Ciao, ho 28 anni e sento il bisogno di raccontare la mia storia. 7 anni fa ho conosciuto in erasmus il mio attuale compagno, che é straniero. La storia è iniziata un pò a rilento, un pò per il contesto e un pò perché io scappavo da una situazione tremenda durante la quale avevo subito violenza sessuale da un uomo più grande di me e sposato. Il mio compagno già da allora presissimo, io all'inizio con forti dubbi, ma decido comunque di provarci. Il primo anno ci vediamo tre o quattro volte, per poi arrivare a una volta al mese nei successivi anni. Lui cerca lavoro, spero che consideri l'Italia, ma niente. Trova lavoro nel suo paese e iniziano di nuovo i viaggi, dispendiosissimi per me in quanto i miei non mi aiutano affatto. Io da subito mi sono sentita quasi obbligata a stare con lui, mi aveva già presentato la famiglia la ptima volta che ero andata, tra cui un fratello disabile che si è affezionato moltissimo a me. I primi due/tre anni passano anche abbastanza bene, poi la distanza diventa insormontabile. Spiego i miei dubbi ma lui mi prega di resistere, e io resisto. Mi sembra di vivere una doppia vita a tutti gli effetti: una vita in Italia, con la mia cultura, i miei amici, la mia famiglia, e una - una volta al mese quando va bene - nel suo paese, con la sua cultura, i suoi amici e la sua famiglia.
Ora il problema: mi è capitato di baciare un altro ragazzo e andare a letto con un altro. Nessun sentimento, soltanto necessità di un contatto fisico. In particolare col secondo ragazzo, che è un amico pur avendolo visto a distanza d'anni, é stata più una necessità di aver qualcuno con cui parlare in un periodo particolarmente difficile, in cui famiglia e amici non c'erano, e nemmeno il mio compagno. Vi dico la verità: al momento non ho sentito senso di colpa, e questo mi rende ancora peggiore. Le cose si sono concluse da sole. Dopo mesi e mesi, il mio compagno finalmente arriva in Italia perché cerca lavoro qua e viviamo insieme. Io, improvvisamente, sento tutti i sensi di colpa appena lui vive con me. Ovviamente per correttezza gli dico cosa é successo. Lui rimane deluso, ma devo dire che non ci ha messo molto a perdonarmi e anzi, non ha voluto sapere i dettagli. Mi chiede solo se mi sono infatuata di qualcuno e io ovviamente dico no, anche perché è assolutamente vero. Per lui è tutto ok, per me la vita è un inferno: non riesco a levarmi dalla testa le cose che ho fatto e vi assicuro che non passa secondo da 5 mesi a questa parte che io non ci pensi. Ho iniziato ad andare dalla psicologa, ma non mi sta aiutando. Ho attacchi di panico e oltretutto mia madre si è ammalata di tumore, e penso che in fondo sia una punizione a quello che ho fatto io. Non so se per il mio compagno sia meglio che sia libero, ho paura di poterlo rifare e che sia qualcosa nella mia natura, forse dovrei stare da sola per non far male a nessuno. Ormai sono una persona compromessa e non importa quante cose buone abbia fatto. Ogni gesto che lui fa per me (anche semplicemente fare il caffè al mattino) mi fa sentire malissimo. Mi vergogno quando parlo coi miei genitori e con le altre persone. Invidio le altre coppie che non si sono comportate male e temo che anche tra dieci anni mi sentirò così. Se penso a un eventuale matrimonio con lui mi vengono i brividi, perché temo che un giorno realizzi cosa ho fatto e mi cacci a pedate. Non so veramente cosa fare. Qualcuno è passato da questa situazione? Esiste un modo per redimersi come persona, oppure ho condannato la mia relazione e la mia vita?
Ora il problema: mi è capitato di baciare un altro ragazzo e andare a letto con un altro. Nessun sentimento, soltanto necessità di un contatto fisico. In particolare col secondo ragazzo, che è un amico pur avendolo visto a distanza d'anni, é stata più una necessità di aver qualcuno con cui parlare in un periodo particolarmente difficile, in cui famiglia e amici non c'erano, e nemmeno il mio compagno. Vi dico la verità: al momento non ho sentito senso di colpa, e questo mi rende ancora peggiore. Le cose si sono concluse da sole. Dopo mesi e mesi, il mio compagno finalmente arriva in Italia perché cerca lavoro qua e viviamo insieme. Io, improvvisamente, sento tutti i sensi di colpa appena lui vive con me. Ovviamente per correttezza gli dico cosa é successo. Lui rimane deluso, ma devo dire che non ci ha messo molto a perdonarmi e anzi, non ha voluto sapere i dettagli. Mi chiede solo se mi sono infatuata di qualcuno e io ovviamente dico no, anche perché è assolutamente vero. Per lui è tutto ok, per me la vita è un inferno: non riesco a levarmi dalla testa le cose che ho fatto e vi assicuro che non passa secondo da 5 mesi a questa parte che io non ci pensi. Ho iniziato ad andare dalla psicologa, ma non mi sta aiutando. Ho attacchi di panico e oltretutto mia madre si è ammalata di tumore, e penso che in fondo sia una punizione a quello che ho fatto io. Non so se per il mio compagno sia meglio che sia libero, ho paura di poterlo rifare e che sia qualcosa nella mia natura, forse dovrei stare da sola per non far male a nessuno. Ormai sono una persona compromessa e non importa quante cose buone abbia fatto. Ogni gesto che lui fa per me (anche semplicemente fare il caffè al mattino) mi fa sentire malissimo. Mi vergogno quando parlo coi miei genitori e con le altre persone. Invidio le altre coppie che non si sono comportate male e temo che anche tra dieci anni mi sentirò così. Se penso a un eventuale matrimonio con lui mi vengono i brividi, perché temo che un giorno realizzi cosa ho fatto e mi cacci a pedate. Non so veramente cosa fare. Qualcuno è passato da questa situazione? Esiste un modo per redimersi come persona, oppure ho condannato la mia relazione e la mia vita?