Ci mettiamo in mutande a conversare?

Brunetta

Utente di lunga data
Thread che esclude per principio @danny .
Estratto da https://www.linkiesta.it/2023/07/burqa-spiaggia-monfalcone-bikini/
”Guardate che non è normale. Non è normale che ciò che ci parrebbe inaccettabile per dieci mesi – entrare al bar e trovarci gente in mutande – poi sia considerato potabile in estate. Tu vai in spiaggia, un luogo pubblico, e la gente è mezza nuda. È mezza nuda nonostante non sia un’orgia. È mezza nuda nonostante non sia a casa propria. È mezza nuda e parla con estranei come fosse perfettamente vestita e presentabile e rispettabile, con lo stesso modo con cui in inverno da vestita parla coi professori dei figli o con l’idraulico.
Non è una questione estetica. Cioè, certo che lo è, ma non nel modo gerarchico in cui la state pensando voialtri (vi vedo) che siete lì che dite beh, se si denuda Guaia Sorcioni no, ma io Gwyneth Paltrow in mutande la guardo volentieri. Certo che le mie trippe sballonzolanti sono persino più raccapriccianti delle carni di chi si è applicata acciocché le sue carni fossero esteticamente piacevoli. Ma il punto è che comunque coperti è meglio. Il punto è che i vestiti sono un linguaggio.
È bislacco che questo linguaggio venga sospeso e poi riattivato, che conveniamo come società che non valga l’idea che essere nudi significhi qualcosa solo in alcuni mesi e luoghi (i luoghi contano: certi ristoranti al mare, che vogliono darsi un tono, vietano di pranzare in costume – ah!, allora siete d’accordo che è un modo di conciarsi impresentabile).
Alfred Hitchcock diceva che Grace Kelly era sexy perché apparentemente gelida, mentre «la povera Marilyn» aveva il sesso scritto in fronte. Hitchcock era uno stronzo, ma come frequentemente accade agli stronzi aveva ragione: se sei già in mutande, dov’è la seduzione, dov’è il mistero, dov’è il desiderio?
Non sono più (da decenni) abbastanza giovane da rimorchiare in spiaggia, e quando lo ero probabilmente non ci riflettevo, ma mi fa molto ridere l’idea di due che si conoscano al mare, in costume da bagno, organizzino un’uscita, e passino la cena a desiderare di strapparsi i vestiti, cioè non di approdare a una condizione che d’inverno sarebbe un obiettivo chissà se conseguibile, ma di ritrovarsi daccapo nella modalità nella quale già si trovavano quando si sono detti come si chiamavano. Riuscirò a vedere in mutande quella che ho già visto in bikini? Invero una grande sfida.”
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Perché tutte queste seghe mentali?
 

danny

Utente di lunga data
Quanti anni avrebbe l'autore dell'articolo?
Sembra giovanissimo.
Un ragionamento simile lo feci quando per la prima volta a 11 anni andai al mare e vidi i primi topless. Era il 1980.
Quanto rimpiango quell'epoca in cui quello che stava sotto le mutande era più misterioso dell'Antartide. E più interessante.
 
Ultima modifica:

Marjanna

Utente di lunga data
Perché tutte queste seghe mentali?
è la Soncini 🤷‍♀️
Si vede che ha l’aria condizionata perennemente a palla, e non concepisce che con 40 gradi la gente si spogli, perchè... ha caldo, ha solo caldo.
 

Marjanna

Utente di lunga data

danny

Utente di lunga data
:unsure::rolleyes:
Come ragionano i falegnami?
In maniera ipersessualizzata.
Il guardone prova eccitamento nella stravaganza del corpo esposto diversamente, non solo nella nudità:, per esempio nei paesi musulmani l'eccitazione è data dalle normali turiste in costume intero o bikini o con scollature, per cui il rischio di trovare guardoni più o meno arrapati o persone infastidito di converso dal richiamo sessuale è sensibile al di fuori dei circuiti turistici protetti e l'avviso alle turiste di non mettersi in topless non è per rispetto alla religione ma per evitare episodi spiacevoli.
In un mondo ideale ove tutti sono nudi il corpo è iposessializzato.
In Italia la sessualizzazione del corpo è superiore a quella presente in Olanda o Germania.
Dopodiché si può trovare adeguata, come opinione, la sessualizzazione del corpo, ma se io, uomo, col caldo me ne sto in pantaloncini e tu donna sei nel giardinetto sotto casa mia con un pastrano che mi vien caldo solo a vederlo, beh, provo pena per questa cosa e per chi la promuove.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Quanti anni avrebbe l'autore dell'articolo?
Sembra giovanissimo.
Un ragionamento simile lo feci quando per la prima volta a 11 anni andai al mare e vidi i primi topless. Era il 1980.
Quanto rimpiango quell'epoca in cui quello che stava sotto le mutande era più misterioso dell'Antartide. E più interessante.
È la Soncini e ha cinquant’anni.
Ma TU ERI ESCLUSO da questo thread. A te va benissimo anche senza.
 

Brunetta

Utente di lunga data
è la Soncini 🤷‍♀️
Si vede che ha l’aria condizionata perennemente a palla, e non concepisce che con 40 gradi la gente si spogli, perchè... ha caldo, ha solo caldo.
Tu il primo giorno in costume non hai mai provato disagio?
Io sempre. Anche da bambina.
Se normalmente si sta vestiti, anche con 40 gradi, in città e non si muore, in spiaggia si sta in costume non per il caldo, ma per fare il bagno. Ma io ho sempre trovato maleducato anche andare al baretto in costume, sempre trovato opportuno un pareo.
Se ne era parlato l’anno scorso a proposito di Etta.
Sono ben consapevole che il pudore dipende anche dalla gradevolezza percepita del proprio corpo, ma non c’entra niente con le convenzioni sociali.
Infatti se capita di incontrare casualmente in spiaggia i vicini di casa o, peggio, alcune persone con le quali si hanno rapporti formali, quali medici, insegnanti, ci si sente in imbarazzo.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Tu il primo giorno in costume non hai mai provato disagio?
Io sempre. Anche da bambina.
Se normalmente si sta vestiti, anche con 40 gradi, in città e non si muore, in spiaggia si sta in costume non per il caldo, ma per fare il bagno. Ma io ho sempre trovato maleducato anche andare al baretto in costume, sempre trovato opportuno un pareo.
Se ne era parlato l’anno scorso a proposito di Etta.
Sono ben consapevole che il pudore dipende anche dalla gradevolezza percepita del proprio corpo, ma non c’entra niente con le convenzioni sociali.
Infatti se capita di incontrare casualmente in spiaggia i vicini di casa o, peggio, alcune persone con le quali si hanno rapporti formali, quali medici, insegnanti, ci si sente in imbarazzo.
Non sono a disagio
Condivido il fatto di infilarsi qualcosa per andare al bar per me è una questione di educazione
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Tu il primo giorno in costume non hai mai provato disagio?
Io sempre. Anche da bambina.
Se normalmente si sta vestiti, anche con 40 gradi, in città e non si muore, in spiaggia si sta in costume non per il caldo, ma per fare il bagno. Ma io ho sempre trovato maleducato anche andare al baretto in costume, sempre trovato opportuno un pareo.
Se ne era parlato l’anno scorso a proposito di Etta.
Sono ben consapevole che il pudore dipende anche dalla gradevolezza percepita del proprio corpo, ma non c’entra niente con le convenzioni sociali.
Infatti se capita di incontrare casualmente in spiaggia i vicini di casa o, peggio, alcune persone con le quali si hanno rapporti formali, quali medici, insegnanti, ci si sente in imbarazzo.
Io non sono a disagio e non mi sento in imbarazzo 😳
 

Brunetta

Utente di lunga data

Marjanna

Utente di lunga data
In maniera ipersessualizzata.
Il guardone prova eccitamento nella stravaganza del corpo esposto diversamente, non solo nella nudità:, per esempio nei paesi musulmani l'eccitazione è data dalle normali turiste in costume intero o bikini o con scollature, per cui il rischio di trovare guardoni più o meno arrapati o persone infastidito di converso dal richiamo sessuale è sensibile al di fuori dei circuiti turistici protetti e l'avviso alle turiste di non mettersi in topless non è per rispetto alla religione ma per evitare episodi spiacevoli.
In un mondo ideale ove tutti sono nudi il corpo è iposessializzato.
In Italia la sessualizzazione del corpo è superiore a quella presente in Olanda o Germania.
Dopodiché si può trovare adeguata, come opinione, la sessualizzazione del corpo, ma se io, uomo, col caldo me ne sto in pantaloncini e tu donna sei nel giardinetto sotto casa mia con un pastrano che mi vien caldo solo a vederlo, beh, provo pena per questa cosa e per chi la promuove.
Non ho ancora capito quella sui falegnami però...

Tu il primo giorno in costume non hai mai provato disagio?
Io sempre. Anche da bambina.
Se normalmente si sta vestiti, anche con 40 gradi, in città e non si muore, in spiaggia si sta in costume non per il caldo, ma per fare il bagno. Ma io ho sempre trovato maleducato anche andare al baretto in costume, sempre trovato opportuno un pareo.
Se ne era parlato l’anno scorso a proposito di Etta.
Sono ben consapevole che il pudore dipende anche dalla gradevolezza percepita del proprio corpo, ma non c’entra niente con le convenzioni sociali.
Infatti se capita di incontrare casualmente in spiaggia i vicini di casa o, peggio, alcune persone con le quali si hanno rapporti formali, quali medici, insegnanti, ci si sente in imbarazzo.
Da giovane, se ero bianca in mezzo a tutte persone abbronzate. Più che disagio, un poco di imbarazzo.
Ma non sono mai stata una frequentatrice assidua dei bar da spiaggia, al massimo mi andavo a prendere un ghiacciolo e tornavo all’ombrellone. Non mi viene appetito quando sono al mare. Anche con gli amici era della cerchia di chi si porta le cose da casa, ed eravamo la maggioranza. Chi si alzava e andava a pagare al bar o ristorante si contavano su una mano.
Adesso è tanto che non vado al mare. A volte indossavo un copricostume, di come erano vestiti gli altri non mi interessava molto, ne mi son mai fatta pensieri a riguardo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Madonna Santa, la Soncini.


Ma chi è?
Chi se ne frega?
Non è che è un argomento che si basa sul principio di autorità.
Ho usato l’articolo perché mi pareva da conversazione leggera chiacchierare sulla stranezza che si trova normale stare in mutande di fronte a estranei, ma non ai vicini di casa in città.
Tu trovi normale stare nudo. Cosa vuoi capire di altri imbarazzi o pudori?
 

danny

Utente di lunga data
Non ho ancora capito quella sui falegnami però...



Da giovane, se ero bianca in mezzo a tutte persone abbronzate. Più che disagio, un poco di imbarazzo.
Ma non sono mai stata una frequentatrice assidua dei bar da spiaggia, al massimo mi andavo a prendere un ghiacciolo e tornavo all’ombrellone. Non mi viene appetito quando sono al mare. Anche con gli amici era della cerchia di chi si porta le cose da casa, ed eravamo la maggioranza. Chi si alzava e andava a pagare al bar o ristorante si contavano su una mano.
Adesso è tanto che non vado al mare. A volte indossavo un copricostume, di come erano vestiti gli altri non mi interessava molto, ne mi son mai fatta pensieri a riguardo.
I falegnami sono i guardoni segaioli.
Il loro pensiero in genere è che lo spogliarsi degli altri in spiaggia sia molto eccitante.
In definitiva non comprendono perché ciò che è intimo in casa possa diventare pubblico in spiaggia (o in piscina).
E questo li fa andare pazzi.
Ci sono ovviamente diversi livelli di falegnameria, di cui sicuramente le spiagge nudiste sono infestate, ma non mancano nemmeno in quelle tessili.
Mi son sempre chiesto che cosa trovassero di così attraente in 50enni (ormai l'età media è questa) nude da guardare col binocolo da lontano, quando si Google è pieno di ragazzotte belle in tutte le pose e di tutte le varietà, poi ho capito che la trasgressione in quella che è la propria realtà supera l'ideale celebrato dal virtuale.

Al di là di questo, l'imbarazzo è un fattore personale, non legato ai costumi e alla società.
Una mia amica (va beh, la solita) diceva che si imbarazzava a mettersi in costume al meeting aziendale...


Ah sì, si fanno i meeting al mare


Perché il commerciale della ditta era tutto composto come ovvio da stragnocche mentre lei si vergognava delle sue gambe.
Delle quali, a mio parere, non ha nulla di cui vergognarsi.
È una vergogna legata al contesto, però, perché lei di solito dice che non avrebbe problemi ad andare su spiagge nudiste con me.
Credo sia il rischio del giudizio in un ambiente competitivo a fare paura.
Io l'ho risolto abolendo la competizione.
 

danny

Utente di lunga data
Chi se ne frega?
Non è che è un argomento che si basa sul principio di autorità.
Ho usato l’articolo perché mi pareva da conversazione leggera chiacchierare sulla stranezza che si trova normale stare in mutande di fronte a estranei, ma non ai vicini di casa in città.
Tu trovi normale stare nudo. Cosa vuoi capire di altri imbarazzi o pudori?
Io i miei vicini di casa li ho visti anche nudi.
A dire il vero, avendo la piscina sotto casa, pure in costume.
Il pudore è soggettivo.
Con me, ho constatato, si trovano generalmente più a suo agio le persone.. Sanno che mi importa sega di come una è fatta.
Se diventa un problema va risolto.
O non si va al mare oppure si comincia a pensare che del giudizio altrui non ci frega assolutamente niente.
Altro che prova costume e minchiate simili
Non ho idea di chi sia la Soncini, ma deve avere un po' di problemi col suo corpo.
Eppure ho googleato mi sembra carina
Forse non le basta sentirsi carina.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io i miei vicini di casa li ho visti anche nudi.
A dire il vero, avendo la piscina sotto casa, pure in costume.
Il pudore è soggettivo.
Se diventa un problema va risolto.
O non si va al mare oppure si comincia a pensare che del giudizio altrui non ci frega assolutamente niente.
Altro che prova costume e minchiate simili
Non ho idea di chi sia la Soncini, ma deve avere un po' di problemi col suo corpo.
Eppure ho googleato mi sembra carina
Forse non le basta sentirsi carina.
La metti sempre sul piano di temere critiche per il corpo. La questione era un’altra.
Ma non importa.
 

danny

Utente di lunga data
La metti sempre sul piano di temere critiche per il corpo. La questione era un’altra.
Ma non importa.
Io quello ho interpretato.
Non comprendo quale possa essere l'altra questione.
Io in piscina ci vado in mutande, mica vestito.
Ovvio che per prendere il sole, fare il bagno, andare in sauna ci si spogli.
 
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