Capitolo zero

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

Tebe

Egocentrica non in incognito
Romanzo-tebe

Parigi,
h 22 e 30


Erano due giorni che Joey Blow seguiva la dottoressa della Morgue.
E non aveva ancora capito come quella tipa dall'aria delicata e fatesca centrasse con i suoi cadaveri top secret.
Ma ancora meno capiva il perchè dell'esistenza di una sotto struttura assolutamente segreta chiamata Ghost.
Swot da Berlino continuava a lavorare per forzare e trovare informazioni ma niente. Niente di niente.
Incredibile. Nessuno era mai riuscito a metterlo in difficoltà.
E i sensi di Joey urlavano pericolo.
ma pericolo di che? In quei due giorni in cui l'aveva seguita lei non aveva mai avuto un comportamento strano.
Anzi.
Piuttosto normale in verità.
Eppure qualcosa gli diceva che no. Non guardava nella maniera giusta forse. O era solo questione di tempo.
Comunque lui era in aspettativa e il tempo non gli mancava.
Guardò l'ora. Quasi le undici.
La dottoressa era in casa ormai da due ore e sicuramente non sarebbe più uscita. Doveva assolutamente entrare nel suo appartamento ma era impossibile farlo di giorno e quella sembrava una suora. Almeno in quei due giorni.
Sarebbe tornato la sera dopo.
Stava per andarsene quando qualcosa attirò la sua attenzione, nell'ombra in fondo alla strada.
Non un movimento o una figura, più che altro una sensazione. Un qualcosa che. Aggrottò le sopracciglia cercando di guardare oltre il buio.
Niente. Poca gente a sfidare il gelo. Tutti o quasi rintanati nei locali.
Luci soffuse. Che mandavano bagliori tremolanti nell'aria resa spessa dal freddo.
Non notava nulla ma la sensazione non cessava. Anzi. Aumentava facendogli letteralmente accapponare la pelle.
Fece un passo indietro, nascondendosi totalmente.
Il suo istinto gli gridava pericolo.
Passarono i secondi. I minuti.
Joey Blow fissava il punto nero dall'altra parte della strada e niente si muoveva.
Forse non c'era nessuno e lui si stava immaginando le cose.
No.
C'era qualcuno nel buio. Lo sentiva. Non si immaginava un cazzo niente.
L'aria gelida gli feriva narici e gola ogni volta che respirava.





Continuo dopo
 

Tebe

Egocentrica non in incognito
Romanzo continuazione

Parigi,
h 22 e 30


Erano due giorni che Joey Blow seguiva la dottoressa della Morgue.
E non aveva ancora capito come quella tipa dall'aria delicata e fatesca centrasse con i suoi cadaveri top secret.
Ma ancora meno capiva il perchè dell'esistenza di una sotto struttura assolutamente segreta chiamata Ghost.
Swot da Berlino continuava a lavorare per forzare e trovare informazioni ma niente. Niente di niente.
Incredibile. Nessuno era mai riuscito a metterlo in difficoltà.
E i sensi di Joey urlavano pericolo.
ma pericolo di che? In quei due giorni in cui l'aveva seguita lei non aveva mai avuto un comportamento strano.
Anzi.
Piuttosto normale in verità.
Eppure qualcosa gli diceva che no. Non guardava nella maniera giusta forse. O era solo questione di tempo.
Comunque lui era in aspettativa e il tempo non gli mancava.
Guardò l'ora. Quasi le undici.
La dottoressa era in casa ormai da due ore e sicuramente non sarebbe più uscita. Doveva assolutamente entrare nel suo appartamento ma era impossibile farlo di giorno e quella sembrava una suora. Almeno in quei due giorni.
Sarebbe tornato la sera dopo.
Stava per andarsene quando qualcosa attirò la sua attenzione, nell'ombra in fondo alla strada.
Non un movimento o una figura, più che altro una sensazione. Un qualcosa che. Aggrottò le sopracciglia cercando di guardare oltre il buio.
Niente. Poca gente a sfidare il gelo. Tutti o quasi rintanati nei locali.
Luci soffuse. Che mandavano bagliori tremolanti nell'aria resa spessa dal freddo.
Non notava nulla ma la sensazione non cessava. Anzi. Aumentava facendogli letteralmente accapponare la pelle.
Fece un passo indietro, nascondendosi totalmente.
Il suo istinto gli gridava pericolo.
Passarono i secondi. I minuti.
Joey Blow fissava il punto nero dall'altra parte della strada e niente si muoveva.
Forse non c'era nessuno e lui si stava immaginando le cose.
No.
C'era qualcuno nel buio. Lo sentiva. Non si immaginava un cazzo niente.
L'aria gelida gli feriva narici e gola ogni volta che respirava.
Stesso momento


Tebe sentiva una specie di spiffero gelido sulle braccia.
Mmmhhhh...aveva dimenticato qualche finestra aperta?
Era in dormiveglia. Rannicchiata sotto un piumone fatto direttamente ad Era, una nuvola praticamente. Leggero. Impalpabile. Caldo. Avvolgente.
In sottofondo la tv ologramma mandava un qualche programma di musica, che le accarezzava le orecchie.
Le sue ali libere fremettero di piacere. Che sballo sentire l'aria calda toccarle. Che indicibile piacere.
Si accoccolò meglio sotto il piumone, senza aprire gli occhi.
Voleva dormire. E ci stava quasi riuscendo...si...sonno...ecco....
Lo spiffero sembrava diventato un tocco.
tebe scatto fuori dal piumone volando veloce sopra il letto.
Si guardò intorno scandagliando in un nano secondo la stanza.
Un lampo di magia troppo breve perchè un succhia potesse avvertirlo, e che le aveva dato la conferma che in casa non c'era nessuno.
Tornò a terra e si guardò il braccio destro.
Niente naturalmente. Cosa pensava di trovarci, un tatuaggio fosforescente? la faccia di Minerva che le diceva, Tebe quand'è che cresci?
Andò in cucina a farsi qualcosa di caldo.
Era troppo stressata. Sentiva succhia dappertutto.
Se almeno il libro si fosse deciso a parlare. A scrivere qualsiasi cosa. Quell'attesa era snervante.
Dieci minuti dopo, in canotta senza maniche e un paio di morbidi pantaloni banchi alla giapponese, sfidò il gelo notturno e andò a bersi la sua miscela di erbe eraniane sul terrazzo.
Faceva davvero, davvero freddo e senza le magiche erbe della tisana di Lunapiena, una guaritrice di Era, probabilmente sarebbe congelata in tempo zero. Così invece, per almeno un altra ora, poteva sfidare il gelo anche del polo nord, vestita solo di. Niente.
bevve un sorso. Bevve ancora, appoggiandosi sul muretto in pietra a ringhiera, sbirciando sotto.
La strada era deserta. Poca luce dai lampioni ad energia solare, mentre molta dalle olopubblicità che sparavano nel buio in maniera sguaiata.
Vide un gruppo di quattro ragazzi uscire da un locale ridendo, mentre fuochi di musica rotolavano per strada, per poi spegnersi alla chiusura della porta.
Li seguì con sguardo pigro. Sorridendo.
Com'erano carini i giovani umani. Ma perchè a Min non piacevano? Ma cosa le piaceva?
Continuò a seguire con lo sguardo i quattro ragazzi, che ridevano, si davano pacche sulle spalle e barcollavano un pochino.
Chiuse gli occhi annusando l'aria.
Nel mondo umano i due sensi, udito e olfatto, erano molto sviluppati delle fate e lei potè sentire l'odore di Vodka, fragole fresche, lime, zucchero di canna. Sorrise di più. Quanto le piacevano le fragole.
Il sorriso le si gelò sul viso.
Mischiato all' odore di alcol e fragole ce n'era anche un altro.
Aprì gli occhi fissando la strada. I ragazzi erano in pericolo.
Li vicino c'era un maledetto succhia, e visto che si arrischiava a cibarsi in maniera così barbara era sicuramente giovane. O un reietto.
Tornò in casa, corse in camera, si infilò un paio di scarpe, prese la sua frusta e una manciata di droni che Sbriciolata non le faceva mai mancare.
In un minuto era in strada, giusto in tempo per vedere il primo ragazzo quasi svoltare l'angolo.


Joey Blow decise di usare un pò di tecnologia non convenzionale. Ovvero quella che gli passava Swot. Che ovviamente era illegale.
Era certo che nell'ombra, in quell'angolo della strada ci fosse qualcosa. Non qualcuno. Qualcosa.
Senza nessun movimento del suo corpo, davanti agli occhi apparvero due lenti olografiche, ed immediatamente ebbe una chiara visione notturna, compreso l'angolo buio di svolta della strada.
Non vide nulla.
Respirò l'aria gelida sobbalzando quasi al rumore improvviso di musica, che aveva squarciato come una zampata l'immobilità della notte. Si girò girò e vide quattro ragazzi uscire ridendo da un locale, camminare un pò barcollanti verso...
Joey tornò a guardare l'angolo. Vide un movimento. Veloce. Umano. Ne era sicuro. Non era un cane randagio.
Sentì il cuore accelerare i battiti e il suo corpo tendersi nell'adrenalina.
Ormai il suo istinto suonava come una sirena impazzita.
Non capiva ma sentiva che c'era qualcosa che non andava proprio. E che quei ragazzi erano in pericolo.
Morte.
Uscì dall'ombra sfoderando la sua pistola modificata. Diede un ultima occhiata al piano della dottoressa e la vide guardare i ragazzi.
Vide il sorriso spegnersi. Diventare preoccupato. E fissare pure lei la fine della strada.
Il metallo nelle sue mani sembrava vivo.
Gli sembrava una situazione strana. Irreale.
Cominciò a vedere tutto al rallentatore. Vide la dottoressa sparire dalla sua visuale. Girò la testa verso i ragazzi in un tempo che gli sembrò assurdamente lungo.
Li vide muoversi lenti. Ridendo. Si girò ancora e vide la patologa uscire dal portone vestita in uno strano modo. Strano perchè considerato che erano due gradi sottozero lei era in canottiera rosa senza maniche e un paio di pantaloni larghi tipo quelli dei lottatori giapponesi, ma la cosa più strana fu vederla lanciare in aria una manciata di piccole sfere, che subito sparirono.
Joey le riconobbe all'istante. Droni. Droni di ricerca. Swot li aveva bollati così ma non aveva capito cosa ricercassero, non aveva mai visto nulla di simile e lo teneva come un gadget inutile con cui far giocare il suo ratto domestico, un robo di tre chili geneticamente modificato.
Lui invece lo aveva studiato a lungo, obbedendo come sempre al suo istinto, ma alla fine si era arreso.
Sembrava davvero solo un gadeget inutile.
Invece no.
Cercavano davvero qualcosa. E quel qualcosa era lo stesso che aveva percepito lui senza qui droni.
Riusci solo a pensare che qualsiasi cosa ci fosse dentro quel cazzo di vicolo lui l'avrebbe vista.
Appena lei lo superò il tempo cominciò a scorrere normale.


-Hei ragazzi!- li chiamò Tebe
Loro si fermarono, continuando a ridere -Hai bisogno fata?- le disse quello che sembrava più grande scoppiando a ridere insieme ai suoi amici.
Tebe alzò per un istante gli occhi al cielo. Forse aveva ragione Minerva. Gli umani non erano per nulla carini, ma continuò a camminare verso di loro - Volevo avvertirvi che quel vicolo non porta da nessuna parte e ci sono dei lavori. E' pericoloso.-
-Lo sappiamo ma la natura chiama.- altro scoppio di risa.
tebe non capì la battuta. Che natura poteva chiamare quattro ragazzi dentro un vicolo buio?
Uno, quello dall'aria più sfrontata si toccò il pacco - Dobbiamo sgonfiare la pompa bella. Vuoi un disegnino? Magari potresti darci pure una mano.-
Tebe sentì la frusta di energia vibrare. Una bella frustata cadauno gliel' avrebbe data volentieri ma sentiva i succhia diventare impazienti. Avrebbero attaccato entro breve, incuranti di tutto.
I droni di Sbriciolata ne avevano individuati due. Esattamente nel vicolo. Affamati. Poco lucidi. E giovani.
Pericolosi ma facili da abbattere. Anche per lei.
-Per essere dei ragazzini siete un pò maleducati.- la voce dal lieve accento tedesco ebbe il potere di fare zittire tutti.
tebe si voltò verso l'uomo.
Oh no. Ci mancava solo il testosteronico pronto a menare le mani. Cazzo. E aveva pure degli strani occhiali ad ologramma per la visione notturna.
Ecco. Un fissato. Un giustiziere della notte svitato e magari fatto di qualche droga sintetica.
Poteva usare la magia, ipnotizzarlo e spedirlo a casa a dormire, ma non c'era tempo.
Vide con la coda dell'occhio uno dei ragazzi cominciare a tirare giù la cerniera dei jeans pronto a svuotare la pompa.
Ed entrare nel vicolo.
-Merda.- disse Tebe. Al quel tizio avrebbe pensato dopo.
La sua frusta di energia si liberò nell'aria in un lampo blu cobalto mentre con la mano libera fece un gesto verso i ragazzi i quali un minuto dopo ripresero in silenzio a camminare dalla parte opposta del vicolo.

Joey Blow rimase un attimo interdetto alla vista della frusta.
Frusta? C'era il circo? La patologa aveva una doppia vita?
Accantonò ogni domanda, prese la sua arma in mano e si infilò nel vicolo pure lui.
E quello che vide riuscì per un attimo a stupirlo.
C'erano due uomini. Uomini? Si sembravano uomini ma la sua mente urlava no. Un gigantesco no. un no irrazionale. Potevano essere solo uomini. Che altro?
Vampiri
-Toglietevi di li, alzatevi, mani in alto. SUBITO!- gli urlò.
Teneva la pistola puntata al cranio di entrambi, inginocchiati in terra, chini sul corpo del ragazzo che sembrava immobile.
Non capiva cosa stessero facendo, sembrava che lo..mordessero.
vampiri.
Non diede un secondo avvertimento. Sparò direttamente in testa al primo e prima ancora che il corpo cadesse in avanti per il rimbombo sparò all'altro.
-Metti via quell'arma! Chi cazzo sei, il vendicatore solitario?-
Lui fissò la patologa, visibilmente arrabbiata. -Non disturbarti a ringraziarmi. Bella frusta.-
-Ringraziarti?- rispose tebe- Ringraziarti di che, di avere sparato in pieno centro a parigi?-
Lui era sempre più stupito. Quella li lo stava cazziando? Lei. Cazziava. Lui?
La ignorò e si avvicinò al groviglio di corpi. Allontanò con un calcio il primo cadavere, che rotolò scomposto sull'asfalto umido.
nella fioca luce vide la faccia spappolata dal foro di uscita e...zanne?
Ignorò anche quello.
Si chinò verso il ragazzo, gli toccò la giugulare ma. Niente. Nessun battito.
-Togliti di lì.- gli intimò Tebe alle sue spalle.
-Sei un pò troppo chiacchiera per i miei gusti.-
-Ti sto dando un avvertimento da amica. Ti conviene davvero toglierti di li.-
Joey riguadagnò la posizione eretta, guardandola.-Credo sia morto.-
-Questo è quello che pensi tu.- rispose lei con una strana luce negli occhi.
-Non è che lo penso io. E' scientificamente provato che se un cuore non batte si è morti.-
Mentre lo diceva però, sentiva che...forse...
Si girò a guardare il cadavere del ragazzo. E poi quello dei due uomini a cui aveva sparato.
Vide uno di loro muoversi.
Muoversi?
No. Non era possibile. Forse uno spasmo post mortem.
Un altro movimento. la mano.
No. Si stava immaginando tutto.
Anche l'altro si stata muovendo.
Fece un passo indietro.
-Che cazzo è?-
Si affiancò a Tebe che faceva schioccare la frusta in maniera minacciosa.
-Vuoi davvero saperlo? Ma si, te lo dico, tanto poi ti resetto la memoria...-
-resetti la memoria?- vide il primo a cui aveva sparato rialzarsi improvvisamente. Del cranio sfondato nemmeno l'ombra.
Gli sparò di nuovo, in pieno petto. Vide quel corpo assorbire il colpo con un lieve sussulto. Lo vide ridere. Zanne.
-Che cosa sono...-
-Vampiri.-
Blow cominciò a sudare leggermente -D'accordo. Si uccidono con croci, paletti e acqua benedetta? perchè se la tua risposta è si non sono attrezzato.-
tebe si girò un istante a guardarlo.
Non stava avendo una reazione umana normale. Certo. era stupito. probabilmente spaventato. Ma era decsamente calmo per la situazione. Come se...



Continuo.
 

passante

Utente di lunga data
va bene, ma nel frattempo vale sempre il "chi s'azzarda a scrivere peste lo colga, uno stormo di piccioni lo scagazzi sulla giacca buona e sabato sera faccia cilecca" o no?

non vorrei rischiare (più che altro per sabato sera :mrgreen:).
 

OcchiVerdi

Utente di lunga data
Essendo io vegatariano farò la vittima umana ma almeno fatemi succhiare da una donna..

anche da comparsa va bene lo stesso :carneval:
 

Tebe

Egocentrica non in incognito
va bene, ma nel frattempo vale sempre il "chi s'azzarda a scrivere peste lo colga, uno stormo di piccioni lo scagazzi sulla giacca buona e sabato sera faccia cilecca" o no?


non vorrei rischiare (più che altro per sabato sera :mrgreen:).

cazzo! Scusa mi ero dimenticata di ritirare la minaccia, al limite aggiustiamo dopo eventuali salti temporali.

sabato sera eh?
 

passante

Utente di lunga data
cazzo! Scusa mi ero dimenticata di ritirare la minaccia, al limite aggiustiamo dopo eventuali salti temporali.

sabato sera eh?
crazy-fingers-14.jpg

:) che poi è domani :)

edit: passante e matteo
 
Ultima modifica:

dammi un nome

Utente di lunga data
mortacci ma quanto scrivete:mrgreen:
 

dammi un nome

Utente di lunga data
images (1).jpg tebe, ti assomiglia?
 
T

Tuba

Guest
penso sia arrivata l'ora di fare un pò di sesso con la mia "risvegliata" :D

Hmmm! Quasi quasi butto già due righe :D
 
T

Tuba

Guest
Manaus, una settimana dopo il risveglio.

Era passata una settimana dal giorno in cui lei si era risvegliata.
Una settimana che lei aveva passato ad ascoltare. Ascoltare lui.
Aveva voluto che gli raccontasse tutto quello che era accaduto nel mondo durante i pochi decenni in cui lei aveva dormito.
Internet la incuriosiva. Il giorno in cui lei scelse di dormire i computer erano grandi come armadi e occupavano stanze intere e rasentavano appena la potenza del
laptop sul suo tavolino.
Era affamata di sensazioni, odori, sapori.
Avevano passato la serata girando per le vie affollate di Manaus, avevano mangiato in uno di quei tipici ristoranti brasiliani in cui servono il rodizo e lui aveva sorriso
quando, facendogli l'occhiolino divertita, disse al cameriere che petendeva che la carne fosse..........al sangue.
Erano da poco rientrati in casa e lei s'infilo subito sotto la doccia mentre lui si mise a leggere le ultime recensioni sull'uscita di BiteFight.
I fan erano impazziti e le vendite non accennavano a calare.
Si voltò non appena la sentì entrare nella stanza.
Immersa nella penombra della stanza illuminata solo dal chiarore dello schermo del suo laptop e dalle luci che entravano dalla finestra, lei era lì, che lo guardava
completamente nuda mentre si asciugava i lunghi capelli corvini, il suo corpo dalla pelle ambrata, tipico delle ragazze del luogo.
"Non mi piaci così" disse lui.
"Ma dai, eppure l'ho visto come hai guardato quella ragazza al ristorante stasera, guarda sono tale quale a lei" disse lei cercando di sembrare un pò offesa ma riuscendoci in parte tradita dal
sorrisetto che le se stava formando sulle labbra.
"Si è vero, era molto bella, ma ti preferisco nella tua forma naturale"
"No, nella mia forma naturale non ti piacerei, eppure mi ci hai vista, oppure stai cercando di dirmi che mentre dormivo i tuoi gusti sono cambiati e adesso sei attratto da canini sporgenti e artigli ?"
"Sai cosa voglio dire"
"Ma dai, posso essere quello che vuoi. Che ne dici di questa ?" disse lei cominciando a trasformarsi lentamente "L'ho vista l'altro giorno quando su quella magia che chiamate internet ho deciso di aggiornarmi anche su altre abitudini. Sembra che sia la star del momento, pare si chiami Belladonna".
"Continuo a preferirti nella forma che avevi quando ti ho incontrata".
"Non ti piaccio neanche così" le disse una Marilyn Monroe completamente nuda.
"Si così saresti perfetta per cantarmi Happy Birthday al mio compleanno, ma stasera voglio la ragazza dei capelli rossi che ho conosciuto anni fa"
"Uff" disse Marilyn in un imbronciato divertito sedendosi sul letto e abbracciandosi uno dei cuscin"stai invecchiando".
"Già" disse lui chiudendo il suo laptop e raggiungendo sul letto quella che nel frattempo era diventata la lei che aveva sempre conosciuto, "però qualcosa ho imparato invecchiando"
"E cosa ?" lo sfido lei.
"Immagina" le rispose lui chiudendole gli occhi dolcemente.....


.Immagina di entrare in una stanza, che tu non puoi vedere, perchè sei bendata. Però puoi sentire gli odori di questa stanza; puoi sentire gli aromi che io ho scelto.
Ho scelto anche la musica che senti. Tu sei vestita e sei condotta da me e hai un solo grande potere: la parola. Tu dici una parola, una sola, e tutto si fermerà ti
toglierò la benda, ti dirò ciao, ma non saprai mai che cosa ti avrei fatto. Piano piano, guidandoti ti conduco vicino al letto, ma non ti ci faccio sedere,
voglio che rimani in piedi. Ti aiuto a togliere la giacca che porti. Poi, da dietro, muovendoti i capelli da un lato e giocando con le mie labbra sul tuo collo,
comincio a sbottonarti la camicietta, al terzo o al quarto bottone la mia voce calda ti sussurra all'orecchio: Buona.....stai buona, Ti tolgo la camicietta e ti giro
intorno. Tu sei li, completamente all'oscuro, l'unica presenza che senti è la mia. Le mie mani passano leggere sul tuo seno ancora dentro al reggiseno, si soffermano
per un secondo o due a sentire i capezzoli attraverso il tessuto del reggiseno, scendono sui tuoi fianchi, fino ad arrivare alla tua gonna. Un leggero movimento sulla
lampo e lentamente la gonna comincia a scivolare sulle tua gambe. Piano piano la faccio scendere a rivelare il tuo intimo, le tue gambe inguainate in quelle calze che
porti. Dolcemente ti faccio alzare i piedi, prima uno e poi l'altro e anche la gonna è andata. Ora ti faccio sdraiare sul letto. Le lenzuola sono soffici, ti
avvolgono, ma tu non puoi vederle puoi solo sentirne il tessuto attraverso la tua pelle. Ti chiedi cosa stò facendo in quel momento, ma tu sai che se parli tutto si
fermerà, e quindi attendi, fra la voglia e il timore. Mi senti vicino a te, la mia voce calda, di nuvo che ti sussura all'orecchio: Sono qui. E poi qualcosa tocca le
tue labbra, ma non riesci a capire cosa sia; non sono labbra, non sono dita, non è qualcosa di vivo. Realizzi che è una piuma. Una di quelle lunghe piume colorate che
si vedono nei film d'epoca. La muovo lentamente sulle tue labbra, poi piano sul tuo collo, la tua gola. All'inzio provi un pò di solletico forse ma non puoi ridere,
o tutto si ferma. Il tocco della piuma scende nell'incavo del tuo seno, ancora dentro al reggiseno, e poi sulle tue tette, prima una o poi l'altra. Ma senti che
qualcosa stà accadendo, la tua pelle stà cminciando a reagire al tocco della piuma, alla pelle d'oca si aggiunge anche una sorta di piacere.
Abbasso il tuo reggiseno, da un lato, e scopro uno dei tuoi capezzoli. La piuma comincia si sofferma sull'aureola mentre il capezzolo s'inturgidisce, e quando è
finalmente eretto la senti su di esso, a farlo inturgidire ancora di più. Il tuo respiro comincia a farsi più affannoso, lo sento. Ogni poro della tua pelle comincia
a rispondere al tocco della piuma manovrate da me su di te. Anche l'altro capezzolo subisce la stessa sorte. Io so che vorresti altro adesso, vorresti le mie labbra
su quei capezzoli, la mia lingua, ma non puoi chiederlo, altrimenti si ferma tutto. Lascio i tuoi seni così con i capezzoli completamente turgidi e comincio a
scendere in basso; i tuoi fianchi, il tuo ventre, il tuo ombelico, tutti rispondono al tocco della mia piuma. Ti aspetti che ora io sposti il perizoma e mi occupassi
anche di altro, ma invece no. E' l'interno delle tue gambe adesso che vengono percorse dalla mia piuma. La tua pelle ora è diventata sensibilissima,
ogni tocco aumenta il tuo piacere; ogni singolo centimetro della tua pelle è diventata una zona erogena. Ora è all'interno delle tue gambe....e risale su, verso
il tuo perizoma, senti le mie dita su di "te" attraverso il tessuto mentre la mia piuma stà rendendo il tuo corpo come una corda di violino.
Piano sposto il tuo perizoma da un lato, sento che sei un lago di umori. La piuma ora è sulle tue grandi labbra mentre le mie dita dolcemente ti massaggiano
sul monte di venere. Sei eccitatissima, vorresti essere scopata all'istante, ma non puoi chiederlo, e allora subisci questo supplizio mischiato ad estasi che ti
stà donando il tocco della mia piuma, che nel frattempo si è fatto più audace sulla tua figa bagnatissima. Le mie dita comincianoo piano a massaggiarti il clitoride,
piano pianissimo, e lo scoprono. Quello che senti ora non è la piuma, ma è la mia lingua, su di esso, ma è solo un momento perchè sono io che decido quando e come
farti venire. Come per i tuoi capezzoli anche il clitoride comincia a subire il tocco non tocco della piuma. Ora stai ansimando, quando allontano la piuma
privandoti del piacere del suo tocco, muovi il tuo corpo, al buio, per ritrovarlo. Sento che stai per esplodere. Le mie dita, prima una e poi due si fanno strada
dentro di, a stimolarti sul punto g, mentre, ormai abbandonata la piuma, le mie labbra, la mia lingua, cominciano a lavorare sul tuo clitoride.
La lingua si muove ora veloce ora lenta alternata alle succhiate delle mie labbra. Ormai sei un fiume in piena, senti che l'orgasmo, potente, di quelli che senti
in ogni fibra del tuo corpo, stà arrivando. Con i movimenti del tuo corpo m'inviti a muovere più velocemente le mie dita dentro di te e spingi sulla mia bocca.
La mia lingua ti stà facendo impazzire. Il tuo ora non è più un ansimare, ma è un urlo, un urlo di piacere che stà montando pian piano ma inesorabile.
Io stacco un secondo le mia labbra, la mia bocca, dal tuo clitoride, e per la prima volta senti la mia voce chiara, alta, che ti dice, che ti ordina: Vieni.
E' il segnale, senti che adesso puoi dar libero sfogo al tuo piacere, e questo esplode, esplode in ogni angolo del tuo corpo, E' cosi potente che lo urli.
Il tuo SI, prolungato, quasi animalesco per l'intensita, si espande per tutta la stanza e il tuo corpo sembra quasi in preda a delle convulsioni,
ti muovi per assaporarlo meglio quasi in un disperato tentativo per fare in modo che quest'estasi non finisca mai, che duri per sempre.
Ma spossata e distrutta cerchi di riprendere il controllo del tuo corpo e mentre lo fai ti accorgi di una cosa: non senti più il mio tocco.

"Hmmm, stai invecchiando bene" disse lei riprendendo fiato
"E non hai ancora visto niente" dsse lui divertito raggingendo le sue labbra a condividendo con lei, baciandola il suo sapore.
"Se questa forma ti fa questo effetto, niente più Marilyn Monroe allora"
"Un giorno mi dirai perchè hai deciso di vivere con queste sembianze"
"Non te l'ho mai detto ? Erano le sembianze di una di quelle ninfomani alate che qualche secolo fa per poco non mi uccideva, pare che una sua discendente sia adesso
membro di spicco del loro consiglio, dovrebbe chiamarsi Chiara Matraini"
 

Tebe

Egocentrica non in incognito
Non ho ancora letto niente.
Appena la mia sigaretta elettronica aromatizzata alla maria è pronta, leggo.
manca poco.

Guarda che se non è porno mi irrito profondamente :blank:
 

Tebe

Egocentrica non in incognito
Manaus, una settimana dopo il risveglio.

Era passata una settimana dal giorno in cui lei si era risvegliata.
Una settimana che lei aveva passato ad ascoltare. Ascoltare lui.
Aveva voluto che gli raccontasse tutto quello che era accaduto nel mondo durante i pochi decenni in cui lei aveva dormito.
Internet la incuriosiva. Il giorno in cui lei scelse di dormire i computer erano grandi come armadi e occupavano stanze intere e rasentavano appena la potenza del
laptop sul suo tavolino.
Era affamata di sensazioni, odori, sapori.
Avevano passato la serata girando per le vie affollate di Manaus, avevano mangiato in uno di quei tipici ristoranti brasiliani in cui servono il rodizo e lui aveva sorriso
quando, facendogli l'occhiolino divertita, disse al cameriere che petendeva che la carne fosse..........al sangue.
Erano da poco rientrati in casa e lei s'infilo subito sotto la doccia mentre lui si mise a leggere le ultime recensioni sull'uscita di BiteFight.
I fan erano impazziti e le vendite non accennavano a calare.
Si voltò non appena la sentì entrare nella stanza.
Immersa nella penombra della stanza illuminata solo dal chiarore dello schermo del suo laptop e dalle luci che entravano dalla finestra, lei era lì, che lo guardava
completamente nuda mentre si asciugava i lunghi capelli corvini, il suo corpo dalla pelle ambrata, tipico delle ragazze del luogo.
"Non mi piaci così" disse lui.
"Ma dai, eppure l'ho visto come hai guardato quella ragazza al ristorante stasera, guarda sono tale quale a lei" disse lei cercando di sembrare un pò offesa ma riuscendoci in parte tradita dal
sorrisetto che le se stava formando sulle labbra.
"Si è vero, era molto bella, ma ti preferisco nella tua forma naturale"
"No, nella mia forma naturale non ti piacerei, eppure mi ci hai vista, oppure stai cercando di dirmi che mentre dormivo i tuoi gusti sono cambiati e adesso sei attratto da canini sporgenti e artigli ?"
"Sai cosa voglio dire"
"Ma dai, posso essere quello che vuoi. Che ne dici di questa ?" disse lei cominciando a trasformarsi lentamente "L'ho vista l'altro giorno quando su quella magia che chiamate internet ho deciso di aggiornarmi anche su altre abitudini. Sembra che sia la star del momento, pare si chiami Belladonna".
"Continuo a preferirti nella forma che avevi quando ti ho incontrata".
"Non ti piaccio neanche così" le disse una Marilyn Monroe completamente nuda.
"Si così saresti perfetta per cantarmi Happy Birthday al mio compleanno, ma stasera voglio la ragazza dei capelli rossi che ho conosciuto anni fa"
"Uff" disse Marilyn in un imbronciato divertito sedendosi sul letto e abbracciandosi uno dei cuscin"stai invecchiando".
"Già" disse lui chiudendo il suo laptop e raggiungendo sul letto quella che nel frattempo era diventata la lei che aveva sempre conosciuto, "però qualcosa ho imparato invecchiando"
"E cosa ?" lo sfido lei.
"Immagina" le rispose lui chiudendole gli occhi dolcemente.....


.Immagina di entrare in una stanza, che tu non puoi vedere, perchè sei bendata. Però puoi sentire gli odori di questa stanza; puoi sentire gli aromi che io ho scelto.
Ho scelto anche la musica che senti. Tu sei vestita e sei condotta da me e hai un solo grande potere: la parola. Tu dici una parola, una sola, e tutto si fermerà ti
toglierò la benda, ti dirò ciao, ma non saprai mai che cosa ti avrei fatto. Piano piano, guidandoti ti conduco vicino al letto, ma non ti ci faccio sedere,
voglio che rimani in piedi. Ti aiuto a togliere la giacca che porti. Poi, da dietro, muovendoti i capelli da un lato e giocando con le mie labbra sul tuo collo,
comincio a sbottonarti la camicietta, al terzo o al quarto bottone la mia voce calda ti sussurra all'orecchio: Buona.....stai buona, Ti tolgo la camicietta e ti giro
intorno. Tu sei li, completamente all'oscuro, l'unica presenza che senti è la mia. Le mie mani passano leggere sul tuo seno ancora dentro al reggiseno, si soffermano
per un secondo o due a sentire i capezzoli attraverso il tessuto del reggiseno, scendono sui tuoi fianchi, fino ad arrivare alla tua gonna. Un leggero movimento sulla
lampo e lentamente la gonna comincia a scivolare sulle tua gambe. Piano piano la faccio scendere a rivelare il tuo intimo, le tue gambe inguainate in quelle calze che
porti. Dolcemente ti faccio alzare i piedi, prima uno e poi l'altro e anche la gonna è andata. Ora ti faccio sdraiare sul letto. Le lenzuola sono soffici, ti
avvolgono, ma tu non puoi vederle puoi solo sentirne il tessuto attraverso la tua pelle. Ti chiedi cosa stò facendo in quel momento, ma tu sai che se parli tutto si
fermerà, e quindi attendi, fra la voglia e il timore. Mi senti vicino a te, la mia voce calda, di nuvo che ti sussura all'orecchio: Sono qui. E poi qualcosa tocca le
tue labbra, ma non riesci a capire cosa sia; non sono labbra, non sono dita, non è qualcosa di vivo. Realizzi che è una piuma. Una di quelle lunghe piume colorate che
si vedono nei film d'epoca. La muovo lentamente sulle tue labbra, poi piano sul tuo collo, la tua gola. All'inzio provi un pò di solletico forse ma non puoi ridere,
o tutto si ferma. Il tocco della piuma scende nell'incavo del tuo seno, ancora dentro al reggiseno, e poi sulle tue tette, prima una o poi l'altra. Ma senti che
qualcosa stà accadendo, la tua pelle stà cminciando a reagire al tocco della piuma, alla pelle d'oca si aggiunge anche una sorta di piacere.
Abbasso il tuo reggiseno, da un lato, e scopro uno dei tuoi capezzoli. La piuma comincia si sofferma sull'aureola mentre il capezzolo s'inturgidisce, e quando è
finalmente eretto la senti su di esso, a farlo inturgidire ancora di più. Il tuo respiro comincia a farsi più affannoso, lo sento. Ogni poro della tua pelle comincia
a rispondere al tocco della piuma manovrate da me su di te. Anche l'altro capezzolo subisce la stessa sorte. Io so che vorresti altro adesso, vorresti le mie labbra
su quei capezzoli, la mia lingua, ma non puoi chiederlo, altrimenti si ferma tutto. Lascio i tuoi seni così con i capezzoli completamente turgidi e comincio a
scendere in basso; i tuoi fianchi, il tuo ventre, il tuo ombelico, tutti rispondono al tocco della mia piuma. Ti aspetti che ora io sposti il perizoma e mi occupassi
anche di altro, ma invece no. E' l'interno delle tue gambe adesso che vengono percorse dalla mia piuma. La tua pelle ora è diventata sensibilissima,
ogni tocco aumenta il tuo piacere; ogni singolo centimetro della tua pelle è diventata una zona erogena. Ora è all'interno delle tue gambe....e risale su, verso
il tuo perizoma, senti le mie dita su di "te" attraverso il tessuto mentre la mia piuma stà rendendo il tuo corpo come una corda di violino.
Piano sposto il tuo perizoma da un lato, sento che sei un lago di umori. La piuma ora è sulle tue grandi labbra mentre le mie dita dolcemente ti massaggiano
sul monte di venere. Sei eccitatissima, vorresti essere scopata all'istante, ma non puoi chiederlo, e allora subisci questo supplizio mischiato ad estasi che ti
stà donando il tocco della mia piuma, che nel frattempo si è fatto più audace sulla tua figa bagnatissima. Le mie dita comincianoo piano a massaggiarti il clitoride,
piano pianissimo, e lo scoprono. Quello che senti ora non è la piuma, ma è la mia lingua, su di esso, ma è solo un momento perchè sono io che decido quando e come
farti venire. Come per i tuoi capezzoli anche il clitoride comincia a subire il tocco non tocco della piuma. Ora stai ansimando, quando allontano la piuma
privandoti del piacere del suo tocco, muovi il tuo corpo, al buio, per ritrovarlo. Sento che stai per esplodere. Le mie dita, prima una e poi due si fanno strada
dentro di, a stimolarti sul punto g, mentre, ormai abbandonata la piuma, le mie labbra, la mia lingua, cominciano a lavorare sul tuo clitoride.
La lingua si muove ora veloce ora lenta alternata alle succhiate delle mie labbra. Ormai sei un fiume in piena, senti che l'orgasmo, potente, di quelli che senti
in ogni fibra del tuo corpo, stà arrivando. Con i movimenti del tuo corpo m'inviti a muovere più velocemente le mie dita dentro di te e spingi sulla mia bocca.
La mia lingua ti stà facendo impazzire. Il tuo ora non è più un ansimare, ma è un urlo, un urlo di piacere che stà montando pian piano ma inesorabile.
Io stacco un secondo le mia labbra, la mia bocca, dal tuo clitoride, e per la prima volta senti la mia voce chiara, alta, che ti dice, che ti ordina: Vieni.
E' il segnale, senti che adesso puoi dar libero sfogo al tuo piacere, e questo esplode, esplode in ogni angolo del tuo corpo, E' cosi potente che lo urli.
Il tuo SI, prolungato, quasi animalesco per l'intensita, si espande per tutta la stanza e il tuo corpo sembra quasi in preda a delle convulsioni,
ti muovi per assaporarlo meglio quasi in un disperato tentativo per fare in modo che quest'estasi non finisca mai, che duri per sempre.
Ma spossata e distrutta cerchi di riprendere il controllo del tuo corpo e mentre lo fai ti accorgi di una cosa: non senti più il mio tocco.

"Hmmm, stai invecchiando bene" disse lei riprendendo fiato
"E non hai ancora visto niente" dsse lui divertito raggingendo le sue labbra a condividendo con lei, baciandola il suo sapore.
"Se questa forma ti fa questo effetto, niente più Marilyn Monroe allora"
"Un giorno mi dirai perchè hai deciso di vivere con queste sembianze"
"Non te l'ho mai detto ? Erano le sembianze di una di quelle ninfomani alate che qualche secolo fa per poco non mi uccideva, pare che una sua discendente sia adesso
membro di spicco del loro consiglio, dovrebbe chiamarsi Chiara Matraini"


....hem...
bravo.
Proprio bravo.
La prima persona nel racconto...rende:D


ho deciso.
Non scrivo niente di porno
:blank:
 

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
Non ho ancora letto niente.
Appena la mia sigaretta elettronica aromatizzata alla maria è pronta, leggo.
manca poco.

Guarda che se non è porno mi irrito profondamente :blank:
si chiama "aroma" ora :canna:
 

Kid

Utente un corno
Con grave ritardo mi accorgo di questo progetto.

Innanzitutto ringrazio per le citazioni, adoro i vampiri (tranne quelli di Twilight :unhappy:).

Posso aiutare in qualche maniera?
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Top