Faccio un bocca a bocca a questo 3d per aggiornarvi, anzi per aggiornarmi.
A distanza di tre mesi dall'aver saputo del tradimento e dopo aver affondato ininterrottamente pensieri, retropensieri e ogni cellula del mio corpo in quello stagno di merda, ne ho la nausea. Mi sembra di aver scandagliato tutto lo scandagliabile, ho indagato anche nel periodo precedente al fattaccio (telepass etc) tanto per avere conferma che lui non mi dicesse ulteriori cazzate. Mo' basta, sono stanca e provata e ci penso a comparti stagni. Cioè, ogni giorno mi sveglio con un filone in testa e vado come un mulo solo dentro quei paletti: sarà una tecnica di sopravvivenza? Sarà che il bisogno di ossigeno mi preserva dall'impazzire? No, perchè secondo me, se non ci si distacca, almeno dai particolari, quella è la fine.
Ho ripreso in parte in mano la mia vita, anche se sono condizionatissima da quanto successo. Mi trovo più fredda, meno propensa all'ascolto in generale, proiettata più sui cazzi miei che altro, cosa mai succesa prima d'ora. Mi ritrovo ad ignorare persone, accadimenti e sentimenti altrui (parlo non di affetti a me cari, ovviamente) perfino con un certo piacere. Il "chissenefrega" ormai regna nel mio cervello e mi permette di guardarmi con occhi diversi. Non sarò mai una cinica per definizione ma non mi dispiace questa svolta, la trovo istruttiva, ecco.
Proseguono sia il "recupero" che i "mea culpa" con analisi variegate da parte di lui, che mi fanno sentire più forte, ma sono consapevole che lo scatto decisivo deve avvenire dentro di me, e pur intuendo di essere su una buona strada, tanti interrogativi sul nostro (eventuale) futuro ancora si affastellano nella mia mente, soprattutto quando mi soffermo a cercarli e catalogarli.
Ci sono sfumature nel rapporto con lui che è impossibile spiegare; continuo a sentire forte che darci una possibilità sia la cosa migliore che io possa fare. La nostra storia è stato un dono del destino (scusat'm, ma così l'ho sempre vissuta), servita su un piatto d'argento e con un milione di problematiche in sè dipanatesi senza quasi alcuno sforzo da parte nostra, e ora, mi pare che mi/ci si chieda di investirci qualcosa di importante affinchè possa continuare ad essere, e io (e anche lui) lo sto facendo.
Questo è. Ora.