Ciao, rileggendo un attimo mi è venuto il sospetto di non aver capito bene, puoi spiegare meglio nel grassetto cosa intendi?
Secondariamente, riflettendo sulla definizione -monaca in un bordello- ho cercato di capire se esista anche un parallellismo, nell' immaginario femminile, per gli uomini. Che si giocasse anche quello sulla ambivalente contraddizione, in un altro "spazio di mezzo" a genere invertito.
Pensavo che in fondo anche l'affermazione "gli uomini sono tutti maiali e pensano solo a quello" stà specularmente alla ricerca di un compagno che sappia esprimere trasporto, comprensionee soprattutto progetto.
Non trovi che la via del desiderio, per tutte le persone sia sempre incanalati in quella terra di mezzo?
Ciao!
Intendo dire che l'
ideale di relazione di coppia promosso negli ultimi 60 anni, o giù di lì, aveva come caposaldo fondamentale "l'uguaglianza". (che non ha fatto il passo al concetto di equità, con quel che ha comportato riguardo la comprensione e la declinazione del concetto di differenze e del conseguenze politically correct che tenta disperatamente di metterci una pezza)).
Fra i vari significati legati a quella bandiera, c'è quello dell'assenza di potere (e quindi di dinamiche di potere) fra individui coinvolti nella relazione anche di coppia.
(sovrapponendo, fra le altre cose, i significati di uguale dignità con uguale competenza e, a monte, con uguale disponibilità di risorse e abilità, vincoli e barriere, come se già la valutazione di questi aspetti fosse un giudizio e non una semplice rilevazione di fatti concreti finalizzata alla miglior espressione di sè e rapportata alle variabili di spazio e tempo).
Significato che si è sovrapposto alle dinamiche effettive, sovrascrivendole nell'ideale.
Assenza di dinamiche di potere, in quella sovrascrittura, significa simmetria relazionale, in toto.
Una simmetria pervasiva, stabile e intoccabile fra le parti.
Il "per sempre" romantico moderno, si sostiene anche su questo principio, immutabili equilibri: una radicalizzazione e una cristallizzazione del presente, proiettata in un futuro altrettanto cristallizzato in quel "per sempre"
Come se lo scorrere del tempo, in tutte le sue manifestazioni, fosse una variabile che non influisce.
Uscire dall'ideale significa osservare, per quanto possibile, la realtà senza entrare in contrapposizione con l'ideale.
Osservare per esempio che le relazioni non sono perfettamente simmetriche e sospese in un tempo e in uno spazio indefinito, ma che la simmetria è il prodotto intenzionale di un equilibrio dinamico fra le asimmetrie. Prodotto che deriva dalla compenetrazione fra gli attori della relazione (il famoso l'intero è maggiore della somma delle parti).
Che gli attori, muovendosi in quell'equilibrio dinamico e compenetrandosi usano il potere individuale per esercitare volontà e intenzione nello spazio dell'ognun per sè e poi condividendo nello spazio comune del noi.
Creando insieme la possibilità di trasformare le dinamiche del potere in giochi di potere, condivisi. (applicato alla sessualità significa rispondere all'istanza della nostra specie che vede la sessualità come aggregatore sociale e quindi inserire esplicitamente il gioco e il divertimento fra adulti, il sesso come strumento di gioco per adulti, in buona sostanza e quindi anche come strumento di apprendimento).
Osservare il potere individuale nello spazio comune, e condividerlo sia nei termini di intenzione e volontà sia nei termini di azione permette di nutrire la consapevolezza sia del proprio potere (COSA) sia del modo (COME) in cui lo si gioca.
Condividere significa esercitare (e prima ancora costruire) una intenzionalità condivisa (COSA) e decidere COME usarla, sia all'interno della coppia sia come azione congiunta nei confronti del mondo (il matrimonio, in buona sostanza si occupa di regolamentare esattamente questi aspetti).
Questo significa che il potere non è nascosto, spostato in un non luogo ma è esplicitato e modulato in dialettica fra individuo - coppia - sociale - mondo naturale.
Giocare insieme, significa aprire alla contrattazione e ricontrattazione delle regole adeguandole e adattandole al "terreno di gioco".
Qui si aprirebbe tutto il discorso dei limiti (oggettivi e soggettivi), del desiderio (che è fortemente legato alla questione dell'aggressività, intesa in senso etimologico) e della costruzione di identità.
In questa prospettiva il potere individuale viene ceduto e scambiato, intenzionalmente e proattivamente, in coppia.
Il consenso (esercizio di potere individuale) diviene centrale nelle contrattazioni interne alla coppia, e diviene possibile collocarlo in un mondo sociale e naturale.
Ne escono cose interessanti e divertenti

fra cui per esempio quell'immaginario che citavi "la prostituzione sacra".
Da qui poi si aprono diverse interpretazioni anche della coppia, intesa come "contenitore" di quella sacralità.
E prima ancora una concezione dell'individuo sacra, con quel che comporta nei termini del corpo. (a immagine di dio e dea
nel mondo naturale - limiti oggettivi e soggettivi).
Personalmente io sono convinta che il desiderio abbia quella via come passaggio obbligato, comunque si manifesti la monaca - ci ho pensato, a monaca probabilmente sostituirei sacerdotessa, probabilmente perchè io provengo dall'immaginario della guerriera devota - o il monaco - a cui allo stesso modo probabilmente sostituirei sacerdote -.
Ma ho la netta sensazione che generalmente no, non si passi per quella terra di mezzo per il semplice motivo che significherebbe pervertire (nel senso etimologico del termine) i significati correnti a riguardo.
Ho la netta sensazione, per esempio, che il desiderio - materia complessa - sia stato sostituito nella narrazione recente da impulso e poi agito.
(in effetti anni fa non capivo come mai, per esempio, il "desiderio" di tradire potesse esser presentato come un qualcosa in cui ti trovi da un giorno all'altro, le farfalle che si impongono ad ogni pensiero, nella dualità fra impulso e ragione. Ora penso che quella descrizione affondi la radice nella sostituzione del desiderio con l'impulso e quindi con l'agito. Peccato che il desiderio si muova su una direttrice contraria e opposta.

)
Stare nelle terre di mezzo, per esempio, significa rimettere il desiderio al centro e uscire in buona sostanza dai dualismi contrapposti (con quel che significa rispetto a presenza/assenza, corpo/mente ) e questa è una perversione, oggi come oggi...faticosa, fra l'altro!!
Pensa soltanto tendenziale rifiuto diffuso rispetto al semplice dichiararsi quel che piace o non piace.
Al presentarsi al meglio usando strategie di seduzione.
Etc etc.
Quanto al grassetto, concordo. E' dualismo contrapposto, una delle tante rappresentazione dell'eterno scontro fra bene e male, giusto e sbagliato, avendo come paradigma l'assoluto del bene e del male.
Non so se sono riuscita a spiegare con maggiore chiarezza quel che c'era dentro quella frase.
(come al solito grazie per gli spunti!!

)