Barbie.

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utente in roaming.
Quest'anno la Mattel lancerà una nuova linea di bambole, dalle fattezze più "realistiche" e differenziate.
http://www.ilpost.it/2016/01/28/barbie-curvy-petite-tall/
Al di là del leggero fastidio che mi dà l'utilizzo della parola "curvy" e del messaggio che si vede lanciare in generale (bellezza nonostante..)
Ero curiosa di sapere, soprattutto da chi chi ha/ha avuto figli piccoli, cosa ne pensate.
Le comprereste?
Incoraggereste l'acquisto di una bambola del genere piuttosto che altre?
Al di là dell'evidente intento commerciale, può avere una cosa del genere un effettivo valore pedagogico sui bambini? Sono capaci, soprattutto i più piccoli, di percepire (prestandoci attenzione) le differenze tra due personaggi di diversa corporatura, piuttosto che prestare attenzione ai colori e alla vivacità dei vestiti? O semplicemente è più probabile che la cosa sia fatta per far "gola" ai genitori?
 

spleen

utente ?
Quest'anno la Mattel lancerà una nuova linea di bambole, dalle fattezze più "realistiche" e differenziate.
http://www.ilpost.it/2016/01/28/barbie-curvy-petite-tall/
Al di là del leggero fastidio che mi dà l'utilizzo della parola "curvy" e del messaggio che si vede lanciare in generale (bellezza nonostante..)
Ero curiosa di sapere, soprattutto da chi chi ha/ha avuto figli piccoli, cosa ne pensate.
Le comprereste?
Incoraggereste l'acquisto di una bambola del genere piuttosto che altre?
Al di là dell'evidente intento commerciale, può avere una cosa del genere un effettivo valore pedagogico sui bambini? Sono capaci, soprattutto i più piccoli, di percepire (prestandoci attenzione) le differenze tra due personaggi di diversa corporatura, piuttosto che prestare attenzione ai colori e alla vivacità dei vestiti? O semplicemente è più probabile che la cosa sia fatta per far "gola" ai genitori?
Credo che ai piccoli in fondo frega un cazzo delle fattezze, a quella età sono concentrati sul gioco in quanto "fare" più che al giocattolo e a come è fatto.
Poi ai genitori è un altro discorso, è a loro effetivamente che deve piacere.
 

oro.blu

Never enough
Quest'anno la Mattel lancerà una nuova linea di bambole, dalle fattezze più "realistiche" e differenziate.
http://www.ilpost.it/2016/01/28/barbie-curvy-petite-tall/
Al di là del leggero fastidio che mi dà l'utilizzo della parola "curvy" e del messaggio che si vede lanciare in generale (bellezza nonostante..)
Ero curiosa di sapere, soprattutto da chi chi ha/ha avuto figli piccoli, cosa ne pensate.
Le comprereste?
Incoraggereste l'acquisto di una bambola del genere piuttosto che altre?
Al di là dell'evidente intento commerciale, può avere una cosa del genere un effettivo valore pedagogico sui bambini? Sono capaci, soprattutto i più piccoli, di percepire (prestandoci attenzione) le differenze tra due personaggi di diversa corporatura, piuttosto che prestare attenzione ai colori e alla vivacità dei vestiti? O semplicemente è più probabile che la cosa sia fatta per far "gola" ai genitori?
Credo che ai piccoli in fondo frega un cazzo delle fattezze, a quella età sono concentrati sul gioco in quanto "fare" più che al giocattolo e a come è fatto.
Poi ai genitori è un altro discorso, è a loro effetivamente che deve piacere.
Precisamente d'accordo con te. Sono stanca di sentire queste storie sulla pseudo psicologiche sui bambini.
Come è logico il troppo stroppia, ma io da piccola amavo giocare con le pistole e "sparavo" ai topini in soffitta, non sono ne lesbica ne una criminale assassina....
Così una Barbie vecchio stile non bacherà le menti delle nuove generazioni....
 

Lucrezia

Utente di lunga data
Quest'anno la Mattel lancerà una nuova linea di bambole, dalle fattezze più "realistiche" e differenziate.
http://www.ilpost.it/2016/01/28/barbie-curvy-petite-tall/
Al di là del leggero fastidio che mi dà l'utilizzo della parola "curvy" e del messaggio che si vede lanciare in generale (bellezza nonostante..)
Ero curiosa di sapere, soprattutto da chi chi ha/ha avuto figli piccoli, cosa ne pensate.
Le comprereste?
Incoraggereste l'acquisto di una bambola del genere piuttosto che altre?
Al di là dell'evidente intento commerciale, può avere una cosa del genere un effettivo valore pedagogico sui bambini? Sono capaci, soprattutto i più piccoli, di percepire (prestandoci attenzione) le differenze tra due personaggi di diversa corporatura, piuttosto che prestare attenzione ai colori e alla vivacità dei vestiti? O semplicemente è più probabile che la cosa sia fatta per far "gola" ai genitori?
Ce l'ha. Queste cose si percepiscono a livello inconscio e vanno a integrare dei modelli di 'bellezza' e 'normalità', poi è ovvio che i bambini non stanno lì a fare una dissertazione su cosa significhi che una bambola sia fatta in un modo piuttosto che in un altro. Io, benchè non sia in grado di dire quanto, sono certa che il modo in cui le barbie erano fatte mi abbia influenzata nel crearmi un'idea di cosa sia bello e vincente. Perchè poi, la barbie, era l'unico modello di adulto che veniva fornito in forma di gioco: i bambolotti e le altre bambole sono bambini come te, ma la barbie ti dà un modello di come potrebbe o dovrebbe essere un adulto fico, e di come sia il prototipo di bellezza al quale ad un certo punto un bambino rischia anche di ambire. Per tutti, ad esempio, il prototipo della bellezza era essere biondi e con gli occhi azzurri, avere i capelli lunghi se donna, il naso piccolo ed essere magre (ma anche tettone). E questo, derivava secondo me anche dalle barbie. Perchè erano così belle, e vivevano nella casa fica e andavano a cavallo e facevano mestieri fichi e stavano con ken eccetera. Era l'unico giocattolo 'adulto' a cui ispirarsi. A quel punto nella vita reale, le bambine e i bambini di quel genere lì, da tutti erano considerati i più belli. E mi ricordo che il tizio con cui ho perso la verginità assomigliava un po' a Ken (in versione un po' mediterranea) e questo in qualche modo lo ha fatto apparire ai miei occhi come di un'altra categoria :carneval:
Insomma sì. I bambini non ci riflettono, ma l'immagine che si propone come 'fica' fin dall'infanzia, attechisce almeno lì per lì. Per noi poi, fare barbie di varie etnie, peso e altezze può sembrare ancora un po' inutile, ma in posti come l'america ad esempio, considerato il rapporto che c'è con le minoranze etniche, i prototipi di bellezza e il rapporto col proprio corpo, è particolarmente importante che sia così. Il fatto che barbie sia una stragnocca fatta secondo certi canoni non fa che rinforzare l'ansia già proposta dai media di come debba essere la bellezza femminile e di come sia indesiderabile ciò che non si uniforma. Giocare con bambole diverse ti dà il permesso di interiorizzare, per quando sarai più grande, la consapevolezza che ci siano molti modi di essere e sentirsi belli e che la norma non sia formata solo da un certo tipo di faccia e di corpo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ce l'ha. Queste cose si percepiscono a livello inconscio e vanno a integrare dei modelli di 'bellezza' e 'normalità', poi è ovvio che i bambini non stanno lì a fare una dissertazione su cosa significhi che una bambola sia fatta in un modo piuttosto che in un altro. Io, benchè non sia in grado di dire quanto, sono certa che il modo in cui le barbie erano fatte mi abbia influenzata nel crearmi un'idea di cosa sia bello e vincente. Perchè poi, la barbie, era l'unico modello di adulto che veniva fornito in forma di gioco: i bambolotti e le altre bambole sono bambini come te, ma la barbie ti dà un modello di come potrebbe o dovrebbe essere un adulto fico, e di come sia il prototipo di bellezza al quale ad un certo punto un bambino rischia anche di ambire. Per tutti, ad esempio, il prototipo della bellezza era essere biondi e con gli occhi azzurri, avere i capelli lunghi se donna, il naso piccolo ed essere magre (ma anche tettone). E questo, derivava secondo me anche dalle barbie. Perchè erano così belle, e vivevano nella casa fica e andavano a cavallo e facevano mestieri fichi e stavano con ken eccetera. Era l'unico giocattolo 'adulto' a cui ispirarsi. A quel punto nella vita reale, le bambine e i bambini di quel genere lì, da tutti erano considerati i più belli. E mi ricordo che il tizio con cui ho perso la verginità assomigliava un po' a Ken (in versione un po' mediterranea) e questo in qualche modo lo ha fatto apparire ai miei occhi come di un'altra categoria :carneval:
Insomma sì. I bambini non ci riflettono, ma l'immagine che si propone come 'fica' fin dall'infanzia, attechisce almeno lì per lì. Per noi poi, fare barbie di varie etnie, peso e altezze può sembrare ancora un po' inutile, ma in posti come l'america ad esempio, considerato il rapporto che c'è con le minoranze etniche, i prototipi di bellezza e il rapporto col proprio corpo, è particolarmente importante che sia così. Il fatto che barbie sia una stragnocca fatta secondo certi canoni non fa che rinforzare l'ansia già proposta dai media di come debba essere la bellezza femminile e di come sia indesiderabile ciò che non si uniforma. Giocare con bambole diverse ti dà il permesso di interiorizzare, per quando sarai più grande, la consapevolezza che ci siano molti modi di essere e sentirsi belli e che la norma non sia formata solo da un certo tipo di faccia e di corpo.
Concordo.
Anche se ovviamente la Mattel pensa che la bellissima e autorevole Michelle Obama in splendida forma forse non ha le proporzioni della Barbie classica e il mercato va ampliato anche a chi per etnia ha altre curve.
 

danny

Utente di lunga data
Il modello di bellezza di mia figlia allora sono... i minipony?
E le Equestria Girl?
E noi maschi allora?
Big Jim ci ha per caso influenzato?
 

danny

Utente di lunga data
In casa abbiamo tonnellate di Barbie. Le colleziona la madre, le raccoglie la figlia ai mercatini dell'usato.
Poi abbiamo le Bratz, le Winx...
Poi i minipony e tutto il loro mondo.
Cavalli, cavallini, cavalloni.
I bambini vivono in un mondo di fantasia in cui i canoni nostri non hanno valore.
Quante volte ci è capitato di ascoltare bambini che dicevano che una persona era bella quando noi pensavamo l'esatto contrario?
La Barbie è (era) irreale come lo sono Paperino, Barbapapà, Pippi Calzelunghe e Biancaneve, perché i bambini vivono in una incoscienza della realtà, in cui il gioco e il loro mondo fatto di fantasia, disegni, cartoni animati non seguono i nostri canoni, i nostri modelli, ne creano altri.
Sono gli adulti a imporre la loro visione.
Per tutto, pudore compreso (i bambini non hanno alcuna vergogna).
Una Barbie politically correct è un nuovo business per una bambola che già da un po' non è più al centro delle attenzioni delle bambine: in effetti il mondo di Barbie oggi è superato, non è più evocativo, è troppo simile a quello degli adulti (rispetto al passato, in cui una Barbie era una donna elegante, libera e indipendente contrariamente alle donne dell'epoca), per cui le bambine, che al mondo degli adulti non appartengono, oggi giocano molto di più con le "principesse" o con i cavallini, più facili da gestire nelle loro storie di fantasie che creano per gioco.
Comunque io da piccolo giocavo con i soldatini e le pistole.
Oggi sono pacifista.
I veri modelli sono gli adulti di riferimento, non i giocattoli.
 
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danny

Utente di lunga data
Credo che ai piccoli in fondo frega un cazzo delle fattezze, a quella età sono concentrati sul gioco in quanto "fare" più che al giocattolo e a come è fatto.
Poi ai genitori è un altro discorso, è a loro effetivamente che deve piacere.

Sì.
 
io penso sia più un adeguamento ideologico per gli adulti e concordo con danny che i veri modelli siano genitori ed educatori
 

Brunetta

Utente di lunga data
In casa abbiamo tonnellate di Barbie. Le colleziona la madre, le raccoglie la figlia ai mercatini dell'usato.
Poi abbiamo le Bratz, le Winx...
Poi i minipony e tutto il loro mondo.
Cavalli, cavallini, cavalloni.
I bambini vivono in un mondo di fantasia in cui i canoni nostri non hanno valore.
Quante volte ci è capitato di ascoltare bambini che dicevano che una persona era bella quando noi pensavamo l'esatto contrario?
La Barbie è (era) irreale come lo sono Paperino, Barbapapà, Pippi Calzelunghe e Biancaneve, perché i bambini vivono in una incoscienza della realtà, in cui il gioco e il loro mondo fatto di fantasia, disegni, cartoni animati non seguono i nostri canoni, i nostri modelli, ne creano altri.
Sono gli adulti a imporre la loro visione.
Per tutto, pudore compreso (i bambini non hanno alcuna vergogna).
Una Barbie politically correct è un nuovo business per una bambola che già da un po' non è più al centro delle attenzioni delle bambine: in effetti il mondo di Barbie oggi è superato, non è più evocativo, è troppo simile a quello degli adulti (rispetto al passato, in cui una Barbie era una donna elegante, libera e indipendente contrariamente alle donne dell'epoca), per cui le bambine, che al mondo degli adulti non appartengono, oggi giocano molto di più con le "principesse" o con i cavallini, più facili da gestire nelle loro storie di fantasie che creano per gioco.
Comunque io da piccolo giocavo con i soldatini e le pistole.
Oggi sono pacifista.
I veri modelli sono gli adulti di riferimento, non i giocattoli.
Vera l'ultima frase che annulla tutto il resto.

I bambini usano i giocattoli che hanno in base ai loro bisogni che comprendono la rielaborazione del mondo adulto di loro esperienza.
Non credere che la scelta di giocare con un personaggio simbolico, irreale e asessuato sia estraneo al mondo adulto di cui tua figlia ha esperienza.

Per quanto riguarda i modelli femminili e maschili sia fisici sia di ruoli si formano attraverso una molteplicità di modelli e anche bambole che rappresentano un corpo adulto hanno la loro parte.
Io ho sempre trovato orribile la Barbie ma non l'ho negata a mia figlia che ci gioca a con amiche e il fratello insieme alle tartarughe ninja vivendo storie avventurose e non facendo la mogliettina in attesa di ken.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Il modello di bellezza di mia figlia allora sono... i minipony?
E le Equestria Girl?
E noi maschi allora?
Big Jim ci ha per caso influenzato?

Ken e Big Jim e Barbie ecc sono loro stessi prodotti di una cultura e contestualmente hanno avuto la funzione di trasmetterla.
 

danny

Utente di lunga data
Vera l'ultima frase che annulla tutto il resto.

I bambini usano i giocattoli che hanno in base ai loro bisogni che comprendono la rielaborazione del mondo adulto di loro esperienza.
Non credere che la scelta di giocare con un personaggio simbolico, irreale e asessuato sia estraneo al mondo adulto di cui tua figlia ha esperienza.

Per quanto riguarda i modelli femminili e maschili sia fisici sia di ruoli si formano attraverso una molteplicità di modelli e anche bambole che rappresentano un corpo adulto hanno la loro parte.
Io ho sempre trovato orribile la Barbie ma non l'ho negata a mia figlia che ci gioca a con amiche e il fratello insieme alle tartarughe ninja vivendo storie avventurose e non facendo la mogliettina in attesa di ken.
Infatti i bambini creano con quello che hanno a loro disposizione un altro mondo, quindi alterano la percezione dei modelli come li vediamo noi.
I giocattoli sono un fenomeno recente, dal punto di vista commerciale.
Un tempo erano appannaggio dei ricchi, ai poveri spettava la bambola di pezza fatta dalla mamma, per i maschietti tanta tanta fantasia palloni di pezza, fionde fatte con i rami degli alberi e le camere d'aria inutilizzabili delle biciclette e cerbottane per bussolotti (queste ultime le ho, dei miei genitori).
C'è un bellissimo museo del giocattolo ad Angera. L'ho visitato una volta insieme alla mostra temporanea Barbie (tutti i modelli storici) e devo dire che è affascinante.
Ovviamente i giocattoli erano quelli dei ricchi di un tempo, sono giocattoli impensabili oggi, sia per i materiali usati (le bambole in ceramica con vestiti sontuosi) che per il costo di lavorazione.
La Barbie nasce in Germania, come Bild Lilli, un personaggio dei fumetti dell'epoca disegnato da Reinhard Beuthien che poi diede origine a una bambola omonima che ebbe un notevole successo prima in Germania, poi esportata in tutto il mondo. Bild Lilli si ispirava a Marlene Dietrich come modello femminile (donna indipendente e forte) ed è stata prodotta e disegnata da una donna appassionata di mode.
Barbie è una copia americana successiva, praticamente identica, anche perché gli americani acquistarono i diritti di produzione.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Hai letto La mistica della femminilità?
 

danny

Utente di lunga data
Hai letto La mistica della femminilità?
No, ma è del 1966.
Ho visto Gioventù Bruciata che è del 1955 (ma la sceneggiatura del 1947) e ho trovato già trattati:
gli scontri generazionali, con i genitori maschi deboli e succubi delle controparti femminili
l'omosessualità adolescenziale
il bullismo
l'indifferenza della società adulta e conformista ma non libera

Non imputerei questi problemi alla Barbie, che nel 1955 era ancora lontana dall'essere diffusa negli USA, ma all'impostazione consumistica della società americana.
I bulli di gioventù bruciata, presenti anche in altri film (West Side Story, American Graffiti etc) fanno capire il livello di violenza e conflitti nella società dell'epoca.
Riguardati il film.
L'apatia dei personaggi di fronte ai drammi che li coinvolgono è sconvolgente.
Lo stesso lieto fine (si fa per dire) dal punto di vista sentimentale sconvolge ancor di più, soprattutto se si pensa che tutto quanto si svolge in una sola giornata.
Comprendo che la Barbie sia divenuta un'icona negativa secondo una certa visione, ma sinceramente è come imputare solo alle Nike il valore di multinazionale della calzatura che sfrutta il lavoro dei paesi più poveri.
Barbie è parte di un mondo e di un'epoca, e questa ennesima trasformazione di oggi segue di pari passo la nostra evoluzione, e ci rappresenta.
La bambola politically correct ha lo stesso sapore delle scarpe vegane: una nicchia commerciale.
Falsa necessariamente per adeguarsi alle richieste di mercato che mutano.
Per quanto riguarda il modello femminile, l'estetica di Barbie è quella delle longilinee donne nordeuropee degli anni 50, è un'estetica mutata (nel volto) durante gli anni, ma più o meno rimasta fedele a un modello.
 
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danny

Utente di lunga data
Un altro film interessante è Hairspray, sempre sui modelli americani dell'epoca e il razzismo inside di una società conflittuale, o il suo meno conosciuto predecessore "Grasso è bello".
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ben per questo consigliavo il libro che analizza proprio il secondo dopoguerra e la cultura che ha inquadrato in un certo modo le donne.
Ovviamente è centrato sulla cultura americana e proprio per questo descrive fenomeni da noi successivi. Non citare West Side Story. A me, potrei recitarlo. Però non ti piacerebbe :carneval: . Ti farò un assaggio di Tonight :rotfl:
 

danny

Utente di lunga data
Ben per questo consigliavo il libro che analizza proprio il secondo dopoguerra e la cultura che ha inquadrato in un certo modo le donne.
Ovviamente è centrato sulla cultura americana e proprio per questo descrive fenomeni da noi successivi. Non citare West Side Story. A me, potrei recitarlo. Però non ti piacerebbe :carneval: . Ti farò un assaggio di Tonight :rotfl:
Io amo il passaggio a più voci di Tonight.
West Side Story lo adoro.
 
Stato
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