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Old chensamurai
Guest
...Vedi, la filosofia, Platone in particolare, ci ha insegnato che l'uomo ha dentro di sè, l'afflato verso la perfezione...la bellezza pura...la bontà pura...concetti successivamente trasmigrati nella teologia...per feuerbach, Dio, non è altro che la proiezione del meglio degli uomini...bontà pura, pura bellezza...per Platone, tutti portiamo dentro di noi la reminescenza del mondo perfetto iperuranico...un mondo senza smagliature...e questo ricordo, ci rende insopportabile l'imperfezione del mondo terreno...i suoi limiti...certo, è vero...cerchiamo di bloccare l'istante...pensa al "Fermati, sei bello!" del movimento romantico...leggi Goethe, se ne hai voglia...il tentativo di bloccare l'istante perfetto...il sublime...il senso del sublime...poi, però, si deve fare i conti con la degradazione dell'idea "perfetta"...ne siamo capaci?...siamo davvero in grado di tollerare l'imperfezione del mondo?...vogliamo il paradiso e dobbiamo fare i conti con l'imperfetta mondanità...le persone sbagliano...la natura sbaglia...l'imperfetto è l'ordinarietà...l'amore traballa...presenta delle imperfezioni...tentenna...il dubbio s'impossessa di noi...l'uomo, è un essere fragile...e prima di tradire qualcuno...tradisce sempre se stesso...hai mai pensato che si voglia "congelare" l'eternità di un momento ? la bellezza di uno sguardo ? una mano che sfiora l'altra e un brivido che ti percorre il corpo quando due labbra si avvicinano? quanto hai scritto sopra è sicuramente frutto di elevate capacità cognitive che - senza sarcasmo - io non possiedo. ma credo sia "umano" difendere la pienezza di quei momenti e tanto più hanno siginficato, tanto più le anime ei corpi si avvicinano, tanto più forte e struggente è il senso di abbandono quando tutto questo viene meno. Poi si ci sono le capacità cognitive e il costrutto le volizioni etc etc..., ma in questo momento il "mio omino del cervello" non è che ne voglia tanto sentire parlare..... Un caro saluto
bastardo dentro