joss
Utente
Buongiorno a tutti.
Aggiorno la mia storia, per chi vorrà leggerla.
Ve la ricordo in breve: io 25enne impegnata, relazione extra con uomo di oltre trent'anni più anziano, anche lui impegnato.
Partiamo proprio dal concetto di essere "impegnato". Fargli ammettere di avere una relazione non è stato semplice, in tutti i mesi di frequentazione. Appena abbiamo cominciato a frequentarci lui si dichiarava single, o quanto meno senza relazioni importanti. Passano i mesi, dice che la ex compagna con cui aveva rotto qualche anno prima aveva dei problemi di salute per cui lui si stava occupando di lei, ma in amicizia eh. A volte ci scappava qualche parolina dolce, ma assolutamente nulla di più. Quest'estate arriva il periodo delle vacanze e mi rompo i cosiddetti di lui che inventa palesemente le storie più astruse per giustificare il fatto di non esserci per qualche giorno.. infine ammette di avere ancora una relazione con questa compagna, mi aveva mentito per non farmi preoccupare, ma il fatto è che era un rapporto morto, lui però si sentiva responsabile per lei, che davvero ha dei problemi di salute e bla bla bla.
A inizio settembre decido che la bisogna uscire da quella storia e latito. Purtroppo, l'ultimo giorno in cui ci siamo visti, lui deve aver pestato qualche me*da perché di lì scoppia la grana e la sua compagna mi scrive e mi chiede di vederci. Accetto subito, nel giro di un'ora ci vediamo. Mentre la aspetto, lui mi chiama e mi prega di dire che la nostra è stata una grande amicizia, perché altrimenti sarei uscita devastata dalla faccenda, sarebbero corse voci ovunque, lei avrebbe detto tutto alla mia famiglia, al mio ragazzo etc.
Sul momento, un po' tramortita, confusa e sicuramente spaventata, faccio come da copione e confermo la versione di lui. Ovviamente la loro relazione è viva, lei non vive per conto suo come lui diceva, anzi lei e sua figlia vivono a casa di lui da almeno 5/6 anni. Racconto tutto del nostro rapporto, mi sono presa la briga di dirle quanto mi fossi affezionata ma che non era mai esistito nulla di fisico.
Rimango un po' scosso dall'accaduto, ma nei giorni seguenti mi convinco che magari è meglio finirla così e che così saremmo stati in salvo.
Ma nel giro di poche settimana, la cosa non mi andava più. Ho vuotato il sacco e ho raccontato tutto al mio ragazzo. C'erano cose della nostra relazione che non andavano e non sarebbero mai andate. Per adesso stiamo ancora insieme, stiamo considerando differenze e affinità tra noi, abbiamo sbagliato entrambi in modi diversi e ora valuteremo se l'amore tra di noi è forte abbastanza per non buttare tutto al vento.
La storia diventerebbe troppo lunga, comunque è da dire io e l'oldman eravamo stati mezzo beccati nel corso della relazione, c'era gente che mormorava e le voci sono arrivate alla mia famiglia. Vorrei che mio padre continuasse a rimanere all'oscuro, tuttavia mia madre sa, ho detto tutto anche a lei e adesso medita di andare a fare quantomeno un discorsetto al mio ex amico.
Lui mi aveva mandato un messaggio un paio di settimane fa perché voleva parlarmi, ma io ero ancora troppo inca**ata. Tuttavia volevo che fosse avvertito del fatto che io alla fine l'avevo raccontata tutta, così l'ho chiamato. Durante questa telefonata è riuscito a negare tutto, lui adesso va da uno psicologo a cui ha raccontato della nostra "AMICIZIA PURA", vuole stare con la sua famiglia (la famiglia che non era MAI esistita) e io sono apparsa solo per rovinargli la vita, ha minacciato di venirmi a cercare per "farmi la pelle", di rovinarmi vita sociale e lavorativa. Io mi sono fatta intortare in questa faccenda, volevo farmi intortare e mi sarò fatta anche un sacco di film mentali nel mentre, però lui ora sta costruendo tutto intorno a sé un castello di palle colossali in cui io e lui eravamo solo amici, non mi avrebbe mai sfiorata ma ero una boccata d'aria nella sua vita, lui non era responsabile dei miei sentimenti perché chiaramente non aveva mai detto di amarmi etc. Ovviamente. Però non può obbligarmi a vivere nella menzogna, sarebbe stato comodo proseguire a quel modo, ma io non lo potevo sostenere e ho capito che potevo sopravvivere anche dicendo tutto a famiglia e fidanzato, tuttavia non sarei stata responsabile delle azioni che le persone intorno a me avrebbero potuto compiere. Comunque, le minacce ricevute, più o meno esplicite, più o meno pesanti, mi hanno fatto schizzare malissimo così ho immediatamente telefonato alla sua compagna, le ho detto che lui avrebbe dovuto parlarle, ho detto di averle mentito e che le cose stavano diversamente. Lei ovviamente ha dovuto fare la parte della splendida, lei lo sapeva, stava solo aspettando una confessione, mi sono presa la mia magnifica botta di disturbata mentalmente e un caldo consiglio di vedere uno psicologo come stanno facendo loro.
Sono una bambina un po' immatura? Forse. Non è facile, a volte mi pento di aver tirato fuori proprio tutto, odio far soffrire il mio ragazzo anche se un confronto tra noi era necessario, odio aver mortificato la mia famiglia.. ma sento che era la via migliore per me..
A voi i commenti
Aggiorno la mia storia, per chi vorrà leggerla.
Ve la ricordo in breve: io 25enne impegnata, relazione extra con uomo di oltre trent'anni più anziano, anche lui impegnato.
Partiamo proprio dal concetto di essere "impegnato". Fargli ammettere di avere una relazione non è stato semplice, in tutti i mesi di frequentazione. Appena abbiamo cominciato a frequentarci lui si dichiarava single, o quanto meno senza relazioni importanti. Passano i mesi, dice che la ex compagna con cui aveva rotto qualche anno prima aveva dei problemi di salute per cui lui si stava occupando di lei, ma in amicizia eh. A volte ci scappava qualche parolina dolce, ma assolutamente nulla di più. Quest'estate arriva il periodo delle vacanze e mi rompo i cosiddetti di lui che inventa palesemente le storie più astruse per giustificare il fatto di non esserci per qualche giorno.. infine ammette di avere ancora una relazione con questa compagna, mi aveva mentito per non farmi preoccupare, ma il fatto è che era un rapporto morto, lui però si sentiva responsabile per lei, che davvero ha dei problemi di salute e bla bla bla.
A inizio settembre decido che la bisogna uscire da quella storia e latito. Purtroppo, l'ultimo giorno in cui ci siamo visti, lui deve aver pestato qualche me*da perché di lì scoppia la grana e la sua compagna mi scrive e mi chiede di vederci. Accetto subito, nel giro di un'ora ci vediamo. Mentre la aspetto, lui mi chiama e mi prega di dire che la nostra è stata una grande amicizia, perché altrimenti sarei uscita devastata dalla faccenda, sarebbero corse voci ovunque, lei avrebbe detto tutto alla mia famiglia, al mio ragazzo etc.
Sul momento, un po' tramortita, confusa e sicuramente spaventata, faccio come da copione e confermo la versione di lui. Ovviamente la loro relazione è viva, lei non vive per conto suo come lui diceva, anzi lei e sua figlia vivono a casa di lui da almeno 5/6 anni. Racconto tutto del nostro rapporto, mi sono presa la briga di dirle quanto mi fossi affezionata ma che non era mai esistito nulla di fisico.
Rimango un po' scosso dall'accaduto, ma nei giorni seguenti mi convinco che magari è meglio finirla così e che così saremmo stati in salvo.
Ma nel giro di poche settimana, la cosa non mi andava più. Ho vuotato il sacco e ho raccontato tutto al mio ragazzo. C'erano cose della nostra relazione che non andavano e non sarebbero mai andate. Per adesso stiamo ancora insieme, stiamo considerando differenze e affinità tra noi, abbiamo sbagliato entrambi in modi diversi e ora valuteremo se l'amore tra di noi è forte abbastanza per non buttare tutto al vento.
La storia diventerebbe troppo lunga, comunque è da dire io e l'oldman eravamo stati mezzo beccati nel corso della relazione, c'era gente che mormorava e le voci sono arrivate alla mia famiglia. Vorrei che mio padre continuasse a rimanere all'oscuro, tuttavia mia madre sa, ho detto tutto anche a lei e adesso medita di andare a fare quantomeno un discorsetto al mio ex amico.
Lui mi aveva mandato un messaggio un paio di settimane fa perché voleva parlarmi, ma io ero ancora troppo inca**ata. Tuttavia volevo che fosse avvertito del fatto che io alla fine l'avevo raccontata tutta, così l'ho chiamato. Durante questa telefonata è riuscito a negare tutto, lui adesso va da uno psicologo a cui ha raccontato della nostra "AMICIZIA PURA", vuole stare con la sua famiglia (la famiglia che non era MAI esistita) e io sono apparsa solo per rovinargli la vita, ha minacciato di venirmi a cercare per "farmi la pelle", di rovinarmi vita sociale e lavorativa. Io mi sono fatta intortare in questa faccenda, volevo farmi intortare e mi sarò fatta anche un sacco di film mentali nel mentre, però lui ora sta costruendo tutto intorno a sé un castello di palle colossali in cui io e lui eravamo solo amici, non mi avrebbe mai sfiorata ma ero una boccata d'aria nella sua vita, lui non era responsabile dei miei sentimenti perché chiaramente non aveva mai detto di amarmi etc. Ovviamente. Però non può obbligarmi a vivere nella menzogna, sarebbe stato comodo proseguire a quel modo, ma io non lo potevo sostenere e ho capito che potevo sopravvivere anche dicendo tutto a famiglia e fidanzato, tuttavia non sarei stata responsabile delle azioni che le persone intorno a me avrebbero potuto compiere. Comunque, le minacce ricevute, più o meno esplicite, più o meno pesanti, mi hanno fatto schizzare malissimo così ho immediatamente telefonato alla sua compagna, le ho detto che lui avrebbe dovuto parlarle, ho detto di averle mentito e che le cose stavano diversamente. Lei ovviamente ha dovuto fare la parte della splendida, lei lo sapeva, stava solo aspettando una confessione, mi sono presa la mia magnifica botta di disturbata mentalmente e un caldo consiglio di vedere uno psicologo come stanno facendo loro.
Sono una bambina un po' immatura? Forse. Non è facile, a volte mi pento di aver tirato fuori proprio tutto, odio far soffrire il mio ragazzo anche se un confronto tra noi era necessario, odio aver mortificato la mia famiglia.. ma sento che era la via migliore per me..
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