Amante come capro espiatorio

Brunetta

Utente di lunga data
In cosa consiste il capro espiatorio e come si sia evoluta storicamente questa figura utile per l’equilibrio sociale è probabilmente noto a tutti.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Capro_espiatorio

Penso che in caso di tradimento che viene ricomposto con una riconciliazione, l’amante svolga il ruolo del capro espiatorio, per consentire di porre il male fuori dalla coppia.
Del resto si era creata in questo forum la figura della facocera, definizione applicabile a quelle amanti incapaci di svolgere il loro ruolo, ovvero quelle donne che credevano che la loro relazione clandestina potesse evolversi in una relazione pubblica, alternativa a quella esistente quando la loro era iniziata.
Non so se fosse casuale che si parlasse solo di facocera e non di facocero, in quanto pare sia inesistente l’amante uomo che desidera costruire una relazione pubblica con l’amante sposata, o se le modalità delle amanti abbandonate potessero essere denigrate e ridicolizzate, mentre quelle degli uomini ugualmente insistenti venissero considerate più seriamente pericolose e definibili come stalking.
La parentela dei facoceri con i maiali era casuale? Chissà perché non fossero state scelte le capre.
 

danny

Utente di lunga data
In cosa consiste il capro espiatorio e come si sia evoluta storicamente questa figura utile per l’equilibrio sociale è probabilmente noto a tutti.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Capro_espiatorio

Penso che in caso di tradimento che viene ricomposto con una riconciliazione, l’amante svolga il ruolo del capro espiatorio, per consentire di porre il male fuori dalla coppia.
Del resto si era creata in questo forum la figura della facocera, definizione applicabile a quelle amanti incapaci di svolgere il loro ruolo, ovvero quelle donne che credevano che la loro relazione clandestina potesse evolversi in una relazione pubblica, alternativa a quella esistente quando la loro era iniziata.
Non so se fosse casuale che si parlasse solo di facocera e non di facocero, in quanto pare sia inesistente l’amante uomo che desidera costruire una relazione pubblica con l’amante sposata, o se le modalità delle amanti abbandonate potessero essere denigrate e ridicolizzate, mentre quelle degli uomini ugualmente insistenti venissero considerate più seriamente pericolose e definibili come stalking.
La parentela dei facoceri con i maiali era casuale? Chissà perché non fossero state scelte le capre.

Direi che lo stalking può essere riferibile sia alle donne che agli uomini senza distinzione.
http://www.affaritaliani.it/cronache/gelosia-396592.html
Sul sottolineato: l'amante di mia moglie non era affatto inesistente.
Poiché seguo su FB il gruppo "La fidanzata psicopatica" constato come certi comportamenti persecutori femminili siano ampiamente accettati o addirittura promossi, tanto da risultare oggetto di umorismo o convalida.
http://it.lovepedia.net/magazine/vendicarsi-di-un-ex/
http://www.girlpower.it/amore/coppia/i-modi-peggiori-per-vendicarsi-di-un-tradimento.php
Rammento anche che al video virale che girava tempo fa della ragazza che devastava l'auto di lui che l'aveva lasciato lessi tantissimi commenti di approvazione da parte di donne, superiori numericamente alle prese di distanza.
Io credo invece che la i comportamenti violenti andrebbero stigmatizzati senza distinzioni di genere, tenendo conto del rischio della reciprocità che è reale.
(anche nel film di Moccia "Scusa se ti chiamo amore", la fidanzatina prende a calci l'auto di lui presumendo un tradimento, ma questo viene presentato in un contesto che fa sorridere e giustifica ampiamente il gesto, che rimane comunque vandalico e se reiterato persecutorio).
 
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Orbis Tertius

Utente di lunga data
A me sembra più usuale che moglie/marito fungano da capro espiatorio delle relazioni clandestine.
Solita brunettesca aria compressa, sofismi originali quanto inintelligenti, se non ridicoli Nella migliore tradizione della sinistra autoproclamata "colta".
 

Lostris

Utente Ludica
A me sembra più usuale che moglie/marito fungano da capro espiatorio delle relazioni clandestine.
È una dinamica diversa e, secondo me, decisamente più biasimevole rispetto a quella indicata da [MENTION=4739]Brunetta[/MENTION], che tante volte abbiamo avuto modo qui di vedere.

Quando il capro espiatorio è il/la legittimo/a, è un modo per porre il male fuori da sé, vedersi meno brutti rispetto a quello che si sta facendo fornendosi una sorta di giustificazione.

Sia che si cerchi di tutelare la coppia dopo l’esplosione della bomba, sia che si tenti di preservare un’idea di sè stessi accettabile, è sempre un modo per non guardare in faccia la realtà.

Un salvagente per tenersi a galla. Quando invece sarebbe meglio imparare a nuotare.
 

Orbis Tertius

Utente di lunga data
È una dinamica diversa e, secondo me, decisamente più biasimevole rispetto a quella indicata da @Brunetta, che tante volte abbiamo avuto modo qui di vedere.

Quando il capro espiatorio è il/la legittimo/a, è un modo per porre il male fuori da sé, vedersi meno brutti rispetto a quello che si sta facendo fornendosi una sorta di giustificazione.

Sia che si cerchi di tutelare la coppia dopo l’esplosione della bomba, sia che si tenti di preservare un’idea di sè stessi accettabile, è sempre un modo per non guardare in faccia la realtà.

Un salvagente per tenersi a galla. Quando invece sarebbe meglio imparare a nuotare.
Appunto.
In genere (e qui l'abbiamo visto) l'amante viene molto colpevolizzata dalla donna tradita. Ma è più la dinamica della rivalità femminile che non la ricerca del capro espiatorio. Infatti abbiamo anche visto che la colpevolizzazione della donna amante non salva il marito/amante dalla furia della moglie.
 

danny

Utente di lunga data
Penso che in caso di tradimento che viene ricomposto con una riconciliazione, l’amante svolga il ruolo del capro espiatorio, per consentire di porre il male fuori dalla coppia.
.
Diciamo che questa dinamica permette di non mettere in discussione niente.
E' applicata da chi non ha alcuna intenzione o capacità di crescere e cerca la visione più semplicistica possibile degli avvenimenti.
Ponendo sempre ed esclusivamente la colpa al di fuori - nel coniuge che ha tradito e nell'amante che ne è stato complice - si evita di riflettere sulle dinamiche che hanno portato all'accadimento.
Trovare una colpevolezza nell'amante permette a chi è tradito di non dubitare neppure delle sue scelte in relazione al compagno. La dualità vittima/colpevole dovrebbe essere sempre essere scardinata se si vuole "maturare". E avere una visione più vicina al reale del rapporto di coppia.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
All’interno delle famiglie spesso il capro espiatorio è un figlio che diventa poi la pecora nera. Un elemento stranamente pieno di problemi che compatta la coppia genitoriale per proteggerlo.


La strategia, ovviamente non consapevole, del capro espiatorio ha la funzione di ripristinare l’armonia della coppia dopo che il tradimento ha stravolto la percezione di sé, della coppia e la narrazione di coppia creando una dissonanza cognitiva destabilizzante.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Dissonanza_cognitiva


https://it.m.wikipedia.org/wiki/Costellazioni_familiari_e_sistemiche
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
A me sembra più usuale che moglie/marito fungano da capro espiatorio delle relazioni clandestine.
Solita brunettesca aria compressa, sofismi originali quanto inintelligenti, se non ridicoli Nella migliore tradizione della sinistra autoproclamata "colta".
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Brunetta

Utente di lunga data
Diciamo che questa dinamica permette di non mettere in discussione niente.
E' applicata da chi non ha alcuna intenzione o capacità di crescere e cerca la visione più semplicistica possibile degli avvenimenti.
Ponendo sempre ed esclusivamente la colpa al di fuori - nel coniuge che ha tradito e nell'amante che ne è stato complice - si evita di riflettere sulle dinamiche che hanno portato all'accadimento.
Trovare una colpevolezza nell'amante permette a chi è tradito di non dubitare neppure delle sue scelte in relazione al compagno. La dualità vittima/colpevole dovrebbe essere sempre essere scardinata se si vuole "maturare". E avere una visione più vicina al reale del rapporto di coppia.
Non risolviamo la dissonanza cognitiva sempre in modo semplicistico proprio come la volpe.
Certamente alcuni demoliscono quello che fanno fatica a capire o mettono in bilico la propria sicurezza o il bisogno di sentire di poter controllare la propria vita è gli altri e così incasellano persone o, addirittura, forme di pensiero per negarne ogni validità.
Ma normalmente siamo più sofisticati e il capro espiatorio non viene caricato proprio di tutti i peccati, ma anche di virtù adatte per “abbindolare” il partner.
In ogni caso è necessario trovare il modo per salvare chi si vuole continuare a tenere accanto. Lo si fa per ragioni varie e che spesso riguardano i bisogni del tradito in cui i sentimenti per il traditore sono secondari.
Come dopo la guerra sono stati tenuti quasi tutti i dirigenti di Stato che erano stati conniventi con il fascismo non per meriti degli stessi, non per riconoscimento di mancanza di responsabilità e neppure per simpatie ideologiche, ma semplicemente perché si sarebbe rimasti senza classe dirigente.
 

Ioeimiei100rossetti

Utente di lunga data
Penso che in caso di tradimento che viene ricomposto con una riconciliazione, l’amante svolga il ruolo del capro espiatorio, per consentire di porre il male fuori dalla coppia.
Del resto si era creata in questo forum la figura della facocera, definizione applicabile a quelle amanti incapaci di svolgere il loro ruolo, ovvero quelle donne che credevano che la loro relazione clandestina potesse evolversi in una relazione pubblica, alternativa a quella esistente quando la loro era iniziata.
Non so se fosse casuale che si parlasse solo di facocera e non di facocero, in quanto pare sia inesistente l’amante uomo che desidera costruire una relazione pubblica con l’amante sposata, o se le modalità delle amanti abbandonate potessero essere denigrate e ridicolizzate, mentre quelle degli uomini ugualmente insistenti venissero considerate più seriamente pericolose e definibili come stalking.
La parentela dei facoceri con i maiali era casuale? Chissà perché non fossero state scelte le capre.

L'argomento è interessante. Personalmente non ho mai usato il termine "facocera" che quando sono entrata qui era parecchio in voga; mi sono prodotta in "troia" et similia, specie i primi mesi, abbondantemente, non rinnegando affatto l'averlo fatto. Perchè lo penso tuttora (nella fattispecie). Affiancato e predominato come appellativo, alla luce delle conoscenze sopraggiunte sull'evento-tradimento, dalla specifica di "sfigata", spalmata in egual misura su entrambi (lei e il marito-mio- il suo non pervenuto ma suppongo ancor più sfigato in quanto all'oscuro di tutto).
E' un dato di fatto che la componente femminile di codesta coppietta volesse evolvere allo scoperto, mentre quella maschile, una volta riverniciato l'ego brandendo brani poetici scopiazzati e fotine di albe e tramonti, la mandasse affanculo regolarmente. E il "male" non era solo in lei, anzi. Due povertà che si nutrivano a vicenda, pari pari.

Se in fase di accettazione del tradimento è vero che si tende a scaricare ogni lordura sull'amante per salvare il salvabile, successivamente, almeno a me è successo così, si accede ad una visione più corrispondente alla realtà di quanto è ed è stato: lei troia si, perchè per andare a ficcarsi nei motel a quattro passi da casa con uno raccattato sul web di cui non si sa quasi nulla, bisogna esserlo, non si discute, ma questo poco c'entra con la vita della coppia. Quello che emerge è il bisogno del tradito e i suoi perchè, la sua superficialità, come fronteggia il dopo, come attraversa tutto il tempo dell'analisi e delle decisioni a venire. Lei rimane troia, ma a casa sua. Va fuori da ogni discussione.

Non risolviamo la dissonanza cognitiva sempre in modo semplicistico proprio come la volpe.
Certamente alcuni demoliscono quello che fanno fatica a capire o mettono in bilico la propria sicurezza o il bisogno di sentire di poter controllare la propria vita è gli altri e così incasellano persone o, addirittura, forme di pensiero per negarne ogni validità.
Ma normalmente siamo più sofisticati e il capro espiatorio non viene caricato proprio di tutti i peccati, ma anche di virtù adatte per “abbindolare” il partner.
In ogni caso è necessario trovare il modo per salvare chi si vuole continuare a tenere accanto. Lo si fa per ragioni varie e che spesso riguardano i bisogni del tradito in cui i sentimenti per il traditore sono secondari.
Come dopo la guerra sono stati tenuti quasi tutti i dirigenti di Stato che erano stati conniventi con il fascismo non per meriti degli stessi, non per riconoscimento di mancanza di responsabilità e neppure per simpatie ideologiche, ma semplicemente perché si sarebbe rimasti senza classe dirigente.

Questo tuo concetto lo conosco e mi fa riflettere, anche se sinceramente non lo sento appartenermi nonostante tutti gli indizi, che potrebbero anche costituire una prova schiacciante, mi remino contro :D. Pensa che capita, le rare volte che ancora ne parliamo, che io addirittura difenda lei in una sorta di assimilazione alla sua posizione. Conosco lui e so quanto sappia essere cinico quando c'è in ballo qualcosa per sè molto più importante dell'altro nella sua interezza, dunque attacco questa sua componente in maniera feroce, perchè non mi piace affatto. In realtà vorrei in parte acquisirne almeno un frammento a mò di scudo da usare alla bisogna, ma non mi riesce proprio, o malamente nella migliore delle ipotesi. Certo, tenersi una persona che ha tradito, seppure disgraziata, può suonare meglio che perderlo; si immagina la fatica di rimanere soli e spesso non si pensa di avere in sè le risorse per farcela. Lo affermo a ragion veduta perchè il mio primo matrimonio l'ho trascinato per anni esattamente così: mi vedevo persa da sola senza avere minimamente la consapevolzza che quella stampella che pensavo mi sorreggesse in realtà mi ammaccava le tibie giorno dopo giorno azzoppandomi dolcemente. Che liberazione dopo!
Il primo pensiero dopo il tradimento del secondo marito è stato si di paura per il futuro, ma relativamente: fallimento più, fallimento meno, non avrebbe fatto la differenza nell'economia della mia vita. Ho voluto capire, senza sconti, cosa fosse successo e, anche se qualcosa ancora mi è oscuro (immagino), ho trovato una quadra che mi fa stare bene.
 

Brunetta

Utente di lunga data
L'argomento è interessante. Personalmente non ho mai usato il termine "facocera" che quando sono entrata qui era parecchio in voga; mi sono prodotta in "troia" et similia, specie i primi mesi, abbondantemente, non rinnegando affatto l'averlo fatto. Perchè lo penso tuttora (nella fattispecie). Affiancato e predominato come appellativo, alla luce delle conoscenze sopraggiunte sull'evento-tradimento, dalla specifica di "sfigata", spalmata in egual misura su entrambi (lei e il marito-mio- il suo non pervenuto ma suppongo ancor più sfigato in quanto all'oscuro di tutto).
E' un dato di fatto che la componente femminile di codesta coppietta volesse evolvere allo scoperto, mentre quella maschile, una volta riverniciato l'ego brandendo brani poetici scopiazzati e fotine di albe e tramonti, la mandasse affanculo regolarmente. E il "male" non era solo in lei, anzi. Due povertà che si nutrivano a vicenda, pari pari.

Se in fase di accettazione del tradimento è vero che si tende a scaricare ogni lordura sull'amante per salvare il salvabile, successivamente, almeno a me è successo così, si accede ad una visione più corrispondente alla realtà di quanto è ed è stato: lei troia si, perchè per andare a ficcarsi nei motel a quattro passi da casa con uno raccattato sul web di cui non si sa quasi nulla, bisogna esserlo, non si discute, ma questo poco c'entra con la vita della coppia. Quello che emerge è il bisogno del tradito e i suoi perchè, la sua superficialità, come fronteggia il dopo, come attraversa tutto il tempo dell'analisi e delle decisioni a venire. Lei rimane troia, ma a casa sua. Va fuori da ogni discussione.




Questo tuo concetto lo conosco e mi fa riflettere, anche se sinceramente non lo sento appartenermi nonostante tutti gli indizi, che potrebbero anche costituire una prova schiacciante, mi remino contro :D. Pensa che capita, le rare volte che ancora ne parliamo, che io addirittura difenda lei in una sorta di assimilazione alla sua posizione. Conosco lui e so quanto sappia essere cinico quando c'è in ballo qualcosa per sè molto più importante dell'altro nella sua interezza, dunque attacco questa sua componente in maniera feroce, perchè non mi piace affatto. In realtà vorrei in parte acquisirne almeno un frammento a mò di scudo da usare alla bisogna, ma non mi riesce proprio, o malamente nella migliore delle ipotesi. Certo, tenersi una persona che ha tradito, seppure disgraziata, può suonare meglio che perderlo; si immagina la fatica di rimanere soli e spesso non si pensa di avere in sè le risorse per farcela. Lo affermo a ragion veduta perchè il mio primo matrimonio l'ho trascinato per anni esattamente così: mi vedevo persa da sola senza avere minimamente la consapevolzza che quella stampella che pensavo mi sorreggesse in realtà mi ammaccava le tibie giorno dopo giorno azzoppandomi dolcemente. Che liberazione dopo!
Il primo pensiero dopo il tradimento del secondo marito è stato si di paura per il futuro, ma relativamente: fallimento più, fallimento meno, non avrebbe fatto la differenza nell'economia della mia vita. Ho voluto capire, senza sconti, cosa fosse successo e, anche se qualcosa ancora mi è oscuro (immagino), ho trovato una quadra che mi fa stare bene.
Non credo che nessuno debba giustificarsi, neanche con se stesso.
Si fa quel che si può e quel che non si può non si fa.
Ci mancherebbe che ci fosse indulgenza per il traditore e non per il tradito.
Io ho un gusto diciamo storico e cerco di capire come avvengano le cose.
 

danny

Utente di lunga data
Non risolviamo la dissonanza cognitiva sempre in modo semplicistico proprio come la volpe.
Certamente alcuni demoliscono quello che fanno fatica a capire o mettono in bilico la propria sicurezza o il bisogno di sentire di poter controllare la propria vita è gli altri e così incasellano persone o, addirittura, forme di pensiero per negarne ogni validità.
Ma normalmente siamo più sofisticati e il capro espiatorio non viene caricato proprio di tutti i peccati, ma anche di virtù adatte per “abbindolare” il partner.
In ogni caso è necessario trovare il modo per salvare chi si vuole continuare a tenere accanto. Lo si fa per ragioni varie e che spesso riguardano i bisogni del tradito in cui i sentimenti per il traditore sono secondari.
Come dopo la guerra sono stati tenuti quasi tutti i dirigenti di Stato che erano stati conniventi con il fascismo non per meriti degli stessi, non per riconoscimento di mancanza di responsabilità e neppure per simpatie ideologiche, ma semplicemente perché si sarebbe rimasti senza classe dirigente.
Ma neppure complichiamola troppo che rischiamo di non vedere più ciò che sarebbe davvero utile per stare bene.
No, normalmente non siamo più sofisticati, ma più contorti.
Non si salva chi ci sta accanto, ma sé stessi, ovvero il proprio ruolo all'interno di un sistema/famiglia.
Non esiste un tradito che giustifichi il tradimento subito. La via più semplice per risolvere un tradimento conservando lo stesso ruolo di prima è cancellare l'amante. Tolto di mezzo lui conservi il coniuge. E di conseguenza il tuo ruolo precedente, senza metterlo in discussione.
Sulla chiosa storica, ricordiamo sempre Il gattopardo.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Ma neppure complichiamola troppo che rischiamo di non vedere più ciò che sarebbe davvero utile per stare bene.
No, normalmente non siamo più sofisticati, ma più contorti.
Non si salva chi ci sta accanto, ma sé stessi, ovvero il proprio ruolo all'interno di un sistema/famiglia.
Non esiste un tradito che giustifichi il tradimento subito. La via più semplice per risolvere un tradimento conservando lo stesso ruolo di prima è cancellare l'amante. Tolto di mezzo lui conservi il coniuge. E di conseguenza il tuo ruolo precedente, senza metterlo in discussione.
Sulla chiosa storica, ricordiamo sempre Il gattopardo.
Non sono d’accordo.
Io leggo moltissimi traditi che si assumono una grande responsabilità rispetto alla situazione prima del tradimento. A v9lte la trovo abnorme. Ma io non sono stata nelle loro case e nei loro letti.
 

danny

Utente di lunga data
Non sono d’accordo.
Io leggo moltissimi traditi che si assumono una grande responsabilità rispetto alla situazione prima del tradimento. A v9lte la trovo abnorme. Ma io non sono stata nelle loro case e nei loro letti.
In pubblico certamente.
Dubito nel privato e, soprattutto, nell'intimo.
Comprendere forse sì, è più facile.
 

Hellseven

Utente di lunga data
Non sono d’accordo.
Io leggo moltissimi traditi che si assumono una grande responsabilità rispetto alla situazione prima del tradimento. A v9lte la trovo abnorme. Ma io non sono stata nelle loro case e nei loro letti.
Concordo.
Anche perché i rapporti sentimentali stabili richiedono l'impegno di entrambi i partner e talvolta (non sempre, ma talvolta, si) il traditore è spinto al tradimento da una crisi del rapporto della quale lui è senz'altro coreesponsabile. Ma al 50%. Il restante 50% non può che essere di chi non si vuole rendere conto che il carro sta uscendo di strada ... Che qualcosa non va lo sanno entrambi, ed antrambi fingono che non sia così.
 

danny

Utente di lunga data
Concordo.
Anche perché i rapporti sentimentali stabili richiedono l'impegno di entrambi i partner e talvolta (non sempre, ma talvolta, si) il traditore è spinto al tradimento da una crisi del rapporto della quale lui è senz'altro coreesponsabile. Ma al 50%. Il restante 50% non può che essere di chi non si vuole rendere conto che il carro sta uscendo di strada ... Che qualcosa non va lo sanno entrambi, ed antrambi fingono che non sia così.
Una crisi di coppia può bastare a giustificare un tradimento?
Possiamo determinare un nesso causale che abbia carattere di oggettività?
Ripeto: tra comprendere e giustificare c'è differenza.
Io comprendo il tradimento di mia moglie, ne capisco le ragioni, ma continuo a pensare che poteva evitare di commetterlo.
Nella comprensione c'è anche un'assunzione di responsabilità da parte di me tradito, come elemento costituente la coppia in crisi.
Io capisco in parte cosa abbia portato mia moglie a tradirmi. Ne ho afferrato i meccanismi. Ma non posso affermare: ha fatto bene, non aveva alternativa, non è colpa sua. Come pure penso che, nel caso fossi io ora a tradire, non potrei addebitare a lei la responsabilità delle mie azioni e pretendere giustificazioni che negherebbero la mia capacità di prendere decisioni in autonomia.
 
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