Perché un thread sull'adrenalina, quindi sull'eccitazione, al massimo sulla paura è diventato una discussione sull'aggressività e la rabbia?
Alla paura si reagisce solo con l'aggressività?
E poi perché tutta questa rabbia?
Vi ho visualizzato tutte come pantere in mezzo a cacciatori.
Perché vi raccontate così, come animali braccati in una giungla piena di agguati?
È strana questa cosa.
Io tutti questi nemici non li vedo.
Secondo te come mai sono emerse queste argomentazioni?
Fra l'altro segnando la positività dell'aggressività. Che tu non vedi.
Io la vedo. Invece. Riconosco che è un motore.
Credo che ci sia un equivoco di fondo per cui aggressività viene sovrapposta a violenza. E di più, se si pensa aggressività si pensa a quella al maschile.
Che quella al femminile pare essersi persa nel tempo. Ma è sempre esistita.
Nella vecchia zia che consigliava di soffocarlo di notte col cuscino. O avvelenargli il cibo. Di nascosto.
E una chiave nel rifiuto dell'aggressività femminile, che ho letto anche qui in questi giorni, è esattamente in quel DI NASCOSTO.
Come donna all'aggressività scomposta mi ribello di nascosto. Pisciandogli nel piatto. Smettendo di dargliela. Tagliandogli le camicie. Estromettendolo dalle dinamiche accoglienti della famiglia.
DI NASCOSTO. Però.
L'aggressività femminile invece, per quanto tenuta nascosta, esiste. FA paura. In particolare alle femmine. Che sono quelle che più duramente reagiscono. Quando la si intravede.
Ma che la inneggiano. Come rivalsa. Attraverso il disprezzo. Attraverso l'urlo schifato. L'insulto da lontano.
E' aggressività anche questa. Senza forma. Ma è energia che spinge a tirare su la testa e fare per sè. Stabilire paletti e limiti. Stabilire e affermare la propria esistenza. Indipendentemente dal mondo e da quello che chiede.
Tu stessa hai reagito con aggressività all'insulto e al dolore del tradimento. Con rabbia. E' uno dei motivi per cui ti stimo. Sei rimasta fedele a te stessa e ai tuoi bisogni. E hai combattuto. Per te. Hai parlato di lui. Hai attraversato la vergogna. Che mette tante donne in condizione di tacere. Cosa ti ha spinto a far emergere la tua rabbia?
E' stata la tua aggressività eh. Che altro non è che istinto profondo alla sopravvivenza.
Avevi un nemico ben preciso che stava mettendo a rischio il tuo mondo. E tu l'hai eliminato. Senza pietà. Tollerando il tuo dolore. E andando oltre. Con una forza tipicamente femminile, che è quella della protezione e della creazione che si sposa con la distruzione.
Ma sei attenta e diffidente ora. Controlli e valuti. I tuoi movimenti e quelli di chi ti circonda. Definisci distanze e vicinanze. Decidi a chi dare la tua dolcezza e contro chi scagliarti invece.
Non vedo molta differenza fra quello che fai tu e quello che è stato descritto. Cambiano i termini e il contesto.
Cambiano anche le esperienze.
So poco di alessandra. E di spot. Ma ricordo alcune cose da loro lanciate.
Spot, che criticava il mondo in cui provava ad esprimere la sua femminilità. A modo suo.
Alessandra, la relazione con suo padre, il lavoro, il lottare per andare oltre e affermarsi a prescindere. Sul lavoro. E le sue relazioni complesse.
Cosa altro non è questo se non combattere per affermare il proprio diritto naturale ad essere, secondo il proprio codice dell'essere. Che non appartiene. Alla famiglia. Al contesto sociale. E spesso neanche al confronto con i maschi.
Rabbia? certo. Perchè no?
Aggressività? anche. SE quella che sono non è voluta in primis dalla mia famiglia e dal contesto in cui vivo o mi adeguo o combatto. E per fortuna e grazie all'aggressività che ha fatto prendere posizione a te col tuo ex marito, a me coi miei nemici, e idem spot o alessandra.
Tremate tremate è sempre lì. Solo declinato in modo diverso.
Meno diffuso. Il movimento che le donne della tua età hanno sperimentato è morto. Imploso in se stesso. Ha lasciato in eredità una guerra fra generi irrisolta. E uno schieramento che in questo tempo non ha motivo di esistere ma non ha neanche ancora alternative.
E la comunicazione fra maschi e femmine, come si può leggere anche qui in questo piccolo spaccato di realtà, mica va molto meglio.
Ci sono ragazzine di 20 anni che scrivono che si sentono in colpa perchè lui le accusa di essere compagne inadeguate. Ti ricorda qualcosa brunetta? Per cosa siete scese in piazza?
I nemici. Tu non li vedi. Probabilmente per quanto mi riguarda sono dentro di me. Tanti. E sono i timori che ho di me. E fantasmi. Voci dal passato. Come quella che mi ripete che non mi devo fidare di nessuno. Che non potrò che ricevere inganni. Non è mia. Ma è il mio imprinting di quando non potevo che succhiare ogni parola come la verità assoluta e divina. Per me.
Altri no. Mia madre è stato un nemico molto reale. Che mi ha ripetuto per anni quanto fossi sbagliata, inadatta, malata, matta, che mi ha rinfacciato che col mio esistere le avevo procurato la perdita della felicità e della possibilità di esserlo. L'ostacolo alla sua realizzazione. E non proseguo con l'elenco che nonostante tutto mi sembra di mancarle di rispetto mettendo tutto fuori.
La violenza mi ha toccata. E dopo che mi ha toccata, per la mia costruzione, sono andata a ricercarla per sfidarla. Ancora e ancora. Per affermare che non ero morta. Anche se il senso di morte mi occupava profondamente l'essere. Il mio contesto. In cui una ragazzetta che voleva semplicemente il suo piacere senza e stronzate del "gliela do la terza la terza sera che così non sono facile", era considerata inaffidabile perchè "facile". E a far male mica è quel facile. E' quel'inaffidabile. Che si incunea come giudizio di adeguatezza e valore dell'essere.
E gli ambienti reali dove sono stata. Anche per lavoro. La strada. I tossici. Gli psichiatrici. Le prostitute. La violenza sui ragazzetti di strada, dai padri di famiglia che pagavano per caricarseli in macchina. Io ci sono cresciuta qui dentro. Sulla strada. I nemici li vedo bene. li riconosco. Li annuso.
Nel mio ambiente di lavoro attuale, non molto tempo fa, un ragazzetto ha perso il padre perchè accoltellato.
Di questo sto parlando.
E ho sottolineato che l'adrenalina, senza controllo, o è sfida alla vita o è rabbia incontrollata e esplosiva. Sia negli uomini sia nelle donne.