La mia l ho già esposta un po'. La metto pure qui va.
Per quel che posso dire di me, prendo due differenti situazioni in breve: l amico di mio fratello, e Milano.
Nel primo caso, mi bastava staccare il cervello e avere uno spazio con lui. Quando ho sentito che quello spazio da parte sua diventava più grande a tal punto di pensare a "progetti futuri", come ad esempio passare il capodanno insieme da qualche parte o una settimana bianca non so dove, dormire a casa di uno o dell' altro, aumento di giorni da passare insieme, ho capito che stava più avanti di me e ci ho parlato. Alla mia affermazione "è meglio chiudere ora perché già stai troppo preso e lo sento" lui mi ha risposto "si, è vero, mi sa proprio che hai ragione". In cuor mio, nonostante sono passata poi per la stronza di turno che l ha "lasciato"(già quest' affermazione mi fa capire che ho fatto bene) so che l ho fatto per entrambi. Non sono una persona a cui piace far star male più del dovuto qualcuno, e lui era troppo preso rispetto a me, più volte mi è stato detto che non mi piaceva abbastanza ed ovvio che era così, altrimenti avremmo avuto una possibilità. Mi piaceva per quello che doveva essere e nulla più. Non ero pronta, è molto semplice, e per lui era giusto metterlo in chiaro secondo me perché comunque non m ha fatto nulla di male.
Milano.
Quello che non ho più aggiornato è proseguito. Non l ho fatto perché, come dicevo nel soft skills, non chiedo consigli per le mie cose perché ognuno si vive quello che ha. Ma io ho passato svariati mesi di merda. Inizialmente per la mancanza di qualcuno che, ad oggi, ammetto serenamente aver idealizzato. Ero sicuramente fragile e vulnerabile, avevo un muro di cinta davanti, non mi sono fermata e forse è proprio dopo lo schianto che diventi inevitabilmente più accorta. Per te stessa. Non la vivo come paura perché sono finalmente tornata a lasciarmi andare nelle mie cose qui in maniera più leggera e semplicemente più consapevole. Quando si è sposato, se avesse continuato la sua scelta con determinazione sarei davvero stata felice per lui. Gli ho voluto bene sul serio, quella frenata da sempre ero io. Io che gli dicevo di metterci meno cuore, meno sogni, meno illusioni, perché aveva la sua strada. Ho ceduto al suo fermamente convinto "la mia strada la voglio con te". Ho sbagliato, mi sono perdonata. Ma al rientro dopo un mese di viaggio mi ha cercata. E li ho capito. Che dovevo scendere dalla macchina perché lui pensava di poterla ancora guidare. E nonostante mi mancasse come l aria, c ho visto altro. Un mese di silenzio con la neo moglie accanto senza pensare a come lo avessi passato io e a come stessi io, perché se davvero mi avesse voluto lo stesso bene sarebbe dovuto restare fuori dalla mia vita. Torni dicendo che mi hai pensata anche dall' altra parte del mondo. Diventi agli occhi miei piccolo così. Quindi, sono scesa. Non aveva più senso, conoscevo già il muro.