Capitolo zero

Stato
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Tebe

Egocentrica non in incognito
Romanzo-Continuazione (inserimento Farfalla)

Due anni prima
Amsterdam, 31 ottobre 2033
h 23 e 12


Ormai Tebe ne era certa. Qualcuno la stava seguendo. Dal mattino.
Ma non era qualcuno. Era qualcosa. Un vampiro?
Non riusciva a capirlo e questo voleva dire solo due cose. O era un succhia molto potente che si schermava benissimo oppure era qualcos'altro. Già. Ma cosa?
Decise di non uscire dal centro pieno di gente e turisti, una cacofonia colorata e rumorosa. Chiunque fosse non avrebbe tentato di ucciderla o rapirla con così tanti testimoni.
Gli scontri con i vampiri e similari non erano mai the con le amiche. Enno.
Si infilò in un bar e ordinò una cioccolata, sedendosi ad un piccolo tavolino poco stabile, in un angolino semi buio. Spalle al muro. Cominciò a fissare la porta del locale.
Forse doveva chiamare aiuto. Era una Guardiana certo, addestrata a combattere ma...lei non sapeva combattere bene.
Era davvero sotto la media a calci rotanti e tutte quelle cose che gli altri normalmente facevano solo con il corpo.
Pure Nausica che aveva qualche problema di coordinazione, menava come un guerriero quasi senza usare la magia.
Lei invece. Si. Picchiava. Certo. Atterrare un umano non era un grosso problema ma...umani appunto. I succhia erano altro.

Era tutto tranquillo. Apparentemente. Aveva i brividi.
E a Praga, non c'era nessun Guardiano.
Non c'erano Porte da controllare in quel luogo, non aveva nemmeno una storia vampirica o eraniana di rilievo.

Infilò un dito nella panna montata e se lo portò alla bocca, succhiandolo.
Ancora niente.
Solo turisti e giovani.
A mezzanotte si alzò.
Ok. Non poteva stare tutta la notte a rimpinzarsi di cioccolata e panna, e quel qualcosa che le stava attaccato al culo non avrebbe mollato. Ormai era evidente.
Lo scontro. Era. Inevitabile.
Fece una rapida anamnesi delle difese che aveva e la voce della Gran sacerdotessa le rimbombò in testa.
Tebe, quelle non sono armi da Guardiano. Sono solo...beauty. Quand'è che cresci? Non perdo le speranze con te.
Aveva ragione ovviamente. Sulle armi, non sulla crescita. Ma si sarebbe sentita a disagio con fucili a canne mozze nascosti nelle pieghe del tempo o bombe a mano grosse come noccioline in tasca.
No no. E poi le sue due armi le avevano sempre salvato la vita (certo, insieme ad un bel pò di magia e aiuti fortuiti ma lei era viva. Vivissima)
Al polso destro portava un sottile, rigido e piatto braccialetto alla schiava, un oggetto magico che faceva uscire quattro stiletti di 15 centimetri affilati come rasoi. Letali.
E poi la sua arma preferita. Anzi. L'unica sua arma preferita. Le odiava, non nutriva nessun interesse per loro, ma quella le era stata regalata da uno stregone di Era, L'Eremita, un saggio e potentissimo essere magico avvolto da molto mistero.
ed era stato un onore, che l'aveva anche un pò stupita.
Appariva come un cilindro d'acciaio, di piccolo diametro, giusto per impugnarlo ma.
Era una frusta di energia e magia, che bruciava al solo contatto. E non solo.
Pagò, si attardò a cercare fintamente qualcosa nella borsa e si mischiò all'uscita con un gruppo di ragazzi urlanti.
Se doveva combattere lo avrebbe fatto.
Non le piaceva essere preda.

Ancora niente. Girava da più di un ora ma ancora. Niente.
La sentiva la presenza, ma non la vedeva e non capiva cosa fosse.
Decise di spostarsi dal centro. la cosa non era benevola. Avvertiva ondate di...nervosismo? Non lo sapeva e non poteva mettersi in ascolto, sarebbe stato come rivelare in toto la sua presenza.
Lo avrebbe affrontato.
Respirò forte mentre scendeva in metropolitana. Sapeva che quella fermata sarebbe stata quasi deserta.
E infatti. Solo un paio di ubriaconi, qualche tossico e niente altro.
tebe si portò velocemente davanti al binario, con gli occhi fissi sulle scale mobili che scendevano.
Poteva arrivare solo da li. Lo avrebbe visto. E lui anche.
I muscoli cominciarono a tendersi. L'adrenalina scorrere veloce, raggiungere ogni cellula del suo corpo.
Era pronta. No non è vero. Non lo era. Aveva paura, non molta in verità, ma...
Aveva. Paura.
Dalle scale mobili ancora nulla. Scendevano vuote. Intorno solo il sibilo dei motori che le facevano scorrere, un sibilo metallico. Le voci sconclusionate dei due ubriachi. Il silenzio fatto dei tossici che qualsiasi cosa fosse successa non ci avrebbero badato.
Lui era sopra. Lo sentiva. Stava decidendo se era una trappola?
Tebe liberò la sua magia. Non aveva importanza se altri vampiri l'avrebbero sentita e individuata. Doveva sapere esattamente con cosa si stava apprestando a combattere.
Ondate sottili di energia cominciarono ad espandersi nello spazio, oltre il suo corpo. Tebe poteva vederle, onde leggere e invisibili simili a piccole dita che si allungavano, si spandevano, scivolavano veloci sulle scale mobili, risalendo e...
-Ma cosa cazz...-
Dolore. Dolore. Dolore.
Quando la sua schiena colpì il muro di schianto sentì le ossa frantumarsi.
Urlò di dolore quando toccò il pavimento, come un sacco sbattuto a terra.
Ansimò alla ricerca d'aria. Era stata scaraventata indietro dalla sua stessa energia. Una rimessa al mittente rabbiosa e potente.
Tentò di alzarsi. Non ci riuscì. Non poteva avere nulla di rotto ma si sentiva a pezzi. E in bocca il sapore del suo sangue.
Prese un respiro ma l'aria sembrava ancorarsi in gola.
Dolore.
Tra le lacrime fissò le scale mobili.
Ferme.
Tentò di alzarsi di nuovo, ignorando il dolore.
Crollò di nuovo a terra.
Cazzo cazzo cazzo.
Poteva chiamare aiuto i suoi sarebbero arrivati in poco ma...non voleva. Non ancora. Prima doveva capire chi fosse e cosa fosse.
Doveva alzarsi. Si appoggiò alla parete in piastrelle, lurida e fredda della metro e finalmente fu in piedi.
Si tolse il cappotto e rimase con una semplice maglietta aderente a collo alto, nera e un paio di pantaloni anch'essi neri. . In mano aveva già la sua frusta, anche se immaginava di non avere per nulla l'immagine di un Guardiano cazzuto pronto alla lotta.
Respirò ancora. Sputò sangue. Andava meglio.
Le scale ripresero a scendere.

Parigi, oggi
H 21:30
Morgue, laboratorio Ghost


Tebe si infilò in bocca l'ultimo pezzo di kinder fetta al latte, mugulando di piacere. Leccò le briciole pannose rimaste intorno alle labbra e si chinò attenta sul collo verdastro del cadavere.
-Nulla di nuovo. E' stato bevuto come gli altri.- disse rialzandosi - e gli è stata rubata l'anima.-
Toshi, il suo braccio destro, un umano illuminato dall'intelligenza incredibile, storse un pò la bocca -Ormai i cadaveri senz'anima stanno diventando un vero esercito. nel deposito Europeo sono quasi mille. E dobbiamo ancora ricevere gli aggiornamenti asiatici e quelli medio orientali.-
Tebe tolse i guanti da chirurgo, scartò un altra kinder fetta al latte e cominciò a ricucire con punti autosaldanti lo sterno del morto, un uomo devastato dall'alcool e dalla droga. I suoi organi interni erano al collasso e se non fosse arrivato il Predatore comunque sarebbe crepato lo stesso. Ma la sua anima sarebbe stata salva.
No. Salva no. Sperava che quel grandioso figlio di puttana stecchito sul tavolo di acciaio pagasse per tutti i suoi crimini e...
-Tebe, c'è qualcosa che dovrei sapere?-
Lei inarcò un sopracciglio fissandolo. Si che c'era qualcosa che lui avrebbe dovuto sapere. Ma non solo lui. Anche tutti gli umani che collaboravano con Era.
A loro era stata taciuta l' informazione più importante, ovvero che il Risveglio del Re era vicino. Molto vicino. E che il libro li davano per spacciati.
Minerva non aveva voluto sentire ragioni sul parlare con gli umani e dopo accese litigate si era giunto ad un compromesso.
Se il libro del tempo avesse mutato la sua profezia dopo la decisione di attaccare, allora gli umani vicini al popolo di era avrebbero saputo. Tutto.
Non era possibile fare diversamente. per attaccare le file dei vampiri e tentare di stanare il luogo dov'era seppellito il re avevano bisogno di persone.
E quindi sarebbe scattato il reclutamento di nuovi umani. Per forza.
Ma nessuna notizia proveniva da Era. Minerva taceva.
Il libro non aveva cambiato la sua profezia? O l'aveva cambiata in maniera tale da essere peggio? Impossibile. Cosa c'era di peggio che l'annientamento della razza umana come società e della distruzione di Era?
sarebbero diventati tutti schiavi dei vampiri secondo Il libro.
Schiavi e cibo.
Le fate poi sarebbero state trattate peggio. Rabbrividì ricordando la storia antica del suo popolo.
-Tebe...- la riportò alla realtà Toshi.
Lei fissò gli occhi scuri a mandorla del giapponese che le rimandavano uno sguardo deciso e acuto -Si, c'è qualcosa che dovresti sapere ma non posso ancora dirti nulla.-
Toshi annuì -Finisco io con il pacco speciale.- le disse avvicinandosi al cadavere ormai quasi completamente ricucito -Immagino che i Pulitori arrivino fra poco.-
-Esatto...me ne vado allora Toshi. Se ci sono problemi chiama.-

Berlino est, stesso momento

Joey Blow parcheggiò la macchina in una via laterale di Kin strasse chiedendosi se l'avrebbe ritrovata al suo ritorno.
Sperò di si. Non per lui. Ma per gli eventuali ladri.
Camminò velocemente dribblando puttane e spacciatori, sacchi di immondizia rotolati fuori dai bidoni stracolmi, lampioni per lo più rotti e quei pochi che facevano luce, sembravano sul punto dio spegnersi, dando tutto intorno un alone giallognolo da quartiere malato.
E lo era.
Si infilò dentro un androne buio e la puzza di piscio rancido gli colpì le narici come un pugno. Una lampadina dall'insolita luce fredda sbucava attaccata ad un filo nero, da un muro scrostato, pieno di macchie e un topo grosso come un gatto gli saettò tra i piedi.
Joey cominciò a salire una scala ripida e sporca. Buia. gelida.
Dalle porte mal messe degli appartamenti ogni tanto uscivano rumori. L'abbaiare di un cane con relativo Fai tacere quella testa di cazzo a quattro zampe stronza puttana. fatti leccare in silenzio! a rumori di mobili spostati.
Qualcuno stava ascoltando la tv ad un volume altissimo, risate e canti da ubriaco.
Salì ancora un piano finchè arrivò davanti ad una porta in acciaio scrostato.
Nel lungo corridoio in penombra sembrava non esserci nessuno.
Nessun campanello. Bussò.
Niente.
Bussò ancora.
Niente.
Un pakistano uscì dall'ombra. Joey lo sentì avvicinarsi, passare oltre e poi sparire.
Bussò ancora.
-Chi cazzo sei, non sono in casa, non si capisce?-
-Sono Blow.-
-Ma certo! E io sono Cenerentolo!-
-Conto fino a tre. Uno. Due. Tr..-
La porta si spalancò di colpo e un nero enorme apparve. -Blow! E' una vita che non ti vedo! Vieni qui fratello!-
Joey gli infilò la pistola sotto il naso.-Non ho tempo. Ho bisogno che mi forzi ora la rete del dipartimento.-
-Fratello ma...-
-Non sono tuo fratello.-
-D'accordo amico ma stai tranquillo con questo cannone. Hei mi sembri un pò alterato...-
Alterato? Non era la parola giusta.
No. Lui si sentiva davvero arrabbiato.
proprio due ore prima gli avevano comunicato che sarebbe andato in ferie forzate. Troppo lavoro, e qui e su e giù.
Ma il motivo era uno solo. Lo volevano fuori dal dipartimento e non a caso. Per quei cazzo di cadaveri dissanguati e bollati come top secret.
L'appartamento di Swot era un concentrato di tecnologia in disordine. Lui era la tecnologia. Un hacker davvero strepitoso.
-Allora Joey..esattamente...cosa devo fare?-

Amsterdam, 31 ottobre 2033

Respirò ancora. Sputò sangue. Andava meglio.
Le scale ripresero a scendere.
Tebe percepì il tempo come dilatato. E rigido. Acuminato.
Strinse l'impugnatura della frusta che vibrava come un serpente nella luce fredda della metro.
Si asciugò con il dorso della mano un rivolo di sangue che le usciva dal naso e ne sputò ancora.
Ma il male stava diminuendo. Santi anticorpi delle fate. Funzionavano benissimo nel mondo umano facendo in modo che ogni frattura e ogni ferita guarisse in breve tempo.
Respirò ancora.
le scale continuavano a scendere.
Fece un passo indietro, nascondendosi dentro un cono d'ombra.
L'avrebbe sentita, ma non vista. Lo sperava almeno.
Uno degli ubriachi si voltò ciondolante verso le scale mobili, come se fosse stato chiamato.
Si alzò barcollante e indeciso sulle gambe. Si vomitò addosso e con sguardo vuoto cominciò a camminare, strascicando i piedi.
Tebe notò che sembrava non camminare realmente di sua iniziativa. Come se fosse sotto ipnosi o qualcosa del genere.
Dalle scale cominciarono a vedersi degli stivali. Neri. Di cuoio. Da uomo.
L'ubriaco si fermò. E il cuore di Tebe anche.
Poi sbucò l'orlo di un cappotto lungo.
le scale continuarono a scendere e finalmente tebe lo vide.
E capì.
Si schiacciò più che poteva dentro il cono d'ombra ma sapeva che il predatore sapeva esattamente dov'era, ma non era lei la priorità del demone, era l'ubriacone.
E solo dopo avere finito con lui avrebbe dedicato a lei tutta la sua attenzione.
Sfiorò il quadrante del suo orologio inviando la sua richiesta di soccorso immediato.
E cominciò a pensare a come guadagnare tempo.
In maniera molto umana e poco fatesca pensò.
Sono nella merda fino al collo.

Oggi
Volo Berlino-Parigi
h 04:32

La deliziosa hostess bionda dagli occhioni blu ammiccò all'uomo che non aveva ancora avuto il piacere di veder sorridere, chinandosi verso di lui -Mister Deich, gradisce qualcosa da bere?-
-No grazie.- non la guardò nemmeno in viso.
Lei non si arrese -Da mangiare?-
-No grazie.-
-Se vuole vedere un film le...-
-No grazie.-
-Rimane un pò a Parigi?-
-Non lo so.-
-Io un paio di giorni. E una città deliziosa non trova?-
-Si. Deliziosa.-
-E' venuto a trovare amici o...-
Joey, ora signor Deich grazie ai nuovi documenti falsi, smise di ascoltarla.
Swot ci aveva messo un pò, ma alla fine aveva fatto entrare Joey nella sotto rete segreta del dipartimento dove aveva cercato e trovato un unica informazione fatta di tre parole.
Parigi. Morgue. Ghost.
Ovvero, i tre cadaveri berlinesi trovati senza sangue e tolti dalle sue indagini erano stati spediti a Parigi.
Perchè?
Ghost? Che cazzo di nome era e perchè Parigi?
Aveva chiesto a Swot di entrare nel sistema interno del dipartimento di anatomopatologia parigino ma era stato estremamente difficile e soprattutto non trovarono nulla che gli desse qualche indicazione per capire che cosa fosse ghost.
-...comunque io alloggerò al Four season...- concluse lei, porgendogli un piccolo biglietto.
Lui lo prese e finalmente la guardò.
-Grazie.- lo ripiegò senza guardarlo e lei. Finalmente. Se ne andò soddisfatta.
Joey tornò a guardare la notte oltre il finestrino, mentre appallottolava tra il pollice e l'indice il foglietto. la carta scricchiolò tra le sue dita.
Morgue. Ghost.
Sentiva di essere sulla strada giusta.
Buttò nell'apposito spazio la pallina di carta e chiuse gli occhi.

Amsterdam, 2033

Farfalla rise di gusto, appoggiando delicatamente il bicchiere panciuto di cristallo ormai vuoto.
Era stata una cena assolutamente perfetta.
Dal posto. Al cibo. Alla compagnia.
Era stata indecisa fino all'ultimo se accettare quell'invito, alla fine erano anni che non usciva con un umano.
In effetti non usciva nemmeno con eraniani o vampiri o qualsiasi cosa fosse di sesso maschile, ma quello era un altro discorso.
E invece, contro ogni previsione, era stata benissimo. Anzi no. Divinamente bene.
-Hei...perchè quella faccia stupita? A cosa stai pensando?-
Farfalla allargò il suo sorriso, reclinando leggermente la testa -Nulla, è solo che...- si fermò.
-Solo che?- la incoraggiò lui.
-Sono stata davvero bene.-
-E non te l'aspettavi?-
-No. Ammetto di no.-
-Perchè sono un giovane pittore pazzo?- scherzò lui.
-No. Perchè sei un uomo.-
Jonathan la guardò leggermente perplesso e lei si scoprì ad osservare ogni linea di quel viso.
Di quel bellissimo viso. No. Non era bellissimo, ma era una calamita per lei.
In effetti lui era tutto una calamita. Sorrise dentro di se, pensando che forse forse...massì. Decise.
Lo avrebbe invitato a salire.

Mezz'ora dopo erano in macchina, con musica soul in sottofondo.
Lui guidava pigro. Chiacchieravano e nell'aria la carica erotica aumentava.
farfalla sentiva la pelle calda, una sensazione di pizzicore diffuso come se il sangue avesse cominciato a scorrere ovunque sempre più veloce.
La voce di Jonathan era calda. Avvolgente. lei si sentiva rilassata, in pace con tutto l'universo e...
L'urlo le scoppiò in testa come una bomba.
Spalancò gli occhi e si sollevò di scatto dal sedile.
-farfalla ma che...-
-Fermati. fermati subito!- disse guardandosi intorno con il fiato ancorato in gola.
L'urlo continuava a rimbombarle in testa, simile allo stridio delle lamiere quando si toccavano.
Conosceva bene quell'urlo. Quel tipico urlo.
Era l'urlo di un predatore che aveva appena finito la sua predazione di anime e si stava preparando ad attaccare una...fata.
Com'era possibile?
farfalla abitava ad Amsterdam proprio perchè non intendeva condividere più niente con Era, si era tirata fuori. Viveva da umana ormai da anni e la magia quasi non la sentiva più.
Ma quell'urlo. Quell'urlo non poteva rimanere inascoltato.
Non c'erano guardiani lì quindi la fata era spacciata, perchè non era una guerriera sicuramente o un guardiano ma se interveniva forse non avrebbe più potuto vivere come aveva fatto fino ad ora.
Lontano da tutto e tutti.
Guardò Jonathan che intanto si era fermato e la guardava interrogativo. Non preoccupato. Interrogativo, nonostante Farfalla sapesse di avere un espressione decisamente diversa da quella languida di poco prima.
-Scendo qui. Grazie.-
-Ma come scendi qui, che è successo? Ho detto qualcosa che...-
Farfalla era già fuori nell'aria gelida di fine ottobre. Troppo gelida per essere fine ottobre.
polverizzò dalla mente quello che le era venuto in mente.
-No Jonathan scusami...non posso spiegarti davvero. Stai tranquillo...-
Lui fece per scendere.
lei sospirò e fece una cosa che erano almeno dieci anni che non faceva più.
usò la magia. Una piccola. Piccolissima magia debole e impercettibile, ma abbastanza per gli umani e per convincere Jonathan ad andare a casa senza ricordarsi nulla di quello che stava vivendo adesso, ma anzi. Ricordandosi di averla portata a casa. Baciata con passione e poi da vero gentil uomo non avere insistito per salire.
Poi seguì l'urlo di attacco del Predatore sentendo la sua antica stirpe guerriera svegliarsi e prepararsi alla lotta.
 
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Eretteo

Utente di lunga data
Mille e passante, bravissimi!


Eretteo...il primo nick ad avere fatto una trama nella sottotrama di cui...

Non ho capito una cippa:unhappy::D


ma bravo. Ma già lo sai
Ho pensato ad una storia che attraversasse i millenni,prendendo spunto da quanto gia' fatto da Rabarbaro.
Ma da un lato ho giocato mischiando date,luoghi e personaggi (mitologici o storici),dall'altra ho cercato anche di far sorridere quando uno di questi presentava analogie con personalita' famose dei nostri tempi.
Ho pensato di dare all'umano Cecrope (altro nome di Erittonio od Eretteo,il mitico fondatore di Atene) una longevita' sovrumana,usando lo stesso trucco che ne avrebbe donata un po' anche a Gilgamesh,se questo non si fosse fatto rubare la pianta miracolosa che avrebbe invece dovuto consumare.
E cosi' entriamo in contatto con la dea sumera Ninmah,che avrebbe creato il genere umano modificando un ominide ancora troppo primitivo;costei nella vecchiaia sarebbe stata chiamata dai suoi pari "la mucca".
Col di lei fratello Enki,che apprendiamo dalle tavolette fitte di cuneiformi essere stato un gran malato della gnocca,tipo certi attuali politici,che si fece addirittura sgraffignare dalla zoccolesca nipote le tavole dei destini.
Minosse preoccupato dal fatto che sua moglie possa tradirlo col toro,e che guarda impensierito il fil di fumo che si leva dalla vicina isoletta di Santorini,che col senno di poi sappiamo che esplodera' catastroficamente,ponendo fine alla civilta' minoica.
Poi ad Hattusa nel palazzo del re degli Ittiti,che si appresta ad andare in guerra contro il faraone.
Con tutti gli storici che asseriscono aver vinto la battaglia (belando esattamente cio' che e' scritto negli annali di Ramses II,che invece per poco non venne annientato;fortunato che i territori contesi erano troppo lontani da Hattusa,il cui regnante era solo interessato a tenere libere certe vie commerciali,cosi' come fu.
Ed il relativo trattato di pace (il piu' antico al mondo di cui abbiamo il testo integrale) campeggia all'ONU.
Con Cleopatra ad Alessandria d'Egitto.
Coi capi della prima crociata a Gerusalemme,che Cecrope convince a non riportare in Europa la sacra reliquia,bensi' a fermarsi a Malta per creare un paradiso fiscale.
Nel palazzo di Montezuma assediato dai conquistadores.
E in una futura colonia umana su Marte,nella piana che ospita quella che sembra essere la "faccia",o qualunque cosa sia,in balìa di un comandante dalla discutibile sessualita'.
 
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Nausicaa

sfdcef
Sorry, mi sono dovuta assentare.

A breve ricomparirò con le alucce sberluccicanti :mrgreen:
 

passante

Utente di lunga data
Storia....

Berlino, stamattina
Cercò di resistere al risveglio. Era caldo e avvolgente quel sonno… tornarci
dentro, sprofondarci… la luce filtrava insistente dalla finestra. Matteo tirò
la coperta fin sopra i capelli e si rannicchiò su un fianco, richiamando a sé
le immagini e le sensazioni del sogno... Il volto, il calore, l’abbraccio… poi
all’improvviso il ricordo. Due parole si stagliarono nella sua mente, secche e
abbaglianti come due spari nel buio. Cadavere. Dissanguato. Si tirò a sedere
sul letto. E l’aria gelida della stanza fu come uno schiaffo.

Era, nello stesso momento

“Minerva…”
“Passante. Avrei voluto che agissimo diversamente. Ma così è stato deciso,
abbiamo votato. Attacchiamo. E voglio che tu torni a occupare la tua
posizione.”
“E se non volessi?”
“Lo farai ugualmente.”
“Possibile, ma non certo.”
“Passante, non ho tempo per giocare. Dimmi quali sono le tue richieste.”
“Sono condizioni, Minerva, non richieste. La prima, voglio l’accesso
incondizionato a tutte le informazioni Top Secret. La seconda, voglio carta
bianca per tutto ciò che riguarda l’umano che tu sai.”
“Hai già l’accesso ai fascicoli Top...”
“Minerva, non prendermi in giro. Mi riferisco agli altri, lo sai”

Alla fine l’aveva spuntata. Incredibile. L’accesso alle informazioni
riservate. Come mai glielo avevano concesso? C’era sicuramente qualcosa sotto,
avrebbero trovato modo per nascondergliele comunque. Ci avrebbe pensato poi.
Ora doveva mettere al sicuro Matteo.

Aveva conosciuto Matteo tre anni prima, all’Area di Ricerca Scientifica e
Tecnologica di Pasadeena, U.S.A.: si occupava di bioinformatica.

3 anni prima, Pasadeena
“Ricordami che cosa ci andiamo a fare” sbuffò Tebe visibilmente seccata.
“Io vado a verificare di persona le informazioni dei miei informatori: il prof
Ulrike, nostro collaboratore, morto improvvisamente, aveva un assistente,
completamente all’oscuro di noi e dei nostri obiettivi; forse ha i documenti
del professore, forse no. In ogni caso vanno trovati. E bisogna decidere in che
modo e da chi far proseguire la ricerca.”
“E io?”
“Tu mi fai compagnia. E, se necessario, mostri le tette. Non a me,
ovviamente.”
“Sei proprio un cretino.”
“Già.”
Non era la prima volta che Passante veniva in visita al centro di ricerca, ma
ogni volta lo trovava stupefacente. Non si poteva credere che quegli esseri
così ottusi e primitivi avessero potuto non solo costruire una simile
meraviglia architettonica, ma anche e soprattutto che potessero avere e
sviluppare idee innovative e geniali… La ricerca scientifica… incredibile.
Anche Tebe sembrava ammirata davanti all’immensa costruzione che saliva a
spirale verso il cielo.

La segretaria del professor Ulrike aveva gli occhi gonfi, non erano trascorsi
che pochi giorni dalla disgrazia. “Prego, vi accompagno dal dott. Monte”
Entrarono in un piccolo studio. Un uomo in camice, in piedi alla scrivania,
teneva il capo chino su grafici e tabelle. Quando sollevò il viso, Passante
vide gli occhi più straordinari, dolci e profondi che avesse mai guardato.
(Occhi? Quando mai ho guardato gli occhi in un ragazzo? Il sedere, piuttosto, e
spalle, braccia, schiena…). I
l sorriso che si aprì sul volto dell’uomo fu
incantevole (Incantevole? Sorriso? Ma che cosa sto facendo?). “Piacere, Matteo
Monte”. “Tebe”. “Passante. Siamo qui per conto della casa farmaceutica
Byerdine, a proposito della collaborazione col Professor Ulrike”. “Sì, certo,
io e il professore lavoravamo insieme alla ricerca sulle emoglobine. E’ stata
una disgrazia terribile, non mi sono ancora reso conto…” gli occhi gli si erano
inumiditi “in ogni caso, credo che sia utile illustrarvi a che punto eravamo
arrivati dopo l’ultima volta che il Professore vi aveva relazionato. Vado a
prendere la documentazione.”.
“Figo. Notato il culo, Passante?”
“Sì. Ma lascia pure le tette nel ripostiglio, che non ce ne è bisogno.”
“Temi solo la mia concorrenza.”
“Forse.”
La presentazione fu breve, puntuale, precisa. I risultati preliminari
andavano nella direzione già ipotizzata da Ulrike, due mesi prima.
“Da parte nostra, dott.Monte – Passante scandiva le parole con lentezza,
soppesandole – c’è sicuramente un interesse a proseguire la ricerca senza
soluzione di continuità e senza interruzione del finanziamento. Naturalmente se
lei è interessato.”
“Certamente io sono interessato, tuttavia la Bayerdine aveva un accordo di
segretezza nominale col Professore e io… “
“…Lei non ha le informazioni per portare avanti autonomamente il lavoro.”
“Diciamo che mi mancano alcuni dettagli, in effetti. Tipo: di che cosa si
tratta.” Spalancò un sorriso luminoso, un sorriso che, a guardarlo, ti si
sarebbe potuto spaccare il cuore (cuore. spaccare. decisamente c’è qualcosa che
>non va in me oggi. forse ho influenza).

“Dr. Monte… l’accordo col Professore si basava su una fiducia reciproca
maturata sulla base su una conoscenza pluriennale… lei capisce… che… al fine di
sviluppare una collaborazione come questa… è indispensabile conoscersi meglio.
Per esempio lei potrebbe…”. Il tono di voce di Passante, in una frazione di
secondo, si fece allegro: Tebe alzò su di lui lo sguardo, improvvisamente
allarmata “Lei potrebbe, per esempio, venire a cena con me, stasera”. Tebe lo
fissò esterrefatta. Doveva essere impazzito. Sorrideva divertito e fissava
quel Matteo Monte negli occhi, altrettanto divertiti e luccicanti. Uscirono
subito dopo lo scambio dei numeri di telefono tra i due uomini.
“Ma sei impazzito?” Passante continuava a sorridere, compiaciuto.
“Visto? E senza bisogno di tette.”
“Sei impazzito! Sono anni che ci scartavetri con la tua moralità, e
professionalità, e serietà e blablablà e ora… che cosa vuoi fare? Vuoi
portartelo a letto? Un possibile collaboratore? E umano per giunta! Con tutto
quello che dici degli umani!”
“Ti accompagno a casa o vai da sola, Tebe?”
“Passante!”
“Quanto la fai lunga, insomma. Devo conoscerlo prima di decidere se metterlo a
conoscenza di qualcosa, no? È una responsabilità mia.” Continuava a
sorridere.
“Come se non avessi già messo a perdere i tuoi collaboratori per essere
informato su tutti quelli che Ulrike frequentava, figuriamoci un po’, avrai un
fascicolo personale di Monte in dodici volumi.”
“Può essere…”
“Stai per fare un casino, Passante. E almeno accompagnami a casa, prima di
cominciare.”
 

Markos

Utente
Siete fantastici/e ragazzi/e mi sono messo a leggere la storia da cima a fondo e mi sta letteralmente acchiappando!!
Attendo fiducioso il seguito...:)
P.s. Il personaggio di Joey Blow me gusta mucho...
Spero sia destinato ad una sorte lieta...
 

Rabarbaro

Escluso
Romanzo: faccio collimare Eretteo e cito il Conte...

Scrivo altre due righe in libertà, però è estremamente necessario mettere qualche punto fermo nella trama...
Altrimenti si rischia l'anarchia...


Anno Domini 2030 primo giorno del terzo mese, ore 18:29, Ixion III


"Hai finito di sistemare quegli orpelli? Non posso mica restare fermo così fino a stasera sai? Abbiamo così tante cose da fare che non so davvero se due ore ci basteranno!"
"Capo, due ore per trovare un paio di scarpe che siano di suo gradimento dovrebbero essere sufficienti."
"Oronzo caro, il tempo è una cosa così plebea! E, come tutte le cose dei plebei, è sempre così scarsa!"
"Messere, egli è cosa risaputissima che la foggia di codesti calzari è unanimemente stimata la più acconcia ai ricevimenti di gala ed alle quadriglie più gradite alla nobiltà."
Chi si era intromesso, con tutte le dovute cautele, proferendo questa ricercatissima frase, era semplicemente il valletto della scarperìa più rinomata di tutta Ixion III.
Era un ragazzotto grassoccio, dal capo rasato, con lunghi baffi bicolore e il torace scoperto come imponeva la moda di quel trimestre.
Le sue parole non erano né troppo moderne né troppo confidenziali, come imponeva la legge del Res rei introdotta due anni dopo la fondazione della città capitale, ormai erano passati quasi dodici anni e tutti si erano abituati.
Chi avrebbe mai detto che sarebbe stato così facile rivendicare i diritti di possesso su un'intera isola del Mediterraneo?
Eppure la crisi europea del 2012 fece diventare le nazioni del Sud particolarmente affamate d'oro e disposti anche a cedere parte delle loro terre pur di continuare a mantenere il loro obsoleto stato sociale.
Per 80000 tonnellate di metallo giallo quell'isola fu venduta a loro.
Con ciò che aveva guadagnato, quello stato sopravvisse altri tre anni.
Con altre 3000 tonnellate loro comprarono anche tutto il resto.
Ixion era il nome della prima cagnolina della Signora, una terranova, Ixion II fu chiamato il frutto del fugace amore tra la molossoide ed un piccolo levriero italiano di cui la storia non tramanderà mai il nome, ma le cui gesta amatorie mandarono su tutte le furie la Signora.
Ixion II non diede mai alla luce alcun erede, ma, in nome dell'affetto imperituro di cui godeva a lei venne dedicata la nuova capitale, col nome di Ixion III.
La Signora aveva anche un marito che, nonostante le immense ricchezze, non riuscì mai a godere neppure di una frazione dell'amore che la moglie riservava alle sue bestiole.
Lui stesso, il Signore, non solo non ne riservò affatto, di amore intendo, alla consorte, ma, dopo aver fatto approvare una legge che lo consentiva, fece bruciare viva la moglie assieme a Ixion II, la fortunata Ixion I era morta l'anno precedente, nel 2019 e le venne perciò risparmiata una così ingloriosa fine.
Il Signore, che nel frattempo si era fatto proclamare Vice-monomviro, riservando il titolo di Monomviro regnante ad un mezzobusto in porcellana che lo raffiguarava, perchè, si sa, lui era sempre stato un tipo un po' eccentrico, si ritirò nel suo palazzo-tempio a fungere da modello per le statue, rigorosamete scolpite a mano come nei secoli antichi, che avrebbero dovuto rappresentarlo idealmente, in ogni casa dei suoi concittadini.
Morì di dissenteria nel 2021, il suo nome non venne scritto neppure sull'etichetta della compostiera nella quale raggiunse la sua forma più alta e fertile, per tale ragione neppure noi lo citeremo.
Il governo passò quindi nelle mani del Camerlengo e dell'Assemblea del Crivello.
Nessuno aveva mai visto né l'uno Nè i rappresentanti dell'altra, eccezion fatta per il loro Portavoce Generale, Erettéo.

"Eccole, queste sono le uniche calzature con cui non mi vergognerei a farmi vedere in pubblico tra tutte quelle che mi avete fatto provare!" Nestor aveva la voce stanca e soddisfatta di chi terminava, crollando a terra all'ombra del primo albero incrociato dopo mesi, una lunga traversata del deserto.
"Messere, in verità codesto è il primo paio di calzari che la sua riguardevole persona ha avuto la grazia di indossare."
"Ah, sì? Sembrava passata un'eternità... Non pare anche a te Oronzo caro?"
"Ha impiegato esattamente tre minuti e venti secondi, Capo."
"Quanti minuti! Che bello però questo pelo giallo sotto la suola! Ora dobbiamo proprio sbrigarci o faremo tardi!"


Ore 20:57, Auditorium principale di Ixion III

Le balene geneticamente modificate che pascolavano nel Mediterraneo dovevano essere orgogliose di fornire l'olio profumato che bruciava nei reattori termici della sua Proteus 330 Mark 4!
A questo pensava Nestor mentre, comodamente seduto nel settore posteriore su quella paglia di riso così croccante e ispida, inalava un po' di vapore saturo proveniente dalla caldaia.
La barbara usanza di bruciare combustibili fossili era finalmente terminata e passata di moda, a onor del vero erano passate di moda anche quasi tutte le riserve planetarie, terminate anch'esse, l'elettricità non era mai stata una valida alternativa per far funzionare i veicoli ed i cavi di alimentazione provocavano frequenti ingarbugliamenti di traffico, per non parlare poi del costo del rame che, da quando era diventato parte essenziale dell'alimentazione delle balene da olio, era arrivato a dei costi esorbitanti, mentre usare i cavi di volgare alluminio era così esteticamente ributtante che nessuno che avesse un minimo di senso estetico avrebbe mai pensato di farlo.
Così l'industria locomoviaria mondiale si era riconvertita all'utilizzo del vapore, ed ora, all'alba del terzo decennio del secolo più moderno di buona parte dei precedenti, tutti i vettori umani e merciportanti erano azionati da termoturbospintori vaporei ad olio di balena profumato.
La tecnica è superiore in ogni sua forma alla scienza.
Anche a questo stava pensando Nestor, mentre scendeva dalla Proteus poggiando sul lastricato in vera pelle di cetaceo le sue irsute calzature.
Quella sera il Conte avrebbe suonato una puddinga di Bach e Stockhausen per Organo e Theremin, intitolata Orgel und orgel für orgel.
Lui aveva tutte le registrazioni microcarpìte dei concerti del Conte, su solidi supporti di basalto laserizzato, mica le dozzinali lastre di porfido micronizzate che si vendono per due soldi agli angoli della strada!
Quella era musica e lui, il Conte, ne era il vero ed unico interprete!
Lui non se lo sarebbe perso per nulla al mondo, ed era un peccato che Oronzo non fosse con lui ad apprezzare quell'arte sublime!
Doveva sbrigarsi però, il Conte era sempre puntualissimo, quindi, stando ai suoi calcoli, aveva già perso circa mezz'ora di concerto!
"Menomale che esiste il basalto..." sussurrò mentre si stava infilando, lentamente, nell'ingresso silenzioso e deserto dell'auditorium.

Stesso momento, 200 metri più in basso

"Non hai un gusto diverso dagli altri, perchè dovresti conoscere cose che loro non sanno?" disse Oronzo sputando per terra un brandello di nervo ottico.
Sotto di lui, su un tavolo in pietrarossa, era legato quello che sembrava un essere umano, nudo e ricoperto di sangue.
Le sue gamba sinistra era stata scuoiata, della destra erano rimaste solo le ossa ed i tendini fino al ginocchio.
Due chiodi di metallo blu erano piantati nelle sue tempie e ad essi era attaccata una catena che fissava la testa al tavolo.
Le braccia erano innaturalmente piegate come se non avessero più ossa al loro interno, allo stesso modo erano le mani, ormai prive dell'estremità delle falangi.
Il naso era ridotto ad una cavità piena di schuma rossa che scoppiettava di tanto in tanto, così come l'occhio sinistro, senza più palpebra, da cui sgorgava un rivolo di sangue e sostanza grigiastra.
Ad Oronzo non era mai piaciuto il sapore di quelle bestie.
Ma loro camminavano su questa terra da lunghissimo tempo, avevano tenuto fra le mani i frammenti dell'Incomprensibile Assoluto, si erano fatti beffe di lui mentre ne usavano il potere: questo era insopportabile.
Mancava poco ormai al ritorno di Rabarbaro: i frammenti erano stati recuperati quasi tutti.
Forse questa bestia sapeva dove era il suo cranio, il suo bellissimo cranio.
"Dàmmi una ragione per lasciarti andare, per favore..."
Portò la mano sinistra su quel volto devastato ed alzò la papebra dell'occhio supersite, vide che si stava muovendo.
Tanto queste bestie non muoiono mai...
L'altra mano si avvicinò all'orbita spalancata e coll'indice ricurvo ne estrasse la sferetta molle che vie era contenuta.
Chissà che sapore ha questa...?


Anno Domini 2035, Ixion III

Mille era nata, Mille sapeva tutto di Oronzo perchè Oronzo era dentro di Lei.
Nestor la guarda stranito, inclinò la testa da un lato e chiese: "Allora tu sei il nuovo Oronzo?"
"No" rispose Mille "Il nuovo Oronzo sei tu."
Con una mano che sembrava avere la consistenza di una medusa toccò il petto di Nestor, in quel punto la carne si consumò fino ad aprire uno squarcio circolare per tutto lo spessore del torace, così grande che ci poteva passare un pugno.
"Questo per ricordarti quanto sei vuoto."
Nestor non aveva sentito nulla fuorchè un lievissimo tocco gelido.
Si guardò il petto e vide tutti gli organi interni attorno a quella cavità, quasi avessero inserito un cilindro di vetro ad occupare il posto che era del suo cuore.
Alzò poi lo sguardo stupefatto e si voltò verso lo specchio che aveva al suo fianco: attraverso di sé poteva distinguere chiaramente i volti increduli dei gran consiglieri, sia di quelli fisicamente presenti nella sale, sia degli altri che apparivano sotto forma di totem olografici proiettati dai più lontani paesi del pianeta.
Un lacrima scese sul suo volto.
Una sola lacrima, poi un battito di palpebre, poi un altro ancora.
Si voltò di scatto verso Mille e, con un'espressione spaesata ed indecifrabile: "Ma sono bellissimo!" disse,"Grazie Oronzo, sei un tesoro!".
"Ora io sono Mille e tu il mio servo", disse quello che fino a pochi istranti prima era Oronzo.
"Tutto quello che vuoi, mia signora!"
Tutto...
 
J

JON

Guest
(fine idealmente spoilerosissima!!!)
Tutti i malridotti sueperstiti (quelli che si deciderà di far sopravvivere, almeno) ricercano l'assoluto come arma finale per sconfiggere gli altri.
Durante l'epica battaglia finale, gli ultimi esemplari delle stirpi riescono a risvegliare l'assoluto, esso però rivela di non essere lui il creatore delle loro razze, ma di essere stato lui stesso creato da loro.
(Io non sono tuo padre, sono tuo figlio!!!...fico!...)
L'assoluto esplode, i loro corpi si fondono diventando essi stessi un nuovo assoluto ed il tempo torna indietro per ricominciare tutto dal principio dei tempi (per l'ennesima volta?).
Mi piace l'arrangiamento di Rabarbaro (quando mai il contrario semmai). Siete bravissimi. Rabarbaro però mi ha fatto pensare che sul finale ci si gioca tutto, ma anche che l'assoluto, ammesso che venga adottato, debba essere definito. Cerco di partecipare per quello che posso, senza pretese.



Si, l'assoluto non era quello che tutti credevano.

Nell'immaginario di tutte le stirpi vi era il sentimento comune per cui al di sopra di tutto doveva inevitabilmente esserci qualcuno o qualcosa.

L'assoluto in realtà era un'inconscia visione comune, di una nuova e futura stirpe, distorta dal timore del destino che li attendeva e che tutti alteravano a piacimento per paura della morte.

L'assoluto, che tutte le stirpi bramavano come fonte di salvezza, rappresentava invero la loro fine naturale. Nulla di più.

Come nella teoria del big bang, tutte le stirpi tornano alla loro fonte di origine ed implodono, e fondono, nel processo che darà inizio ad una nuova era dominata da una nuova razza che, come nell'era precedente, subirà mutamenti e alterazioni in maniera del tutto casuale a seconda degli eventi.

Ma non è detto che la storia possa ripetersi. Tra tutte le stirpi, gli umani rappresentavano sicuramente quella degli esseri senzienti più equilibrati è dotati di intelligenza superiore. Tra questi vi era Jon O., scienziato, che da tempo studiava le proprietà mnestiche del dna umano. Lui, che della teoria dell'origine delle razze aveva maturato le sue consapevolezze, sapeva benissimo che gli umani erano la razza geneticamente eletta alla vita, allo stesso modo conosceva le cause dei mutamenti a cui era stata sottoposta per finire divisa in stirpi. Egli tentava di fare qualcosa che non era mai accaduto nell'avvicendarsi delle ere. Sebbene confinatamente al solo destino dell'umanità, tentava con i suoi esperimenti di modificare il passato e il futuro nel tentativo di trasferire il seme della consapevolezza umana ai posteri.
 

Tebe

Egocentrica non in incognito
Commento

Scrivo altre due righe in libertà, però è estremamente necessario mettere qualche punto fermo nella trama...
Altrimenti si rischia l'anarchia...


Anno Domini 2030 primo giorno del terzo mese, ore 18:29, Ixion III


"Hai finito di sistemare quegli orpelli? Non posso mica restare fermo così fino a stasera sai? Abbiamo così tante cose da fare che non so davvero se due ore ci basteranno!"
"Capo, due ore per trovare un paio di scarpe che siano di suo gradimento dovrebbero essere sufficienti."
"Oronzo caro, il tempo è una cosa così plebea! E, come tutte le cose dei plebei, è sempre così scarsa!"
"Messere, egli è cosa risaputissima che la foggia di codesti calzari è unanimemente stimata la più acconcia ai ricevimenti di gala ed alle quadriglie più gradite alla nobiltà."
Chi si era intromesso, con tutte le dovute cautele, proferendo questa ricercatissima frase, era semplicemente il valletto della scarperìa più rinomata di tutta Ixion III.
Era un ragazzotto grassoccio, dal capo rasato, con lunghi baffi bicolore e il torace scoperto come imponeva la moda di quel trimestre.
Le sue parole non erano né troppo moderne né troppo confidenziali, come imponeva la legge del Res rei introdotta due anni dopo la fondazione della città capitale, ormai erano passati quasi dodici anni e tutti si erano abituati.
Chi avrebbe mai detto che sarebbe stato così facile rivendicare i diritti di possesso su un'intera isola del Mediterraneo?
Eppure la crisi europea del 2012 fece diventare le nazioni del Sud particolarmente affamate d'oro e disposti anche a cedere parte delle loro terre pur di continuare a mantenere il loro obsoleto stato sociale.
Per 80000 tonnellate di metallo giallo quell'isola fu venduta a loro.
Con ciò che aveva guadagnato, quello stato sopravvisse altri tre anni.
Con altre 3000 tonnellate loro comprarono anche tutto il resto.
Ixion era il nome della prima cagnolina della Signora, una terranova, Ixion II fu chiamato il frutto del fugace amore tra la molossoide ed un piccolo levriero italiano di cui la storia non tramanderà mai il nome, ma le cui gesta amatorie mandarono su tutte le furie la Signora.
Ixion II non diede mai alla luce alcun erede, ma, in nome dell'affetto imperituro di cui godeva a lei venne dedicata la nuova capitale, col nome di Ixion III.
La Signora aveva anche un marito che, nonostante le immense ricchezze, non riuscì mai a godere neppure di una frazione dell'amore che la moglie riservava alle sue bestiole.
Lui stesso, il Signore, non solo non ne riservò affatto, di amore intendo, alla consorte, ma, dopo aver fatto approvare una legge che lo consentiva, fece bruciare viva la moglie assieme a Ixion II, la fortunata Ixion I era morta l'anno precedente, nel 2019 e le venne perciò risparmiata una così ingloriosa fine.
Il Signore, che nel frattempo si era fatto proclamare Vice-monomviro, riservando il titolo di Monomviro regnante ad un mezzobusto in porcellana che lo raffiguarava, perchè, si sa, lui era sempre stato un tipo un po' eccentrico, si ritirò nel suo palazzo-tempio a fungere da modello per le statue, rigorosamete scolpite a mano come nei secoli antichi, che avrebbero dovuto rappresentarlo idealmente, in ogni casa dei suoi concittadini.
Morì di dissenteria nel 2021, il suo nome non venne scritto neppure sull'etichetta della compostiera nella quale raggiunse la sua forma più alta e fertile, per tale ragione neppure noi lo citeremo.
Il governo passò quindi nelle mani del Camerlengo e dell'Assemblea del Crivello.
Nessuno aveva mai visto né l'uno Nè i rappresentanti dell'altra, eccezion fatta per il loro Portavoce Generale, Erettéo.

"Eccole, queste sono le uniche calzature con cui non mi vergognerei a farmi vedere in pubblico tra tutte quelle che mi avete fatto provare!" Nestor aveva la voce stanca e soddisfatta di chi terminava, crollando a terra all'ombra del primo albero incrociato dopo mesi, una lunga traversata del deserto.
"Messere, in verità codesto è il primo paio di calzari che la sua riguardevole persona ha avuto la grazia di indossare."
"Ah, sì? Sembrava passata un'eternità... Non pare anche a te Oronzo caro?"
"Ha impiegato esattamente tre minuti e venti secondi, Capo."
"Quanti minuti! Che bello però questo pelo giallo sotto la suola! Ora dobbiamo proprio sbrigarci o faremo tardi!"


Ore 20:57, Auditorium principale di Ixion III

Le balene geneticamente modificate che pascolavano nel Mediterraneo dovevano essere orgogliose di fornire l'olio profumato che bruciava nei reattori termici della sua Proteus 330 Mark 4!
A questo pensava Nestor mentre, comodamente seduto nel settore posteriore su quella paglia di riso così croccante e ispida, inalava un po' di vapore saturo proveniente dalla caldaia.
La barbara usanza di bruciare combustibili fossili era finalmente terminata e passata di moda, a onor del vero erano passate di moda anche quasi tutte le riserve planetarie, terminate anch'esse, l'elettricità non era mai stata una valida alternativa per far funzionare i veicoli ed i cavi di alimentazione provocavano frequenti ingarbugliamenti di traffico, per non parlare poi del costo del rame che, da quando era diventato parte essenziale dell'alimentazione delle balene da olio, era arrivato a dei costi esorbitanti, mentre usare i cavi di volgare alluminio era così esteticamente ributtante che nessuno che avesse un minimo di senso estetico avrebbe mai pensato di farlo.
Così l'industria locomoviaria mondiale si era riconvertita all'utilizzo del vapore, ed ora, all'alba del terzo decennio del secolo più moderno di buona parte dei precedenti, tutti i vettori umani e merciportanti erano azionati da termoturbospintori vaporei ad olio di balena profumato.
La tecnica è superiore in ogni sua forma alla scienza.
Anche a questo stava pensando Nestor, mentre scendeva dalla Proteus poggiando sul lastricato in vera pelle di cetaceo le sue irsute calzature.
Quella sera il Conte avrebbe suonato una puddinga di Bach e Stockhausen per Organo e Theremin, intitolata Orgel und orgel für orgel.
Lui aveva tutte le registrazioni microcarpìte dei concerti del Conte, su solidi supporti di basalto laserizzato, mica le dozzinali lastre di porfido micronizzate che si vendono per due soldi agli angoli della strada!
Quella era musica e lui, il Conte, ne era il vero ed unico interprete!
Lui non se lo sarebbe perso per nulla al mondo, ed era un peccato che Oronzo non fosse con lui ad apprezzare quell'arte sublime!
Doveva sbrigarsi però, il Conte era sempre puntualissimo, quindi, stando ai suoi calcoli, aveva già perso circa mezz'ora di concerto!
"Menomale che esiste il basalto..." sussurrò mentre si stava infilando, lentamente, nell'ingresso silenzioso e deserto dell'auditorium.

Stesso momento, 200 metri più in basso

"Non hai un gusto diverso dagli altri, perchè dovresti conoscere cose che loro non sanno?" disse Oronzo sputando per terra un brandello di nervo ottico.
Sotto di lui, su un tavolo in pietrarossa, era legato quello che sembrava un essere umano, nudo e ricoperto di sangue.
Le sue gamba sinistra era stata scuoiata, della destra erano rimaste solo le ossa ed i tendini fino al ginocchio.
Due chiodi di metallo blu erano piantati nelle sue tempie e ad essi era attaccata una catena che fissava la testa al tavolo.
Le braccia erano innaturalmente piegate come se non avessero più ossa al loro interno, allo stesso modo erano le mani, ormai prive dell'estremità delle falangi.
Il naso era ridotto ad una cavità piena di schuma rossa che scoppiettava di tanto in tanto, così come l'occhio sinistro, senza più palpebra, da cui sgorgava un rivolo di sangue e sostanza grigiastra.
Ad Oronzo non era mai piaciuto il sapore di quelle bestie.
Ma loro camminavano su questa terra da lunghissimo tempo, avevano tenuto fra le mani i frammenti dell'Incomprensibile Assoluto, si erano fatti beffe di lui mentre ne usavano il potere: questo era insopportabile.
Mancava poco ormai al ritorno di Rabarbaro: i frammenti erano stati recuperati quasi tutti.
Forse questa bestia sapeva dove era il suo cranio, il suo bellissimo cranio.
"Dàmmi una ragione per lasciarti andare, per favore..."
Portò la mano sinistra su quel volto devastato ed alzò la papebra dell'occhio supersite, vide che si stava muovendo.
Tanto queste bestie non muoiono mai...
L'altra mano si avvicinò all'orbita spalancata e coll'indice ricurvo ne estrasse la sferetta molle che vie era contenuta.
Chissà che sapore ha questa...?


Anno Domini 2035, Ixion III

Mille era nata, Mille sapeva tutto di Oronzo perchè Oronzo era dentro di Lei.
Nestor la guarda stranito, inclinò la testa da un lato e chiese: "Allora tu sei il nuovo Oronzo?"
"No" rispose Mille "Il nuovo Oronzo sei tu."
Con una mano che sembrava avere la consistenza di una medusa toccò il petto di Nestor, in quel punto la carne si consumò fino ad aprire uno squarcio circolare per tutto lo spessore del torace, così grande che ci poteva passare un pugno.
"Questo per ricordarti quanto sei vuoto."
Nestor non aveva sentito nulla fuorchè un lievissimo tocco gelido.
Si guardò il petto e vide tutti gli organi interni attorno a quella cavità, quasi avessero inserito un cilindro di vetro ad occupare il posto che era del suo cuore.
Alzò poi lo sguardo stupefatto e si voltò verso lo specchio che aveva al suo fianco: attraverso di sé poteva distinguere chiaramente i volti increduli dei gran consiglieri, sia di quelli fisicamente presenti nella sale, sia degli altri che apparivano sotto forma di totem olografici proiettati dai più lontani paesi del pianeta.
Un lacrima scese sul suo volto.
Una sola lacrima, poi un battito di palpebre, poi un altro ancora.
Si voltò di scatto verso Mille e, con un'espressione spaesata ed indecifrabile: "Ma sono bellissimo!" disse,"Grazie Oronzo, sei un tesoro!".
"Ora io sono Mille e tu il mio servo", disse quello che fino a pochi istranti prima era Oronzo.
"Tutto quello che vuoi, mia signora!"
Tutto...

Ma bravissimo!!!!

Adesso apro un altro 3d e accorpo tutti i pezzi.
 

Tebe

Egocentrica non in incognito
Mi piace l'arrangiamento di Rabarbaro (quando mai il contrario semmai). Siete bravissimi. Rabarbaro però mi ha fatto pensare che sul finale ci si gioca tutto, ma anche che l'assoluto, ammesso che venga adottato, debba essere definito. Cerco di partecipare per quello che posso, senza pretese.



Si, l'assoluto non era quello che tutti credevano.

Nell'immaginario di tutte le stirpi vi era il sentimento comune per cui al di sopra di tutto doveva inevitabilmente esserci qualcuno o qualcosa.

L'assoluto in realtà era un'inconscia visione comune, di una nuova e futura stirpe, distorta dal timore del destino che li attendeva e che tutti alteravano a piacimento per paura della morte.

L'assoluto, che tutte le stirpi bramavano come fonte di salvezza, rappresentava invero la loro fine naturale. Nulla di più.

Come nella teoria del big bang, tutte le stirpi tornano alla loro fonte di origine ed implodono, e fondono, nel processo che darà inizio ad una nuova era dominata da una nuova razza che, come nell'era precedente, subirà mutamenti e alterazioni in maniera del tutto casuale a seconda degli eventi.

Ma non è detto che la storia possa ripetersi. Tra tutte le stirpi, gli umani rappresentavano sicuramente quella degli esseri senzienti più equilibrati è dotati di intelligenza superiore. Tra questi vi era Jon O., scienziato, che da tempo studiava le proprietà mnestiche del dna umano. Lui, che della teoria dell'origine delle razze aveva maturato le sue consapevolezze, sapeva benissimo che gli umani erano la razza geneticamente eletta alla vita, allo stesso modo conosceva le cause dei mutamenti a cui era stata sottoposta per finire divisa in stirpi. Egli tentava di fare qualcosa che non era mai accaduto nell'avvicendarsi delle ere. Sebbene confinatamente al solo destino dell'umanità, tentava con i suoi esperimenti di modificare il passato e il futuro nel tentativo di trasferire il seme della consapevolezza umana ai posteri.
Ho messo il tuo scritto come inzio del Romanzo Tradinet.
Mi sembra un ottimissima prefazione.


Perchè non ti occupi tu del libro mutevole del tempo?
Una voce fuori campo.
Il libro è un saggio e chi meglio di te?


Dai dai dai...sono sicura che anche gli altri approvano.
dai dai dai...
non farmi fare la civetta che poi min mi dice di crescere, io rispondo no e tutto il circo.
 
T

Tebina

Guest
per tutti e JON

Mi è venuto in mente.
Se lo scienziato Jon O. fosse la trasposizione umana inconsapevole o consapevole, del libro del tempo?
Mi spiego.
Il libro è la Bibbia delle fate. Ma è anche vivo. E divinatorio.
Ora.
Visto che lui c'è sempre stato ed è iper super magico, potrebbe avere la capacità, nascosta a tutti compreso a Minerva e a i vampiri, di farsi umano, in una specie di...fato.

mettiamola così.
Allo stato attuale fate e umani non ce la possono fare contro i vampirazzi, inutile raccontarcela.
Con l'incognita dormienti poi.
Quindi.
Hanno bisogno di una super arma.
Che è il libro che si fa umano, intervenendo quando necessita, ma non troppo per non cambiare in peggio il futuro.
Con il tempo non si scherza, ma lui è saggio e lo sa.
Jon che ne dici?
E agli altri come sembra?
 

passante

Utente di lunga data
Ho messo il tuo scritto come inzio del Romanzo Tradinet.
Mi sembra un ottimissima prefazione.


Perchè non ti occupi tu del libro mutevole del tempo?
Una voce fuori campo.
Il libro è un saggio e chi meglio di te?


Dai dai dai...sono sicura che anche gli altri approvano.
dai dai dai...
non farmi fare la civetta che poi min mi dice di crescere, io rispondo no e tutto il circo.
sì sì, va bene.
ma quando scriviamo un pezzo nuovo va postato deqquà o dellà?
 
T

Tebina

Guest
sì sì, va bene.
ma quando scriviamo un pezzo nuovo va postato deqquà o dellà?
Io direi di postarlo anche qua, così li abbiamo tutti sotto controllo e mi occupo io di spostarli là.

Mi si è inchiodata la bocca tra qui la e qua.


quà quà
 

passante

Utente di lunga data
cattivello.
hai subito pensato ad un uccello.

:mrgreen:

Sono una poeta. hai visto che rima?


Abbattetemi stasera.
Ho una cretinite che fa luce.
eh... ma se non stai ferma... :mrgreen:
 

Nausicaa

sfdcef
nausicaa discussione trama

Mi sa che mi conviene andare di là e rileggermi tutto epr farmi una idea di come e dove inserire altro.

A quanto ho capito i Dormienti tutti li vogliono super fighi e nobili.
Invece di una instabilità di carattere causata da qualche crisi vi va bene magari che sempre con esperimenti genetici i vampiri (?) abbiano trovato una sostanza in grado di incattivirli?
Magari l'avevano studiata per portarli dalla loro parte, ma invece come effetto collaterale c'è l'effetto berserk.

Come ormai avrete capito, ho bisogno dell'effetto berserk per sfogare le mie pulsioni omicide :)
 

Nausicaa

sfdcef
discussione trama (dt) e proposta

Questa è l'dea che mi son fatto io...
Prendetelo come un contributo volante e altamente rigettabile...


Stirpi: vampiri, uomini e dormienti.


Vampiri: divisi in sette e fazioni, tra cui le fate.
Dormienti: individualisti, poco collaborativi, di potenziale oscuro ed inespresso.
Uomini: divisi tra chi ignora, chi interagisce con vampiri e/o dormienti, a vario titolo, e la società segreta che raccoglie i frammenti dell'assoluto.


Avevo già risposto ma causa non so cosa è andato eprso. Riassumo.
Va d'accordo con la visione di Jon, contro quella di Tebe che vede Era separata da mondo umano e di vampiri.
A me vanno bene entrambe, purchè se ne scelga una.


I vampiri conoscono ma trascurano, almeno inizialmente, i poteri dell'assoluto in quanto concentrati su lorre interne.
I dormienti hanno una specie di amnesia selettiva sull'evento che portò alla fine dell'antico equilibrio.
La setta degli uomini venera l'assoluto e ne ricerca il nuovo avvento.
Tutti loro credono che l'assoluto sia l'origine, o il capostipite o l'antico maestro da cui ogni cosa trae origine.


Cronologia narrativa dell'introduzione:


Guerra tra vampiri in atto.
Fazioni di vampiri fra di loro, poi fate contro vampiri.
Uomini muoiono come danni collaterali.
Dormienti legati (amore, amicizia) a qualche vittima o combattente entrano in gioco (vendetta, fedeltà).
La setta dell'assoluto ne tenta le resurrezione, fallisce, ne nasce un'entità che ne prende la guida: entra anch'essa in guerra.




(Intreccio principale...)
Qui c'è da sguazzare!




(fine idealmente spoilerosissima!!!)
Tutti i malridotti sueperstiti (quelli che si deciderà di far sopravvivere, almeno) ricercano l'assoluto come arma finale per sconfiggere gli altri.
Durante l'epica battaglia finale, gli ultimi esemplari delle stirpi riescono a risvegliare l'assoluto, esso però rivela di non essere lui il creatore delle loro razze, ma di essere stato lui stesso creato da loro.
(Io non sono tuo padre, sono tuo figlio!!!...fico!...)
L'assoluto esplode, i loro corpi si fondono diventando essi stessi un nuovo assoluto ed il tempo torna indietro per ricominciare tutto dal principio dei tempi (per l'ennesima volta?).

Nonnonnonnonnonnonnonno ti prego nononononono!
Odio 'ste cose...


PROPOSTA.

Visto che siamo tutti così gentili ed educati (tranne io quando sono acidissima, e ne approfitto per esserlo VAFFANCULO) tranne inq ualche caso non stiamo convergendo.

Un sondaggio su alcuni punti della trama? Non vincolante per chi scrive, magari, ma che ci dia una fottuta spintarella a continuare?
io ormai non ho il coraggio di muovermi in nessuna direzione, a parte il porno.

Per esempio:

sondaggio: fate e vampiri inizialmente sono la stessa stirpe?
sondaggio: i dormienti sono frutti di esperimenti genetici o di amori?
sono super fighi e basta o sono instabili berserk e si addormentano epr non esserlo?

Domande a cui rispondere con si o no, e poi ce la sfanghiamo come più ci piace...
 

Tebe

Egocentrica non in incognito
Nonnonnonnonnonnonnonno ti prego nononononono!
Odio 'ste cose...


PROPOSTA.

Visto che siamo tutti così gentili ed educati (tranne io quando sono acidissima, e ne approfitto per esserlo VAFFANCULO) tranne inq ualche caso non stiamo convergendo.

Un sondaggio su alcuni punti della trama? Non vincolante per chi scrive, magari, ma che ci dia una fottuta spintarella a continuare?
io ormai non ho il coraggio di muovermi in nessuna direzione, a parte il porno.

Per esempio:

sondaggio: fate e vampiri inizialmente sono la stessa stirpe?
sondaggio: i dormienti sono frutti di esperimenti genetici o di amori?
sono super fighi e basta o sono instabili berserk e si addormentano epr non esserlo?

Domande a cui rispondere con si o no, e poi ce la sfanghiamo come più ci piace...
Ci sto, però aggoiungerei una domanda.
Io vedo i dormienti come figli di unioni tra fate e vampiri, notoriamente sterili ma...ogni tanto.
Ecco un dormiente.
vampiro certo ma anche magico.
E forse questa sua dualità bene e male li fa impazzire.


Come si fa ad aprire i sondaggi?
 

Nausicaa

sfdcef
Io mi affido a voi per la trama.
vediamo quanti altri volontari scrttori ci sono.

Possiamo però mettere dei punti fermi.
Intanto il mondo degli umani nel 2035.
Come lo vedete?
Io come una grande tokyo del futuro.
Vedo orologi pc che fanno telefonate ad ologrammi.
case completamente domotiche.



per me ok.

Aggiungerei, se ci garba, che invece alcune piccole aree ritornano invece a una natura preindustriale per sette o spinte naturistiche etc etc.


ma lo vediamo. Confido negli ometti per questa ambientazione molto maschia.

le fate.
Che poteri hanno?
Direi di suddividerle, come nella mitologia varia.

Non tutte hanno le ali per esempio.
E non tutte fanno le stesse magie.
Tebe e Nausica hanno le ali, quindi sono della stessa razza di fate e volano ed è un primo potere.
Secondo potere. le ali delle fati alute sono un punto G incredibile:mrgreen:

Sia lode a Ea o a chi epr esso :mrgreen:

Terzo potere. Parlano con gli insetti? hanno il potere di comandarli?
Oppure hanno il potere di comandare il mondo verde.
Oppure entrambi ma con uno più sviluppato dell'altro.
Tebe riesce ad espandere la mente intorno come un terzo occhio e può anche fare modo che sia un onda d'urto. le fate alute hanno tutte questo potere o è solo di tebe?
E quindi anche nausica ha un potere Jolly. Qual'è?

Idee?


p.s farfalla, se hai in mente un personaggio descrivimelo che provo a metterlo giù.

Io avrò il potere di entrare in una specie di comunione con tutto ciò che è vivo.
Ho scoperto il mio potere una volta, seduta sotto un alberello, e ritrovandomi in un boschetto... o qualcosa di simile.

Utile per strozzare i nemici con viticci, per schiacciarli sotto sequoie cresciute in pochi istanti, per necrotizzare cellule del corpo (ma ci vuole concentrazione e non ci riesco mai in combattimento)

Questo potere mi sarà utile per studiare Seth.

A seconda di quello che si stabilirà per i Dormienti scoprirò che... appunto, dipende.

All'inizio, seguendo la mia idea di trama, per me Seth non si era dovuto addormentare, e non andava in berserk, perchè aveva il dna di fate vampiri e uomini, mentre gli altri Dormienti solo di fata-vampiro o uomo-vampiro.

ma saprò adattarmi.
 

Nausicaa

sfdcef
Ci sto, però aggoiungerei una domanda.
Io vedo i dormienti come figli di unioni tra fate e vampiri, notoriamente sterili ma...ogni tanto.
Ecco un dormiente.
vampiro certo ma anche magico.
E forse questa sua dualità bene e male li fa impazzire.


Come si fa ad aprire i sondaggi?

La vedevo proprio così!
Avevo aggiunto l'armonia iniziale pensando all'assoluto, e a come la sua perdita avesse rotto l'equilibrio.
 
Stato
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