Jim Cain
Utente di lunga data
Tutti sottoinsiemi di quel grande insieme che va sotto il nome di 'disturbati'.Non è necessariamente vero. Le categorie in quella fascia sono principalmente tre. Separati di fresco, casi umani e grandi egoisti.
Tutti sottoinsiemi di quel grande insieme che va sotto il nome di 'disturbati'.Non è necessariamente vero. Le categorie in quella fascia sono principalmente tre. Separati di fresco, casi umani e grandi egoisti.
per me due categorie su 3 ne sono tassativamente escluse. Poi fai te. ..Tutti sottoinsiemi di quel grande insieme che va sotto il nome di 'disturbati'.
Il mio buon senso appena risvegliato mi ha permesso di troncarne una e per il resto si vedrà. Gli aggiornamenti saranno resi notibuon senso direbbe di mollare entrambi, ma gli equilibri di coppia sono una roba ingeneralizzabile.
ci sono anche quelli che non si sgomentano se la moglie si prende un diversivo ogni tanto, purchè non siano corna pubbliche e che prenda le dovute precauzioni. quindi solo Joss può sapere se un rapporto a geometrie variabili sia fattibile oppure se è meglio ripartire da zero.
cosa è cambiato? che tua madre, come la mia, come quasi tutte le donne diciamo fino agli anni '80, non avevano bisogno di prendere laurea,master e stage all'estero per fare l'impiegata. bastava un diploma da ragioniera e voglia di lavorare.
tu stai a Milano, lo vedrai ancora meglio che abbiamo a che fare con persone, uomini e donne, che alla soglia dei 30 anni non si sa ancora che cosa sappiano fare.
e mettere su famiglia e figli è una cosa che si fa quando si ha una qualche certezza lavorativa.
sicuramente c'è anche un discorso "culturale" per cui l'adolescenza s'è prolungata mentalmente per troppi almeno fino ai 25 anni. ed è stato uno strappo recente, perchè mia sorella e le sue amiche hanno tutte avuto figli prima dei 30 anni e ti parlo degli anni '80 e '90, mica di millenni fa.
come possiamo definire il cambiamento se migliorativo o peggiorativo? mettiamola così, la biologia e l'anatomia sono materie molto spietate.
l'età ideale per avere figli per una donna era nella fascia 20-35 anni prima ed è biologicamente così anche adesso. il fatto che in tante inizino ad avere figli oltre i 35 anni è un fatto, ma non un bene.
se la cosa si può invertire? secondo me si sta già invertendo. tu stesso ammetti che le culture che stanno sbarcando in Italia non si fanno troppe pippe mentali e vanno di biologia. per cui che le romene, le egiziane, le slave, le musulmane in genere ai 30 anni di figli ne abbiano almeno un paio, ti dimostra che le cazzate che ci raccontiamo noi moriranno con noi.
al momento non ti puoi permettere una gravidanza perchè ti manca il soggetto adatto sia per il concepimento che poi per crescere il pupo.Il mio buon senso appena risvegliato mi ha permesso di troncarne una e per il resto si vedrà. Gli aggiornamenti saranno resi noti
Tanti miei coetanei tendono a prendersela comoda. Fino ai 24/25 anni, ti senti in età da università e ti senti in diritto di fare la vita dello studente, cioè alternare il "studiare" più o meno seriamente e il fare dai 3 ai 5 after a settimana.
Poi subentra uno stato d'animo di angoscia, l'ho visto in tantissimi amici, quasi tutti. Ti sale il "che minchia faccio dopo?" idiosincrasie varie ed eventuali e questo si traduce in crisi di panico prima degli esami, lauree che slittano, otto anni per prendere una triennale etc.
In alcuni casi poi i genitori sono troppo accondiscendenti e accettano di stipendiare i figli a oltranza, fino a pagargli vitto e alloggio da soli perché "non sia mai che gli/le manchi l'indipendenza". E insomma che certi soggetti non li fai desbelinare nemmeno a malrovesci.
L'ho già detto prima e lo ribadisco, io sono nata con la fretta (non si sa di cosa). Non mi sento più intelligente di altri, probabilmente ho solo meno voglia di cazzeggiare. Però garantisco che l'oblio del post laurea è paralizzante. Io ho scelto un percorso in ambito medico, ora lavoro come libera professionista ma è ancora moooolto lunga la strada e ancora adesso convivo con timori più o meno grandi per il futuro! Più che giovane (l'età è relativa al contesto, sono assolutamente d'accordo) mi sento acerba proprio a livello di elemento nella società, per cui non penso di potermi permettere una gravidanza nel prossimo futuro.
Giusto o sbagliato, è un dato di fatto.
Purtroppo non sono sicura del fatto che questo sia un retaggio culturale che morirà con noi.
Riempiono i forummi. Inveroal momento non ti puoi permettere una gravidanza perchè ti manca il soggetto adatto sia per il concepimento che poi per crescere il pupo.
se studi medicina è assolutamente normale che a 25 anni tu non abbia ancora concluso il percorso di studi.
ma di gente che ci ha messo un decennio a finire la triennale ne conosco bene diversa. e sì è una questione evoluzionistica, se ci metti un decennio per fare una cosa programmata per essere svolta in massimo 4 anni, allora non puoi sopravvivere nel mondo reale.
e sì è una questione culturale, perchè nemmeno ai tempi delle grandi pestilenze si sono viste generazioni di ventenni così spaventati dal futuro.
....di disagio.Riempiono i forummi. Invero
Trasformiamo il disagio in energia elettrica. E poi ce la vediamo.....di disagio.
Trasformiamo il disagio in energia elettrica. E poi ce la vediamo.
Per quella usiamo direttamente i disagiatianche come biomasse per il riscaldamento
non sei lucida quindi ti resterà difficile razionalizzare, ma diciamo che nella tempesta in realtà è molto più semplice del visibileBuonasera.
Ringrazio in anticipo chi vorrà leggere la mia storia e rispondermi. Mi trovo in una situazione difficile di cui non posso parlare a nessuno che mi sia accanto e non so più cosa fare.
Sono una ragazza di quasi 25 anni, vivo una relazione stabile da 3 anni e mezzo con un ragazzo poco più grande.
Un anno e mezzo fa in palestra conosco una persona con cui scatta subito una certa simpatia. Ci si allena insieme, si ride, si scherza. Non ho mai dato peso alla questione, anche perché stiamo parlando di un uomo di 58 anni, non ho mai avvertito malizia nel nostro rapporto per cui probabilmente ho sottovaluto il rischio che andavo a correre. Ci scambiamo i numeri per aggiornarci sugli allenamenti. Dopo qualche tempo, causa imprevisti che ci tengono lontani dal nostro luogo di incontro, ci sentiamo per poterci vedere al di fuori della palestra, giusto per salutarci. Quello che doveva essere un salutino, accaduto ormai un anno fa, è durato due ore e mezza di chiacchiere e confidenze su una panchina al parco. Lì ho capito che mi stavo inguaiando. Lui ha cominciato a farsi più presente, faceva chilometri e mi veniva a prendere al lavoro, mi portava a fare aperitivi ma sempre un po' fuori rispetto a dove viviamo.
Era strano, ma di fatto non succedeva niente, parlavamo un sacco e null'altro. Passa un mese e dichiara la sua attrazione verso di me e prova a baciarmi. Io mi tiro indietro e gli dico che anche io provo certi sentimenti per lui, ma che non intendo cacciarmi in quel tipo di situazione e che non sono una che tradisce, non lo sono mai stata, per cui faccio intendere di voler proseguire il nostro rapporto in palestra e caso mai un caffè ogni tanto, senza occasione di rimanere soli.
Passa un altro mese e la situazione precipita nuovamente, scoppio in lacrime e dico di voler categoricamente porre fino al nostro rapporto e lo prego di tenersi lontano da me.
Così non è stato, così dopo un altro paio di mesi alla fine ci cado dentro come una scema. Lui mi prende un sacco, comincio a fargli regali anche io, voglio che mi pensi, voglio essere presente. Sono mesi che va avanti e la cosa tremenda è che non si tratta di solo sesso.
Lui però mi tiene nascoste le cose, mi parla di un sacco di cose ma sostanzialmente non mi dice nulla. Infatti ho impiegato mesi per fargli dire che ha una relazione da una decina d'anni ma ovviamente sono in crisi, si devono mollare ma lei ha dei problemi, lui se ne deve occupare e bla bla bla, le solite storie. E io sono quella che "senza di te, mi uccido" ma destinata a essere lo scantinato della sua vita.
Sono infuriata con me stessa perché a volte non capisco nemmeno io quello che provo e per questo mi faccio schifo, a volte mollerei tutto e lo vorrei tutto per me, a volte mi prende il senso di colpa, a volte mi sento solamente presa per i fondelli, lui è sempre come un fiume di parole d'amore ma mi sento solo una valvola di sfogo, per quanto siano parecchie le attenzioni che mi dedica (infatti non comprendo come la sua compagna non se ne accorga).
Ora non ce la faccio più, lui mi disgusta ma se lo vedo mi va in pappa il cervello, vorrei poter esplodere, vorrei stare da sola, vorrei poter raccontare tutto a lei, vorrei dire a lui e a tutto il mondo quanto mi fa schifo.
Mi sento solo una povera stupida. Non so come comportarmi, non ho mai saputo prima cosa volesse dire né tradire né l'essere amanti e soprattutto non avrei mai immaginato che sarebbe stato così complicato un rapporto con un uomo così più grande di me.
Ogni commento dal "sei una povera scema" ai consigli/esperienze saranno ben accetti. Grazie e buona serata a tutti