Nell'altro post non c'era l'intenzione di "accusarti" di usarli come un'arma.
Mi dispiace se è passato questo.
Quello che intendevo è che in una casa dove ci sono omissioni, non detti, protezioni...non si sta bene.
Coprire apertamente un figlio di fronte all'altro genitore è dire che per avere a che fare con quell'altro genitore, come spieghi bene tu, bisogna imparare a proteggersi.
Ci si protegge da chi ci vuol fare del male. Da chi non va bene. Da chi ferisce.
Ed inoltre tacere, trattenere informazioni, è creare alleanze. Apparentemente nascoste.
Dico apparentemente perchè forse l'informazione spicciola non passa (ha bottato la macchina) ma l'informazione centrale passa nella punteggiatura della comunicazione (quello non è affidabile).
E la percepiscono TUTTI i coinvolti. Compreso l'oggetto (in questo caso tuo marito).
Tutto questo crea semplicemente un circolo vizioso di non detti e malesseri che si trascinano e non restano confinati alla situazioni ma divengono un modus operandi relazionale.
Che diviene anche generazionale.
La cosa che accade sul lungo periodo è che quei genitori che i bambini vivono come "supereroi" (positivi o negativi poco conta) vengono introiettati. Divengono componenti del dialogo interno prima del bambino e poi dell'adolescente e poi dell'adulto.
E continuano a influire anche quando non avrebbero più il potere di farlo concretamente. Sono schemi mentali, mappature relazionali che divengono parte dell'individuo.
Mi dispiace che con tuo marito sia così difficile.
I tuoi figli stanno diventando grandi, tocca a loro affrontare il padre. Adesso.
SE non glielo permetti mentre è vivo e mentre è ancora in forze, non lo potranno più fare e lo faranno con "fantasma" introiettato.
La femmina ad un modo...e il maschio ad un altro.