Quando la relazione tossica è la famiglia.

ologramma

Utente di lunga data
si che me ne sono accorta, questo non toglie che il mio allora compagno accusava. Allargarmi troppo con i discorsi non serve, da parte di mio padre anche le parole oltre i comportamenti non sono mai state leggere. Quindi, hai vicino una persona che ti vede accusare, stare male, sotto stress, essere pure attaccata dove provi a tirarti indietro e quando il frignare non funziona, per qualcuno che comunque continui a sottolineare, nonostante capisci che non va bene, eh ma sono i miei genitori, hanno bisogno di me, come fa uno o come fa l altro se non li aiuto?
Eh no cazzo. Diventa pesante, pesantissimo. Aggiungici il peso dei pensieri. Si discute sul lavoro? Si discute per strada? Si ha una brutta notizia? Succede qualcosa di poco piacevole? Chiamiamo Rebecca. Sfoghiamoci con Rebecca. Ogni due giorni tua madre che ti chiama e ti dice che non sta bene e gli serve qualcosa. O tuo padre che "ciao pa', come va", "male". E alla fine sono sempre problemi che indovina chi smazza...
No, non posso proprio più.
Come hanno presa la mia gravidanza?
Fai quello che vuoi, sai che noi non ti possiamo aiutare.
non ci saremmo comportati così sia io che mia moglie .
Non abbiamo figlie femmine ma solo due maschi ,noi per loro ci siamo sempre stati in tutti i sensi e situazioni , possiamo non essere d'accordo sul modo di comportarsi cone le nuore ma non lo diamo a vedere , perchè prima di tutto devono andare d'accordo loro e non con noi, non siamo invadenti e non proponiamo o imponiamo niente , aspettiamo sempre un invito da loro o telefoniamo per non disturbare se dobbiamo cercarli.
Il grande ci cerca meno del più piccolo , ma sono sempre presenti vi faccio presente che abitano relativamente vicini , cioè nel raggio di un km per dare un paragone.
Rebecca caspisco che sono separati i tuoi genitori ma non giustifico quello che tu scrivi all'ultimo , un grande e forte abbraccio
 

Rebecca89

Sentire libera
Rebecca caspisco che sono separati i tuoi genitori ma non giustifico quello che tu scrivi all'ultimo , un grande e forte abbraccio
Figurati Olo. Ma non m aspettavo manco niente. Avevo qualcosa da parte col lavoro del ristorante, a 9 mesi l ho segnato al nido e sono tornata a lavoro, avevo già la baby sitter per l uscita dove io e il padre non riuscivamo ad arrivare in tempo.
Io ho solo comunicato di essere incinta. Che non potevo contare su nulla ne ero già a conoscenza.
 

ologramma

Utente di lunga data
Figurati Olo. Ma non m aspettavo manco niente. Avevo qualcosa da parte col lavoro del ristorante, a 9 mesi l ho segnato al nido e sono tornata a lavoro, avevo già la baby sitter per l uscita dove io e il padre non riuscivamo ad arrivare in tempo.
Io ho solo comunicato di essere incinta. Che non potevo contare su nulla ne ero già a conoscenza.
non so se li avevi vicini , o se entrambi lavorassero tanto daa non poter essere presenti , non so la loro vita .
Potevano dirlo in un altro modo se lo fossero , non è che si dovevano licenziare ma dire certe parole non sarebbe il nostro caso .
Comunque da quel poco che so di te , come ti ho sempre scritto , sei una donna con la testa sulle spalle , del resto qui l'ho sempre scritto voi donne avete una marcia in piu di noi uomini , sempre un abbraccio ci vuole anche se virtuale
 

Rebecca89

Sentire libera
Ma a questo punto sia chiara una cosa...quando espongo determinate cose non cambia il mio vedere il bicchiere sempre mezzo pieno. Quello che ha segnato la mia infanzia/adolescenza/approccio al mondo adulto, mi ha reso quella che sono. Quando dico che ogni cosa è una lezione, sta poi a te apprendere, la vivo cosi. Nel paradosso di tutto, invece di giustificare il mio presente col passato, in comportamenti del tipo "eh ma io sono cresciuta così, ho passato questo", ho appresso il chiamiamolo negativo dandogli luce in positivo. Su quello in cui non riuscivo perché troppo influenzata, ci ho lavorato sopra. Ad oggi se mio figlio si mette nel letto il sabato sera con me tra pop corn e tu si que vales e mi dice "sei la mia mamma preferita" (simpatico come me insomma 🤭), se io cerco di non trasmettergli ansia e preoccupazioni, se sono presente ad una partita, a un compleanno, a un incontro con gli insegnanti, se mi rende partecipe dei suoi successi e delle due cose in maniera spontanea e senza pressioni, se torno a casa dopo ennemila lavori ma lascio la stanchezza e lo stress sulla porta e ci mettiamo a raccontarci la giornata in serenità, lo devo tanto a quello che mi è mancato più di quello che ho avuto.

Ad oggi io non sto più male, non mi faccio più nero il fegato e ho si il pensiero ma non la preoccupazione. Il pensiero è quello che poi è alla base del discorso. E cioè non capisco come un genitore può arrivare a non riconoscere gli sforzi e i sacrifici, l impegno di un figlio nel cavarsela da solo, ma anzi pensando che visto che ce la fa per sé può farcela anche per loro. E non è la riconoscenza poi, perché le pacche sulle spalle le avrei volute all' epoca e da loro, adesso non ci faccio niente e mi sembrerebbero anche una presa per il culo visto che continuano. Ma riconoscere che il fatto di riuscire da sola non equivale al potercela fare per loro. Non gli è dovuto essermi un peso.

Che io devo essere più ferma nei miei no, non ci piove. Così come il cercare, in fondo, ancora di capire. È che alla fine, mi basterebbe una chiamata per sapere come sto. Davvero. Ma siccome ogni volta alla domanda segue una richiesta, devo chiudere anche la porta della comprensione delle cose. Tanto, non c'è.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma a questo punto sia chiara una cosa...quando espongo determinate cose non cambia il mio vedere il bicchiere sempre mezzo pieno. Quello che ha segnato la mia infanzia/adolescenza/approccio al mondo adulto, mi ha reso quella che sono. Quando dico che ogni cosa è una lezione, sta poi a te apprendere, la vivo cosi. Nel paradosso di tutto, invece di giustificare il mio presente col passato, in comportamenti del tipo "eh ma io sono cresciuta così, ho passato questo", ho appresso il chiamiamolo negativo dandogli luce in positivo. Su quello in cui non riuscivo perché troppo influenzata, ci ho lavorato sopra. Ad oggi se mio figlio si mette nel letto il sabato sera con me tra pop corn e tu si que vales e mi dice "sei la mia mamma preferita" (simpatico come me insomma 🤭), se io cerco di non trasmettergli ansia e preoccupazioni, se sono presente ad una partita, a un compleanno, a un incontro con gli insegnanti, se mi rende partecipe dei suoi successi e delle due cose in maniera spontanea e senza pressioni, se torno a casa dopo ennemila lavori ma lascio la stanchezza e lo stress sulla porta e ci mettiamo a raccontarci la giornata in serenità, lo devo tanto a quello che mi è mancato più di quello che ho avuto.

Ad oggi io non sto più male, non mi faccio più nero il fegato e ho si il pensiero ma non la preoccupazione. Il pensiero è quello che poi è alla base del discorso. E cioè non capisco come un genitore può arrivare a non riconoscere gli sforzi e i sacrifici, l impegno di un figlio nel cavarsela da solo, ma anzi pensando che visto che ce la fa per sé può farcela anche per loro. E non è la riconoscenza poi, perché le pacche sulle spalle le avrei volute all' epoca e da loro, adesso non ci faccio niente e mi sembrerebbero anche una presa per il culo visto che continuano. Ma riconoscere che il fatto di riuscire da sola non equivale al potercela fare per loro. Non gli è dovuto essermi un peso.

Che io devo essere più ferma nei miei no, non ci piove. Così come il cercare, in fondo, ancora di capire. È che alla fine, mi basterebbe una chiamata per sapere come sto. Davvero. Ma siccome ogni volta alla domanda segue una richiesta, devo chiudere anche la porta della comprensione delle cose. Tanto, non c'è.
Nella vita si incontrano tante persone con una personalità narcisistica o pure peggio.
È facile farsi confondere dalle strategie che attuano per fare sentire compresi e approvati e poi apprezzati. Si dipingono come forti e affidabili per poter sfruttare le persone.
Inizialmente non te ne accorgi. Almeno io ho creduto che l’interesse fosse reale e non auto-riferito.
Non ne sono consapevoli. Anzi spesso si sentono vittime di inspiegabili allontanamenti di persone che credevano amiche. Semplicemente le persone amiche non ne potevano più.
Ricordi che avevo accennato in altra discussione di quella che, quando parlavo di un problema, mi faceva notare le scarpe? Lo faceva sempre e io pensavo a sollecitudine per non farmi concentrare sui problemi, ma mai mi sollevava da un problema. Un‘altra diceva che sentire dei miei problemi la intristiva e via con i suoi, fossero anche cosa cucinare per cena. Ci ho messo decenni a capire.
Succede di avere genitori narcisisti. Ma amici, parenti, genitori non lo fanno per “cattiveria“, funzionano così. E non funzionano bene per loro stessi, davvero si sentono al centro di problemi importanti, i più importanti di tutti. A volte funziona una frase di rassicurazione. Anche perché, quando staranno male davvero, non riuscirai a non aiutarli. Ma almeno i genitori ti hanno “tirata su”, gli amici no.
 

Rebecca89

Sentire libera
Nella vita si incontrano tante persone con una personalità narcisistica o pure peggio.
È facile farsi confondere dalle strategie che attuano per fare sentire compresi e approvati e poi apprezzati. Si dipingono come forti e affidabili per poter sfruttare le persone.
Inizialmente non te ne accorgi. Almeno io ho creduto che l’interesse fosse reale e non auto-riferito.
Non ne sono consapevoli. Anzi spesso si sentono vittime di inspiegabili allontanamenti di persone che credevano amiche. Semplicemente le persone amiche non ne potevano più.
Ricordi che avevo accennato in altra discussione di quella che, quando parlavo di un problema, mi faceva notare le scarpe? Lo faceva sempre e io pensavo a sollecitudine per non farmi concentrare sui problemi, ma mai mi sollevava da un problema. Un‘altra diceva che sentire dei miei problemi la intristiva e via con i suoi, fossero anche cosa cucinare per cena. Ci ho messo decenni a capire.
Succede di avere genitori narcisisti. Ma amici, parenti, genitori non lo fanno per “cattiveria“, funzionano così. E non funzionano bene per loro stessi, davvero si sentono al centro di problemi importanti, i più importanti di tutti. A volte funziona una frase di rassicurazione. Anche perché, quando staranno male davvero, non riuscirai a non aiutarli. Ma almeno i genitori ti hanno “tirata su”, gli amici no.
Brunetta, è chiarissimo quello che dici. Io infatti non ho mai usato la parola cattivi, perché la cattiveria per me è altra. Padri che violentano, madri che abbandonano. Ma non è questa una giustificazione per coprire un comportamento che comunque, fa male. A un figlio fa male. Noi abbiamo solo subìto. Ho cambiato 12 case tra cui un residence e una casa condivisa come gli universitari, io, mia madre e mio fratello in una stanza. C'erano tutte le difficoltà del caso ma sai cosa. Io, genitore, cerco di fare vedere a mio figlio che dal letame nascono i fiori. Che nonostante sia stressato/a e penso che la vita sia uno schifo, cerco di far vedere a mio figlio il bello delle cose, che sono oltre il materiale. A 17 anni mi è stato detto che serviva una mano e ho iniziato a lavorare e non mi sono mai lamentata. Crescendo ho capito che si, non si arrivava facile alla fine del mese, ma i due pacchetti di sigarette, le 5/6 Ceres al giorno e successivamente il gioco, non mancavano mai. E tu non hai idea delle volte che abbiamo parlato io e mio fratello e la risposta è sempre stata ho solo questo. No. C eravamo anche noi. A 20 anni da casa mi sono sganciata, è arrivato mio figlio. Ad oggi, lei non ha i soldi per una lastra per capire il grado della polmonite, ma sono sicura che fuma. Non ha i soldi per pagare la bolletta, ma sono sicura che beve. Allora tu figlia/o ti ritrovi tra il "cazzi suoi" e che faccio, gli faccio staccare la luce? E devi dire si. Ad entrambe le cose, e si fatica. Parecchio. Perché certo che vorresti aiutarli i genitori. Ma con gli anni capisci, spero ci arrivi anche mio fratello, che non puoi salvare chi non vuole essere salvato. O vai a fondo con loro, o prendi aria a galla. E sono stanca di farmi trascinare giù da sensi di colpa che non sono scaturiti da me.

Dovevo ampliare il quadro. E non per sfogo, ma perché le dinamiche sono ampie.
E la morale è sempre quella.
Non posso fare più nulla di più di quello che ho fatto. Devo finirla di chiedermi come sia possibile. Ci arriverò. Non è che me lo auguro o lo spero, me lo devo proprio.
 

Nicky

Utente di lunga data
Purtroppo avere dei figli non ti rende migliore, Rebecca.
Ti hanno dato poco, perché non sono in grado di badare neppure a sé stessi. Ma, visto che in qualche modo stanno a galla, lasciali galleggiare e vivi la tua vita ricordandoti che, in qualche modo, ce la fanno.
 

Gaia

Utente di lunga data
Brunetta, è chiarissimo quello che dici. Io infatti non ho mai usato la parola cattivi, perché la cattiveria per me è altra. Padri che violentano, madri che abbandonano. Ma non è questa una giustificazione per coprire un comportamento che comunque, fa male. A un figlio fa male. Noi abbiamo solo subìto. Ho cambiato 12 case tra cui un residence e una casa condivisa come gli universitari, io, mia madre e mio fratello in una stanza. C'erano tutte le difficoltà del caso ma sai cosa. Io, genitore, cerco di fare vedere a mio figlio che dal letame nascono i fiori. Che nonostante sia stressato/a e penso che la vita sia uno schifo, cerco di far vedere a mio figlio il bello delle cose, che sono oltre il materiale. A 17 anni mi è stato detto che serviva una mano e ho iniziato a lavorare e non mi sono mai lamentata. Crescendo ho capito che si, non si arrivava facile alla fine del mese, ma i due pacchetti di sigarette, le 5/6 Ceres al giorno e successivamente il gioco, non mancavano mai. E tu non hai idea delle volte che abbiamo parlato io e mio fratello e la risposta è sempre stata ho solo questo. No. C eravamo anche noi. A 20 anni da casa mi sono sganciata, è arrivato mio figlio. Ad oggi, lei non ha i soldi per una lastra per capire il grado della polmonite, ma sono sicura che fuma. Non ha i soldi per pagare la bolletta, ma sono sicura che beve. Allora tu figlia/o ti ritrovi tra il "cazzi suoi" e che faccio, gli faccio staccare la luce? E devi dire si. Ad entrambe le cose, e si fatica. Parecchio. Perché certo che vorresti aiutarli i genitori. Ma con gli anni capisci, spero ci arrivi anche mio fratello, che non puoi salvare chi non vuole essere salvato. O vai a fondo con loro, o prendi aria a galla. E sono stanca di farmi trascinare giù da sensi di colpa che non sono scaturiti da me.

Dovevo ampliare il quadro. E non per sfogo, ma perché le dinamiche sono ampie.
E la morale è sempre quella.
Non posso fare più nulla di più di quello che ho fatto. Devo finirla di chiedermi come sia possibile. Ci arriverò. Non è che me lo auguro o lo spero, me lo devo proprio.
Si, le fai staccare la luce. Non è un tuo problema.
Mi spiace ma aver dato la vita non corrisponde a doversi accollare dei parassiti.
Fa male? Si. Perché? Perché ti senti in colpa. Liberati dai sensi di colpa. I parassiti se ne ne nutrono.
Anche le blatte figliano a iosa.
Diverso è essere genitori e tu lo sai visto che lo sei e sei una splendida mamma.
 

Rebecca89

Sentire libera
Purtroppo avere dei figli non ti rende migliore, Rebecca.
Ti hanno dato poco, perché non sono in grado di badare neppure a sé stessi. Ma, visto che in qualche modo stanno a galla, lasciali galleggiare e vivi la tua vita ricordandoti che, in qualche modo, ce la fanno.
Per forza. E da figlia credimi, ho passato anni incazzata, delusa, rassegnata. Ad oggi, non ho manco più la rassegnazione e se c è una cosa che voglio in mezzo a tanti non voglio è che mi lascino in pace. Non viene capito manco questo. E allora le porte chiuse sono necessarie.
 

Rebecca89

Sentire libera
Non è per nulla facile...
No....ma sto iniziando a smettere di distinguere il facile dal difficile per rendermi conto del necessario. A un certo punto non hai altre soluzioni e devi iniziare ad alzare muri. E non per schivare il problema e lasciarlo fuori, ma perché alla fine difendi quello che ti attacca. Non ha senso.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
si che me ne sono accorta, questo non toglie che il mio allora compagno accusava. Allargarmi troppo con i discorsi non serve, da parte di mio padre anche le parole oltre i comportamenti non sono mai state leggere. Quindi, hai vicino una persona che ti vede accusare, stare male, sotto stress, essere pure attaccata dove provi a tirarti indietro e quando il frignare non funziona, per qualcuno che comunque continui a sottolineare, nonostante capisci che non va bene, eh ma sono i miei genitori, hanno bisogno di me, come fa uno o come fa l altro se non li aiuto?
Eh no cazzo. Diventa pesante, pesantissimo. Aggiungici il peso dei pensieri. Si discute sul lavoro? Si discute per strada? Si ha una brutta notizia? Succede qualcosa di poco piacevole? Chiamiamo Rebecca. Sfoghiamoci con Rebecca. Ogni due giorni tua madre che ti chiama e ti dice che non sta bene e gli serve qualcosa. O tuo padre che "ciao pa', come va", "male". E alla fine sono sempre problemi che indovina chi smazza...
No, non posso proprio più.
Come hanno presa la mia gravidanza?
Fai quello che vuoi, sai che noi non ti possiamo aiutare.
loro sono caduti nel loop dello scontento e tu gli vai dietro a ruota. Comprendo che da giovane ci sia stata una difficoltà a reagire ma col tempo hai acquisito la conoscnza del loro probelma.
E' così da decenni , basta ridimensionare, hanno bisogno di aiuto , ok attiviamo un'assistenza domiciliare se è in problema grave di salute. Sei principalmente tu che devi capire la gravità della situazione, e come gestirla al meglio, anche perchè mi pare di capire che non sono poi così vecchi. Sono solo lamentosi
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Ginevra, un sacco di matrimoni vanno a finire male perché uno dei due non è riuscito a tagliare il cordone ombelicale con la famiglia di origine.
Se il genitore non ci arriva e non capisce che deve rispettare la famiglia del figlio, è il figlio che deve mettere un limite, anche per preservare sé stesso e la sua nuova famiglia.
Quindi le continue richieste di tempo e denaro bisogna sforzarsi di vedere se oggettivamente sono motivate o no e mettere un freno.
E' quello che sto dicendo è lei che deve mettere i freni, se le famiglie si sfascino per i genitori vuol dire che i figli lo hanno permesso e ridimensionare il loop è fondamentale. Non è sano invece tagliare i ponti con la famiglia perchè se esistiamo è grazie a loro.
Dare la colpa al genitore è facile, più difficile ammettere di non essere ancora capaci a gestire il rapporto
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Io sono arrivato alla conclusione che non posso stare con una persona che non ha tempo e testa per me, o per sè stessa.
Unica eccezione, i figli.
Se il carrozzone non lo tieni a bada, vuol dire che il nostro rapporto non ti interessa abbastanza.
Se non me parli ma ti lasci consumare, vuol dire che non ti interessa abbastanza quel che stiamo mettendo in piedi.
Per un figlio lo tollero, per i genitori no.
Basta parlare chiaro.
quindi concordi che è lei che non è in grado di gestire, i genitori approfittano di questa debolezza.
Tu la lasceresti semplicemente perchè lei non sa affrontare il rapporto coi genitori.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
A na certa pure io voglio che mi dimostri che ci tieni. Anche perché mi lavo, mi stiro e mi cucino da solo. O pago la filippina. Non mi serve un cazzo da una donna, se non che quando sta con me sta con me e che quando stai con me vengo prima io di tutti, e noi viene prima degli altri . L'amore me lo dimostri dove è impegnativo, pure una decerebrata può lavare i calzini.
Guarda che non è complicato.
e torniamo al discorso principale se lei sapesse separare le cose e gestirle tu staresti al suo fianco?
 

Gaia

Utente di lunga data
E' quello che sto dicendo è lei che deve mettere i freni, se le famiglie si sfascino per i genitori vuol dire che i figli lo hanno permesso e ridimensionare il loop è fondamentale. Non è sano invece tagliare i ponti con la famiglia perchè se esistiamo è grazie a loro.
Dare la colpa al genitore è facile, più difficile ammettere di non essere ancora capaci a gestire il rapporto
Se esistiamo e’ grazie a loro? E questo, il fatto di avere un utero funzionate intendo, gli dà ogni diritto?
Se esistiamo e’ perché, in questo caso egoisticamente, hanno deciso di mettere al mondo della prole di cui non avevano voglia o forza di occuparsi.
Non ha nulla a che fare con l’amore.
 
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