danny
Utente di lunga data
Il processo di innamoramento dal punto di vista chimico, dei neurotrasmettitori è noto: il ruolo delle endorfine, della dopamina, della serotonina etc. in quella fase, è volto a produrre
BENESSERE
Noi stiamo bene, ci attacchiamo a una persona, proviamo desiderio per lei, vogliamo stare con lei.
Ma quanto dura?
E' un processo che ha una scadenza, stimata in circa tre anni, dopodiché il nostro cervello comincia progressivamente a tornare alla normalità.
Ma è proprio nel calo FISIOLOGICO di questi neurotrasmettitori che emergono sintomi inediti:
ansia, tristezza, a causa del calo di dopamina e ossitocina
irritabilità e disturbi del sonno per il calo di serotonina
Il calo di dopamina porta a sensazioni simili a quelle della depressione, il calo di ossitocina porta a una minor fiducia nell'altro, quello di serotonina rabbia.
Dal punto di vista neurochimico il processo di "crisi" che sopraggiunge nella coppia dopo un certo numero di anni è quindi sicuramente definito.
Nel mondo reale invece le persone arrivano impreparate a questo cambiamento non comprendendone le origini e attribuendolo alla coppia.
introducendo il concetto di CRISI
Le coppie aumentano il tasso di insoddisfazione, di litigiosità, di ansia, mentre al contempo cala il desiderio, l'attività sessuale e ovviamente il
BENESSERE
Il tradimento, ho osservato a livello statistico, si inserisce in questa fase, ed è volto a ricercare stimolazioni neurochimiche che riportino alla condizione di benessere.
Ma, contrariamente a ciò che si pensa, non è sintomatico di una condizione di reale incompatibilità col partner. Chi tradisce non lascia, infatti, perché nella coppia ritrova ben altri stimoli, che potremmo sintetizzare nel concetto di "stabilità".
Quando la coppia entra invece in una vera crisi irreversibile? Quando anche la "stabilità" viene meno. A quel punto NON si tradisce, perché non è nemmeno possibile ottenere sensazioni adeguate di benessere da un'eventuale relazione esterna, ma se se ne hanno ancora le forze e le possibilità, si lascia.
BENESSERE
Noi stiamo bene, ci attacchiamo a una persona, proviamo desiderio per lei, vogliamo stare con lei.
Ma quanto dura?
E' un processo che ha una scadenza, stimata in circa tre anni, dopodiché il nostro cervello comincia progressivamente a tornare alla normalità.
Ma è proprio nel calo FISIOLOGICO di questi neurotrasmettitori che emergono sintomi inediti:
ansia, tristezza, a causa del calo di dopamina e ossitocina
irritabilità e disturbi del sonno per il calo di serotonina
Il calo di dopamina porta a sensazioni simili a quelle della depressione, il calo di ossitocina porta a una minor fiducia nell'altro, quello di serotonina rabbia.
Dal punto di vista neurochimico il processo di "crisi" che sopraggiunge nella coppia dopo un certo numero di anni è quindi sicuramente definito.
Nel mondo reale invece le persone arrivano impreparate a questo cambiamento non comprendendone le origini e attribuendolo alla coppia.
introducendo il concetto di CRISI
Le coppie aumentano il tasso di insoddisfazione, di litigiosità, di ansia, mentre al contempo cala il desiderio, l'attività sessuale e ovviamente il
BENESSERE
Il tradimento, ho osservato a livello statistico, si inserisce in questa fase, ed è volto a ricercare stimolazioni neurochimiche che riportino alla condizione di benessere.
Ma, contrariamente a ciò che si pensa, non è sintomatico di una condizione di reale incompatibilità col partner. Chi tradisce non lascia, infatti, perché nella coppia ritrova ben altri stimoli, che potremmo sintetizzare nel concetto di "stabilità".
Quando la coppia entra invece in una vera crisi irreversibile? Quando anche la "stabilità" viene meno. A quel punto NON si tradisce, perché non è nemmeno possibile ottenere sensazioni adeguate di benessere da un'eventuale relazione esterna, ma se se ne hanno ancora le forze e le possibilità, si lascia.