spleen
utente ?
Ritengo l’argomento spinoso, nel quale le granitiche certezze che talvolta ci vengono proposte e sulle quali ci spendiamo convintamente rispondano più alla nostra concezione di vita che non alla soluzione dei fatti concreti, reali che la sorte ci pone davanti.Francamente io sono per l'eutanasia.
Per me tenere in vita in casi come questi travalica l'atto d'amore e diventa accanimento.
Io non parlo di scelte facili o leggere, l'argomento è complessissimo, ma vivere non è semplicemente respirare.
Per me è anche un punto di dignità e sarebbe importante che quantomeno ci sia il diritto di scegliere di porre fine alla vita, con leggi che naturalmente ne rispettino la complessità e la sacralità.
Una scelta fatta da chi ama coloro che non hanno più possibilità di esprimersi, o tramite dichiarazioni di volontà anticipate se presenti.
La vita può finire, anche in modo ingiusto e traumatico, ma considero peggiori le situazioni in cui le persone sono trattenute in una non-vita.
Direi più che altro che personalmente sono contro l’accanimento terapeutico, più che per l’eutanasia, ma onestamente non saprei distinguere con chiarezza dove si ferma uno e dove cominci l’altra.
Il pericolo dell’ eutanasia che talvolta viene indicata come soluzione a certo tipo di problemi è che si sa dove si comincia ma non dove si può finire. Chi mi assicura che passo dopo passo non si passi dai casi limite senza speranza alla massa di vecchi, handicappati, individui non più utili socialmente? Impossibile? Direi di no, visto che nella storia si è già visto. Poi a me è rimasto impresso il caso di quella ragazzina quindicenne che ha deciso di morire dopo uno stupro, nella civilissima Olanda è successo pure questo, con il consenso legale tra l’altro.
Tra poco passeremo con ogni probabilità anche all’eugenetica, tutti belli, biodi con gli occhi azzurri, come i pollastri in allevamento, dimenticando che il vero punto di forza dell’umanità è proprio la sua variabilità genetica. (Poi magari arriva un virus e ci spazza il sedere).
Cioè, chi decide e come lo si decide chi ha diritto a vivere e chi no? Sulla base di quali parametri?
Se dovessi vedere l’andazzo dei tempi, direi che sei ok solo se sei un buon consumatore e sei ricco, se sei povero e stai male a chi servi?
Poi direi una cosa a proposito della dignità e della nostra recentissima idea sul possesso della nostra vita della quale pensiamo di essere padroni tout court. In effetti non abbiamo deciso quando dove e se nascere, non abbiamo deciso come essere, il destino beffardo e a volte crudele sballotta le nostre vite, ci fa fare cose che non vorremmo e ci premia a volte senza merito e noi pensiamo di esserne padroni?
Ok, possiamo decidere quando andarcene con un colpo di pistola alla tempia, ma insomma, non direi che noi si sia proprio così padroni del destino.
Poi ci sarebbe da dire qualcosa sul significato sociale della nostra vita ma non vorrei dilungarmi, diciamo che io ho molti dubbi che coltivo gelosamente,