Lo conosco a 18 anni. Il primo amore per tutti e due. Antonio è bellissimo, gentile, dolcissimo, premuroso. Ma anche insicuro, malinconico, un po' vanesio. Ma io sono innamorata persa. E anche lui. Vado in Erasmus la nostra è l'unica coppia che non scioglie. Sono anch'io una bella ragazza e sono piena di corteggiatori. Semplicemente, non mi interessano. Mi basta Lui.
I problemi iniziano verso i 23 anni, quando lui si accorge di essersi lasciato alle spalle l'adolescenza. Diventa scorbutico. Non mi cerca, non mi tocca più. Dice che è stressato per il lavoro. Dopo tre mesi in quelle condizioni, gli chiedo una pausa. Lui è sconvolto. Il giorno dopo è sotto casa mia con un mazzo di rose.
Per un anno va tutto bene e per il mio compleanno mi fa un regalo bellissimo. Una settimana dopo mi chiama lugubre: un'amica di amici ci ha provato spudoratamente. Non ci ha fatto nulla, ma è assalito dai dubbi. Mi chiede una pausa. Poi mi lascia: ha baciato l'altra e ha deciso che con me non può continuare. Dopo due giorni mi tempesta di telefonate. Piange, implora. Vengo a sapere da amiche di lei che al momento fatale, lui si è fatto prendere dal panico, ha girato i tacchi e l'ha piantata lì.
C'è un confronto duro, analizziamo i nostri problemi e promettiamo di risolverli. Io ci credo. Penso sia l'uomo della mia vita e se superiamo questo, la strada sarà in discesa. I primi mesi sono bellissimi, poi lui decide di iniziare un secondo lavoro. I suoi attacchi di rabbia, contro me e contro gli altri, aumentano. Fa i capricci. Mi devo accontentare delle briciole del suo tempo. Lo vedo esaurito e per aiutarlo gli faccio da segretaria e traduttrice. Tra poco il secondo lavoro finirà, mi dico. Ma all'ennesima mancanza di rispetto gli faccio una scenata. Lui chiede una pausa. Poi mi lascia, dicendo che per lui sono come una sorella. In due settimane perdo sei chili.
Dopo tre mesi, quando ormai avevo recuperato un po' di stabilità, chiede di rivedermi. Io nicchio, ma lui insite. Usciamo e scoppia la passione. Lui ci tiene a informarmi che è uscito con un'altra. Gli dico che non ne voglio sapere nulla, ma non c'è verso. Alla fine, esausta gli chiedo se è vero che, come mi ha detto all'inizio, c'è stato solo qualche bacio. Mi dice di no. Ma che ha interrotto il tutto a metà perché gli venivo in mente io.
Lì impazzisco. So che è assurdo – non eravamo insieme dovevo preventivarlo - ma è davvero come se mi avessero pugnalato. Lui cerca di recuperare il rapporto in tutti i modo, e io lo saboto, lo tratto male, lo evito. E più lo tratto male più lui soffre e mi giura amore eterno. Passa dall'arroganza alle lacrime. Mi perseguita, non mi lascia aria, mi assilla.
E qua arriva il fattaccio. Un giorno mi trovo a fare la pausa pranzo con Francesco che mi fa la corte da mesi e che ho sempre respinto. Francesco sa della mia situazione di cuore infranto, ma persevera. E quel giorno riesce a strapparmi la prima risata sincera in quattro mesi. Lo bacio. Poi gli dico che non è il caso. Che sono ancora innamorata di un altro. Mi dice che se sono innamorata di uno che ha avuto il coraggio di piantarmi due volte, sono innamorata di cretino (il ragionamento sembra non fare una grinza, tra l'altro). Lui continua a corteggiarmi. E io ci ricasco. E ancora, per tre settimane. E un giorno ci manca proprio tanto così che non facciamo l'amore. Ora gli ho detto basta, che non posso continuare così. Lui ha detto: "ok, tu non puoi continuare così? Io aspetto". Ora per fortuna è in ferie, così ho qualche settimana per difendermi dal suo senso dell'umorismo tentatore.
E nel frattempo Antonio, ignaro di tutto (è convinto, abbastanza arrogantemente, che io non potrei mai uscire con un altro. E fino a un mese fa ne ero convinta anch'io. Tra l'altro, vedesse con chi esco, lui che da' tanta importanza all'aspetto fisico :mrgreen

, continua a cercarmi, e chiamarmi. E' folle, ma nonostante sia single da quattro mesi e possa vedere chi mi pare, non ho il coraggio di dirgli che sono uscita con un altro. Un po' per vergogna di essermi lasciata andare così, un po' perché la fedeltà per me è un valore assoluto e mi sento tremendamente in colpa, come se fossimo ancora assieme. Un po' perché so quanto male fa e se decido di non vederlo più mi sembra inutile dirglielo. L'ultima volta che l'ho visto, tra sensi di colpa e rabbia per come si comporta gli ho detto che non lo amo più, di lasciarmi in pace. Dice che non è vero, che lo faccio per ripicca e lui aspetta che mi passi. E continua a chiamarmi.
Ma poi davvero non voglio più vedere Antonio? Non lo so. Io lo amavo tremendamente e a pensare ai momenti stupendi che abbiamo passato assieme mi si spezza il cuore. E ora? Non lo amo più davvero o è solo delusione o mancanza di fiducia dopo tutto quello che mi ha fatto passare? Lui è sincero. E' sempre sincero. Ma ha granitiche certezze momentanee e io non ce la faccio più. Sono sempre stata la parte forte della coppia, ma non so se riuscirei a farlo per tutta la vita. Mi sto già sgretolando. A 26 anni una persona può davvero cambiare? E faccio bene a dirgli di Francesco, o me lo devo tenere per me?
E poi: con Francesco sono serena ma non mi ci vedo, assieme a lui. L'ho sempre considerato un ragazzo affascinante, ma non pensavo potesse piacermi fisicamente. Eppure quando mi guarda con quegli occhi non riesco a resistergli. E' possibile che l'uragano che ho dentro sia solo dovuto alla voglia inconscia di vendetta? Sto forse chiudendo la porta in faccia alla felicità?
Antonio dice che questa volta ha capito davvero. Che il problema è che ci siamo messi assieme troppo giovani e lui ne ha sofferto, ma ora sa che vuole solo me. E che sto buttando via sette anni di storia per orgoglio.
Per ora ho detto a tutti e due di lasciarmi in pace.
Che faccio? Scappo e apro un bar a Copacabana?