Alle armi.. .alle armi

spleen

utente ?
Affari d'oro per Lockheed Martin quest' anno!
 
Ultima modifica:

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum

brenin

Utente
Staff Forum
ma che OT
Fai pure :)
In tema di spese militari USA... mi sembra interessante porre un attimo l'attenzione sui contractors ( mercenari ) stipendiati dal Pentagono e da altre istituzioni governative americane...

L’Iraq merita attenzione, come ci mostra questa tabella


dalla quale si desume che il numero di contractors privati che lavorano proprio in Iraq per il Dipartimento della Difesa Usa è salto di otto volte nel corso dell’ultimo anno, un tasso che supera di gran lunga quello del pur crescente numero di militari statunitensi impegnati ad addestrare e formare l’esercito di Baghdad nella lotta contro lo Stato islamico.

Questa tabella



storicizza l’utilizzo di contractors da parte dell’esercito americano nella storia ma è dagli anni Ottanta che il mercenario privato diviene figura fondamentale di supporto alle truppe, prima per compiti come la gestione dei servizi legati al cibo, il mantenimento delle unità abitative, la purificazione delle fonti d’acqua e tutto ciò che serve al mantenimento di lungo tempo di truppe in un teatro di guerra. Ma negli ultimi dieci anni qualcosa è cambiato, perché a loro è stato delegato il compito fondamentale di un esercito moderno: la logistica.

Questa tabella




mostra l'incidenza dellle opere svolte dai mercenari ( 29 % ) sul totale del lavoro eseguito ( 71 % dai militari ) ed indica il costo/l'incidenza delle spese governative sostenute, ove si evidenzia che il 49 % del budget federale di Intelligence viene assorbito proprio per pagare i mercenari ( e si parla di miliardi di dollari ).
Un settore dove oggi sono in gioco interessi enormi. Nei due anni precedenti l’invasione dell’Iraq del 2003 tutto il mercato delle navi roll-on/roll-off (traghetti e ferry) è stato completamente manipolato dal fatto che gli statunitensi hanno spostato tutte queste navi nell’area del Golfo. Due anni per predisporre la logistica di Camp Doha da cui poi è partita l’invasione.

E di questo enorme meccanismo si sono occupate le compagnie militari private, che inoltre hanno interessi economici nei vari teatri di guerra. Si fanno pagare i loro servizi, infatti, sotto forma di concessioni minerarie o estrattive nelle zone dove operano. E hanno interessi a monte perché si faccia la guerra in determinate aree.



Prendiamo la Halliburton, multinazionale che ha al suo interno anche alcune compagnie militari private e che fino al 2000 è stata guidata da Dick Cheney, poi vicepresidente degli Stati Uniti. Bene, la Halliburton ha vinto, prima che iniziasse il conflitto del 2003, l’appalto per la ricostruzione dei pozzi iracheni. Esatto, per ricostruire pozzi che non erano ancora stati distrutti, dato che la guerra doveva ancora cominciare. Guarda caso, poi è scoppiata. Oggi in Iraq più del 30% dei contractors (618) si occupano di mantenimenti e logistica, circa il 20% (318) di traduzioni e il 13% (263) hanno posizioni di supporto base, stando ai dati del Pentagono. E questa tabella



ci mostra anche un altro mutamento: se nel 2011 solo il 29% dei contractors in Iraq erano cittadini americani, ora ( 2016 ) siamo al 70% con il 10% di iracheni e il rimanente 20% di terza nazionalità varia. Inoltre, il portavoce dell’operazione militare Inherent Resolve in Iraq, colonnello Steve Warren, ha confermato che il numero di contractors che il Pentagono può impiegare non ha un limite. A fare la parte del leone sono tre aziende, la KBR, la DynCorp e la Fluor Corporation, le quali lavorano per il Logistics Civil Augmentation Program (LogCap) dell’esercito Usa, basato sui cosiddetti accordi “task order” in base ai quali quando il Pentagono ha bisogno di supporto alle truppe, contatta le aziende e “noleggia” mercenari. Nel corso di una presentazione agli investitori dello scorso novembre, il board della KBR ha detto che i servizi LogCap che sta fornendo in Iraq “sono cresciuti nell’ultimo anno e con potenziale crescita ulteriore”. Inoltre, il Pentagono può anche stipulare contratti indipendenti e, in alcuni casi, può assumere contractors che già lavorano per il governo Usa per accelerare il processo di supporto. Sempre in base al documento inviato dal Pentagono al Congresso, si evince che a luglio del 2008 erano presenti in Iraq qualcosa come 162.428 contractors pagati dalla Difesa Usa.

I contractors privati di aziende come appunto la ex Blackwater o la DynCopr (un colosso da 2,2 miliardi dollari) vengono utilizzati per compiti paramilitari ma questi vengono classificati come “unknown” ( sconosciuti ) per l’opinione pubblica e i dati che li riguardano sono segretati. Ed ecco il punto interessante: queste aziende, ingolosite dai guadagni garantiti dalle varie guerre, hanno cominciato a ragionare e a chiedersi come poter continuare a macinare soldi a prescindere dalla presenza di conflitti. Il nuovo business è infatti quello degli appalti per la sicurezza interna negli Usa.

E il fatto che i manager di molte di queste aziende abbiano da tempo dato vita a un’operazione di lobbying presso i vari Stati per offrire i loro servizi in caso di calamità naturale, spalanca la porta a un possibile ampliamento dei fronti di intervento privato nella sicurezza pubblica. Non a caso, tra gli scenari paventati non c’è solo un grande terremoto in California ma anche un attacco terroristico a New York: “Il loro modo di pensare è semplice. La guerra in Iraq non potrà durare per sempre, quindi se la compagnia vuole continuare a vivere, ha bisogno di un business plan alternativo. Lavorare qui in casa è una soluzione”, sostiene Walker. Oltretutto, come ci mostra la tabella,

le aziende che forniscono servizi di sicurezza privata pagano stipendi molto più alti di quanto non paghino non soltanto l’esercito ma anche i vari corpi di polizia, visto che durante la crisi Katrina a New Orleans i contractors della Blackwater erano pagati 950 dollari al giorno, otto volte il salario di un funzionario della polizia della città della Lousiana. Con la recessione che incombe e sempre più persone in cerca di sbarcare il lunario, magari straniere e con un passato nell’esercito che nobiliti il curriculum, il bacino di utenza dei potenziali contractors è potenzialmente enorme. Conclude Walker: “Da un punto di vista capitalistico è brillante, vuoi diversificare il tuo mercato per diversificare il tuo rischio al ribasso. Ma davvero vogliamo qualcuno che diversifichi questo servizio? Questo è un servizio armato in affitto. E si rischia di arrivare a questa diversificazione all’interno di 51 giurisdizioni negli Stati Uniti? Non è una buona cosa. Anzi, è una cosa che mi rende molto nervoso”.


Un ultima nota.... per quanto ovvio il governo americano,nelle operazioni più delicate. disconosce l'operato dei contractors, che agli occhi dell'opinione pubblica restano gli unici e veri responsabili.

Il giro di soldi è enorme, le lobbies fortissime, che farà il nuovo presidente ?

qui il sito di una delle maggiori società di contractors :

http://www.dyn-intl.com/


 
Ultima modifica:

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
In tema di spese militari USA... mi sembra interessante porre un attimo l'attenzione sui contractors ( mercenari ) stipendiati dal Pentagono e da altre istituzioni governative americane...

L’Iraq merita attenzione, come ci mostra questa tabella


dalla quale si desume che il numero di contractors privati che lavorano proprio in Iraq per il Dipartimento della Difesa Usa è salto di otto volte nel corso dell’ultimo anno, un tasso che supera di gran lunga quello del pur crescente numero di militari statunitensi impegnati ad addestrare e formare l’esercito di Baghdad nella lotta contro lo Stato islamico.

Questa tabella



storicizza l’utilizzo di contractors da parte dell’esercito americano nella storia ma è dagli anni Ottanta che il mercenario privato diviene figura fondamentale di supporto alle truppe, prima per compiti come la gestione dei servizi legati al cibo, il mantenimento delle unità abitative, la purificazione delle fonti d’acqua e tutto ciò che serve al mantenimento di lungo tempo di truppe in un teatro di guerra. Ma negli ultimi dieci anni qualcosa è cambiato, perché a loro è stato delegato il compito fondamentale di un esercito moderno: la logistica.

Questa tabella




mostra l'incidenza dellle opere svolte dai mercenari ( 29 % ) sul totale del lavoro eseguito ( 71 % dai militari ) ed indica il costo/l'incidenza delle spese governative sostenute, ove si evidenzia che il 49 % del budget federale di Intelligence viene assorbito proprio per pagare i mercenari ( e si parla di miliardi di dollari ).
Un settore dove oggi sono in gioco interessi enormi. Nei due anni precedenti l’invasione dell’Iraq del 2003 tutto il mercato delle navi roll-on/roll-off (traghetti e ferry) è stato completamente manipolato dal fatto che gli statunitensi hanno spostato tutte queste navi nell’area del Golfo. Due anni per predisporre la logistica di Camp Doha da cui poi è partita l’invasione.

E di questo enorme meccanismo si sono occupate le compagnie militari private, che inoltre hanno interessi economici nei vari teatri di guerra. Si fanno pagare i loro servizi, infatti, sotto forma di concessioni minerarie o estrattive nelle zone dove operano. E hanno interessi a monte perché si faccia la guerra in determinate aree.



Prendiamo la Halliburton, multinazionale che ha al suo interno anche alcune compagnie militari private e che fino al 2000 è stata guidata da Dick Cheney, poi vicepresidente degli Stati Uniti. Bene, la Halliburton ha vinto, prima che iniziasse il conflitto del 2003, l’appalto per la ricostruzione dei pozzi iracheni. Esatto, per ricostruire pozzi che non erano ancora stati distrutti, dato che la guerra doveva ancora cominciare. Guarda caso, poi è scoppiata. Oggi in Iraq più del 30% dei contractors (618) si occupano di mantenimenti e logistica, circa il 20% (318) di traduzioni e il 13% (263) hanno posizioni di supporto base, stando ai dati del Pentagono. E questa tabella



ci mostra anche un altro mutamento: se nel 2011 solo il 29% dei contractors in Iraq erano cittadini americani, ora ( 2016 ) siamo al 70% con il 10% di iracheni e il rimanente 20% di terza nazionalità varia. Inoltre, il portavoce dell’operazione militare Inherent Resolve in Iraq, colonnello Steve Warren, ha confermato che il numero di contractors che il Pentagono può impiegare non ha un limite. A fare la parte del leone sono tre aziende, la KBR, la DynCorp e la Fluor Corporation, le quali lavorano per il Logistics Civil Augmentation Program (LogCap) dell’esercito Usa, basato sui cosiddetti accordi “task order” in base ai quali quando il Pentagono ha bisogno di supporto alle truppe, contatta le aziende e “noleggia” mercenari. Nel corso di una presentazione agli investitori dello scorso novembre, il board della KBR ha detto che i servizi LogCap che sta fornendo in Iraq “sono cresciuti nell’ultimo anno e con potenziale crescita ulteriore”. Inoltre, il Pentagono può anche stipulare contratti indipendenti e, in alcuni casi, può assumere contractors che già lavorano per il governo Usa per accelerare il processo di supporto. Sempre in base al documento inviato dal Pentagono al Congresso, si evince che a luglio del 2008 erano presenti in Iraq qualcosa come 162.428 contractors pagati dalla Difesa Usa.

I contractors privati di aziende come appunto la ex Blackwater o la DynCopr (un colosso da 2,2 miliardi dollari) vengono utilizzati per compiti paramilitari ma questi vengono classificati come “unknown” ( sconosciuti ) per l’opinione pubblica e i dati che li riguardano sono segretati. Ed ecco il punto interessante: queste aziende, ingolosite dai guadagni garantiti dalle varie guerre, hanno cominciato a ragionare e a chiedersi come poter continuare a macinare soldi a prescindere dalla presenza di conflitti. Il nuovo business è infatti quello degli appalti per la sicurezza interna negli Usa.

E il fatto che i manager di molte di queste aziende abbiano da tempo dato vita a un’operazione di lobbying presso i vari Stati per offrire i loro servizi in caso di calamità naturale, spalanca la porta a un possibile ampliamento dei fronti di intervento privato nella sicurezza pubblica. Non a caso, tra gli scenari paventati non c’è solo un grande terremoto in California ma anche un attacco terroristico a New York: “Il loro modo di pensare è semplice. La guerra in Iraq non potrà durare per sempre, quindi se la compagnia vuole continuare a vivere, ha bisogno di un business plan alternativo. Lavorare qui in casa è una soluzione”, sostiene Walker. Oltretutto, come ci mostra la tabella,

le aziende che forniscono servizi di sicurezza privata pagano stipendi molto più alti di quanto non paghino non soltanto l’esercito ma anche i vari corpi di polizia, visto che durante la crisi Katrina a New Orleans i contractors della Blackwater erano pagati 950 dollari al giorno, otto volte il salario di un funzionario della polizia della città della Lousiana. Con la recessione che incombe e sempre più persone in cerca di sbarcare il lunario, magari straniere e con un passato nell’esercito che nobiliti il curriculum, il bacino di utenza dei potenziali contractors è potenzialmente enorme. Conclude Walker: “Da un punto di vista capitalistico è brillante, vuoi diversificare il tuo mercato per diversificare il tuo rischio al ribasso. Ma davvero vogliamo qualcuno che diversifichi questo servizio? Questo è un servizio armato in affitto. E si rischia di arrivare a questa diversificazione all’interno di 51 giurisdizioni negli Stati Uniti? Non è una buona cosa. Anzi, è una cosa che mi rende molto nervoso”.


Un ultima nota.... per quanto ovvio il governo americano,nelle operazioni più delicate. disconosce l'operato dei contractors, che agli occhi dell'opinione pubblica restano gli unici e veri responsabili.

Il giro di soldi è enorme, le lobbies fortissime, che farà il nuovo presidente ?

qui il sito di una delle maggiori società di contractors :

http://www.dyn-intl.com/


maledetti business plan ...li odio :D

Ma sai checsulle eventuali catastrofi/ stragi terroristiche potrebbero ricavare soldoni in anni a venire
Mi chiedo se ci sia un organo di controllo visto che questi "servizi" privati possono determinare il bello e cattivo tempo

Cfr. Gli appalti sulla ricostruzione di pozzi ancora integri al momento della stipula
 

brenin

Utente
Staff Forum
maledetti business plan ...li odio :D

Ma sai checsulle eventuali catastrofi/ stragi terroristiche potrebbero ricavare soldoni in anni a venire
Mi chiedo se ci sia un organo di controllo visto che questi "servizi" privati possono determinare il bello e cattivo tempo

Cfr. Gli appalti sulla ricostruzione di pozzi ancora integri al momento della stipula
Tutto vero, pensa che solo per il tornado di New Orleans si sono intascati ca. 80 milioni di dollari solo per il pattugliamento delle strade... ( tra l'altro armati e con licenza di sparare ).

L'organo di controllo c'è, ma è un controllo parziale che riguarda solo le prestazioni "pulite" ( mi riferisco alla logistica, interpretariato e così via ); per quanto eriguarda le operazioni militari le stesse ed i relativi costi sono secretati.
In effetti loro mirano a garantire sicurezza interna agli USA, qualora non ci fossero focolai di guerra aperti nel mondo ( considera che io ho citato solo l'Irak, ma sono in mezzo mondo a spese dello zio Sam ).

Sono in gioco miliardi di dollari, la maggior parte dei quali non resi di pubblico dominio ( Dick Cheney ne sa qualcosa... come G.W. Bush con la guerra nel Kuwait e la distruzione dei loro pozzi petroliferi per poi farli ricostruire dai suoi amici texani ).

Anch'io odio i business plan, per motivi diversi, ma li odio ( soprattutto in tempi come questi ! ).
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Tutto vero, pensa che solo per il tornado di New Orleans si sono intascati ca. 80 milioni di dollari solo per il pattugliamento delle strade... ( tra l'altro armati e con licenza di sparare ).

L'organo di controllo c'è, ma è un controllo parziale che riguarda solo le prestazioni "pulite" ( mi riferisco alla logistica, interpretariato e così via ); per quanto eriguarda le operazioni militari le stesse ed i relativi costi sono secretati.
In effetti loro mirano a garantire sicurezza interna agli USA, qualora non ci fossero focolai di guerra aperti nel mondo ( considera che io ho citato solo l'Irak, ma sono in mezzo mondo a spese dello zio Sam ).

Sono in gioco miliardi di dollari, la maggior parte dei quali non resi di pubblico dominio ( Dick Cheney ne sa qualcosa... come G.W. Bush con la guerra nel Kuwait e la distruzione dei loro pozzi petroliferi per poi farli ricostruire dai suoi amici texani ).

Anch'io odio i business plan, per motivi diversi, ma li odio ( soprattutto in tempi come questi ! ).
io stamattina ne ho dovuto improntate 5 :mad: due biiiiiiiip
 
Top