Dal Corriere

Brunetta

Utente di lunga data
mi fidanzai con mia moglie perché mi fece pena quando le dissi che non provavo per lei lo stesso sentimento che lei da tempo nutriva per me. L’ho sposata sette anni dopo, perché nell’ultimo anno era diventa molto triste, poiché non le facevo la proposta. Siamo stati felici. Dopo due anni, abbiamo avuto un figlio e lì io mi sono reso conto di aver commesso l’errore più grave della mia vita.
Ho una passione sconfinata per la storia, l’arte, la scienza e la cultura in generale. A mia moglie piace andare in un museo, all’opera o partecipare ad altre attività culturali, ma il suo interesse finisce lì. Non resta incuriosita, non le interessa scoprire di più. Quando provo a parlarle di qualcosa che mi appassiona, raramente ricevo da lei anche solo un commento. Sono cose che sapevo e che avevo ormai accettato, non è certo la mia anima gemella. Tutto è precipitato da quando ci siamo trasferiti per il suo nuovo lavoro. Lei è totalmente assorbita da esso e a me, che lavoro da casa, tocca occuparmi di nostro figlio (e questo comporta spesso non riuscire proprio a lavorare). Ciò che mi fa soffrire è che è diventata insensibile ai miei sentimenti. Non le interessa se piango o mi tormento, quando ho provato a dirle: «Sono molto triste», o persino: «Se non ci fosse nostro figlio, avrei già divorziato», non mi ha detto una sola parola. Dà per scontato qualsiasi cosa che faccio per noi, senza sentire la necessità di dirmi grazie e pretende di decidere lei per la nostra vita. Il suo problema durante queste feste era regalarmi un cappotto, non che io non sopportassi di passarle con degli sconosciuti che detesto. E allora eccomi qui, dopo l’ennesima notte tormentata dall’insonnia, a scriverti presumendo che probabilmente neanche mi leggerai. L’unica cosa che mi tiene legato a lei è nostro figlio. Se fossi una donna, me ne sarei già andato di casa. Ma non ci sarà nessun giudice che mi concederà il bambino, nonostante lui veda in me la sua figura di riferimento e pianga disperato quando devo lasciarlo nelle braccia della madre. Per me non ci può essere felicità lontano da mio figlio. Non voglio e non posso lasciarlo. Ho provato a proporle di fare terapia di coppia, la sua risposta è stata quella tipica in questi casi: «Inizia ad andare prima tu». Ci andrò, ma non risolverà certo le cose.
T. A.

Se vi interessa la risposta di Gramellini, metto il link.
Ma a voi cosa fa pensare T. A. ?

 

Olap

Utente di lunga data
Mi fa pensare che la vita di coppia è generalmente molto complessa e che si possono creare dipendenze emotive complicate da sbrogliare. Questo ne è un caso emblematico. L'autore, da quanto è possibile capire in poche righe, appare un uomo un po' contraddittorio; da un lato ci tiene ad evidenziare il proprio pentimento per aver sposato una donna che non ama, dall'altro pone in risalto di essere addolorato per la scarsa attenzione che la stessa dedica alla vita di coppia. O l'uno, o l'altro. Un figlio è importante ma si può tranquillamente amare anche da separato, vivendo una esistenza più rilassata e meno frustrante. Probabilmente l'autore ha omesso di descrivere fragilità emotive che non intende rivelare oppure di cui non ne è pienamente consapevole.
 

white74

Utente di lunga data
Penso che quando non ami una persona dovresti essere felice se sta fuori di casa senza considerarti. La mia amica lo è. Più sta giù dalle balle più è felice.
T.A. Vuole stare con suo figlio e ci sta.
Forse sarebbe peggio se la moglie gli chiedesse di fare anche il marito? Concordo sulla terapia, singola per ora.
 

hammer

Utente di lunga data
Prima ha sposato una donna senza amarla, compiendo un errore gravissimo, ora non fa che piangersi addosso, riversando ogni colpa sulla moglie invece di assumersi le proprie responsabilità.
Se non fosse che un piccolo ometto, avrebbe già trovato una via d’uscita anche chiudendo la relazione invece di aggrapparsi al vittimismo.
La "terapia di coppia" non rientra nei miei schemi mentali. In questo caso la proposta della terapia di coppia è solo l’ennesima dimostrazione della sua assoluta incapacità di affrontare i problemi. La moglie farebbe bene a lasciarlo senza rimpianti, tenendosi il figlio.
 

Olap

Utente di lunga data
Penso che quando non ami una persona dovresti essere felice se sta fuori di casa senza considerarti. La mia amica lo è. Più sta giù dalle balle più è felice.
In effetti la penso come te e per questa motivazione credo che l'autore sia soggetto ad una dipendenza di carattere emotivo di cui, probabilmente, non è pienamente consapevole.

In generale, e senza alcun riferimento a ciò che hai espresso, non ritengo però opportuno esprimere giudizi tranchant perché penso che le dipendenze emotive siano abbastanza comuni nelle relazioni di coppia anche se spesso non vengono riconosciute come tali. Molte persone restano in relazioni che le fanno soffrire perché il legame affettivo non è basato solo sull’amore, ma anche su bisogni psicologici, paure e dinamiche inconsce.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
mi fidanzai con mia moglie perché mi fece pena quando le dissi che non provavo per lei lo stesso sentimento che lei da tempo nutriva per me. L’ho sposata sette anni dopo, perché nell’ultimo anno era diventa molto triste, poiché non le facevo la proposta. Siamo stati felici. Dopo due anni, abbiamo avuto un figlio e lì io mi sono reso conto di aver commesso l’errore più grave della mia vita.
Ho una passione sconfinata per la storia, l’arte, la scienza e la cultura in generale. A mia moglie piace andare in un museo, all’opera o partecipare ad altre attività culturali, ma il suo interesse finisce lì. Non resta incuriosita, non le interessa scoprire di più. Quando provo a parlarle di qualcosa che mi appassiona, raramente ricevo da lei anche solo un commento. Sono cose che sapevo e che avevo ormai accettato, non è certo la mia anima gemella. Tutto è precipitato da quando ci siamo trasferiti per il suo nuovo lavoro. Lei è totalmente assorbita da esso e a me, che lavoro da casa, tocca occuparmi di nostro figlio (e questo comporta spesso non riuscire proprio a lavorare). Ciò che mi fa soffrire è che è diventata insensibile ai miei sentimenti. Non le interessa se piango o mi tormento, quando ho provato a dirle: «Sono molto triste», o persino: «Se non ci fosse nostro figlio, avrei già divorziato», non mi ha detto una sola parola. Dà per scontato qualsiasi cosa che faccio per noi, senza sentire la necessità di dirmi grazie e pretende di decidere lei per la nostra vita. Il suo problema durante queste feste era regalarmi un cappotto, non che io non sopportassi di passarle con degli sconosciuti che detesto. E allora eccomi qui, dopo l’ennesima notte tormentata dall’insonnia, a scriverti presumendo che probabilmente neanche mi leggerai. L’unica cosa che mi tiene legato a lei è nostro figlio. Se fossi una donna, me ne sarei già andato di casa. Ma non ci sarà nessun giudice che mi concederà il bambino, nonostante lui veda in me la sua figura di riferimento e pianga disperato quando devo lasciarlo nelle braccia della madre. Per me non ci può essere felicità lontano da mio figlio. Non voglio e non posso lasciarlo. Ho provato a proporle di fare terapia di coppia, la sua risposta è stata quella tipica in questi casi: «Inizia ad andare prima tu». Ci andrò, ma non risolverà certo le cose.
T. A.

Se vi interessa la risposta di Gramellini, metto il link.
Ma a voi cosa fa pensare T. A. ?

Condivido la risposta. Anzi, sarei stata ancora più diretta.

A me è bastato leggere "mi fidanzai con mia moglie perché mi fece pena".
Ecco... stavo per dire anche questo. Che cosa vada cercando, non lo so.
Anzi, sì. Si è accorto che lei lo ha buttato giù dal piedistallo e rosica.

No
Prima ha sposato una donna senza amarla, compiendo un errore gravissimo, ora non fa che piangersi addosso, riversando ogni colpa sulla moglie invece di assumersi le proprie responsabilità.
Se non fosse che un piccolo ometto, avrebbe già trovato una via d’uscita anche chiudendo la relazione invece di aggrapparsi al vittimismo.
La "terapia di coppia" non rientra nei miei schemi mentali. In questo caso la proposta della terapia di coppia è solo l’ennesima dimostrazione della sua assoluta incapacità di affrontare i problemi. La moglie farebbe bene a lasciarlo senza rimpianti, tenendosi il figlio.
Non credo si pianga addosso. È solo viziato e piagnucola.

Secondo me lei fa tardi al lavoro perché ha incontrato uno che non la interroga sugli etruschi.
Casa e figlio sono a rischio per lui, temo!
Un pochino egocentrico, comunque, direi.
Gli etruschi... :ROFLMAO:
 

Rebecca89

Sentire libera
In effetti la penso come te e per questa motivazione credo che l'autore sia soggetto ad una dipendenza di carattere emotivo di cui, probabilmente, non è pienamente consapevole.

In generale, e senza alcun riferimento a ciò che hai espresso, non ritengo però opportuno esprimere giudizi tranchant perché penso che le dipendenze emotive siano abbastanza comuni nelle relazioni di coppia anche se spesso non vengono riconosciute come tali. Molte persone restano in relazioni che le fanno soffrire perché il legame affettivo non è basato solo sull’amore, ma anche su bisogni psicologici, paure e dinamiche inconsce.
Ciao!
A me la dipendenza emotiva non arriva nemmeno un po'.
 

Nicky

Utente di lunga data
Gli etruschi... :ROFLMAO:
😄 Dai, anche a me piace roba noiosissima, libri di mille pagine, film in bianco e nero con gli attori presi dalla strada come in tre uomini e una gamba, ma se il mio povero coniuge alza gli occhi al cielo quando comincio a raccontare queste cose ho un po' di pietà!
Questo tizio si offende pure perché lei non è abbastanza partecipe quando vanno nei musei in cui la trascina.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Un uomo che sposa per "pena" una donna ha la consistenza caratteriale di un castello di sabbia. E lo fa "sette anni dopo" aver iniziato la relazione. Probabilmente il matrimonio è avvenuto per inerzia dovuta al condizionamento ambientale, cerchia di parenti ed amici, ecc.

Ma se lo fai con la consapevolezza che è una condanna alla infelicità ci deve essere un problema psichico che lo affligge da tempo. Forse mancanza di autostima, che è la ragione più frequente,mi dicono. Per cui si accetta uno svantaggio per timore di non riuscire a fare/trovare migliori combinazioni.

Vita da mollusco, non mi fa pena lui ma solo il figlio che cresce in un ambiente così avariato.
 

hammer

Utente di lunga data
Un uomo che sposa per "pena" una donna ha la consistenza caratteriale di un castello di sabbia. E lo fa "sette anni dopo" aver iniziato la relazione. Probabilmente il matrimonio è avvenuto per inerzia dovuta al condizionamento ambientale, cerchia di parenti ed amici, ecc.

Ma se lo fai con la consapevolezza che è una condanna alla infelicità ci deve essere un problema psichico che lo affligge da tempo. Forse mancanza di autostima, che è la ragione più frequente,mi dicono. Per cui si accetta uno svantaggio per timore di non riuscire a fare/trovare migliori combinazioni.

Vita da mollusco, non mi fa pena lui ma solo il figlio che cresce in un ambiente così avariato.
Da giovane sciocco mi è successo di scambiare effusioni con ragazze che si sono offerte spontaneamente.
Non l'ho fatto per pietà, ma più che altro per risparmiare loro l'imbarazzo di un rifiuto.
È difficile da spiegare il meccanismo mentale, ma è certo che non le ho sposate, ne che sono diventate mie fidanzate.
Questo tizio è oltre ogni commento.
 

Brunetta

Utente di lunga data
A me ha colpito che si lamenta di doversi occupare del figlio e poi della previsione (basata su nulla) che, in caso di divorzio, il figlio verrebbe affidato alla madre.
Contraddittorio.
Questo essere contraddittorio in ogni cosa, l’ha sposata per pietà e poi la vuole amorevole, è un punto evidente, me lo fa apparire vero, come gli utenti veri qui.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
😄 Dai, anche a me piace roba noiosissima, libri di mille pagine, film in bianco e nero con gli attori presi dalla strada come in tre uomini e una gamba, ma se il mio povero coniuge alza gli occhi al cielo quando comincio a raccontare queste cose ho un po' di pietà!
Questo tizio si offende pure perché lei non è abbastanza partecipe quando vanno nei musei in cui la trascina.
Sì, era chiaro, mi aveva fatto ridere la scelta dell'argomento. :ROFLMAO: A me piacciono tanto i vecchi film hollywoodiani, per dire, mi piace la storia risorgimentale, la medicina, per arrivare alla moda, cinema, argomenti più ameni. Ma mi rendo conto che non tutto può interessare a tutti.
In questo caso, vedo anche un capriccioso accentratore.
Sarà pure che stamattina sono particolarmente irritabile, ho appena finito l'estrazione completa del dente da curare. L'anestesia si sta stemperando ed è la gengiva a chiedere pietà.
 

Nicky

Utente di lunga data
A me ha colpito che si lamenta di doversi occupare del figlio e poi della previsione (basata su nulla) che, in caso di divorzio, il figlio verrebbe affidato alla madre.
Contraddittorio.
Questo essere contraddittorio in ogni cosa, l’ha sposata per pietà e poi la vuole amorevole, è un punto evidente, me lo fa apparire vero, come gli utenti veri qui.
A me sembra un uomo insicuro; si sentiva rassicurato nel sentire che la stava sposando per "pietà", perché la dipendenza di lei lo legava, lo faceva sentire importante. Ora forse la moglie diventando mamma è maturata, più di quanto non sia maturato lui.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
In generale, e senza alcun riferimento a ciò che hai espresso, non ritengo però opportuno esprimere giudizi tranchant perché penso che le dipendenze emotive siano abbastanza comuni nelle relazioni di coppia anche se spesso non vengono riconosciute come tali. Molte persone restano in relazioni che le fanno soffrire perché il legame affettivo non è basato solo sull’amore, ma anche su bisogni psicologici, paure e dinamiche inconsce.
È una questione annosa se l'innamoramento non sia, in fondo, una forma di dipendenza emotiva (positiva) di per sé. O quanto meno una forma di legame emotivo che può nascondere o trasformarsi in dipendenza emotiva con una certa facilità.

Ieri sera, rientrando a casa a piedi, sono passato accanto ai tavoli di un ristorante sotto un largo gazebo, su marciapiede e parcheggio stradale (eredità del periodo Covid-19), e mi è capitato di ascoltare una battuta di una donna ad un tavolo che diceva di essersi separata due volte dal compagno ma che ogni volta se l'era ripreso perché l'aveva implorata piangendo... E un' altra donna seduta con lei: Nooo, due volte piangendo...

Ecco, mi sono detto, una prima volta ci può pure stare ma se si persevera c'è qualcosa di patologico, che denota mancanza di personalità. Sei stato scaricato o tradito, vedi se si può ricucire, e ci può stare. R comunque va mantenuta sempre una certa dignità. Ma se la compagna insiste a chiudere, via ...
Ognuno per la sua strada, c'è spazio per tutti.
A me ha colpito che si lamenta di doversi occupare del figlio e poi della previsione (basata su nulla) che, in caso di divorzio, il figlio verrebbe affidato alla madre.
Contraddittorio.
Questo essere contraddittorio in ogni cosa, l’ha sposata per pietà e poi la vuole amorevole, è un punto evidente, me lo fa apparire vero, come gli utenti veri qui.
Gente disturbata c'è n'è in giro in discreta quantità. Compresi quelli che vogliono tutto come si sono fissati che debba andare nella coppia, senza comprendere che il partner ha diritto di essere in disaccordo. Si discute, si ragiona e se non si trova un accordo, alla fine si vive separatamente e, nei casi più gravi, ci si separa proprio.
 

Brunetta

Utente di lunga data
È una questione annosa se l'innamoramento non sia, in fondo, una forma di dipendenza emotiva (positiva) di per sé. O quanto meno una forma di legame emotivo che può nascondere o trasformarsi in dipendenza emotiva con una certa facilità.

Ieri sera, rientrando a casa a piedi, sono passato accanto ai tavoli di un ristorante sotto un largo gazebo, su marciapiede e parcheggio stradale (eredità del periodo Covid-19), e mi è capitato di ascoltare una battuta di una donna ad un tavolo che diceva di essersi separata due volte dal compagno ma che ogni volta se l'era ripreso perché l'aveva implorata piangendo... E un' altra donna seduta con lei: Nooo, due volte piangendo...

Ecco, mi sono detto, una prima volta ci può pure stare ma se si persevera c'è qualcosa di patologico, che denota mancanza di personalità. Sei stato scaricato o tradito, vedi se si può ricucire, e ci può stare. R comunque va mantenuta sempre una certa dignità. Ma se la compagna insiste a chiudere, via ...
Ognuno per la sua strada, c'è spazio per tutti.

Gente disturbata c'è n'è in giro in discreta quantità. Compresi quelli che vogliono tutto come si sono fissati che debba andare nella coppia, senza comprendere che il partner ha diritto di essere in disaccordo. Si discute, si ragiona e se non si trova un accordo, alla fine si vive separatamente e, nei casi più gravi, ci si separa proprio.
Ma questo è contraddittorio da solo, non in rapporto alla moglie.
O gli pesa occuparsi del figlio o no.
 
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