Per tutela io intendo questo: se parlo di una mia amica o del mio fidanzato o del mio ex con una terza persona, di solito sto attenta a omettere dettagli intimi, personali, che possano lederne la privacy, e se racconto episodi di vita, lo faccio cercando a modo mio di 'proteggere' l'immagine di questa persona, perché ci tengo. A meno che non sia molto arrabbiata e voglia sfogarmi, ma anche in quel caso, più o meno inconsciamente, una forma di tutela, di protezione, la metto in atto. Litigo col mio fidanzato? Magari mi vedo con le amiche e lo insulto pure, ma lo faccio in modo da non comprometterne l'immagine, perché passato il momento so che mi spiacerebbe che loro avessero una pessima opinione di lui.
Invece spesso noto che quando non ci frega nulla delle persone, tendiamo a raccontare senza filtri o meglio, con i nostri filtri personali, fatti di rabbia, delusione, rancore, irritazione... di qui nasce lo sparlare. Parlare troppo, come dice Sienne. Parlare senza darsi un limite. Lo sparlare nasce dall'indifferenza o dal disprezzo, temo.
E' una brutta cosa, ma fino ad ora non ho mai incontrato una persona che non mettesse in atto questi meccanismi, magari in buona parte inconsapevoli eh. Sicuramente umani.
Non sto applaudendo chi sparla, ma dico semplicemente che succede più o meno a tutti. E non me la sento di stigmatizzare a priori.