Apprezzo tanto la tua delicatezza nell'appellarti a tutti, ma il commento che tanto ti ha indispettita è esclusivamente il mio.
Purtroppo in questa circostanza non mi trovo d'accordo con il tuo pensiero, ma credo sia più che normale avere qualche divergenza d'opinione di tanto in tanto essendo persone diverse con trascorsi diversi.
Mi sembra di capire che tu abbia persino vissuto la stessa storia della nostra amica anonima e quindi il tuo è un giudizio molto sentito.
Vedi Otella, il tuo discorso è sicuramente sintomatico della tua gran sofferenza vissuta a tal proposito: puoi capire molto bene Anonima, ma sei ben poco obiettiva perché trasponi il tuo trascorso sul suo.
Io, da esterna, e con idee un po' diverse, ritengo che un uomo ed una donna che decidono di creare una famiglia consacrata nel vincolo sacro del matrimonio e di mettere al mondo delle creature, diventano sì genitori, ma non smettono di essere un uomo ed una donna.
Perché quel matrimonio è nato da un rapporto d'amore, come quelli che hai vissuto tu, io e quanti altri in questo forum. Perché i figli sono stati frutto di quell'amore e come l'amore può finire nelle relazioni che viviamo noi, non vedo perché non possa e non debba finire anche per chi è coppia sposata.
Parli di egoismo: egoismo sarebbe stato se il padre della ragazza avesse fatto i bagagli e se ne fosse andato facendo ciao ciao con la manina per inseguire il suo sentimento verso una nuova donna. Invece, ipocritamente per carità ma di certo non egoisticamente, è rimasto in casa per garantire quella tranquillità e quell'equilibrio su cui si fonda la famiglia.
Diamine, professiamo l'amore, incitiamo ad amare, ma diveniamo i giustizieri di chi si innamora perché legato in un vincolo coniugale.
Si è innamorato, è stato debole, ha ceduto al suo sentimento e lo sta vivendo... e lo sta vivendo a metà per non distruggere la famiglia. Il suo rapporto con la madre di lei non è più d'amore. Capita, l'amore finisce sempre, presto o tardi che sia. Ci sentiamo di condannare sulla pubblica piazza un uomo che sta vivendo l'amore? Se fosse andato via di casa lo avreste condannato perché bastardo insensibile e menefreghista, se fosse rimasto (come è tra l'altro) è un egoista lurido ad ogni modo.
Legarsi in matrimonio significa tatuarsi fino all'ultimo dei propri giorni il nome dell'altro e comandarsi di amarlo per sempre? E se l'amore finisce, devi rimanere in quel vincolo perché non sta bene che tu abbia smesso di amare??? E da quando in qua si comanda a se stessi di chi essere innamorati e per quanto tempo esserlo?
Suvvia, qui gli egoisti siamo noi tutti. Ed egoista è anonima85, perché non ammette che i suoi genitori siano prima di tutto uomo e donna, non ammette che i suoi genitori abbiano persone diverse accanto, non ammette che uno di loro si sia innamorato e viva qualcosa al di fuori della famiglia.
Ai figli si da tutta la propria vita, si asseconda ogni loro capriccio e, dopo averli fatti mangiare, dormire, cresciuti, educati, assecondati in ogni cosa, bisogna anche vederseli contro perché si è aperto il cuore ad un'altra persona? E questi stessi figli poi vogliono l'amore in un rapporto e non vogliono che i propri genitori abbiano altrettanto?
E' il festival dell'ipocrisia. Sono una figlia, non un genitore, ma frequento tante madri e padri e vivo i lori drammi di cui i figli ignorano l'esistenza perché è molto più facile far finta di non vedere.
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Compos non ho scritto in generale tanto per delicatezza, quanto perchè, anche se il tuo commento è quello che più di tutti contrasta col mio pensiero, altri prima del tuo avevano citato "la coppia genitoriale" come dimensione nella quale i figli non devono entrare.
Continuo a non concordare con te, il padre di anonima non ha tradito tanto i voti matrimoniali (dei quali si potrebbe parlare in altro contesto magari), quanto la fiducia di moglie e figlia. Tu vedi bnel vivere un amore a metà un atto di sacrificio, e di amore verso la famiglia, io vedo ipocrisia e comodo, una doppia vita che è stata scelta da quest'uomo, non tanto per risparmiare sofferenze ai propri cari, quanto per non mettersi in discussione, e per mantenere intatta l'immagine di sè.
Ma facciamo un passo indietro: la mia storia non è, fortunatamente, come quella di anonima. ho sempre sospettato che mio padre avesse giri strani, ma era un misto di paura e fantasia, troppo spaventosa perchè io avessi il coraggio di indagare realmente e mettere in dubbio la felicità della mia famiglia: avevo 16 anni, e mio padre ha scelto di andarsene di casa per convivere con un'altra donna con la quale da tempo aveva una relazione che metteva in imbarazzo tutto il suo ufficio. la storia di anonima è la storia di mia madre più che altro, e della sua famiglia di origine, ed è un'esperienza che ha segnato la vita di mia madre per tutta la sua vita e la condiziona ancora oggi. non sto scherzando, è tutto vero.
Tu ti chiedi se sposarsi sia tatuarsi addosso il nome dell'altro per il resto della propria vita e una colpa smettere di amare.. io a questo non so rispondere per tutti, e risponderò per me soltanto: la promessa di amarsi per sempre è una promessa impossibile dal mio punto di vista, ma sposarsi significa fare la scelta di dividere la propria vita con una persona, rispettarla, fare un lungo percorso di vita insieme in cui l'amore, come il colore dei capelli, l'età anagrafica, e la taglia di vestiti, cambia di pari passo col tempo. Sai qual'è la più grande ipocrisia?! credere che per tutta la vita si possa avere il batticuore, quello stato di eccitazione ed euforia dei primi tempi di una relazione. L'amore non è un sentimento predefinito e statico, l'amore cresce con la crescita didue persone e cambia col tempo tramutandosi in qualcosa di diverso.
Non vedo cosa ci sia di così spaventoso nell'accettare il cambiamento, questo cambiamento, quando molti altri sono addirittura auspicati (cambio di lavoro, di città, di partner, di casa ecc ecc), e quand'anche fosse impossibile accettare questo cambiamento, perchè, mi chiedo, si scelglie sempre la strada della menzogna e della doppia vita, per conservare intatta l'immagine di sè, non aggiungere responsabilità a quelle che già si hanno, e vivere emozioni d'altri tempi, come una plastica al seno che una sessantenne fa per sentirsi sua nipote.
Compos, non vedo niente di eroico nel restare in famiglia a farsi lavare i calzini dalla moglie ogni giorno, nel guardare i propri figli e magari pretendere di voler insegnare loro qualcosa e metter bocca nella loro vita, quando poi si scrive all'amate "ti amo, sono qui ma vorrei stare con te". Mi spiace, ma credo negli esseri umani e nella capacità di amare che va decisamente al di là, dell'innamoramento adolescenziale, non vedo niente di buono nè nel tradimento, nè nella figura dell'amante, nè nella figura del traditore.
Se le cose in famiglia non vanno bene si parla compos, non si fugge. e se le cose non vanno ancora bene, ci si prende le proprie responsabilità e si fa la scelta di dire "scusatemi, io per voi ci sarò sempre, ma non sono più innamorato della mamma e in casa non sto più bene." Questo è coraggio, il coraggio di cambiare le cose, non si può incrociare le braccia e dire "ah come sono sfortunato" contando solo sul provvidenzialismo.. perchè se le cose non vanno la colpa è di due persone.
Scusami Compos, spero di non averti offesa perchè non è mia intenzione, ma il mio punto di vista è assolutamente immutato.
Perciò io ribadisco, anonima, secondo me fai bene ad affrontare tuo padre, e fai bene a dirgli tutto ciò che senti: è l'ora che cada dal pero e che scelga se crescere o fare l'adolescente prossimo all'andropausa da un'altra parte.
in bocca al lupo.