Rabarbaro
Escluso
Modo o 'gestione' mi paiono sinonimi..
Quindi tu dici meglio un tiepido affetto che proprio perché tiepido non ci brucia e lo possiamo tenere nella mano per lunghissimo tempo.
E delle passioni brucianti che il cuore ci fa sentire..? Basta ignorarle? Guardarle e -giudicarle- come di scarso valore comparate al tiepido ma sicuro affetto di cui sopra?
A me sembra una scommessa, fatta sul numero più probabile. Ma se hai studiato probabilità sai che non il numero più probabile non esiste.
La gestione di cui parli presuppone comunque la scelta consapevole di una cosa rispetto ad un altra. Investimento - percepito- come più sicuro invece di una passione temporanea che ci fa battere il cuore e sentire vivi.
Stabilità e un rapporto più duraturo, che cambia ma in maniera lieve, più simile a una carogna che cambia e si decompone, ma lentamente, che al guizzo di un giaguaro, a un guizzo di adrenalina. Che però non lascia dietro di se nulla. E che forse ci fa sbattere contro un muro e morire d'improvviso.
(Perdonami se ti rispondo solo ora, ma gli ultimi giorni mi sono stati un po' avversi.)E come lo si distingue dalla rassegnazione?
Dal piegare la testa al consorzio?
Come si capisce se ci si sta semplicemente piegando ai voleri del consorzio o della paura e se invece è volontà propria?
Dunque, tornando a noi, capisco benissimo i dubbi che possono avvolgere un'idea così controintuitiva come quella che vuole l'amore fiacco e bolso ma duraturo essere vincente su quello vivo e selvaggio ma che si consuma presto.
In effetti, mentre la passione sembra davvero essere amore di prima categoria, quel mucchietto avvizzito di gestualità consumate e di fruste ritualità non dovrebbe neppure ambire all'etichetta di amore.
Ma c'è un equivoco di fondo, e così come si deve passare ad una logica formativa interiore e di coppia che tenda a premiare la conoscenza piuttosto che a punire l'ignoranza, allo stesso modo credo che si debba passare dalle emozioni ai sentimenti.
Cosa intendo dire con 'passare dalle emozioni ai sentimenti'?
Null'altro che l'amore che dici tu, che o si consuma lasciandoti con l'amaro in bocca o ti consuma facendoti a brandelli e che è per forza di cose un'emozione, di cui non si ha padronanza né comprensione che si trasforma nell'amore che dico io, quello che assapori con consapevolezza, col quale collabori e di cui non sei servo, e che è, per forza di cose, un sentimento.
In tutto questo non c'è spazio né per la rassegnazione, né per la paura, ma solo per la più completa, alta e duratura fruizione degli altri, di sé e del mondo circostante.
Per la faccenda della statistica delle dinamiche amorose, ho una mia teoria, ma per non spaventare bambini e gestanti preferisco spoilerarla.
Secondo me l'individio che ha una condotta monogamica si raggruppa secondo una legge del tipo:
Un po' come fanno le coppie di fermioni negli orbitali, mentre gli individui dediti ad una condotta più promiscua si ammassano nel modo seguente:
Noterai che questa spiega benissimo anche le relazioni poligamiche e i baccanali dei bosoni...
Un po' come fanno le coppie di fermioni negli orbitali, mentre gli individui dediti ad una condotta più promiscua si ammassano nel modo seguente:
Noterai che questa spiega benissimo anche le relazioni poligamiche e i baccanali dei bosoni...