Ciao a tutti, vi racconto la mia storia. (Che forse, possa essere d'aiuto a qualche "sventurato" come me' . Mi scuso per gli errori e la prolissità.)
Siamo nel 2004, 32 anni io, lei 30, ci conosciamo ad una festa di comuni amici, dopo qualche mese di frequentazione ci mettiamo insieme, ufficializzando poi il rapporto anche con le nostre famiglie.
Lei lavora presso uno studio di *** buon lavoro e retribuito bene, io invece a turni, presso un’azienda di *** ottimo stipendio, orari scomodi, ma più tempo libero, che occupo con il mio hobby, la fotografia, permettendomi anche qualche guadagno extra.
Passa quasi un anno, il nostro, è un rapporto idilliaco, coccole, rispetto reciproco e soprattutto ci prendiamo cura l’uno dell’altro, è amore, eravamo una coppia affiatatissima, suscitando anche un po' di invidia da parte dei nostri conoscenti e amici, cosi maturando la decisione di andare a vivere insieme.
A decisione presa, ci rechiamo in agenzia immobiliare, ove ci propongono varie soluzioni abitative e lei opta per un appartamento vicino al suo lavoro e famiglia, non tenendo assolutamente conto delle mie esigenze, cmq. non mi creo nessun problema, anche se mi viene scomodo per la distanza dal lavoro, quasi 25 Km, contro i 4 Km dal suo. Il tutto non mi pesa, sono innamorato, l’importante che lei… lei, fosse felice.
Finalmente diamo inizio alla nostra convivenza, ma da subito inizia a lamentarsi della scomodità dei mezzi pubblici per raggiungere il lavoro, viviamo in una grande città del sud, io per evitare a lei disagi, gli lascio la mia macchina ed io, inizio a riutilizzare lo scooter, pioggia e freddo compreso.
Premetto che tutte le spese sono sempre state a carico mio, fitto, bollette, spesa settimanale non escludendo vacanze, mare d’estate, neve d’inverno e weekend. (Questa mia precisazione dal sapore “venale” serve solo per chiarire l’evolversi della storia).
Dopo quasi due anni di convivenza la mia dolce metà inizia ad accennare con “nonchalance” al matrimonio, lanciando qualche frecciatina, punzecchiamenti, “ i non detti femminili ”, ed io, facendo “orecchio da mercante” davo poco peso alla cosa, fino al giorno in cui apro “ io” ,l’argomento matrimonio, nella sua piena interezza, né discutiamo ed i nodi vengono al pettine, soprattutto quelli economici, io effettivamente avevo dato fondo a tutti i miei risparmi per arredare casa, dagli elettrodomestici fino alle posate. In effetti convivenza e casa mi sono costati 35.000 € e dulcis in fundo, due anni, senza poter mettere nulla da parte.
Io non le ho mai chiesto niente dal punto di vista economico, ma lei manco si è mai proposta di dare una mano.
Dopo quel chiarimento, lei apparve molto comprensiva e accomodante, le chiesi solo del tempo per tirar su un po' di soldi, per coronare il mio e soprattutto il suo desiderio di matrimonio, dandomi conferma e mostrando tutto il suo interesse, ed essere ben disposta a qualche sacrificio.
Al di là di tutto, il nostro rapporto procedeva benino, tranne gli ultimi mesi, notando in lei, qualche piccolo cambiamento, cene e uscite con le amiche, tre, quattro volte a settimana e sempre quando io ero di turno al lavoro, in precedenza le cene e le uscite, le facevamo quasi sempre insieme e quando non ero di turno. Raramente era capitato quando ero impegnato.
Veniamo al dunque, un giovedi sera verso le 21,00 mentre ero di turno al lavoro ci telefonano in azienda per un’emergenza, io ed il mio collega prendiamo il mezzo aziendale per recarci sul posto, era un nuovo cliente, quindi non conoscendo l’indirizzo e tantomeno la zona, prendo lo stradario, il famoso “Tutto città” e come riferimento un posto che conoscevo, un ristorante, arrivati nei pressi dello stesso, osservando con attenzione la zona ed indicando al collega che guidava dove svoltare, noto con stupore la mia auto parcheggiata nel parcheggio del ristorante, penso subito che la mia compagna fosse li con le amiche, non potendoci fermare, stavamo lavorando, proseguiamo per andare a risolvere l’emergenza.
Al ritorno, dopo quasi un’ora quindi verso le 22,00 la mia auto non era più nel parcheggio, deduco che erano andate via, quindi decido di telefonarla per chiedergli come fosse andata la serata e per farla sentire “pensata”, ma non risponde, attribuisco la mancata risposta al fatto che stesse guidando, ma stranamente dopo 3-4 minuti mi messaggia, scrivendo che stava in pizzeria con le amiche, indicandomi anche il nome della pizzeria, “ma la stessa era all’altro capo della città a circa 50 Km da dove avevo visto la mia auto parcheggiata” inoltre scrive che non aveva risposto perché le amiche come al solito l’avrebbero presa in giro e ci saremo visti a casa.
In quel momento ho sentito dentro di me una forma di malessere, una strana sensazione, (sesto senso) cercando di rimanere lucido, di stare tranquillo, di non crearmi stupide paranoie, non né avevo motivo…
Io smonto dal lavoro alle 23,30 quindi solitamente, quando, di turno, arrivo a casa sempre poco prima della mezzanotte.
Tornato in azienda, chiedo al collega di compilare il rapporto e con la scusa di avere un lieve malore, vado via prima, prendo lo scooter e come un fulmine mi reco alla pizzeria dove la mia compagna scriveva di essere, alle 23,00 ero davanti alla pizzeria e noto, le amiche della mia compagna, probabilmente appena uscite salire in macchina (l’auto dell’amica), ma di lei e la mia auto nessuna traccia, cerco di non farmi notare e mi avvio verso casa, per strada mi assalgono mille dubbi, inizio a pensare cose senza senso, mi assale una forma di gelosia, non sono mai stato geloso, mi fidavo ciecamente. Cosa cavolo mi stava succedendo!
Arrivo sotto casa apro il box, parcheggio lo scooter di fianco alla mia auto, lei era già tornata, salgo al piano, apro la porta d’ingresso con fare silenzioso, entro e noto la luce in bagno accesa, la porta socchiusa e la sento dire : “ Amore a domani ”, era al cellulare…
Mi si gela il sangue, il cuore si ferma, sensazione indescrivibile, con freddezza torno indietro, apro e richiudo la porta d’ingresso facendo rumore, in modo che lei si accorgesse del mio rientro, lei subito uscendo dal bagno, mi si fionda al collo, mi bacia dicendomi: CIAO AMORE SEI GIA’ A CASA siamo tornati quasi insieme!
Ed inizia subito a raccontarmi di come era andata la serata con le amiche, con tanti dettagli (excusatio non petita, accusatio manifesta), io ascolto… tutte bugie, il mio cervello non recepisce manco una parola, mi sembrava che stessi vivendo un sogno, un’altra dimensione.
Riesco solo a dirle: Amore ho un fortissimo mal di testa, non mi sento proprio, mi prendo una Moment e vado a letto.
Lei risponde: Oh!! Mi spiace!! Giusto il tempo di prepararmi e ti raggiungo.
Tutta la notte non ho chiuso occhio, la guardavo, non la riconoscevo, chi era quella che dormiva accanto a me! Inizia a nascere in me una voglia di sapere, una curiosità masochista, anche se, per qualche breve istante mi faceva piacere pensare che a tutto questo ci fosse stata una spiegazione razionale, che fosse tutto un frainteso. Che quello che avevo sentito al cell. “Amore a domani” poteva esser stato detto all’amica! Ma lei non stava con le amiche! Non stava, dove raccontava d’esser stata! Con chi ha trascorso la serata? Dove ho sbagliato? Mi prende in giro? …Mi tradiva??
Tutte domande a cui volevo dare una risposta certa.
Cosi, nei giorni successivi inizio ad indagare, con lei cercavo di essere il più normale possibile.
E soprattutto, cercavo di non impegnare il suo tempo con la mia presenza, giustificando il tutto con il lavoro “straordinari”, quindi molto più tempo libero per lei.
In effetti, gli stavo rendendo la vita facile.
continua
Siamo nel 2004, 32 anni io, lei 30, ci conosciamo ad una festa di comuni amici, dopo qualche mese di frequentazione ci mettiamo insieme, ufficializzando poi il rapporto anche con le nostre famiglie.
Lei lavora presso uno studio di *** buon lavoro e retribuito bene, io invece a turni, presso un’azienda di *** ottimo stipendio, orari scomodi, ma più tempo libero, che occupo con il mio hobby, la fotografia, permettendomi anche qualche guadagno extra.
Passa quasi un anno, il nostro, è un rapporto idilliaco, coccole, rispetto reciproco e soprattutto ci prendiamo cura l’uno dell’altro, è amore, eravamo una coppia affiatatissima, suscitando anche un po' di invidia da parte dei nostri conoscenti e amici, cosi maturando la decisione di andare a vivere insieme.
A decisione presa, ci rechiamo in agenzia immobiliare, ove ci propongono varie soluzioni abitative e lei opta per un appartamento vicino al suo lavoro e famiglia, non tenendo assolutamente conto delle mie esigenze, cmq. non mi creo nessun problema, anche se mi viene scomodo per la distanza dal lavoro, quasi 25 Km, contro i 4 Km dal suo. Il tutto non mi pesa, sono innamorato, l’importante che lei… lei, fosse felice.
Finalmente diamo inizio alla nostra convivenza, ma da subito inizia a lamentarsi della scomodità dei mezzi pubblici per raggiungere il lavoro, viviamo in una grande città del sud, io per evitare a lei disagi, gli lascio la mia macchina ed io, inizio a riutilizzare lo scooter, pioggia e freddo compreso.
Premetto che tutte le spese sono sempre state a carico mio, fitto, bollette, spesa settimanale non escludendo vacanze, mare d’estate, neve d’inverno e weekend. (Questa mia precisazione dal sapore “venale” serve solo per chiarire l’evolversi della storia).
Dopo quasi due anni di convivenza la mia dolce metà inizia ad accennare con “nonchalance” al matrimonio, lanciando qualche frecciatina, punzecchiamenti, “ i non detti femminili ”, ed io, facendo “orecchio da mercante” davo poco peso alla cosa, fino al giorno in cui apro “ io” ,l’argomento matrimonio, nella sua piena interezza, né discutiamo ed i nodi vengono al pettine, soprattutto quelli economici, io effettivamente avevo dato fondo a tutti i miei risparmi per arredare casa, dagli elettrodomestici fino alle posate. In effetti convivenza e casa mi sono costati 35.000 € e dulcis in fundo, due anni, senza poter mettere nulla da parte.
Io non le ho mai chiesto niente dal punto di vista economico, ma lei manco si è mai proposta di dare una mano.
Dopo quel chiarimento, lei apparve molto comprensiva e accomodante, le chiesi solo del tempo per tirar su un po' di soldi, per coronare il mio e soprattutto il suo desiderio di matrimonio, dandomi conferma e mostrando tutto il suo interesse, ed essere ben disposta a qualche sacrificio.
Al di là di tutto, il nostro rapporto procedeva benino, tranne gli ultimi mesi, notando in lei, qualche piccolo cambiamento, cene e uscite con le amiche, tre, quattro volte a settimana e sempre quando io ero di turno al lavoro, in precedenza le cene e le uscite, le facevamo quasi sempre insieme e quando non ero di turno. Raramente era capitato quando ero impegnato.
Veniamo al dunque, un giovedi sera verso le 21,00 mentre ero di turno al lavoro ci telefonano in azienda per un’emergenza, io ed il mio collega prendiamo il mezzo aziendale per recarci sul posto, era un nuovo cliente, quindi non conoscendo l’indirizzo e tantomeno la zona, prendo lo stradario, il famoso “Tutto città” e come riferimento un posto che conoscevo, un ristorante, arrivati nei pressi dello stesso, osservando con attenzione la zona ed indicando al collega che guidava dove svoltare, noto con stupore la mia auto parcheggiata nel parcheggio del ristorante, penso subito che la mia compagna fosse li con le amiche, non potendoci fermare, stavamo lavorando, proseguiamo per andare a risolvere l’emergenza.
Al ritorno, dopo quasi un’ora quindi verso le 22,00 la mia auto non era più nel parcheggio, deduco che erano andate via, quindi decido di telefonarla per chiedergli come fosse andata la serata e per farla sentire “pensata”, ma non risponde, attribuisco la mancata risposta al fatto che stesse guidando, ma stranamente dopo 3-4 minuti mi messaggia, scrivendo che stava in pizzeria con le amiche, indicandomi anche il nome della pizzeria, “ma la stessa era all’altro capo della città a circa 50 Km da dove avevo visto la mia auto parcheggiata” inoltre scrive che non aveva risposto perché le amiche come al solito l’avrebbero presa in giro e ci saremo visti a casa.
In quel momento ho sentito dentro di me una forma di malessere, una strana sensazione, (sesto senso) cercando di rimanere lucido, di stare tranquillo, di non crearmi stupide paranoie, non né avevo motivo…
Io smonto dal lavoro alle 23,30 quindi solitamente, quando, di turno, arrivo a casa sempre poco prima della mezzanotte.
Tornato in azienda, chiedo al collega di compilare il rapporto e con la scusa di avere un lieve malore, vado via prima, prendo lo scooter e come un fulmine mi reco alla pizzeria dove la mia compagna scriveva di essere, alle 23,00 ero davanti alla pizzeria e noto, le amiche della mia compagna, probabilmente appena uscite salire in macchina (l’auto dell’amica), ma di lei e la mia auto nessuna traccia, cerco di non farmi notare e mi avvio verso casa, per strada mi assalgono mille dubbi, inizio a pensare cose senza senso, mi assale una forma di gelosia, non sono mai stato geloso, mi fidavo ciecamente. Cosa cavolo mi stava succedendo!
Arrivo sotto casa apro il box, parcheggio lo scooter di fianco alla mia auto, lei era già tornata, salgo al piano, apro la porta d’ingresso con fare silenzioso, entro e noto la luce in bagno accesa, la porta socchiusa e la sento dire : “ Amore a domani ”, era al cellulare…
Mi si gela il sangue, il cuore si ferma, sensazione indescrivibile, con freddezza torno indietro, apro e richiudo la porta d’ingresso facendo rumore, in modo che lei si accorgesse del mio rientro, lei subito uscendo dal bagno, mi si fionda al collo, mi bacia dicendomi: CIAO AMORE SEI GIA’ A CASA siamo tornati quasi insieme!
Ed inizia subito a raccontarmi di come era andata la serata con le amiche, con tanti dettagli (excusatio non petita, accusatio manifesta), io ascolto… tutte bugie, il mio cervello non recepisce manco una parola, mi sembrava che stessi vivendo un sogno, un’altra dimensione.
Riesco solo a dirle: Amore ho un fortissimo mal di testa, non mi sento proprio, mi prendo una Moment e vado a letto.
Lei risponde: Oh!! Mi spiace!! Giusto il tempo di prepararmi e ti raggiungo.
Tutta la notte non ho chiuso occhio, la guardavo, non la riconoscevo, chi era quella che dormiva accanto a me! Inizia a nascere in me una voglia di sapere, una curiosità masochista, anche se, per qualche breve istante mi faceva piacere pensare che a tutto questo ci fosse stata una spiegazione razionale, che fosse tutto un frainteso. Che quello che avevo sentito al cell. “Amore a domani” poteva esser stato detto all’amica! Ma lei non stava con le amiche! Non stava, dove raccontava d’esser stata! Con chi ha trascorso la serata? Dove ho sbagliato? Mi prende in giro? …Mi tradiva??
Tutte domande a cui volevo dare una risposta certa.
Cosi, nei giorni successivi inizio ad indagare, con lei cercavo di essere il più normale possibile.
E soprattutto, cercavo di non impegnare il suo tempo con la mia presenza, giustificando il tutto con il lavoro “straordinari”, quindi molto più tempo libero per lei.
In effetti, gli stavo rendendo la vita facile.
continua