho dovuto imparare un egoismo sano. Io riconosco i progressi che ho fatto e sono tanti. So che mi manca un giusto rapporto con questa situazione in particolare. Sarà che il legame di sangue lo sento più stretto degli altri. E continuo a inciamparci dentro. Lei me li ha definiti parassiti. E quando ho interrotto mi ha detto di prendere questo tempo e il lavoro fatto insieme per indirizzare i passi giusti a chiudere porte che vanno chiuse o comunque a muovermi in situazioni senza lasciarsi divorare. Ancora non riesco. Ma già ammettere di rendermi conto che devo farlo, per quanto mi riguarda, è un passo.
Te l’ho chiesto proprio perché ho visto una buona consapevolezza.
Ma certamente non compiuta perché hai una animosità che lo rivela.
Volevo solo sottolineare come una definizione in terapia si riferisce al tuo vissuto, non è un giudizio morale su persone che la terapeuta può conoscere solo attraverso il tuo racconto.
Esula dalla psicoterapia l’idea di colpa.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Come mamma credo di aver fatto e di fare del mio meglio, come quasi tutti. Ero giovanissima quando è nata mia figlia ed ho cercato di essere presente il più possibile. Me la portavo anche al lavoro, per dire.
Siamo diversissimi per alcuni aspetti, simili per altri.
Lei, per esempio, è tendenzialmente più insicura. Una di quelle che continuano a dire "non ce la farò mai" ma che alla fine, grazie alla mamma rompicoglioni, non molla e ce la fa a fare tutto.
Lei tende a lasciarsi prendere dal panico quando subentra un problema. Io, al contrario, se ho un problema cerco la soluzione migliore per risolverlo. (Questo non lo ha ancora imparato).
Lei è una disordinata cronica ed una ritardataria. Io puntualissima ed ho il bisogno di avere il mio ordine, fuori e dentro.
Di sicuro non le trasmetto ansia. Anche se "Mamma non mi mettere ansia, me lo dice ogni volta che abbiamo insieme un appuntamento.
Poi, sì, di sbagli di sicuro ne ho fatti e ancora ne farò. Dopo 20 anni devo ancora imparare.

Come figlia sono stata fortunata. Ho avuto una mamma meravigliosa. Quello che sono lo devo a lei. È stato un esempio grandissimo per me. Ogni giorno cerco di arrivare al suo livello.
Oh santo cielo! E non è “colpa sua” la tua tenacia? 😂
Tieni conto che “non ce la farò mai “ vuol dire “voglio che TU mi confermi che credi in me.”
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum

Brunetta

Utente di lunga data
Si perchè tutti i mali del mondo, derivano dal passato della nostra "orrenda" civiltà.

Mi sono già speso in proposito, grazie, ho già dato, in una discussione che è diventata una specie di farsa estremistica.
Se hai voglia leggeiti il libro di Rampini - Grazie Occidente-
Ci avrà tutti i suoi limiti, ci sono cose che condivido poco o non condivido, ma qualcosa di interessante lascia intendere.
Rampini, lo sai, non lo leggo nemmeno se mi pagano. Mi fa venire voglia di tirargli le bretelle e usarle per lanciarlo, tipo fionda 😂😂😂.
È più reazionario di qualsiasi reazionario. Preferisco Franco Cardini che non nasconde di essere di destra, ma di cultura profonda da non aver bisogno di crearsi un personaggio con i capelli sparati e le bretelle.
https://www.francocardini.it/minima-cardiniana-483-2/
Però io non ho alcuna intenzione di salvare l’occidente. Anche perché non sono corresponsabile di niente. Ho sempre contato come il due di picche, quando comanda fiori. Credo come tutti.
Responsabilità la politica occidentale ne ha e perfino più di quelle che le riconosco.
Soprattutto rilevavo che non ha senso dare responsabilità ai boomer perché essere nati in un certo periodo non rende tutti uguali e tutti ugualmente responsabili, come se il generale a Washington avesse avuto vita e poteri uguali al contadino lucano immigrato a Torino per fare l’operaio.
Oltretutto le responsabilità di aver ignorato le conseguenze ambientali sono certamente di chi ha gestito le scelte economiche, non di chi è stato una rotellina inconsapevole dell’ingranaggio economico. Senza dire che le cose importanti che credono di aver scoperto i ventenni attuali sono il risultato di riflessioni di secoli.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non ho capito cosa intendi. Mi stai prendendo per il culo?😬

Certo, lo so. Io sono la sua prima fan.
No era una battuta! Tutti attribuiscono colpe ai genitori. 🤷🏻‍♀️
 

Brunetta

Utente di lunga data

andrea53

Utente di lunga data
Come genitori.
Vi siete mai domandati di essere un peso sui figli con determinati comportamenti? Facendogli magari assorbire ansie, preoccupazioni e stress?
I vostri figli, vi hanno mai fatto notare di accusare o subire una vostra assenza o un vostro gesto che siete stati poi in grado di comprendere e rimediare?

Come figli.
Avete mai sopportato a tal punto da dire basta chiudendo i rapporti con madre, padre o entrambi? Prendendo le dovute distanze se c è stato un momento in cui avete capito che non potevate continuare a salvarli e ci stavate rimettendo tanto?

Io credo sia una delle relazioni più tossiche.
Perché è quella a cui è davvero tanto, tanto difficile chiudere la porta.

Come fa un genitore a non essere in grado di ascoltare un figlio e capire, nonostante anni di dialogo, incazzature, con le buone e le cattive che quel figlio soffre a vedere un genitore stare male a causa delle sue stesse mani?
Come padre: la risposta è difficile, forse ragionare su sé stessi è molto complesso. Direi che valutando gli esiti, alla fine ho la presunzione di aver fatto un buon lavoro. Nel senso che mia figlia è stata così brava da estrapolare il meglio dai miei comportamenti, dagli interessi cui ho cercato di coinvolgerla, nella scelta delle cose cui dare importanza. E, d'altra parte, da elidere il peggio, che sicuramente non è poco... Altro dire non so, visto che da un certo momento in poi mi sono dovuto adattare, dovendo ricoprire, con tutti i miei limiti, la funzione di padre e quella di madre, territorio al tempo per me sconosciuto. Come figlio invece la risposta è più semplice. Figlio unico di un padre che per lavoro era assente per mesi da casa, ho subìto una madre isterica e possessiva, spesso manesca - più di quanto fosse in uso negli anni Cinquanta e Sessanta. Da adolescente ero arrivato a sentirmi diverso da tutti gli altri, dai compagni di scuola, dai pochi amici che avevo. Non potei avere una vita da ragazzino "normale", in quegli anni mi obbligava a mangiare oltre misura (poi mi portava dal pediatra perché spesso vomitavo), fino a farmi ingrassare e a trovarmi a sedici anni a seguire una dieta ferrea per ricacciare tutto il sovrappeso acquisito con le sue costrizioni. Mi trasmetteva i suoi stati d'ansia, di cui in leggera forma soffro un poco anche oggi, insomma, senza dilungarmi oltremisura: una di quelle classiche persone capaci di rovinare la loro stessa vita e quella di tutti quelli che hanno la sventura di averle intorno. La nostra famiglia diventava normale solo in quelle poche settimane in cui mio padre era a casa. Si portava dietro un odore di mare, di olio di motori e di nazionali esportazione che io avevo imparato a sentire sin da prima di entrare in casa. Me ne sono andato via a diciannove anni, esasperato, ho iniziato a lavorare e - certamente anche per miei indiscussi limiti - ho abbandonato gli studi, rinunciando alla laurea quando ero già oltre metà corso. Ma non importa, la mia personale liberazione non ebbe prezzo allora e non ne ha oggi. In memoria di questo, ho fatto tutto il possibile perché mia figlia avesse un approccio leggero alla vita e si dedicasse in piena libertà alle sue passioni. Pensando a quello che a me era mancato.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Come padre: la risposta è difficile, forse ragionare su sé stessi è molto complesso. Direi che valutando gli esiti, alla fine ho la presunzione di aver fatto un buon lavoro. Nel senso che mia figlia è stata così brava da estrapolare il meglio dai miei comportamenti, dagli interessi cui ho cercato di coinvolgerla, nella scelta delle cose cui dare importanza. E, d'altra parte, da elidere il peggio, che sicuramente non è poco... Altro dire non so, visto che da un certo momento in poi mi sono dovuto adattare, dovendo ricoprire, con tutti i miei limiti, la funzione di padre e quella di madre, territorio al tempo per me sconosciuto. Come figlio invece la risposta è più semplice. Figlio unico di un padre che per lavoro era assente per mesi da casa, ho subìto una madre isterica e possessiva, spesso manesca - più di quanto fosse in uso negli anni Cinquanta e Sessanta. Da adolescente ero arrivato a sentirmi diverso da tutti gli altri, dai compagni di scuola, dai pochi amici che avevo. Non potei avere una vita da ragazzino "normale", in quegli anni mi obbligava a mangiare oltre misura (poi mi portava dal pediatra perché spesso vomitavo), fino a farmi ingrassare e a trovarmi a sedici anni a seguire una dieta ferrea per ricacciare tutto il sovrappeso acquisito con le sue costrizioni. Mi trasmetteva i suoi stati d'ansia, di cui in leggera forma soffro un poco anche oggi, insomma, senza dilungarmi oltremisura: una di quelle classiche persone capaci di rovinare la loro stessa vita e quella di tutti quelli che hanno la sventura di averle intorno. La nostra famiglia diventava normale solo in quelle poche settimane in cui mio padre era a casa. Si portava dietro un odore di mare, di olio di motori e di nazionali esportazione che io avevo imparato a sentire sin da prima di entrare in casa. Me ne sono andato via a diciannove anni, esasperato, ho iniziato a lavorare e - certamente anche per miei indiscussi limiti - ho abbandonato gli studi, rinunciando alla laurea quando ero già oltre metà corso. Ma non importa, la mia personale liberazione non ebbe prezzo allora e non ne ha oggi. In memoria di questo, ho fatto tutto il possibile perché mia figlia avesse un approccio leggero alla vita e si dedicasse in piena libertà alle sue passioni. Pensando a quello che a me era mancato.
La generazione dei tuoi genitori, mi riferisco a tua madre, aveva subito la guerra e le privazioni alimentari. Allora dicevano “grassezza fa bellezza”.
 

Nicky

Utente di lunga data
questo mi ha portata a legarmi in ogni relazione a chi ha bisogno di me. E non sto ad analizzare quello che mi torna indietro, io do. E non lo dico mica come un lamento anzi e questo forse è terribile. Sono proprio cresciuta col dare senza ricevere, per me è praticamente normale. Dai con il piacere di dare, non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te. Al contrario io non chiedo mai niente, faccio da me, sono abituata a stare da sola perché che stavo sola l ho capito a 12 annihe arrivo al punto di stop e me ne vado.
Questo succede anche a me. Credo che ci siano diversi motivi, ad esempio chi ha bisogno di noi in fondo ci sarà, facendoci stare male, ma sarà lì. Inoltre "curare" qualcuno è un modo per curare noi senza affrontare il proprio problema fino in fondo. Questi sono spunto per me, magari per te è diverso.
In ogni caso, tu stai affrontando ciò che provi, non stai scappando e, quindi, sei molto avanti.
Solo che bisogna stare con il disagio. Tu vorresti, giustamente, non sentirlo, ma in realtà è sentirlo e sopportarlo un po' è necessario e non sarà sempre così forte.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Questo succede anche a me. Credo che ci siano diversi motivi, ad esempio chi ha bisogno di noi in fondo ci sarà, facendoci stare male, ma sarà lì. Inoltre "curare" qualcuno è un modo per curare noi senza affrontare il proprio problema fino in fondo. Questi sono spunto per me, magari per te è diverso.
In ogni caso, tu stai affrontando ciò che provi, non stai scappando e, quindi, sei molto avanti.
Solo che bisogna stare con il disagio. Tu vorresti, giustamente, non sentirlo, ma in realtà è sentirlo e sopportarlo un po' è necessario e non sarà sempre così forte.
Non credo che sia così da combattere il cercare di fare del bene, soprattutto quando questo dà soddisfazione a noi.
 

andrea53

Utente di lunga data
La generazione dei tuoi genitori, mi riferisco a tua madre, aveva subito la guerra e le privazioni alimentari. Allora dicevano “grassezza fa bellezza”.
Sì, è vero, io poi ho superato e risolto il problema, ma all’epoca fu una vera sofferenza per me
 

Rebecca89

Sentire libera
Questo succede anche a me. Credo che ci siano diversi motivi, ad esempio chi ha bisogno di noi in fondo ci sarà, facendoci stare male, ma sarà lì. Inoltre "curare" qualcuno è un modo per curare noi senza affrontare il proprio problema fino in fondo. Questi sono spunto per me, magari per te è diverso.
In ogni caso, tu stai affrontando ciò che provi, non stai scappando e, quindi, sei molto avanti.
Solo che bisogna stare con il disagio. Tu vorresti, giustamente, non sentirlo, ma in realtà è sentirlo e sopportarlo un po' è necessario e non sarà sempre così forte.
Si Nicky, per me lo sento diverso, ma capisco cosa intendi con differenti motivi, perché ognuno ha poi la sua storia, il suo vissuto, le sue lezioni, il suo modo di affrontare o non affrontare le cose.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sì, è vero, io poi ho superato e risolto il problema, ma all’epoca fu una vera sofferenza per me
Lo so bene. Ma non era sua volontà renderti difficile la vita.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Un rapporto paritario, in certi nuclei famigliari, non è sempre facile da raggiungere. Soprattutto quando i genitori stanno perpetrando il modello dei nonni.
Non dico sia giusto, semplicemente che fanno fatica a capire che il mondo è cambiato.
Ed in parte è colpa nostra che fino ad una certa siamo Stati accondiscendenti.
Non è un onere del figlio estraniarsi dal contesto nel quale è nato. È un genitore che, se intelligente, dovrebbe obbligare se necessario il figlio a confrontarsi con contesti diversi e se possibile migliori rispetto a quelli in cui è cresciuto. I danni veri e i veri generatori di ansie, li fanno quelli che hanno come prima preoccupazione quella di comprare la casa al figlio nella stessa palazzina dei genitori. Oppure che ti legano con l'ansia, col bisogno, oppure con la indiscutibilità di certi contesti valoriali. Anche banalmente il pranzo della domenica in famiglia se ti fa stare bene lo fai se diventano un diktat o un sacrificio anche no grazie.
Io ho comprato un buchetto a mia figlia all'Axa, che è un quartiere carino pulito e decentemente pieno di giovani, a differenza di Monteverde che di vecchio ha pure il nome. E, per chi capisce un minimo di distanze romane, vuol dire volerla scientificamente ad un'ora da casa.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Se ce la mettono tutta, perché non dovrebbero riuscirci? Cerca di non giudicarti anche per le tue reazioni, non meriti anche questo.
Certo che dovrebbe giudicarsi per le sue reazioni. Anzi forse soprattutto su quelle. Se non riesci a disinnescare il giochino del senso di colpa in questa partita sarà sempre perdente
 
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