I sospetti minano la fiducia nella coppia e fanno danni....

Brunetta

Utente di lunga data

spleen

utente ?
Parlavo di lui, non del pensiero della moglie.
Facciamo finta di non essere ingabbiati da un pensiero maschilista, critichiamo le pretese di Bentley, ma poi uno che ha avuto tante relazioni è un trapanatore, di cui andare fiera ed essere rassicurata per le capacità. Lei invece deve avere avuto poche relazioni e le deve confessare nei minimi particolari, perché il trapanatore deve avere la possibilità di giudicare e valutare l’adeguatezza della donna.
E poi i giovani amano la trap in cui le donne sono solo buchi da usare e disprezzare. Chissà da chi hanno imparato?
Io non ho mai detto che un dongiovanni è da ammirare e una che ha avuto molte relazioni una zoccola. Ho detto che è motivo di trasparenza sapere come si vive la propria sessualità e la sua idea in proposito.
Inclusi i comportamenti, esclusi i dettagli che sono argomenti da caserma.
Ma vedo che non sono stato abbastanza chiaro.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Però ragazzi quanto siete adolescenti e competitivi.
Il centro resta cosa si fa e non come.
Non c'entra l'adolescenza, e nemmeno il sesso in sé, ma il dubbio, legittimo secondo me, su "perché con tutti gli altri si esprimeva in un certo modo, che evidentemente le piaceva, ma non con me?"
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non c'entra l'adolescenza, e nemmeno il sesso in sé, ma il dubbio, legittimo secondo me, su "perché con tutti gli altri si esprimeva in un certo modo, che evidentemente le piaceva, ma non con me?"
Evidentemente le piaceva è una inferenza non provata.
Una può anche avere avuto esperienze perché indotta dalle situazioni, da ciò che culturalmente (in generale, ma anche nel gruppo ristretto) era considerato, giusto, normale o auspicabile o perfino apprezzabile e poi capire che non le piace, la fa sentire male e decidere di non farlo più.
Ma se si considera la relazione in modo competitivo, non si può apprezzare che “con me non si sente obbligata.”
 

Brunetta

Utente di lunga data
Scrive Alessandra Kustermann, ginecologa della Mangiagalli di Milano, ora in pensione, che ha creato la prima unità per l’intervento per donne abusate, ha individuato i punti importanti.

Ne ho individuati nove, un elenco che porto in ogni incontro nelle scuole e che spiego ai ragazzi e alle ragazze».
Il primo campanello, dunque.
«L’indifferenza. Se la donna “sgarra”, l’uomo finge di perdere interesse nei suoi confronti. Si lega al secondo concetto, il ricatto: se non fai quello che dico, ti lascio. Ed emerge già la spinta al predominio, al possesso dell’altra persona che ritroviamo nell’umiliazione. Lui la fa sentire deprezzabile e si erge a unico eroe».
La vittima viene manipolata.
«La donna come oggetto, privata delle libertà».
La gelosia emerge quasi in ogni caso di femminicidio.
«Non esiste una dose minima di gelosia accettabile, è una mancanza di fiducia nei confronti dell’altro. Non è mai un segnale d’amore, semmai di narcisismo. E ovviamente presuppone il desiderio di controllo. Il partner monitora le spese, ma anche gli spostamenti della compagna, spesso con app di geolocalizzazione, poi la chiama per chiedere spiegazioni».
Intrusione.
«Fisica, ma anche della privacy sui social. Alcune giovanissime considerano una prova d’amore dare la password dei propri account al fidanzato».
Isolamento.
«Un processo progressivo, che porta all’allontanamento da amici e familiari».
Intimidazione.
«La frase classica, “Se mi lasci ti uccido”, come è accaduto a quest’ultima vittima. Ecco, di fronte a questi segnali dico alle donne di denunciare, di venire ai centri antiviolenza che possono aiutarle a leggere la pericolosità di questi atteggiamenti».”

 

danny

Utente di lunga data
Conoscere l'altro è, credo, il primo requisito indispensabile per poter costruire insieme qualcosa.
Di per sé sapere come vive le relazioni, il sesso, i rapporti in genere al di fuori della coppia è un requisito sostanziale per avere un'idea di chi sia realmente la persona con cui andiamo a condividere la nostra vita.
Questo non significa avere l'esatto numero di partner dell'altra persona insieme a tutti i particolari, ma che vi sia corrispondenza nei comportamenti noti del partner con la sua vita precedente e parallela.
Quello che si vorrebbe è conoscere la persona reale, non l'immagine che ci sta vendendo.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Evidentemente le piaceva è una inferenza non provata.
Una può anche avere avuto esperienze perché indotta dalle situazioni, da ciò che culturalmente (in generale, ma anche nel gruppo ristretto) era considerato, giusto, normale o auspicabile o perfino apprezzabile e poi capire che non le piace, la fa sentire male e decidere di non farlo più.
Ma se si considera la relazione in modo competitivo, non si può apprezzare che “con me non si sente obbligata.”
Non capisco dove sta la competizione. Per me il "problema" non sarebbe se ce l'ho più lungo o durevole di quelli prima, ma perchè con me si comporta diversamente che con TUTTI gli altri (sempre per seguire l'esempio di partenza): può essere che sia per mie particolari eccellenti qualità oppure NO, ma se ciò non entra nella comunicazione fra noi per me è rilevante, a maggior ragione se si tratta di cose che non le piacevano
 

danny

Utente di lunga data
Non capisco dove sta la competizione. Per me il "problema" non sarebbe se ce l'ho più lungo o durevole di quelli prima, ma perchè con me si comporta diversamente che con TUTTI gli altri (sempre per seguire l'esempio di partenza): può essere che sia per mie particolari eccellenti qualità oppure NO, ma se ciò non entra nella comunicazione fra noi per me è rilevante, a maggior ragione se si tratta di cose che non le piacevano
Se con te lei si comporta, ipoteticamente, in maniera sessualmente svogliata, o di modesto coinvolgimento, e poi scopri che con altri invece ha avuto comportamenti, diciamo, inimmaginabili per te, l'incongruenza che ne deriva pone effettivamente delle domande sulla qualità della relazione.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Conoscere l'altro è, credo, il primo requisito indispensabile per poter costruire insieme qualcosa.
Di per sé sapere come vive le relazioni, il sesso, i rapporti in genere al di fuori della coppia è un requisito sostanziale per avere un'idea di chi sia realmente la persona con cui andiamo a condividere la nostra vita.
Questo non significa avere l'esatto numero di partner dell'altra persona insieme a tutti i particolari, ma che vi sia corrispondenza nei comportamenti noti del partner con la sua vita precedente e parallela.
Quello che si vorrebbe è conoscere la persona reale, non l'immagine che ci sta vendendo.
sai che io ripensando al mio vissuto mi sono resa conto di non essermi mai interessata del passato dei ragazzi con cui sono stata? Le cose che sapevo è perché mi venivano raccontate da loro senza alcuna richiesta ed io stessa non sono mai stata per parlare del mio passato, l'ho sempre visto come una cosa solo mia, le mie relazioni passate non sono mai state argomento di conversazione con le persone che sono venute dopo.
Sono una persona molto gelosa ma solo del presente, non riesco a farmi venire pensieri su quello che è stato ed ora non è più e la persona che ho accanto preferisco conoscerla per quello che è con me, quello che era con altre a me non interessa, faccio veramente fatica a capire le gelosie retroattive.
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Parlavo di lui, non del pensiero della moglie.
Facciamo finta di non essere ingabbiati da un pensiero maschilista, critichiamo le pretese di Bentley, ma poi uno che ha avuto tante relazioni è un trapanatore, di cui andare fiera ed essere rassicurata per le capacità. Lei invece deve avere avuto poche relazioni e le deve confessare nei minimi particolari, perché il trapanatore deve avere la possibilità di giudicare e valutare l’adeguatezza della donna.
E poi i giovani amano la trap in cui le donne sono solo buchi da usare e disprezzare. Chissà da chi hanno imparato?
Maschilismo? No, solo sarcasmo. Il fatto che sembri realistico dovrebbe preoccupare, non offendere.
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Tu dai importanza al numero di partner da dover dichiarare ma non ai comportamenti. Se una donna ti chiedesse come ti sei comportato nelle tue precedenti relazioni a te andrebbe di parlare dei tradimenti?
Si, lo farei.
Senza bisogno di dire tuttotutto, naturalmente.
Però, dovessero chiedermi 'hai mai tradito?' risponderei di si.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Se con te lei si comporta, ipoteticamente, in maniera sessualmente svogliata, o di modesto coinvolgimento, e poi scopri che con altri invece ha avuto comportamenti, diciamo, inimmaginabili per te, l'incongruenza che ne deriva pone effettivamente delle domande sulla qualità della relazione.
Ma anche se in tutti i casi prima avesse fatto cose perchè abusata o semi costretta e non me ne avesse mai parlato, mi farei domande.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Evidentemente le piaceva è una inferenza non provata.
Una può anche avere avuto esperienze perché indotta dalle situazioni, da ciò che culturalmente (in generale, ma anche nel gruppo ristretto) era considerato, giusto, normale o auspicabile o perfino apprezzabile e poi capire che non le piace, la fa sentire male e decidere di non farlo più.
Ma se si considera la relazione in modo competitivo, non si può apprezzare che “con me non si sente obbligata.”
Se ti riferisci al passato confrontato con il presente si
Se ti riferisci a fatti contemporanei
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Scrive Alessandra Kustermann, ginecologa della Mangiagalli di Milano, ora in pensione, che ha creato la prima unità per l’intervento per donne abusate, ha individuato i punti importanti.

Ne ho individuati nove, un elenco che porto in ogni incontro nelle scuole e che spiego ai ragazzi e alle ragazze».
Il primo campanello, dunque.
«L’indifferenza. Se la donna “sgarra”, l’uomo finge di perdere interesse nei suoi confronti. Si lega al secondo concetto, il ricatto: se non fai quello che dico, ti lascio. Ed emerge già la spinta al predominio, al possesso dell’altra persona che ritroviamo nell’umiliazione. Lui la fa sentire deprezzabile e si erge a unico eroe».
La vittima viene manipolata.
«La donna come oggetto, privata delle libertà».
La gelosia emerge quasi in ogni caso di femminicidio.
«Non esiste una dose minima di gelosia accettabile, è una mancanza di fiducia nei confronti dell’altro. Non è mai un segnale d’amore, semmai di narcisismo. E ovviamente presuppone il desiderio di controllo. Il partner monitora le spese, ma anche gli spostamenti della compagna, spesso con app di geolocalizzazione, poi la chiama per chiedere spiegazioni».
Intrusione.
«Fisica, ma anche della privacy sui social. Alcune giovanissime considerano una prova d’amore dare la password dei propri account al fidanzato».
Isolamento.
«Un processo progressivo, che porta all’allontanamento da amici e familiari».
Intimidazione.
«La frase classica, “Se mi lasci ti uccido”, come è accaduto a quest’ultima vittima. Ecco, di fronte a questi segnali dico alle donne di denunciare, di venire ai centri antiviolenza che possono aiutarle a leggere la pericolosità di questi atteggiamenti».”

Ma qui parla di comportamenti. E' del tutto condivisibile che non è accettabile in nessuna misura il controllo o la limitazione della libertà altrui, ma non si può impedire che uno stia male al pensiero di perdere l'altro e ciò non deve essere immediatamente sovrapposto a perdita di fiducia, che invece è attinente al comportamento conseguente a questo sentire, certamente da condannare se lede la dignità altrui
 
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