Kid
Utente un corno
Ciao a tutti, ai nuovi e ai vecchi.
Stamattina ho trovato un messaggio privato in casella (grazie Caciottina, di cuore!) e quando ho visto la provenienza, ho avvertito una stretta al cuore. Questo posto, con tutti i suoi problemi, le sue passioni e le sue storie, è sempre rimasto nel mio cuore, nonostante siano anni che non posto nulla e devo essere onesto, non ho nemmeno cuoriosato. Un pò perchè la vita mi concede sempre meno tempo libero e un pò perchè così come il tradimento è finito nel cassetto delle cose "da ricordare ma non troppo", onde evitare spiacevoli ricordi.
Tuttavia gli anni sono passati come noccioline ed oggi posso guardare al mio passato con un sorriso. No, non significa che sono qui per elargire alllegria e spensieratezza, ma semplicemente di cose ne ho viste e sentite a sufficienza per poter quantomeno ridimensionare ciò che ho vissuto e che senza ombra di dubbio mi ha cambiato (in meglio o in peggio, onestamente ancora non l'ho capito). Non ho dimenticato che in quel periodo cupo e caotico, qui ho trovato una ancora di salvezza mica da ridere. E a certi utenti di vecchia data sarò eternamente grato per i loro consigli e per la loro voglia di sorbirsi le mie menate, che indubbiamente sono state grosse e tante.
(Se a qualche nuovo utente venisse voglia di spararsi un colpo, andate a cercarvi uno dei mie mille post sul tradimento perpetrato e subito).
Il tradimento in fondo è molto semplice: c'è un problema nella coppia che si fa fatica a riconoscere e il partner cade nella sua rete non appena un terzo incomodo fiuta l'odore dell'opportunità, avendo lasciato saggiamente la porta aperta.. Punto. Tutto il resto, sono inutili orpelli che ci raccontiamo noi per dare un senso alla cosa. Non credo nel canto ammaliatore di una sirena, penso che siamo noi stessi a convincerci di sentirlo.
Rimango dell'idea che il tradimento in sè, non sia nulla di imperdonabile in determinate circostanze. Certo, a nessuno fa piacere pensare alla moglie che fa un pompino a un altro o al marito che si bomba una biondona, ma non lo vedo come insuperabile, se ci sono le basi per ricostruire. L'atto di suo, non è che un "risolversi" di una situazione sottovalutata che ha poca valenza nel quadro globale. Sono fortemente convinto che tradire faccia parte della natura umana.
Ma quindi, cosa mi è rimasto da allora? La mia firma è sempre valida: un grosso vuoto a livello emotivo. Semplicemente non sono più stato in grado di amare, all'inizio perchè scottato dai fattacci, ma poi mi sono reso conto che in realtà stavo solo riconoscendo una incapacità che avevo già da prima e che anzi era stata l'innesco del tutto.
Voglio bene a mia moglie, ma non ne sono innamorato. E oggi non trovo nemmeno così tragica la cosa. Facciamo le cose insieme, ci diamo da fare per la famiglia e andiamo avanti. Probabilmente da fuori nessuno sospetterebbe della mia situazione.
Qualche annetto fa, mi sono concesso una brevissima storia di sesso (non è che non ho imparato dai miei errori, ma ero in un periodo in cui ne avevo bisogno e me lo sono concesso, scusate), con la consapevolezza che quello era e niente più. Oggi la sola idea mi reca fastidio; non avrei minimamente voglia di vivere come un ladro, fosse anche solo per una settimana. Forse con l'età sono diventato pigro, più che responsabile.
Insomma, per me tradire non significa per forza fine di un amore, ma fa tabula rasa di ciò che credevamo di essere. I miei problemi sussitevano da prima, il tradimento ha solo certificato i miei dubbi.
Piuttosto mi soffermerei un attimo su cosa cerchiamo in realtà quando tradiamo: l'amore vero, oppure noi stessi? In sostanza: l'altro/a ha la funzione di "incarnare l'ammmore vero", oppure è una insegna al neon con scritto "per fuggire, da questa parte"?
Stamattina ho trovato un messaggio privato in casella (grazie Caciottina, di cuore!) e quando ho visto la provenienza, ho avvertito una stretta al cuore. Questo posto, con tutti i suoi problemi, le sue passioni e le sue storie, è sempre rimasto nel mio cuore, nonostante siano anni che non posto nulla e devo essere onesto, non ho nemmeno cuoriosato. Un pò perchè la vita mi concede sempre meno tempo libero e un pò perchè così come il tradimento è finito nel cassetto delle cose "da ricordare ma non troppo", onde evitare spiacevoli ricordi.
Tuttavia gli anni sono passati come noccioline ed oggi posso guardare al mio passato con un sorriso. No, non significa che sono qui per elargire alllegria e spensieratezza, ma semplicemente di cose ne ho viste e sentite a sufficienza per poter quantomeno ridimensionare ciò che ho vissuto e che senza ombra di dubbio mi ha cambiato (in meglio o in peggio, onestamente ancora non l'ho capito). Non ho dimenticato che in quel periodo cupo e caotico, qui ho trovato una ancora di salvezza mica da ridere. E a certi utenti di vecchia data sarò eternamente grato per i loro consigli e per la loro voglia di sorbirsi le mie menate, che indubbiamente sono state grosse e tante.
(Se a qualche nuovo utente venisse voglia di spararsi un colpo, andate a cercarvi uno dei mie mille post sul tradimento perpetrato e subito).
Il tradimento in fondo è molto semplice: c'è un problema nella coppia che si fa fatica a riconoscere e il partner cade nella sua rete non appena un terzo incomodo fiuta l'odore dell'opportunità, avendo lasciato saggiamente la porta aperta.. Punto. Tutto il resto, sono inutili orpelli che ci raccontiamo noi per dare un senso alla cosa. Non credo nel canto ammaliatore di una sirena, penso che siamo noi stessi a convincerci di sentirlo.
Rimango dell'idea che il tradimento in sè, non sia nulla di imperdonabile in determinate circostanze. Certo, a nessuno fa piacere pensare alla moglie che fa un pompino a un altro o al marito che si bomba una biondona, ma non lo vedo come insuperabile, se ci sono le basi per ricostruire. L'atto di suo, non è che un "risolversi" di una situazione sottovalutata che ha poca valenza nel quadro globale. Sono fortemente convinto che tradire faccia parte della natura umana.
Ma quindi, cosa mi è rimasto da allora? La mia firma è sempre valida: un grosso vuoto a livello emotivo. Semplicemente non sono più stato in grado di amare, all'inizio perchè scottato dai fattacci, ma poi mi sono reso conto che in realtà stavo solo riconoscendo una incapacità che avevo già da prima e che anzi era stata l'innesco del tutto.
Voglio bene a mia moglie, ma non ne sono innamorato. E oggi non trovo nemmeno così tragica la cosa. Facciamo le cose insieme, ci diamo da fare per la famiglia e andiamo avanti. Probabilmente da fuori nessuno sospetterebbe della mia situazione.
Qualche annetto fa, mi sono concesso una brevissima storia di sesso (non è che non ho imparato dai miei errori, ma ero in un periodo in cui ne avevo bisogno e me lo sono concesso, scusate), con la consapevolezza che quello era e niente più. Oggi la sola idea mi reca fastidio; non avrei minimamente voglia di vivere come un ladro, fosse anche solo per una settimana. Forse con l'età sono diventato pigro, più che responsabile.
Insomma, per me tradire non significa per forza fine di un amore, ma fa tabula rasa di ciò che credevamo di essere. I miei problemi sussitevano da prima, il tradimento ha solo certificato i miei dubbi.
Piuttosto mi soffermerei un attimo su cosa cerchiamo in realtà quando tradiamo: l'amore vero, oppure noi stessi? In sostanza: l'altro/a ha la funzione di "incarnare l'ammmore vero", oppure è una insegna al neon con scritto "per fuggire, da questa parte"?