è sempre colpa dei comunisti

danny

Utente di lunga data
Il tuo pessimismo è veramente cosmico. ;)
Ho vissuto in epoche in cui il tasso di inflazione era il 20% e la domenica si andava a piedi per la mancanza di carburante.
Da imprenditore sono sopravvissuto a tutti i governi di sinistra e di destra che si sono inventati qualunque cosa pur di farmi chiudere bottega.
I miei genitori hanno attraversato, da ragazzi, la seconda guerra mondiale e i miei nonni la prima.
Nessuno si è arreso. Non ci arrenderemo mai. 😄
Sei quindi "anziano", dato che sei sopravvissuto alle domeniche a piedi e hai genitori che hanno vissuto la seconda guerra mondiale.
I miei no, hanno vissuto il boom.
Hai goduto della parte migliore della nostra Italia, anche se non te ne sei accorto da quel che scrivi.
Chi era in gamba e aveva voglia di lavorare all'epoca ha fatto anche parecchi soldi.
Anche tu, immagino.
Ricordo gli stipendi di mio padre quarant'anni fa, 5 milioni al mese...
Ne giravano di soldi.
Anche nel nostro settore.
Le cifre che giravano anche solo 30 anni fa me le ricordo bene...
Sono realista, non pessimista: interi settori dove di soldi ne giravano tanti oggi sono alla frutta.
E non sono stati sostituiti adeguatamente.
 
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Nicky

Utente di lunga data
Il tuo pessimismo è veramente cosmico. ;)
Ho vissuto in epoche in cui il tasso di inflazione era il 20% e la domenica si andava a piedi per la mancanza di carburante.
Da imprenditore sono sopravvissuto a tutti i governi di sinistra e di destra che si sono inventati qualunque cosa pur di farmi chiudere bottega.
I miei genitori hanno attraversato, da ragazzi, la seconda guerra mondiale e i miei nonni la prima.
Nessuno si è arreso. Non ci arrenderemo mai. 😄
Ma anche io e anche i miei genitori sono nati durante la guerra.
Io non sono affatto pessimista, però penso che riconoscere un potenziale problema sia un passo necessario per affrontarlo.
Io conosco diverse persone che sono rimaste senza lavoro a 55 anni e senza un'elevata professionalità ed è un caos.
 

danny

Utente di lunga data
Ma anche io e anche i miei genitori sono nati durante la guerra.
Io non sono affatto pessimista, però penso che riconoscere un potenziale problema sia un passo necessario per affrontarlo.
Io conosco diverse persone che sono rimaste senza lavoro a 55 anni e senza un'elevata professionalità ed è un caos.
Idem.
Io conosco anche persone che, con adeguate competenze tecniche, hanno dovuto abbandonare il lavoro per sopraggiunta incapacità fisica di reggere i ritmi e la fatica, o anche solo lunghi viaggi da pendolare.
 

hammer

Utente di lunga data
Sei quindi "anziano", dato che sei sopravvissuto alle domeniche a piedi e hai genitori che hanno vissuto la seconda guerra mondiale.
I miei no, hanno vissuto il boom.
Hai goduto della parte migliore della nostra Italia, anche se non te ne sei accorto da quel che scrivi.
Chi era in gamba e aveva voglia di lavorare all'epoca ha fatto anche parecchi soldi.
Anche tu, immagino.
Ricordo gli stipendi di mio padre quarant'anni fa, 5 milioni al mese...
Ne giravano di soldi.
Anche nel nostro settore.
Le cifre che giravano anche solo 30 anni fa me le ricordo bene...
Sono realista, non pessimista: interi settori dove di soldi ne giravano tanti oggi sono alla frutta.
E non sono stati sostituiti adeguatamente.
Il "boom economico" hanno contribuito a realizzarlo negli anni 60 anche i miei genitori. All'epoca ero un ragazzino.
Io ho combattuto e combatto (il verbo combattere è adeguato) dai primi anni 80 ad oggi.
E ne ho viste di cotte e di crude. Non ho paura di nulla.
Non mi sento affatto anziano. Anzi sto forse attraversando uno dei periodi più interessanti della mia vita.
Raggiunti gli obiettivi prioritari e senza più responsabilità di tipo familiare sono pronto ad accettare nuove sfide lavorative e imprenditoriali, senza sostanzialmente avere nulla da perdere se non qualche soldo.
Tutta roba che i miei nipoti, se vorranno, potranno continuare a sviluppare.
L'ottimismo non deve mancare mai. :)
 

hammer

Utente di lunga data
Ma anche io e anche i miei genitori sono nati durante la guerra.
Io non sono affatto pessimista, però penso che riconoscere un potenziale problema sia un passo necessario per affrontarlo.
Io conosco diverse persone che sono rimaste senza lavoro a 55 anni e senza un'elevata professionalità ed è un caos.
I problemi questo mondo li ha sempre avuti e forse anche peggiori di quelli odierni.
I problemi sono sostanzialmente fatti per essere risolti.
Importante è non diventare o essere parte del problema.
 

danny

Utente di lunga data
Il "boom economico" hanno contribuito a realizzarlo negli anni 60 anche i miei genitori. All'epoca ero un ragazzino.
Io ho combattuto e combatto (il verbo combattere è adeguato) dai primi anni 80 ad oggi.
E ne ho viste di cotte e di crude. Non ho paura di nulla.
Non mi sento affatto anziano. Anzi sto forse attraversando uno dei periodi più interessanti della mia vita.
Raggiunti gli obiettivi prioritari e senza più responsabilità di tipo familiare sono pronto ad accettare nuove sfide lavorative e imprenditoriali, senza sostanzialmente avere nulla da perdere se non qualche soldo.
Tutta roba che i miei nipoti, se vorranno, potranno continuare a sviluppare.
L'ottimismo non deve mancare mai. :)
Ammazza se sei motivazionale.
Io invece vorrei solo più tempo libero, ora.
Senza il mio stipendio, invece, non si campa.
Realisticamente parlando, avrò da mantenere mia figlia all'università se va bene per una decina di anni ancora.
E nel mentre forse assistere i miei genitori, che seppur perfettamente in salute, sono sugli 80.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Avete portato la discussione in termini molto personali mi pare, e senza fare alcuna menzione alla satira.

Il Vernacoliere è destinato a scomparire, o per vivere a diventare qualcosa di totalmente diverso, anche per ovvia età anagrafica della redazione. Essere arrivati al 2025 con introiti basati su abbonamenti mi sembra un traguardo di pochi, vuol dire che hai dato tanto in passato, chi compra carta oggi in genere sono persone avanti con l'età, magari che fanno uso dei mezzi tecnologici (questo stesso forum ne fa parte), con la conseguenza che una rivista viene presa in mano in ritardo o sfogliata e buttata in un angolo (è il dato che poi porta le persone a non rinnovare gli abbonamenti).
Rivista che è vissuta praticamente senza pubblicità in decenni in cui le pubblicità su carta avevano costi ben diversi da quelli attuali.

Nel web chi fa satira?
 

hammer

Utente di lunga data
Ammazza se sei motivazionale.
Io invece vorrei solo più tempo libero, ora.
Senza il mio stipendio, invece, non si campa.
Realisticamente parlando, avrò da mantenere mia figlia all'università se va bene per una decina di anni ancora.
E nel mentre forse assistere i miei genitori, che seppur perfettamente in salute, sono sugli 80.
Saranno dieci anni impegnativi, ma da "come" ti leggo, nonostante tu possa sembrare pessimista :rolleyes:, ho la percezione che tu abbia armi più che adeguate per risolvere i problemi della vita e nello stesso tempo procurarti un po' di tempo libero. ;)
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ecco, su YouTube non puoi nemmeno pronunciare parole come negro che il tuo video viene demonetizzato.
O vai in Shadow ban se fai contenuti non conformi.
In questo quadro lavori se puoi secondo uno standard.
Che non è quello del vernacoliere.
Noi ovviamente ci siamo impegnati per vendere contenuti on line così come siamo presenti tutt'ora.
Ma è un altro mondo, con altre regole.
Non puoi trasformarti, devi proprio creare qualcosa di diverso totalmente.
E questo implica anche un nuovo assetto di dipendenti e nuovi rischi.
I miei figli mi dicono che uso parolacce 🫣😡
 

danny

Utente di lunga data
Avete portato la discussione in termini molto personali mi pare, e senza fare alcuna menzione alla satira.

Il Vernacoliere è destinato a scomparire, o per vivere a diventare qualcosa di totalmente diverso, anche per ovvia età anagrafica della redazione. Essere arrivati al 2025 con introiti basati su abbonamenti mi sembra un traguardo di pochi, vuol dire che hai dato tanto in passato, chi compra carta oggi in genere sono persone avanti con l'età, magari che fanno uso dei mezzi tecnologici (questo stesso forum ne fa parte), con la conseguenza che una rivista viene presa in mano in ritardo o sfogliata e buttata in un angolo (è il dato che poi porta le persone a non rinnovare gli abbonamenti).
Rivista che è vissuta praticamente senza pubblicità in decenni in cui le pubblicità su carta avevano costi ben diversi da quelli attuali.

Nel web chi fa satira?
La nostra attività editoriale vive ugualmente senza pubblicità da decenni e.... stiamo invecchiando pure noi.
Io sono tra i giovani, si fa per dire.
I nostri clienti sono anziani.
Quest'anno chiudiamo una rivista per bambini che esiste da decenni.
I costi per la produzione sono diventati sempre più pesanti.
I lettori sono cambiati.
Non solo fare satira ma anche umorismo è diventato complicato.
Rischi una shitstorm ogni volta.
 

danny

Utente di lunga data
Saranno dieci anni impegnativi, ma da "come" ti leggo, nonostante tu possa sembrare pessimista :rolleyes:, ho la percezione che tu abbia armi più che adeguate per risolvere i problemi della vita e nello stesso tempo procurarti un po' di tempo libero. ;)
Già lo faccio. E' ovvio che però mi guardi anche attorno e veda che non a tutti sta andando bene.
Ci sarebbero parecchi problemi da risolvere, ma occorre che chi ha la possibilità di governarli ragioni su un arco di tempo più lungo, non sulla durata di una legislatura o sul breve periodo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Per quanto mi riguarda hai centrato in pieno il tema.
Personalmente spero che, alla mia età, dovermi misurare con problemi di questo tipo mi preservi il cervello dalla demenza senile il più a lungo possibile. 😁
Temo che semplicemente si riesca… finché si funziona.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Il tuo pessimismo è veramente cosmico. ;)
Ho vissuto in epoche in cui il tasso di inflazione era il 20% e la domenica si andava a piedi per la mancanza di carburante.
Da imprenditore sono sopravvissuto a tutti i governi di sinistra e di destra che si sono inventati qualunque cosa pur di farmi chiudere bottega.
I miei genitori hanno attraversato, da ragazzi, la seconda guerra mondiale e i miei nonni la prima.
Nessuno si è arreso. Non ci arrenderemo mai. 😄
Il carattere porta e interpretare le realtà e a fare previsioni più o meno ottimistiche.
Cassandra è raccontata in tempi antichi e aveva ragione!
Poi tutto dipende dalle esperienze di famiglia, se si sono evolute più o meno in positivo dopo le difficoltà. Ma anche la positività dipende dalla lettura della realtà.
Per alcuni sarò una poveretta, perché dopo la separazione non ho avuto una relazione stabile, per altri sarò una fortunata, perché ho evitato un ciabattante per casa.
 

Brunetta

Utente di lunga data
E' come per il nucleare...
"Torniamo al nucleare".
Bene, chi lo fa?
Le professionalità non nascono da sole, occorre un settore attivo e in crescita che sappia formarle e farle crescere e ogni persona esperta ha alle spalle anni di studio e di lavoro.
La flessibilità di oggi, ovvero la capacità presunta di rigenerarsi a una certa età cambiando completamente settore e cancellando l'esperienza pregressa è utopica: vale se le competenze richieste sono minime, anche a livello fisico ( imparare a fare il piastrellista a oltre 60 anni comunque richiede di essere in buona salute, non puoi chiedere al cliente di aiutarti ad alzarti in piedi se sei anchilosato quando posi), non ovviamente per ambiti specifici.
La laurea scientifica di mia moglie, per esempio, a distanza di 30 anni è obsoleta: ce ne stiamo accorgendo dai testi di biologia su cui studia nostra figlia, ci sono innovazioni che non erano ancora contemplate all'epoca, nei termini scientifici le competenze invecchiano velocemente e richiedono aggiornamenti continui. Pensare che in un arco breve di vita lavorativa residua ci si possa rinnovare totalmente rendendosi competitivi in settori complessi è un po' ingenuo, a mio parere.
A livello esperienziale, ho visto che chi perde il lavoro a quell'età tira avanti a forza di Naspi, supplenze a scuola, lavoretti, vendite varie.
Cose che richiedono minime competenze, insomma.
Minime competenze?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sei quindi "anziano", dato che sei sopravvissuto alle domeniche a piedi e hai genitori che hanno vissuto la seconda guerra mondiale.
I miei no, hanno vissuto il boom.
Hai goduto della parte migliore della nostra Italia, anche se non te ne sei accorto da quel che scrivi.
Chi era in gamba e aveva voglia di lavorare all'epoca ha fatto anche parecchi soldi.
Anche tu, immagino.
Ricordo gli stipendi di mio padre quarant'anni fa, 5 milioni al mese...
Ne giravano di soldi.
Anche nel nostro settore.
Le cifre che giravano anche solo 30 anni fa me le ricordo bene...
Sono realista, non pessimista: interi settori dove di soldi ne giravano tanti oggi sono alla frutta.
E non sono stati sostituiti adeguatamente.
Lo dice sempre anche la Soncini, ricordando quando per una intervista le pagavano l’aereo in prima classe e albergo.
 

danny

Utente di lunga data
Lo dice sempre anche la Soncini, ricordando quando per una intervista le pagavano l’aereo in prima classe e albergo.
Eh sì.
Oggi probabilmente, come anche capita in diversi settori di vendita, si è passati alle call.
Da noi i soldi che giravano ti permettevano di fare una vita quasi da benestante, oggi è diventato per i giovani un secondo lavoro.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Il "boom economico" hanno contribuito a realizzarlo negli anni 60 anche i miei genitori. All'epoca ero un ragazzino.
Io ho combattuto e combatto (il verbo combattere è adeguato) dai primi anni 80 ad oggi.
E ne ho viste di cotte e di crude. Non ho paura di nulla.
Non mi sento affatto anziano. Anzi sto forse attraversando uno dei periodi più interessanti della mia vita.
Raggiunti gli obiettivi prioritari e senza più responsabilità di tipo familiare sono pronto ad accettare nuove sfide lavorative e imprenditoriali, senza sostanzialmente avere nulla da perdere se non qualche soldo.
Tutta roba che i miei nipoti, se vorranno, potranno continuare a sviluppare.
L'ottimismo non deve mancare mai. :)
Sarai in un settore che tira.
Non è così per tutti i settori.
La politica dovrebbe governare i tempi.
Solo che in Italia sembra che qualsiasi intervento pubblico sia “un piano quinquennale sovietico“, non solo fallimentare, ma anche una limitazione della libertà di impresa e tutela degli incapaci.
Ma l’intervento statale è fondamentale, lo ha fatto Mussolini e poi Roosevelt e ora Trump, che non mi paiono proprio sovietici .
 

Brunetta

Utente di lunga data
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