Quando la relazione tossica è la famiglia.

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Bah, i nativi digitali sono presi come noi ai nostri tempi, non ti inventi le cose dal nulla. Pure io cercavo altrove le risposte che non avevo. E' la faccenda che abbiamo molti padri e molte madri, al di là dei biologici.
Come al solito non hai capito un cazzo. I nativi digitali sono stati modificati nel funzionamento cerebrale dalla stessa tecnologia che utilizzano e come tali prescindono completamente dal retaggio del passato che quindi è completamente inutile
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Leggo cose che condivido e talvolta anche, sforzandomi, che non condivido, proprio perchè un fondo di verità esiste nelle posizioni anche delle persone che non la vedono come me.
Il fulcro del libro è che l'occidente non ha responsabilità solo verso il peggio, ma anche verso il meglio di cui disponga oggi il genere umano, medicina, corrente elettrica, agricoltura efficiente, diffusione della mentalità razionale per risolvere i problemi.
Cose sconosciute a molte altre civiltà, che detto per inciso, non esitavano a schiavizzare e sterminare i nemici, da sempre.
Nota bene: l'unica cultura che ha definito, nel tempo, inacettabile la schiavitù è la nosta.
Non dimenticare l'istruzione di massa
 

Brunetta

Utente di lunga data
Però se uno cresce con una madre che di fronte anche ad estranei lo denigra dicendogli "tu non saresti mai dovuto nascere", o una che continuamente, anche in età adulta, si sente dire in dialetto strettissimo ogni cazzo di volta che apre bocca "ti tés c'at capis miga" (= taci tu che non capisci un cazzo), io un tantinello di svalutazione impropria ce la vedo
Ho fatto un esempio di cose piccole che ripetute fanno soffrire e vengono interpretate negativamente e magari rese nel ricordo più frequenti e nella narrazione della autobiografia più pesanti.
Il caso che dici non è frutto di normale insicurezza e proiezione. Quello è un caso di narcisismo maligno.
La Storia racconta di un amore straordinario per un figlio frutto di uno stupro. Ma è un figlio letterario e un figlio concepito in uno stupro Elsa Morante non lo ha avuto, anzi non risulta che abbia avuto figli.
Intendo dire che non sappiamo mai qual è stata la storia individuale che porta a essere persone maligne.
 

Nicky

Utente di lunga data
Però se uno cresce con una madre che di fronte anche ad estranei lo denigra dicendogli "tu non saresti mai dovuto nascere" quando è in buona... o una che continuamente, anche in età adulta, si sente dire prima da suo padre e sua madre in coro, poi solo da sua madre in dialetto strettissimo ogni cazzo di volta che apre bocca "ti tés c'at capis miga" (= taci tu che non capisci un cazzo), io un tantinello di svalutazione impropria ce la vedo
Esistono anche casi in cui i genitori sbagliano non per fare del bene, ma sbagliano e basta.
Comunque siamo tutti capaci di capire, se ti dico che mi offendi e continui, è una tua scelta e io prenderò le distanze.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ho fatto un esempio di cose piccole che ripetute fanno soffrire e vengono interpretate negativamente e magari rese più frequenti e più pesanti.
Il caso che dici non è frutto di normale insicurezza e proiezione. Quello è un caso di narcisismo maligno.
La Storia racconta di un amore straordinario per un figlio frutto di uno stupro. Ma è un figlio letterario e un figlio concepito in uno stupro Elsa Morante non lo ha avuto, anzi non risulta che abbia avuto figli.
Non è normale ma neanche una rara eccezione, altrimenti devo essere stato molto sfortunato ad aver preso 3 nonni su 4 così nel loro ruolo di genitori
 

Rebecca89

Sentire libera
C'è anche da dire che a un certo punto anche nel lavoro terapeutico si smette di guardare ai genitori reali e si lavora soprattutto sulla nostra elaborazione delle loro figure.
Ma che cosa intendi per chiudere le porte che vanno chiuse? Sei riuscita a capire concretamente cosa significa per te?
Si, per me si. Chiudere le porte lo vedo come un imparare a gestirne con delicatezza l apertura e la chiusura. Vuoi esserci? Ok. Ma con lo stesso rispetto che io porto a te indipendentemente da che figura nella mia vita sei. Ti comporti in modo e maniera, diretta o non diretta, da farmi male? Te lo spiego, te ne parlo, non lo capisci? Ok, ti chiudo fuori. Se vuoi esserci davvero devi ribussare. E deve esserci un motivo valido se vuoi che io ti riapra. Soprattutto, quel motivo deve andare bene a me, devo avere voglia di riaprirti. Le mie porte chiuse devono iniziare dai miei no. Mi dai una mano? No. Puoi fare questo? No. Se voglio, se mi va, se posso, se non mi pesa, se non mi stressa, si. Ma se è no, è no. Porte chiuse come punti fermi. Non come chiusure nette e drastiche dei rapporti. Se io continuo a cedere, loro continuano. Devo rafforzare questo di me.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non è normale ma neanche una rara eccezione, altrimenti devo essere stato molto sfortunato ad aver preso 3 nonni su 4 così nel loro ruolo di genitori
La normale proiezione richiede una straordinaria capacità di controllo dei pensieri e della parola.
I tuoi nonni hanno vissuto la guerra? Hanno avuto una vita difficile?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si, per me si. Chiudere le porte lo vedo come un imparare a gestirne con delicatezza l apertura e la chiusura. Vuoi esserci? Ok. Ma con lo stesso rispetto che io porto a te indipendentemente da che figura nella mia vita sei. Ti comporti in modo e maniera, diretta o non diretta, da farmi male? Te lo spiego, te ne parlo, non lo capisci? Ok, ti chiudo fuori. Se vuoi esserci davvero devi ribussare. E deve esserci un motivo valido se vuoi che io ti riapra. Soprattutto, quel motivo deve andare bene a me, devo avere voglia di riaprirti. Le mie porte chiuse devono iniziare dai miei no. Mi dai una mano? No. Puoi fare questo? No. Se voglio, se mi va, se posso, se non mi pesa, se non mi stressa, si. Ma se è no, è no. Porte chiuse come punti fermi. Non come chiusure nette e drastiche dei rapporti. Se io continuo a cedere, loro continuano. Devo rafforzare questo di me.
Questa assertività di acquisisce col tempo, soprattutto se per carattere hai la tendenza a non voler ferire, soprattutto se ti hanno sempre valorizzato solo perché “servizievole”.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
La normale proiezione richiede una straordinaria capacità di controllo dei pensieri e della parola.
I tuoi nonni hanno vissuto la guerra? Hanno avuto una vita difficile?
Da parte di mia madre si, da parte di mio padre relativamente, mio nonno era in polizia per cui niente fronte, e mia nonna era in una famiglia con abbastanza soldi da non patire più di tanto..
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si ma iniziare è già uno sfruttarlo il tempo senza lasciare che passi e basta.
E certo 😁! Non si aspetta che arrivi. Si inizia un po’ alla volta.
Dicevo che arriva, si conquista con il tempo per non sentirsi sconfitti quando non funziona.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Da parte di mia madre si, da parte di mio padre relativamente, mio nonno era in polizia per cui niente fronte, e mia nonna era in una famiglia con abbastanza soldi da non patire più di tanto..
Non parlavo di fronte. Parlavo di guerra che comunque forma una mentalità particolare, rispetto a quella di chi è vissuto in pace.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Ma non la penso così. Quello che provo, per me, è sempre giusto. Se sono triste o sono felice, è ciò che sento, tutto qui, e va bene, sempre.
È il mio comportamento ciò che controllo, è il mio sistema di pensiero, sono le mie convinzioni ciò che controllo. E sono ciò che mi porta, poi, ad avere altre reazioni emotive, con il giusto tempo.
Io sono più per il controllo attivo. Se hai dei traumi è giusto lavorare sul sintomo. Se invece hai abitudini e byas cognitivi accumulati nel tempo serve una correzione attiva.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Bah, i nativi digitali sono presi come noi ai nostri tempi, non ti inventi le cose dal nulla. Pure io cercavo altrove le risposte che non avevo. E' la faccenda che abbiamo molti padri e molte madri, al di là dei biologici.
Io li ho avuti. Ma mi è stato concesso di cercarmeli.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Non è mica qua dentro, ne conosco tanti fuori e dal vivo. Il cambiamento se lo vuoi lo attui, non aspetti che cada dal cielo. Altrimenti diventa un lamento e uno sfogo irrisolto per una vita. Ho aspettato parecchio, c ho sperato tanto, questo si. Ad oggi, non più. Rifletto, e non sulla soluzione da trovare, quella non ci sta e manco mi interessa più. Ormai più di quello che voglio focalizzo quello che non voglio. E io non ho intenzione di continuare a farmi sbriciolare i nervi così.
Devo mettere fermezza ai miei no, intanto. Si offendono? Non è un mio problema.
È una cazzata. Basta chiudere i rapporti. O mandarli a morire.
 

Nicky

Utente di lunga data
Io sono più per il controllo attivo. Se hai dei traumi è giusto lavorare sul sintomo. Se invece hai abitudini e byas cognitivi accumulati nel tempo serve una correzione attiva.
Non so se è poi così diverso da quel che intendo io.
Quello che voglio dire è che, se desideri cambiare modo di sentire, devi prima cambiare il comportamento, accettando o sopportando che il tuo modo di sentire sarà, per un periodo, quello precedente e che, di conseguenza, starai male. E' ciò che dicevo con il sopportare il disagio, senza pretendere di non sentirlo o arrabbiarsi con sé stessi perché lo si sente.
Con il tempo, abituandosi al nuovo comportamento, il disagio si attenuerà, in primo luogo perché ci sarà abituati, poi perché la mente sovrapporrà altre sensazioni e emozioni a quelle a cui eravamo abituati.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Non è un onere del figlio estraniarsi dal contesto nel quale è nato. È un genitore che, se intelligente, dovrebbe obbligare se necessario il figlio a confrontarsi con contesti diversi e se possibile migliori rispetto a quelli in cui è cresciuto. I danni veri e i veri generatori di ansie, li fanno quelli che hanno come prima preoccupazione quella di comprare la casa al figlio nella stessa palazzina dei genitori. Oppure che ti legano con l'ansia, col bisogno, oppure con la indiscutibilità di certi contesti valoriali. Anche banalmente il pranzo della domenica in famiglia se ti fa stare bene lo fai se diventano un diktat o un sacrificio anche no grazie.
Io ho comprato un buchetto a mia figlia all'Axa, che è un quartiere carino pulito e decentemente pieno di giovani, a differenza di Monteverde che di vecchio ha pure il nome. E, per chi capisce un minimo di distanze romane, vuol dire volerla scientificamente ad un'ora da casa.
il genitore "intelligente" sfido qualsiasi figlio a dichiararlo tale. Proprio per una questione di epoche e generazioni.
Non so attualmente quanti genitori sono aggrappati ai figli come lo erano negli anni 60/70.
Anche tu hai comprato un buchetto alla figlia , perchè in fondo tutti vogliamo che i nostri figli stiano bene e non solo di salute, questo senso di preoccupazione e protezione comunque sia salta fuori
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Buongiorno Ginevra, non è il non coraggio di contraddirli. Non hanno ragione e pretendono la ragione. E dopo un po' fidati, passi dal cercare di spiegare, al nervoso, fino a che ti sfianca la cosa, ci rinunci. Sull'educazione nulla da ridire.
ciao carissima, mi riferivo a tuo fratello.
Pretendono la ragione perchè scommettono che ti dicono che loro hanno più esperienza.
Un genitore è sempre un genitore , non lo sipuò paragonare ad un amico. E sinceramente ,specialmente con mia figlia sono spesso in contrasto.
Il rpblema che se ci confrontiamo io esprimo il mio parere, non obbligo nessuno, tuttavia lei vorrebbe che io accettassi la sua versione come oro colato.
Arriviamo a litigare in modo molto pesante , ma lei non accetta che io possa pensarla diversamente, cosa che invece fa con i suoi coetanei.
 

Brunetta

Utente di lunga data
ciao carissima, mi riferivo a tuo fratello.
Pretendono la ragione perchè scommettono che ti dicono che loro hanno più esperienza.
Un genitore è sempre un genitore , non lo sipuò paragonare ad un amico. E sinceramente ,specialmente con mia figlia sono spesso in contrasto.
Il rpblema che se ci confrontiamo io esprimo il mio parere, non obbligo nessuno, tuttavia lei vorrebbe che io accettassi la sua versione come oro colato.
Arriviamo a litigare in modo molto pesante , ma lei non accetta che io possa pensarla diversamente, cosa che invece fa con i suoi coetanei.
E tu accetti lei?
 
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