mi accorgo solo adesso che

Brunetta

Utente di lunga data
“Poiché Madeleine in arte Sophie scriveva storie da ridere, non invettive dolenti sui mali del mondo, la sua famiglia non avrà inediti da assemblare. Non serviranno per arrotondare: ha avuto, tra le altre, la fortuna di lavorare negli ultimi anni in cui le storie da ridere non venivano accolte da gente che sobbolliva «io non arrivo a fine mese e tu pensi allo shopping, vergognaaaa». Sapevamo che distrarci e ridere e pensare alle cazzate sono cose preziose.”
(…)
”A un’intervista che le fece il Times dopo che aveva annunciato la sua malattia, si presentò indossando degli stivali a mezza coscia. L’intervistatrice li commentò e lei rispose: non so quanto tempo mi resta su questa Terra e per poterli indossare. Questo è il punto in cui ci si può indignare: lasci cinque orfani e pensi agli stivaliiii. Che umanità pallosa che siamo diventati, avremo sempre più solo scrittrici dolenti non per vocazione espressiva ma perché terrorizzate dai moralizzatori da social.”
Anche perché, ma questo allora non poteva immaginarlo lei e neppure oggi voglio immaginarlo io, un giorno muori, assai prima di quanto avessi previsto, e ti penti di non essere stata frivola. Ti penti di ogni stivale non indossato, di ogni addebito della carta di credito non temuto, di ogni scemenza da cui non ti sei lasciata distrarre finché la tua vita è stata così priva di problemi veri da poterti illudere che le scemenze fossero serie.




 

Brunetta

Utente di lunga data
In Anonimo Veneziano, film che riguardo una volta all’anno, la voce fuori campo dice “Nella vita di ogni donna tutto, anche il più grande dolore, fa capo alla messa in prova di un abito nuovo”.
È una frase suggestiva, soprattutto con le immagini del film e i meravigliosi tessuti, ma che erano totalmente inadatti a fare un abito comodo, ma non corrisponde alla realtà. Non ricordo assolutamente cosa ho indossato quando sono morti i miei genitori e nemmeno quando mi sono separata.
Mi ricordo i vestiti che ho messo per sentirmi bella.
E non credo che vicino alla morte mi pentirò di non essere stata abbastanza frivola, semmai il contrario.
 

danny

Utente di lunga data
In Anonimo Veneziano, film che riguardo una volta all’anno, la voce fuori campo dice “Nella vita di ogni donna tutto, anche il più grande dolore, fa capo alla messa in prova di un abito nuovo”.
È una frase suggestiva, soprattutto con le immagini del film e i meravigliosi tessuti, ma che erano totalmente inadatti a fare un abito comodo, ma non corrisponde alla realtà. Non ricordo assolutamente cosa ho indossato quando sono morti i miei genitori e nemmeno quando mi sono separata.
Mi ricordo i vestiti che ho messo per sentirmi bella.
E non credo che vicino alla morte mi pentirò di non essere stata abbastanza frivola, semmai il contrario.
Ci si pente sempre di non aver fatto tutto il possibile per essere quello che si voleva essere.
Sophie Kinsella ha scritto libri leggeri, che ho molto apprezzato, ci ha fatto ridere e sorridere, e fino all'ultimo ha portato avanti la sua bandiera, anche qusando non c'era più nulla per cui si potesse ridere perché cominciavano le faccende serie.
Non è bello morire, ma è meglio sicuramente farlo continuando a essere quello che si è sempre stati da vivi.
 
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