Chi ci capisce qualcosa è bravo

Skorpio

Utente di lunga data
@ipazia sono d'accordo con quanto dici

In questo contesto la mia "unica riflessione" (provocatoria senza dubbio, sempre in senso positivo) è stata giusto il titolo

Il resto è un copia incolla scritto da altri, sicuramente competenti ben più di me

Riguardo al "governo italiano" ho già scritto in passato, che sono d'accordo con il fatto che le misure concrete messe in campo siano adeguate

Sulla tempistica sono altrettanto d'accordo con te, che i vari altri paesi che citi, "godendo" della esperienza anche italiana, potevano avere un tempismo diverso

Non lo hanno fatto, cazzi loro

Non mi interessa fare a gara su chi è stato più o meno bravo, anche perchè non danno coppe, e nel caso le dessero manterrei il totale disinteresse :)

Guardo sempre a "casa mia" , a quel che potevo eventualmente far meglio io, indipendentemente da quel che (molto peggio di me, in questo caso, e sono d'accordo con te) han fatto i vari Francia UK USA Svezia etc..

La mia era una riflessione molto centrata sul "chi ci capisce qualcosa è bravo" per parlare anche e soprattutto di noi..

Ma non tanto noi qui che si scrive, io, te o gli altri utenti/visitatori

Ma Noi intesi come comunità di persone molto varie, da considerare tutte

Dal laureato al carpentiere, dal ricco al povero, dal dotto all'ignorante.. Impegnate anche a "gestire" (diciamo così) questi eventi e informazioni così contraddittorie e spesso conflittuali
 

danny

Utente di lunga data
.
Contando tutti i positivi pure asintomatici? Non saprei...
Non sono dati che raccolgo io, sono quelli ufficiali.
Lo ripeterò sempre.
A noi dei numeri frega relativamente.
Frega del 'come'.
Se nel mio comune il focolaio è partito dallo studio medico X, posso avere anche 100 morti, ma restano, con questo isolamento, confinati tra i pazienti del dottore e a volte tra i familiari.
Se fossimo tutti in giro potrebbero crearsi altri focolai, magari negli uffici delle poste o in una palestra (anche se non si ha mi sembra finora notizia di focolai in questi ambienti), ma soprattutto in ambienti chiusi, affollati e magari con gente che parla, urla (lo stadio), canta (concerti), tossisce, starnuta.
La probabilità di prenderlo in ambienti aperti, sufficientemente distanziati, mi risulta sia minima, ze non inesistente.
Io posso avere in una città 100 morti di cui 80 tutti in una RSA. Nella bergamasca il primo importante focolaio sembra sia stato un ospedale, poi le varie attività lavorative sempre aperte e da lì i familiari, etc.
Sarei curioso di avere i dati dei dipendenti dei supermercati. Non mi sembra ci sia stata una particolare rilevanza statistica, ma mi posso sbagliare.
Se riesci a gestire i focolai riduci notevolmente l'impatto sulla popolazione. Da noi è stato fatto solo nel Lodigiano, altrove no. E le conseguenze si vedono.
 

danny

Utente di lunga data
Aggiornamento sul grassetto: dalle autopsie pare che il covid colpisca a livello sistemico e che le problematiche respiratorie non siano cause ma conseguenza.

Ci stanno ancora studiando.
Troppo poche autopsie (erano state bloccate per l'alto rischio dell'esame).

Non avrei così fretta di definirlo.
Un errore di definizione a valanga porterebbe ad errori dal punto di vista dei protocolli di contenimento, dei protocolli di cura e di vaccinazione.

Non si ancora per quanto agisca.
Tanto che hanno aumentato i tempi di quarantena dopo le evidenze del fatto che in 14 giorni non è detto che sia finito tutto.

Ma, dipende.
Mi pare che in Olanda, abbiano scritto sulle linee guida nazionali che dopo 24 ore senza sintomi si possa ricominciare ad andarsene liberamente a giro.

Questo è un buon articolo a mio parere. Ed è buono perchè mette avanti il non sapere. Che è la realtà riguardo il coronavirus allo stato dell'arte.

https://www.corriere.it/economia/la...ia-71ee6750-7c2f-11ea-8e38-cc2efdc210dd.shtml
Il lavoro dei ricercatori lo lascerei a loro.
Sulle complicanze a livello del sistema circolatorio mia moglie è rimasta perplessa: non è un meccanismo tipico dei virus presenti in natura avere la capacità di insediarsi su recettori di apparati diversi, bisognerebbe escludere le conseguenze di farmaci assunti nel frattempo - e questo è il suo ambito.
Altri stati hanno una ricerca più avanzata della nostra, non mi soffermerei su questioni che non ci competono, ma sulle nostre azioni.
È lì che possiamo fare la differenza.
 

Skorpio

Utente di lunga data
Ni, se ragioni su base nazionale ci sono disparità che fanno perdere di senso al discorso. Se si comincia a passare alla scala regionale, provinciale, sovraccomunale e comunale allora la fonte dei dati comincia a essere sicuramente più omogenea e affidabile.
Diciamo che parlare di percentuale è fuorviante, e allora parliamo di morti che alla fine sono l'unico dato incofutabile...sono tanti, percentualmente di più che in altre zone.
Non me ne frega un cazzo del primato, la preoccupazione è che se il dato locale diventasse nazionale sarebbe veramente grave
Hai ragione, è infatti anche sulle percentuali, chi ci capisce è bravo, proprio per una questione di denominatore

Mentre sul numero di decessi c'è poco da capire, purtroppo
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Il lavoro dei ricercatori lo lascerei a loro.
Sulle complicanze a livello del sistema circolatorio mia moglie è rimasta perplessa: non è un meccanismo tipico dei virus presenti in natura avere la capacità di insediarsi su recettori di apparati diversi, bisognerebbe escludere le conseguenze di farmaci assunti nel frattempo - e questo è il suo ambito.
Altri stati hanno una ricerca più avanzata della nostra, non mi soffermerei su questioni che non ci competono, ma sulle nostre azioni.
È lì che possiamo fare la differenza.

concordo con te.

ecco perchè citavo l'aggiornamento.
Le nostre azioni ora come ora dipendono strettamente dalle informazioni di chi studia per lavoro e per competenza.

L'unica evidenza è che è in atto la ricerca. Veloce fra l'altro. E' chiaro che non c'è nulla di chiaro. Sul tavolo ci sono tutte ipotesi da validare nel tempo.

Ecco perchè sto continuando a ripetere che preoccuparsi, a qualunque livello, è assolutamente inutile oltre che deleterio a livello personale e sociale. E mentale.

La prima azione è occuparsi.
Di quello di cui ci si può concretamente occupare e senza strafare. (dicevo che è una maratona, non casualmente).

Per farlo serve ascoltarsi.
E imparare ad ascoltarsi.

Sono pre-requisiti per l'occupazione. (e per lo spostamento consapevole dalla preoccupazione, che penalizza chi non è attrezzato psichicamente, economicamente, culturalmente, socialmente, psico-socialmente)

Pena gli schieramenti, le manipolazioni, e le conseguenti cazzate di cui poi tutti si pagano le conseguenze.
I più deboli in primis.

La fretta, che altro non è che una modalità di relazione col tempo e con se stessi collocati nel tempo e nello spazio da cui fra l'altro si generano anche meccanismi di ansia che poi si trasforma in alcuni casi in panico, è cattiva consigliera.
Da me si dice che "la gatina frisusa là ga fat i micì orb" (la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi).
 
Ultima modifica:

bluestar02

Utente di lunga data
.
Non sono dati che raccolgo io, sono quelli ufficiali.
Lo ripeterò sempre.
A noi dei numeri frega relativamente.
Frega del 'come'.
Se nel mio comune il focolaio è partito dallo studio medico X, posso avere anche 100 morti, ma restano, con questo isolamento, confinati tra i pazienti del dottore e a volte tra i familiari.
Se fossimo tutti in giro potrebbero crearsi altri focolai, magari negli uffici delle poste o in una palestra (anche se non si ha mi sembra finora notizia di focolai in questi ambienti), ma soprattutto in ambienti chiusi, affollati e magari con gente che parla, urla (lo stadio), canta (concerti), tossisce, starnuta.
La probabilità di prenderlo in ambienti aperti, sufficientemente distanziati, mi risulta sia minima, ze non inesistente.
Io posso avere in una città 100 morti di cui 80 tutti in una RSA. Nella bergamasca il primo importante focolaio sembra sia stato un ospedale, poi le varie attività lavorative sempre aperte e da lì i familiari, etc.
Sarei curioso di avere i dati dei dipendenti dei supermercati. Non mi sembra ci sia stata una particolare rilevanza statistica, ma mi posso sbagliare.
Se riesci a gestire i focolai riduci notevolmente l'impatto sulla popolazione. Da noi è stato fatto solo nel Lodigiano, altrove no. E le conseguenze si vedono.
In ogni caso, IMHO, l'Italia non ha gestito male la cosa.
 

danny

Utente di lunga data
In ogni caso, IMHO, l'Italia non ha gestito male la cosa.
Questo lo potrai dire solo alla fine.
Tra un anno, i paesi che l'avranno gestita meglio ne saranno fuori e anche economicamente avranno problemi relativi o addirittura vantaggi.
Gli altri si troveranno ancora in difficoltà.
È uno stress test sia del sistema sanitario che di quello economico, oltre che un esame per la classe politica.
Pronto a tessere le lodi del Governo in maniera sperticata se saremo i primi ad uscirne in Europa e a riaprire scuole, teatri, imprese, confini senza conseguenze.
Pronto a non farlo se saremo gli ultimi.
 

danny

Utente di lunga data
concordo con te.

ecco perchè citavo l'aggiornamento.
Le nostre azioni ora come ora dipendono strettamente dalle informazioni di chi studia per lavoro e per competenza.

L'unica evidenza è che è in atto la ricerca. Veloce fra l'altro. E' chiaro che non c'è nulla di chiaro. Sul tavolo ci sono tutte ipotesi da validare nel tempo.

Ecco perchè sto continuando a ripetere che preoccuparsi, a qualunque livello, è assolutamente inutile oltre che deleterio a livello personale e sociale. E mentale.

La prima azione è occuparsi.
Di quello di cui ci si può concretamente occupare e senza strafare. (dicevo che è una maratona, non casualmente).

Per farlo serve ascoltarsi.
E imparare ad ascoltarsi.

Sono pre-requisiti per l'occupazione. (e per lo spostamento consapevole dalla preoccupazione, che penalizza chi non è attrezzato psichicamente, economicamente, culturalmente, socialmente, psico-socialmente)

Pena gli schieramenti, le manipolazioni, e le conseguenti cazzate di cui poi tutti si pagano le conseguenze.
I più deboli in primis.

La fretta, che altro non è che una modalità di relazione col tempo e con se stessi collocati nel tempo e nello spazio da cui fra l'altro si generano anche meccanismi di ansia che poi si trasforma in alcuni casi in panico, è cattiva consigliera.
Da me si dice che "la gatina frisusa là ga fat i micì orb" (la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi).
C'è una App della protezione civile che raccoglie dati sulla tua condizione di salute e ovviamente registra i tuoi spostamenti.
Sono utili a livello statistico per valutare come ridurre il rischio di formazione nuovi focolai .
Io sono convinto al 99% che il tipo col cane o il runner solitario non contino un cazzo.
I supermercati non mi risulta siano mai stati focolai. Non so che incidenza possano avere.
Altissima quella di ospedali, Rsa, case di cura, dentisti.
In mezzo... me lo devono dire.
Conosco tanta gente che canta nei cori e nessuno è stato un focolaio. Quanto può essere rischioso e come operare per ridurre i rischi?
Mezzi pubblici? Assurdo avere un luogo di lavoro virus free e una metropolitana a rischio.
Anche lì devi intervenire.
Compiuta questa indagine, e adeguate le strutture, dopo puoi fare quasi tutto.
Ovviamente avrà dei costi.
Tenere tutto chiuso di più.
Ma quanto ci è costato in termini di vite umane e a livello economico anche il solo non fornire i DPI al personale medico?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
@ipazia sono d'accordo con quanto dici

In questo contesto la mia "unica riflessione" (provocatoria senza dubbio, sempre in senso positivo) è stata giusto il titolo

Il resto è un copia incolla scritto da altri, sicuramente competenti ben più di me

Riguardo al "governo italiano" ho già scritto in passato, che sono d'accordo con il fatto che le misure concrete messe in campo siano adeguate

Sulla tempistica sono altrettanto d'accordo con te, che i vari altri paesi che citi, "godendo" della esperienza anche italiana, potevano avere un tempismo diverso

Non lo hanno fatto, cazzi loro

Non mi interessa fare a gara su chi è stato più o meno bravo, anche perchè non danno coppe, e nel caso le dessero manterrei il totale disinteresse :)

Guardo sempre a "casa mia" , a quel che potevo eventualmente far meglio io, indipendentemente da quel che (molto peggio di me, in questo caso, e sono d'accordo con te) han fatto i vari Francia UK USA Svezia etc..

La mia era una riflessione molto centrata sul "chi ci capisce qualcosa è bravo" per parlare anche e soprattutto di noi..

Ma non tanto noi qui che si scrive, io, te o gli altri utenti/visitatori

Ma Noi intesi come comunità di persone molto varie, da considerare tutte

Dal laureato al carpentiere, dal ricco al povero, dal dotto all'ignorante.. Impegnate anche a "gestire" (diciamo così) questi eventi e informazioni così contraddittorie e spesso conflittuali
E' una bella provocazione :)

Non interessa neppure a me fare la "classifica".

Ma trovo interessante la diffusione del meccanismo per cui "succede sempre agli altri".
Per cui è scontata la risposta proprio alla provocazione "chi ci capisce qualcosa è bravo".

Credo fra l'altro che un aspetto che balza all'occhio, memore la metafora del gatto con gli stivali nel villaggio globale, sia che "casa mia" sia qualcosa di ben più ampio del proprio orticello.

Questa situazione, voltata la prospettiva, mostra come "casa mia" sia un concetto ben ampio.
Concetto che in un qualche modo è possibile assimilare a "mondo" (umano).

Ecco perchè ho sottolineato l'andamento negli altri paesi. :)

E l'ho sottolineato in ottica di apprendimento.

Un errore comune è stato proprio quello di guardare a "casa propria", nella convinzione che si potesse gestire internamente una pandemia.

I risultati sono piuttosto evidenti, mi sembra.

Uscendo dalla prospettiva per cui l'errore sia un giudizio su chi lo commette ed entrando invece nella prospettiva per cui l'errore è un FARE utile e funzionale ad esser patrimonio per chi lo sa osservare trovo particolarmente interessante osservare gli errori e non le bravure.

E farne patrimonio. Son piuttosto convinta che chi ne uscirà meglio sarà chi saprà fare proprio questa operazione.

Se (e son consapevole che coi se e coi ma non si fa minestra) gli altri stati avessero fatto tesoro degli errori dell'italia molto probabilmente avrebbero avuto quel margine di anticipo per attrezzarsi in maniera meno cioccolatosa.

eppure....proprio in ode a "bravo" non l'hanno fatto.

Se saremo furbi invece che guardare agli errori in ottica di "bravo" e "non bravo", facendo tesoro dell'errore degli altri stati, ci guardiamo nell'ottica valutativa dai nostri errori potremmo davvero uscirne arricchiti.

E guardarci in quest'ottica significherebbe proprio fare esame ognuno dei propri errori, girare lo sguardo internamente e poi condividere.

E questa competenza non è del laureato piuttosto che dell'operaio.
E' semplicemente uno sforzo di autovalutazione.
E nella condivisione esplicita si compensano le mancanze di ognuno.

Personalmente, senza questa disponibilità do ognuno, vedo piuttosto impossibile una qualunque riflessione.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
C'è una App della protezione civile che raccoglie dati sulla tua condizione di salute e ovviamente registra i tuoi spostamenti.
Sono utili a livello statistico per valutare come ridurre il rischio di formazione nuovi focolai .
Io sono convinto al 99% che il tipo col cane o il runner solitario non contino un cazzo.
I supermercati non mi risulta siano mai stati focolai. Non so che incidenza possano avere.
Altissima quella di ospedali, Rsa, case di cura, dentisti.
In mezzo... me lo devono dire.
Conosco tanta gente che canta nei cori e nessuno è stato un focolaio. Quanto può essere rischioso e come operare per ridurre i rischi?
Mezzi pubblici? Assurdo avere un luogo di lavoro virus free e una metropolitana a rischio.
Anche lì devi intervenire.
Compiuta questa indagine, e adeguate le strutture, dopo puoi fare quasi tutto.
Ovviamente avrà dei costi.
Tenere tutto chiuso di più.
Ma quanto ci è costato in termini di vite umane e a livello economico anche il solo non fornire i DPI al personale medico?
La conosco quell'app.

Ne parlavo appena uscita proprio qui per sottolineare la sua valenza statistica invece che l'ansia dell'esser controllati. :)

Partendo dal presupposto che siamo già tracciati a prescindere dall'app.
Ma questo è un discorso che so fare solo intuitivamente, servirebbe almeno uno sviluppatore per spiegare la questione.

Io non ho convinzioni invece.
Non ho certezze.

E preferisco i dubbi in una situazione di incertezza e in continua evoluzione.
Preferisco un approccio da ricerca azione che non cerca risposte ma domande e in ottica di valutazione.

Partendo da alcuni assunti di partenza.
questo è un paese povero.
Povero fra i ricchi.

E per studiare linee di azione serve avere un occhio all'eccellenza (direzione a cui mirare) ma tenendo i piedi ben piantati per terra alle risorse concretamente disponibili. Perchè è dalla realtà che si parte ad intervenire, non dal dover essere.

Io penso stiano studiando.

E, paradossalmente, penso che se ne potrebbe uscire arricchiti da una situazione come questa.
Avendo in testa ben chiaro che possiamo anche tirar su il mento e tirar qualche riga qui e là.

Siamo, come paese, un passo avanti agli altri.
Se non altro perchè qui il botto c'è stato prima.

Non sfruttare questo vantaggio è avere le monetine in mano e buttarle in terra per veder chi le raccoglie.

Sfruttare il vantaggio significa fare con calma e pensiero.
Raccogliere le criticità e capitalizzarle.

Uscire dall'ottica della fretta e entrare nell'ottica dell'usare bene il tempo e il proprio vantaggio.

A partire dal basso.
 

abebis

Utente di lunga data
Se (e son consapevole che coi se e coi ma non si fa minestra) gli altri stati avessero fatto tesoro degli errori dell'italia molto probabilmente avrebbero avuto quel margine di anticipo per attrezzarsi in maniera meno cioccolatosa.
I greci l'hanno fatto.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
I greci l'hanno fatto.
Appunto :)

Poi ho letto notizie discordanti e non ho contatti in Grecia a cui chiedere della situazione.

C'è chi suppone che la Grecia si stia muovendo "lavorando" i dati per agevolare almeno il turismo interno.

Io da qui non lo so.
suppongo che una qualche lavorazione, più o meno diretta ci sia di default.

I nostri dati non sono realistici.
Lo scarto fra quel che ha da esser rilevato e il rilevato effettivo è alto.

Ma, tenendo conto proprio dell'errore, si possono fare stime che si avvicinano alla situaizne reale.

Serve muoversi in modo controintuitivo però.

Io penso che chi si saprà muovere controintuitivamente, avrà vantaggi. Non solo immediati ma anche a livello di "reputazione" e di struttura.

Muoversi in modo controintuitivo, però, richiede calma e gesso. E nervi saldi.
Un assetto psicologico che parte dal riconoscimento delle possibilità effettive e non dall'ansia del fare.

Anche solo per il semplice motivo che muoversi in quella direzione richiede conoscere la direzione dell'intuito, stopparla e prendere intenzionalmente un'altra direzione.

tipo che quando tentano di scipparti intuitivamente vorresti tirare verso di te.
E invece la cosa migliore per avere qualche possibilità è lasciarsi tirare sommando a quella forza la propria forza di spinta.
 

Skorpio

Utente di lunga data
E' una bella provocazione :)

Non interessa neppure a me fare la "classifica".

Ma trovo interessante la diffusione del meccanismo per cui "succede sempre agli altri".
Per cui è scontata la risposta proprio alla provocazione "chi ci capisce qualcosa è bravo".

Credo fra l'altro che un aspetto che balza all'occhio, memore la metafora del gatto con gli stivali nel villaggio globale, sia che "casa mia" sia qualcosa di ben più ampio del proprio orticello.

Questa situazione, voltata la prospettiva, mostra come "casa mia" sia un concetto ben ampio.
Concetto che in un qualche modo è possibile assimilare a "mondo" (umano).

Ecco perchè ho sottolineato l'andamento negli altri paesi. :)

E l'ho sottolineato in ottica di apprendimento.

Un errore comune è stato proprio quello di guardare a "casa propria", nella convinzione che si potesse gestire internamente una pandemia.

I risultati sono piuttosto evidenti, mi sembra.

Uscendo dalla prospettiva per cui l'errore sia un giudizio su chi lo commette ed entrando invece nella prospettiva per cui l'errore è un FARE utile e funzionale ad esser patrimonio per chi lo sa osservare trovo particolarmente interessante osservare gli errori e non le bravure.

E farne patrimonio. Son piuttosto convinta che chi ne uscirà meglio sarà chi saprà fare proprio questa operazione.

Se (e son consapevole che coi se e coi ma non si fa minestra) gli altri stati avessero fatto tesoro degli errori dell'italia molto probabilmente avrebbero avuto quel margine di anticipo per attrezzarsi in maniera meno cioccolatosa.

eppure....proprio in ode a "bravo" non l'hanno fatto.

Se saremo furbi invece che guardare agli errori in ottica di "bravo" e "non bravo", facendo tesoro dell'errore degli altri stati, ci guardiamo nell'ottica valutativa dai nostri errori potremmo davvero uscirne arricchiti.

E guardarci in quest'ottica significherebbe proprio fare esame ognuno dei propri errori, girare lo sguardo internamente e poi condividere.

E questa competenza non è del laureato piuttosto che dell'operaio.
E' semplicemente uno sforzo di autovalutazione.
E nella condivisione esplicita si compensano le mancanze di ognuno.

Personalmente, senza questa disponibilità do ognuno, vedo piuttosto impossibile una qualunque riflessione.
Ciò che dici è ampiamente condivisibile, anche se il senso del “chi ci capisce è bravo” non era proprio centrato su ciò che esponi, ma altrove

ma va benissimo anche spostare il “focus” sugli aspetti che sottolinei, e si, una condivisione e uno scambio è .. sarebbe sempre quanto di più produttivo, ai vari livelli, e non ci piove

ad esempio, a livello individuale, in altro 3d scrivevo circa il distanziamento che personalmente mantengo anche all’interno della famiglia da alcune settimane, stando a distanza di un metro e evitando di toccarci, e spiegavo il perché.
È un esempio di quella “condivisione” di errore o bravura, ma cmq di un fare.. almeno credo

il senso sicuramente vuol esser quello, ecco
 

danny

Utente di lunga data
Da bambino mio nonno catturo' un uccellino, mettendolo in gabbia. Non andò bene: si lasciò morire e lo trovammo in fondo alla gabbia, stecchito.
Eppure i nostri canarini in gabbia sul balcone vivevano da anni benissimo, cantando festosi tutto il tempo.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ciò che dici è ampiamente condivisibile, anche se il senso del “chi ci capisce è bravo” non era proprio centrato su ciò che esponi, ma altrove

ma va benissimo anche spostare il “focus” sugli aspetti che sottolinei, e si, una condivisione e uno scambio è .. sarebbe sempre quanto di più produttivo, ai vari livelli, e non ci piove

ad esempio, a livello individuale, in altro 3d scrivevo circa il distanziamento che personalmente mantengo anche all’interno della famiglia da alcune settimane, stando a distanza di un metro e evitando di toccarci, e spiegavo il perché.
È un esempio di quella “condivisione” di errore o bravura, ma cmq di un fare.. almeno credo

il senso sicuramente vuol esser quello, ecco
eh già

ci sto ancora meditando sul quel distanziamento di cui dicevi, non ho ancora chiare le domande che ti vorrei fare a riguardo...ma ci arrivo ;) :)

E' bello condividere le esperienze personali, ma non era esattamente questo che intendevo neppure io.

E' un po' quello che è successo all'italia.

"oh Europa, guardate che è una bomba di merda."

E l'europa "cazzo vuoi italia? sei una allarmista del cazzo, oltre che vestita di cenci. sei te la merdaccia che non sa come si fa a far bene le cose"

E poi...ta dam :)

Non è che non si è condiviso in quel momento.
Semplicemente lo sguardo che veniva utilizzato era coperto dal rassicurarsi e dal ripetersi che succede solo agli altri.
Che si è migliori. (l'ha fatto anche l'italia con i primi dati venuti dalla cina).

quando è questo lo sguardo...si può condividere quel che si vuole, ma è uno sguardo da "guerra".
Ossia che la sfiga altrui diviene potere.
E che la propria sfiga deve essere tenuta nascosta per non perdere potere.

Uno sguardo da pandemia è quello che stanno avendo gli scienziati che sono in rete in tutto il mondo.
Ossia ognuno mette in mezzo.
gli altri possono prendere liberamente. E analizzare.
E poi rimettere in mezzo, con aggiunte oppure diminuzioni.

Certo è che lo sguardo non è puntato a difendere i propri bisogni, da cui discendono i propri interessi.
Lo sguardo è puntato a collocare i propri bisogni nelle visioni altrui senza prevenzione. E gestendo la paura.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Da bambino mio nonno catturo' un uccellino, mettendolo in gabbia. Non andò bene: si lasciò morire e lo trovammo in fondo alla gabbia, stecchito.
Eppure i nostri canarini in gabbia sul balcone vivevano da anni benissimo, cantando festosi tutto il tempo.
mia zia invece salvava merli selvatici, gabbiani e piccioni, pettirossi, passeri, cincie...li raccoglieva feriti, li faceva riprendere e poi li liberava :)

Per un tot di anni c'era un gabbiano che tutte le mattine le andava sul balcone a chiamarla.
Per non parlare di gatti, cani, topi, conigli.

Insomma...un po' di tutto.

Però non li catturava...li aiutava quando erano in difficoltà
E poi li lasciava liberi
E loro tornavano.
 

Skorpio

Utente di lunga data
eh già

ci sto ancora meditando sul quel distanziamento di cui dicevi, non ho ancora chiare le domande che ti vorrei fare a riguardo...ma ci arrivo ;) :)

E' bello condividere le esperienze personali, ma non era esattamente questo che intendevo neppure io.

E' un po' quello che è successo all'italia.

"oh Europa, guardate che è una bomba di merda."

E l'europa "cazzo vuoi italia? sei una allarmista del cazzo, oltre che vestita di cenci. sei te la merdaccia che non sa come si fa a far bene le cose"

E poi...ta dam :)

Non è che non si è condiviso in quel momento.
Semplicemente lo sguardo che veniva utilizzato era coperto dal rassicurarsi e dal ripetersi che succede solo agli altri.
Che si è migliori. (l'ha fatto anche l'italia con i primi dati venuti dalla cina).

quando è questo lo sguardo...si può condividere quel che si vuole, ma è uno sguardo da "guerra".
Ossia che la sfiga altrui diviene potere.
E che la propria sfiga deve essere tenuta nascosta per non perdere potere.

Uno sguardo da pandemia è quello che stanno avendo gli scienziati che sono in rete in tutto il mondo.
Ossia ognuno mette in mezzo.
gli altri possono prendere liberamente. E analizzare.
E poi rimettere in mezzo, con aggiunte oppure diminuzioni.

Certo è che lo sguardo non è puntato a difendere i propri bisogni, da cui discendono i propri interessi.
Lo sguardo è puntato a collocare i propri bisogni nelle visioni altrui senza prevenzione. E gestendo la paura.
Per le domande, quando ti venissero in mente, chiedi pure..
Ovviamente dovrai accontentarti (o prenderti il rischio, da una altra prospettiva) delle risposte che potrò dare 🤣

Il discorso "intrastat" l'ho compreso e lo condivido, ma attiene a un equilibrio di relazione molto diverso da quello che intendevo io.

E più precisamente tu ti riferisci al (presunto) scambio tra stati Italia Francia UK etc.. In una precisa forma di relazione, essenzialmente paritaria
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Per le domande, quando ti venissero in mente, chiedi pure..
Ovviamente dovrai accontentarti (o prenderti il rischio, da una altra prospettiva) delle risposte che potrò dare 🤣

Il discorso "intrastat" l'ho compreso e lo condivido, ma attiene a un equilibrio di relazione molto diverso da quello che intendevo io.

E più precisamente tu ti riferisci al (presunto) scambio tra stati Italia Francia UK etc.. In una precisa forma di relazione, essenzialmente paritaria
A te sembra ed è sembrata paritaria?

Wow...:oops:

In ogni caso, no. Non mi riferivo a quello.

Ho usato quel meccanismo macroscopico e sotto gli occhi in modo abbastanza neutro (non coinvolge personalmente) per sottolineare un meccanismo che ho visto e vedo verificarsi nella quotidianità.

Ossia "succede sempre a qualcun altro".
E se succede a me non è come per l'altro.

E fino a quando non succede a me personalmente, non esiste.
ED in ogni caso quando succede a me è diverso. Tiè. ;)

Ed è potere relazionale. (illusorio però questo).

Nel piccolo e nel grande.

Fra l'altro, neppure una cosa nuova.
In termini relazionali.

E' lo stesso meccanismo per cui la gente si sposa promettendosi fedeltà eterna (solo gli altri si tradiscono, noi no!!!) e poi...opplà. :)

Quanto alle domande, con calma ci arrivo.
Non ho ancora capito bene cosa vorrei chiederti.
 
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