Irrisoluto
Utente di lunga data
Sì ma sul rapporto farmaci/cura e sull'importanza del risalire alla causa capisco benissimo.Ma non è quello. Io sono stata depressa grave. E ti assicuro che in quel periodo stavo talmente male che mi sarei tagliata un braccio, se fosse servito a non stare più così. Figurati cosa era assumere una molecola. Finita la assunzione (e in quel periodo non sono andata più in là di un monitoraggio atto ad alleviare i sintomi, per poi scalare la cura) non ero più di umore depresso. Ma questo non mi ha evitato (visto che mi rifiutavo di ascoltare la causa) di non correre il rischio di ricaderci. Rischio più che concreto, direi, visti poi come sono stati certi altri tempi. Alla fine ho scelto di ascoltarmi. Non è passato il tutto da una psicoterapia. Non avevo le risorse necessarie. Ora ho un po' più risorse, peraltro a me sta servendo. Ma avrei anche potuto scegliere di ricaderci con entrambi i piedi, e sapendolo, visto che la strada era nota. I farmaci curando i sintomi ti... Rimettono in piedi. Non determinano in nessun modo i passi successivi, se non nel senso di permetterti di compierli. Poi a volte li si prende a vita, per necessità o per scelta. In questo ultimo caso spesso semplicemente si è scelto di trascinarsi. Sono anche limitanti, gli antidepressivi. E guai se non esistessero, non mi fraintendere.
Io dicevo solo: evitiamo di colplevolizzare chi non riesce a intraprendere un percorso di guarigione. Mi riferivo soprattutto a quanto diceva @ipazia al riguardo.
Un esempio.
Io per un periodo ho bevuto molto, e non ho avuto problemi a riprendere il controllo.
Potrei pensare: per me è stato semplice, vedi che è una questione di volontà?
Invece no, è solo perché avevo la fortuna di avere altre risorse, obiettivi, desideri, soprattutto speranze. E averne non è un merito.
Quando vedo i barboni di qui attaccati alla bottiglia dalle 7 di mattina, penso che è semplice giudicare, e che in realtà, dal loro punto di vista, quella è la forma di vita meno dolorosa.