Sono molto giù di morale, ergo questo.
E vide.
Alla fine vide.
Non vedeva altro.
...un braccio si infilò dentro lo stomaco. Il malcapitato fremette
appena per poi accasciarsi come un fantoccio. Il suo cadavere scivolò
lentamente giù mentre il Dormiente abbassava il braccio, guardandosi
attorno.
Un moribondo lì accanto, incapace di muoversi, fu sfortunato. Il
Dormiente cadde in ginocchio accanto a lui, gli poggiò le mani sul
petto, premette i pollici sotto lo sterno fino a penetrare sotto
l'osso e... cominciò a tirare... le altre dita penetravano tra le
costole, e il sangue nero ruscellava fuori, rendendo la presa
viscida...
Ma il Dormiente, quale che fosse il sentimento che ancora era in grado
di provare dentro di sè, pazienza, sadismo, soddisfazione, curiosità,
continuava a tirare. Attorno a lui il caos. Il panico regnava tra le
file di Vampiri e di Fate, indiscriminatamente, ma qualcuno ancora
provava ad affrontarlo. Inutilmente. Le lame e le frecce come refoli
di vento leggero contro una invisibile barriera a qualche millimetro
dalla sua pelle nuda. Nulla serviva. La sua carne non reagiva come
carne. Qualunque proiettile non riusciva a scuotere neppure di un
millimetro quel corpo. Era come se la pietra, come se una montagna con
la sua immensa mole vecchia di eoni avesse regalato la sua inerzia a
quell'insieme di muscoli e ossa e pelle che una volta era un essere
senziente.
La cassa toracica smise l'ultima resistenza e si frantumò con uno
schianto, più forte dele grida del malcapitato. Il Dormiente osservò
con blanda curiosità la manciata di ossa e brandelli di carne
sanguinolenta che gli erano rimasti in mano, e si voltò verso quei
pochi che ancora stavano provando a colpirlo.
Fuggirono. Alcuni urlavano. Altri, risparmiavano il fiato per fuggire.
Quelli feriti più gravemente arrancavano su gambe e braccia, o sui
monconi che ne rimanevano.
Il più lento fu raggiunto, a passi misurati e tranquilli, dal Dormiente.
Con una mano afferò la mandibola. Con l'altra l'arcata superiore dei denti.
E... tirò...
Tirò...
Vide tutto. Tutto. Non credeva di poter mai più vedere niente altro,
nel buio dietro i suoi occhi.