Un minimo di capacità seduttive, innate o studiate, coinvolge più del fascino. Non pensare però soltanto al prototipo di donna civettuola da commedia all'italiana.
Io frequento tedeschi ed olandesi, hanno tratti somatici che possiamo definire esteticamente gradevoli, in media, ma quasi sempre le donne hanno una mimica, una camminata e un modo di approcciare che ha una ridotta caratterizzazione femminile, risultando pertanto meno attraenti di alcune donne mediterranee che col solo sguardo possono risultare seducenti.
La, invece, manifesta disponibilità di una donna, tipica delle civette, è una variante dei rituali di coppia diffusi nei mammiferi e ha lo stesso effetto nell'uomo, anche a livello biochimico. Qui però torniamo al solito discorso, di come l'etica condizioni la biologia.
Come possiamo giudicare o valutare determinati comportamenti? A livello biologico o biochimico o esclusivamente culturale?
La contraddizione che individua in una donna sui 35, con prole, la disponibilità a cambiare partner per accrescere la differenziazione genetica, tipica della spiegazione biologica, e il valore etico del comportamento, valutato negativamente.
Allo stesso modo l'uomo che viene attratto dai rituali di coppia è ampiamente comprensibile attraverso la biologia, ma discutibile nelle sovrastrutture culturali della nostra etica.
Quello che hai descritto tu è un uomo assolutamente normale dal punto di vista biologico, in quanto adotta un comportamento coerente con le necessità riproduttive della specie, però pericoloso per la stabilità della famiglia, struttura che possiamo inserire in una dimensione più antropologica.