Sospetto tradimento

perplesso

Administrator
Staff Forum
più che con passione, direi con spensieratezza.
le altalene sono indice di un contrasto interiore, salvo quando non si è malati di mente.
A parer mio e per la mia esperienza quando i giochi sono chiari nella testa dei giocatori non ci sono patemi.
a suo tempo io feci vivere di merda il mio primo ragazzo. lo tenni sull'altalena emotiva per quasi 5 anni ma perchè non ero certa di voler stare con lui e nemmeno senza di lui.
Gli feci molto male.
Gli rubai 5 anni di vita di una vita che poi si è rivelata breve perchè mori poco dopo che siamo lasciati.
con parentesi stavo innescando lo stesso meccanismo con l'aggravante che eravamo in due a farlo.
Motivo per cui ho chiuso.
da ragazzini sono dinamiche che possono capitare causa inesperienza. se ti capitano da adulto, è l'ora di andare a scavare in miniera a Joppolo Giancaxio
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
più che con passione, direi con spensieratezza.
le altalene sono indice di un contrasto interiore, salvo quando non si è malati di mente.
A parer mio e per la mia esperienza quando i giochi sono chiari nella testa dei giocatori non ci sono patemi.
a suo tempo io feci vivere di merda il mio primo ragazzo. lo tenni sull'altalena emotiva per quasi 5 anni ma perchè non ero certa di voler stare con lui e nemmeno senza di lui.
Gli feci molto male.
Gli rubai 5 anni di vita di una vita che poi si è rivelata breve perchè mori poco dopo che siamo lasciati.
con parentesi stavo innescando lo stesso meccanismo con l'aggravante che eravamo in due a farlo.
Motivo per cui ho chiuso.
Ma sei sicura che si può fare "molto male" a qualcuno in questo modo? L'altra persona ha sempre il potere di andarsene, no? Poi magari non lo fa per tanti motivi, amore, dipendenza affettiva, debolezza, scarsa stima di sè, ma nessuno gli potrebbe impedire di andarsene. Ma soprattutto nessuno può "rubarti" cinque anni senza che tu glieli dia. In una relazione, restare è una scelta. Anche subire è, in parte, una scelta (a meno di contesti di abuso vero, dove subentrano dinamiche più complesse). Quindi, in un certo senso, il dolore è una co-costruzione. Come in una danza: uno guida, ma l’altro decide di seguire.
 
Ultima modifica:

perplesso

Administrator
Staff Forum
la storia, con buona pace degli ignoranti e dei piddini (che sono sempre ignoranti, ma del genere asino che si crede un cavallo), è ciclica. anche se non si ripete mai in modo perfettamente identico perchè cambiano gli interpreti ed i contesti

quindi non sclereresti come a 19 anni, ma come all'età che hai. col vissuto che hai. meglio così?
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
la storia, con buona pace degli ignoranti e dei piddini (che sono sempre ignoranti, ma del genere asino che si crede un cavallo), è ciclica. anche se non si ripete mai in modo perfettamente identico perchè cambiano gli interpreti ed i contesti

quindi non sclereresti come a 19 anni, ma come all'età che hai. col vissuto che hai. meglio così?
A 19 anni scleravo
Ora sfotto
Meglio per me di sicuro
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Ma sei sicura che si può fare "molto male" a qualcuno in questo modo? L'altra persona ha sempre il potere di andarsene, no? Poi magari non lo fa per tanti motivi, amore, dipendenza affettiva, debolezza, scarsa stima di sè, ma nessuno gli potrebbe impedire di andarsene. Ma soprattutto nessuno può "rubarti" cinque anni senza che tu glieli dia. In una relazione, restare è una scelta. Anche subire è, in parte, una scelta (a meno di contesti di abuso vero, dove subentrano dinamiche più complesse). Quindi, in un certo senso, il dolore è una co-costruzione. Come in una danza: uno guida, ma l’altro decide di seguire.
Ti sei risposto da solo.
 

Nicky

Utente di lunga data
Ma sei sicura che si può fare "molto male" a qualcuno in questo modo? L'altra persona ha sempre il potere di andarsene, no? Poi magari non lo fa per tanti motivi, amore, dipendenza affettiva, debolezza, scarsa stima di sè, ma nessuno gli potrebbe impedire di andarsene. Ma soprattutto nessuno può "rubarti" cinque anni senza che tu glieli dia. In una relazione, restare è una scelta. Anche subire è, in parte, una scelta (a meno di contesti di abuso vero, dove subentrano dinamiche più complesse). Quindi, in un certo senso, il dolore è una co-costruzione. Come in una danza: uno guida, ma l’altro decide di seguire.
Credo che non sempre l'altra persona abbia il potere di andarsene, ma può costruirlo.
Certo, però, che @Gaia non è colpevole di nulla, perché non agiva con consapevolezza, anche lei non riusciva a chiudere la relazione.
Ora che è più adulta, ad esempio, con Parentesi ha gestito bene il rapporto, sapendo chiuderlo al momento dovuto.
 

Gaia

Utente di lunga data
Ma sei sicura che si può fare "molto male" a qualcuno in questo modo? L'altra persona ha sempre il potere di andarsene, no? Poi magari non lo fa per tanti motivi, amore, dipendenza affettiva, debolezza, scarsa stima di sè, ma nessuno gli potrebbe impedire di andarsene. Ma soprattutto nessuno può "rubarti" cinque anni senza che tu glieli dia. In una relazione, restare è una scelta. Anche subire è, in parte, una scelta (a meno di contesti di abuso vero, dove subentrano dinamiche più complesse). Quindi, in un certo senso, il dolore è una co-costruzione. Come in una danza: uno guida, ma l’altro decide di seguire.
E’ senza dubbio vero. Ma in quel caso io ero la più forte e lui il più fragile.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
E’ senza dubbio vero. Ma in quel caso io ero la più forte e lui il più fragile.
Quando c’è uno squilibrio così marcato, uno più forte, più lucido, più capace di tenere in mano il timone, allora forse, quella responsabilità si amplifica, ma non è colpa in senso morale, bensì potere, e il potere in una relazione è sempre delicato. Se lui era fragile e tu più forte, probabilmente era facile per te tenere il controllo, anche senza volerlo. Bastava poco per accendere o spegnere la speranza, per farlo restare, per illuderlo. Anche solo un “non so” detto con gli occhi poteva tenerlo lì. E lui, in quella fragilità, magari sentiva che non aveva scelta, anche se tecnicamente ce l’aveva. Però non penso proprio che tu abbia voluto ferirlo, ma forse non hai avuto il coraggio (o gli strumenti) per non farlo. Magari non volevi perderlo, ma nemmeno davvero tenerlo. E in quel limbo, chi è più debole si consuma. Forse ora non è tanto il rimorso di avergli fatto male, ma che eri in grado di evitarlo ma non l'hai fatto. Comunque hai interrotto un meccanismo simile, con Parentesi, proprio perché conosci il danno che può fare. Come se gli stessi dicendo: "Ho imparato da quel dolore. E non permetterò che succeda ancora, a me o a qualcun altro."
 

ivanl

Utente di lunga data
Quando c’è uno squilibrio così marcato, uno più forte, più lucido, più capace di tenere in mano il timone, allora forse, quella responsabilità si amplifica, ma non è colpa in senso morale, bensì potere, e il potere in una relazione è sempre delicato. Se lui era fragile e tu più forte, probabilmente era facile per te tenere il controllo, anche senza volerlo. Bastava poco per accendere o spegnere la speranza, per farlo restare, per illuderlo. Anche solo un “non so” detto con gli occhi poteva tenerlo lì. E lui, in quella fragilità, magari sentiva che non aveva scelta, anche se tecnicamente ce l’aveva. Però non penso proprio che tu abbia voluto ferirlo, ma forse non hai avuto il coraggio (o gli strumenti) per non farlo. Magari non volevi perderlo, ma nemmeno davvero tenerlo. E in quel limbo, chi è più debole si consuma. Forse ora non è tanto il rimorso di avergli fatto male, ma che eri in grado di evitarlo ma non l'hai fatto. Comunque hai interrotto un meccanismo simile, con Parentesi, proprio perché conosci il danno che può fare. Come se gli stessi dicendo: "Ho imparato da quel dolore. E non permetterò che succeda ancora, a me o a qualcun altro."
DONNA LETIZIA, ESCI DA QUESTO UTENTE!!!
 

Gaia

Utente di lunga data
Quando c’è uno squilibrio così marcato, uno più forte, più lucido, più capace di tenere in mano il timone, allora forse, quella responsabilità si amplifica, ma non è colpa in senso morale, bensì potere, e il potere in una relazione è sempre delicato. Se lui era fragile e tu più forte, probabilmente era facile per te tenere il controllo, anche senza volerlo. Bastava poco per accendere o spegnere la speranza, per farlo restare, per illuderlo. Anche solo un “non so” detto con gli occhi poteva tenerlo lì. E lui, in quella fragilità, magari sentiva che non aveva scelta, anche se tecnicamente ce l’aveva. Però non penso proprio che tu abbia voluto ferirlo, ma forse non hai avuto il coraggio (o gli strumenti) per non farlo. Magari non volevi perderlo, ma nemmeno davvero tenerlo. E in quel limbo, chi è più debole si consuma. Forse ora non è tanto il rimorso di avergli fatto male, ma che eri in grado di evitarlo ma non l'hai fatto. Comunque hai interrotto un meccanismo simile, con Parentesi, proprio perché conosci il danno che può fare. Come se gli stessi dicendo: "Ho imparato da quel dolore. E non permetterò che succeda ancora, a me o a qualcun altro."
Quando ci siamo messi insieme io avevo circa 15 anni e lui 16. Siamo stati insieme 10 anni. Per me è stato il mio primo tutto e io per lui.
L’ ho amato moltissimo, di un amore che si può provare solo a quell’età, immaturo e forte al contempo.
Per questo non riuscivo a capire se ancora lo amassi o se gli volevo solo tanto bene
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quando c’è uno squilibrio così marcato, uno più forte, più lucido, più capace di tenere in mano il timone, allora forse, quella responsabilità si amplifica, ma non è colpa in senso morale, bensì potere, e il potere in una relazione è sempre delicato. Se lui era fragile e tu più forte, probabilmente era facile per te tenere il controllo, anche senza volerlo. Bastava poco per accendere o spegnere la speranza, per farlo restare, per illuderlo. Anche solo un “non so” detto con gli occhi poteva tenerlo lì. E lui, in quella fragilità, magari sentiva che non aveva scelta, anche se tecnicamente ce l’aveva. Però non penso proprio che tu abbia voluto ferirlo, ma forse non hai avuto il coraggio (o gli strumenti) per non farlo. Magari non volevi perderlo, ma nemmeno davvero tenerlo. E in quel limbo, chi è più debole si consuma. Forse ora non è tanto il rimorso di avergli fatto male, ma che eri in grado di evitarlo ma non l'hai fatto. Comunque hai interrotto un meccanismo simile, con Parentesi, proprio perché conosci il danno che può fare. Come se gli stessi dicendo: "Ho imparato da quel dolore. E non permetterò che succeda ancora, a me o a qualcun altro."
Ognuno si fa una propria narrazione.
Può essere gratificante anche credersi il “persecutore.”
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quando ci siamo messi insieme io avevo circa 15 anni e lui 16. Siamo stati insieme 10 anni. Per me è stato il mio primo tutto e io per lui.
Lo amato moltissimo, di un amore che si può provare solo a quell’età, immaturo e forte al contempo.
Per questo non riuscivo a capire se ancora lo amassi o se gli volevo solo tanto bene
Non mi pare che potessi essere la persecutrice di nessuno.
 
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