Complecorna

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Sbriciolata

Escluso
Ecco, la tua frase mi sta facendo riflettere...
può essere che noi siamo proprio fatte in questo modo, anch'io ho cercato subito l'amore, e, nel mio immaginario, doveva essere l'amore della vita, come infatti è stato.
Tutto già predisposto, organizzato nella mia mente ancora prima di metterlo in pratica...
Mi accorgo di essere stata innamorata soprattutto dell'Amore stesso, come ideale.
Che poi, da dove mi derivi questa "deformata" impostazione mentale...mia madre si è divertita flirtando più di me, sicuro.
ed è esattamente questo che ti frega: essere ancora prigioniera di schemi che hai elaborato durante l'infanzia o subito dopo.
E non ne esci, eh?
Neppure quando si infrangono tutti.
 

Ecate

Utente di lunga data
ed è esattamente questo che ti frega: essere ancora prigioniera di schemi che hai elaborato durante l'infanzia o subito dopo.
E non ne esci, eh?
Neppure quando si infrangono tutti.
Però
lo schema dell'amour ce lo abbiamo tutti, dai.
il punto che mi incuriosisce è :
come si riesce ad applicare il proprio ideale ad una realtà che pare smentirlo?
come si riesce a mantenere appagato il proprio io e la propria immagine di se senza essere riconosciuti, conservando gelosamente il proprio ideale senza condividerlo?
Io non ne sono capace
avrei voluto esserlo
ora non so
 

Sbriciolata

Escluso
Però
lo schema dell'amour ce lo abbiamo tutti, dai.
il punto che mi incuriosisce è :
come si riesce ad applicare il proprio ideale ad una realtà che pare smentirlo?
come si riesce a mantenere appagato il proprio io e la propria immagine di se senza essere riconosciuti, conservando gelosamente il proprio ideale senza condividerlo?
Io non ne sono capace
avrei voluto esserlo
ora non so
io sinceramente l'ho avuto fino ai... 15?
Ma forse proprio a questo servono le esperienze durante l'adolescenza: a capire che con persone diverse si vivono esperienze diverse, che non tutte le persone fanno per noi e viceversa, a capire che ogni persona ha lati buoni e lati cattivi e che alla fine dobbiamo accettare anche il male che ci viene fatto e valutarlo nell'insieme.
Perchè magari quello che non ti porta i fiori per San Valentino poi c'è sempre quando hai veramente bisogno e viceversa.
Insomma ad avere un atteggiamento più pragmatico, meno lirico e teorico.
Sulla base di quello schemino che dici tu, si scambiano fischi per fiaschi, purtroppo.
 

JON

Utente di lunga data
Ma le esperienze Ecate non le ha fatte.
NON LE HA FATTE.
E sarebbe sempre meglio farle, le esperienze, piuttosto che reprimere la voglia di farle, vivendo col freno a mano tirato.
Risparmiare che cosa?
Diletta ha risparmiato, e vedi i risultati.
Hai ragione, bisognerebbe sapere di poter vivere liberamente e invece capita anche che questa consapevolezza non è parte di noi. Se quella condizione crea disagio ed è una forzatura alla fine si arriva alla ribellione, spesso troppo tardi. Il che mi fa pensare che ci sia davvero un tempo per ogni cosa.

Risparmiarsi determinate esperienze può dipendere da tanti motivi, da bisogni, paure...quello che è. Il problema sta proprio in quel risparmiarsi, frenarsi o meglio reprimersi. Quando lo fai però è perché senti anche la necessità, giusta per se stessi, di seguire un predeterminato percorso. Le esperienze ci maturano e insegnano, sono d'accordo sul fatto che non ve ne siano di inutili o sbagliate, ognuno vivrà le proprie.

Io credo che, lo penso da sempre, responsabilizzarsi ad un'etá troppo giovane sia la scelta principe errata, da quel momento in poi tutto quello che seguirà non potrà che essere un percorso viziato. Alla fine è anche normale che accada, se ti poni degli obiettivi va da se che dovrai fare qualche sacrificio e a quell'età sacrifichi te stesso praticamente, dato che a 18 anni , diciamo, hai davanti a te molte e diverse strade da poter seguire.

Credo che la necessità fondamentale non sia quella di evitare gli errori a prescindere, bensì quella di darsi la possibilità di poter sbagliare e più precisamente di mettersi nella condizione di poter seguire altri percorsi. Se ti leghi troppo presto, quando nemmeno tu conosci le tue reali necessità, precludi molti passaggi.
 

Ecate

Utente di lunga data
Hai ragione, bisognerebbe sapere di poter vivere liberamente e invece capita anche che questa consapevolezza non è parte di noi. Se quella condizione crea disagio ed è una forzatura alla fine si arriva alla ribellione, spesso troppo tardi. Il che mi fa pensare che ci sia davvero un tempo per ogni cosa.

Risparmiarsi determinate esperienze può dipendere da tanti motivi, da bisogni, paure...quello che è. Il problema sta proprio in quel risparmiarsi, frenarsi o meglio reprimersi. Quando lo fai però è perché senti anche la necessità, giusta per se stessi, di seguire un predeterminato percorso. Le esperienze ci maturano e insegnano, sono d'accordo sul fatto che non ve ne siano di inutili o sbagliate, ognuno vivrà le proprie.

Io credo che, lo penso da sempre, responsabilizzarsi ad un'etá troppo giovane sia la scelta principe errata, da quel momento in poi tutto quello che seguirà non potrà che essere un percorso viziato. Alla fine è anche normale che accada, se ti poni degli obiettivi va da se che dovrai fare qualche sacrificio e a quell'età sacrifichi te stesso praticamente, dato che a 18 anni , diciamo, hai davanti a te molte e diverse strade da poter seguire.

Credo che la necessità fondamentale non sia quella di evitare gli errori a prescindere, bensì quella di darsi la possibilità di poter sbagliare e più precisamente di mettersi nella condizione di poter seguire altri percorsi. Se ti leghi troppo presto, quando nemmeno tu conosci le tue reali necessità, precludi molti passaggi.
Sai Jon credo che sia molto difficile vivere liberamente quando si hanno dei gravi problemi in famiglia, soprattutto quando si è molto giovani. Quando si è ragazzini l'unica cosa che dovrebbe essere importante è costruire se stessi. Molti, per svariati motivi, non ci riescono bene.
si paga dopo, purtroppo non da soli
Io più che cercare l'amore ho sempre cercato qualcuno che mi amasse...
e in questo amare me, ho calibrato i miei partner
delle belle codipendenze
che si spingono lontano
che poi vanno strette
Una volta mi ero innamorata di un tipo strano
non era infastidito dalle mie amicizie
abbiamo avuto anche amici in comune
siamo usciti insieme anche con altre persone
e non era incazzato per niente
neanche dopo
non mi rimproverava comportamenti
frasi
ammiccamenti inesistenti
strano strano
 

Mary The Philips

Utente di lunga data
Faccio un bocca a bocca a questo 3d per aggiornarvi, anzi per aggiornarmi.

A distanza di tre mesi dall'aver saputo del tradimento e dopo aver affondato ininterrottamente pensieri, retropensieri e ogni cellula del mio corpo in quello stagno di merda, ne ho la nausea. Mi sembra di aver scandagliato tutto lo scandagliabile, ho indagato anche nel periodo precedente al fattaccio (telepass etc) tanto per avere conferma che lui non mi dicesse ulteriori cazzate. Mo' basta, sono stanca e provata e ci penso a comparti stagni. Cioè, ogni giorno mi sveglio con un filone in testa e vado come un mulo solo dentro quei paletti: sarà una tecnica di sopravvivenza? Sarà che il bisogno di ossigeno mi preserva dall'impazzire? No, perchè secondo me, se non ci si distacca, almeno dai particolari, quella è la fine.


Ho ripreso in parte in mano la mia vita, anche se sono condizionatissima da quanto successo. Mi trovo più fredda, meno propensa all'ascolto in generale, proiettata più sui cazzi miei che altro, cosa mai succesa prima d'ora. Mi ritrovo ad ignorare persone, accadimenti e sentimenti altrui (parlo non di affetti a me cari, ovviamente) perfino con un certo piacere. Il "chissenefrega" ormai regna nel mio cervello e mi permette di guardarmi con occhi diversi. Non sarò mai una cinica per definizione ma non mi dispiace questa svolta, la trovo istruttiva, ecco.

Proseguono sia il "recupero" che i "mea culpa" con analisi variegate da parte di lui, che mi fanno sentire più forte, ma sono consapevole che lo scatto decisivo deve avvenire dentro di me, e pur intuendo di essere su una buona strada, tanti interrogativi sul nostro (eventuale) futuro ancora si affastellano nella mia mente, soprattutto quando mi soffermo a cercarli e catalogarli.

Ci sono sfumature nel rapporto con lui che è impossibile spiegare; continuo a sentire forte che darci una possibilità sia la cosa migliore che io possa fare. La nostra storia è stato un dono del destino (scusat'm, ma così l'ho sempre vissuta), servita su un piatto d'argento e con un milione di problematiche in sè dipanatesi senza quasi alcuno sforzo da parte nostra, e ora, mi pare che mi/ci si chieda di investirci qualcosa di importante affinchè possa continuare ad essere, e io (e anche lui) lo sto facendo.


Questo è. Ora.
 

free

Escluso
Faccio un bocca a bocca a questo 3d per aggiornarvi, anzi per aggiornarmi.

A distanza di tre mesi dall'aver saputo del tradimento e dopo aver affondato ininterrottamente pensieri, retropensieri e ogni cellula del mio corpo in quello stagno di merda, ne ho la nausea. Mi sembra di aver scandagliato tutto lo scandagliabile, ho indagato anche nel periodo precedente al fattaccio (telepass etc) tanto per avere conferma che lui non mi dicesse ulteriori cazzate. Mo' basta, sono stanca e provata e ci penso a comparti stagni. Cioè, ogni giorno mi sveglio con un filone in testa e vado come un mulo solo dentro quei paletti: sarà una tecnica di sopravvivenza? Sarà che il bisogno di ossigeno mi preserva dall'impazzire? No, perchè secondo me, se non ci si distacca, almeno dai particolari, quella è la fine.


Ho ripreso in parte in mano la mia vita, anche se sono condizionatissima da quanto successo. Mi trovo più fredda, meno propensa all'ascolto in generale, proiettata più sui cazzi miei che altro, cosa mai succesa prima d'ora. Mi ritrovo ad ignorare persone, accadimenti e sentimenti altrui (parlo non di affetti a me cari, ovviamente) perfino con un certo piacere. Il "chissenefrega" ormai regna nel mio cervello e mi permette di guardarmi con occhi diversi. Non sarò mai una cinica per definizione ma non mi dispiace questa svolta, la trovo istruttiva, ecco.

Proseguono sia il "recupero" che i "mea culpa" con analisi variegate da parte di lui, che mi fanno sentire più forte, ma sono consapevole che lo scatto decisivo deve avvenire dentro di me, e pur intuendo di essere su una buona strada, tanti interrogativi sul nostro (eventuale) futuro ancora si affastellano nella mia mente, soprattutto quando mi soffermo a cercarli e catalogarli.

Ci sono sfumature nel rapporto con lui che è impossibile spiegare; continuo a sentire forte che darci una possibilità sia la cosa migliore che io possa fare. La nostra storia è stato un dono del destino (scusat'm, ma così l'ho sempre vissuta), servita su un piatto d'argento e con un milione di problematiche in sè dipanatesi senza quasi alcuno sforzo da parte nostra, e ora, mi pare che mi/ci si chieda di investirci qualcosa di importante affinchè possa continuare ad essere, e io (e anche lui) lo sto facendo.


Questo è. Ora.
:)

in bocca al lupo!
 

Uhlalá

Utente di lunga data
Faccio un bocca a bocca a questo 3d per aggiornarvi, anzi per aggiornarmi.

A distanza di tre mesi dall'aver saputo del tradimento e dopo aver affondato ininterrottamente pensieri, retropensieri e ogni cellula del mio corpo in quello stagno di merda, ne ho la nausea. Mi sembra di aver scandagliato tutto lo scandagliabile, ho indagato anche nel periodo precedente al fattaccio (telepass etc) tanto per avere conferma che lui non mi dicesse ulteriori cazzate. Mo' basta, sono stanca e provata e ci penso a comparti stagni. Cioè, ogni giorno mi sveglio con un filone in testa e vado come un mulo solo dentro quei paletti: sarà una tecnica di sopravvivenza? Sarà che il bisogno di ossigeno mi preserva dall'impazzire? No, perchè secondo me, se non ci si distacca, almeno dai particolari, quella è la fine.


Ho ripreso in parte in mano la mia vita, anche se sono condizionatissima da quanto successo. Mi trovo più fredda, meno propensa all'ascolto in generale, proiettata più sui cazzi miei che altro, cosa mai succesa prima d'ora. Mi ritrovo ad ignorare persone, accadimenti e sentimenti altrui (parlo non di affetti a me cari, ovviamente) perfino con un certo piacere. Il "chissenefrega" ormai regna nel mio cervello e mi permette di guardarmi con occhi diversi. Non sarò mai una cinica per definizione ma non mi dispiace questa svolta, la trovo istruttiva, ecco.

Proseguono sia il "recupero" che i "mea culpa" con analisi variegate da parte di lui, che mi fanno sentire più forte, ma sono consapevole che lo scatto decisivo deve avvenire dentro di me, e pur intuendo di essere su una buona strada, tanti interrogativi sul nostro (eventuale) futuro ancora si affastellano nella mia mente, soprattutto quando mi soffermo a cercarli e catalogarli.

Ci sono sfumature nel rapporto con lui che è impossibile spiegare; continuo a sentire forte che darci una possibilità sia la cosa migliore che io possa fare. La nostra storia è stato un dono del destino (scusat'm, ma così l'ho sempre vissuta), servita su un piatto d'argento e con un milione di problematiche in sè dipanatesi senza quasi alcuno sforzo da parte nostra, e ora, mi pare che mi/ci si chieda di investirci qualcosa di importante affinchè possa continuare ad essere, e io (e anche lui) lo sto facendo.


Questo è. Ora.
:up:
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Ho ripreso in parte in mano la mia vita, anche se sono condizionatissima da quanto successo. Mi trovo più fredda, meno propensa all'ascolto in generale, proiettata più sui cazzi miei che altro, cosa mai succesa prima d'ora. Mi ritrovo ad ignorare persone, accadimenti e sentimenti altrui (parlo non di affetti a me cari, ovviamente) perfino con un certo piacere. Il "chissenefrega" ormai regna nel mio cervello e mi permette di guardarmi con occhi diversi. Non sarò mai una cinica per definizione ma non mi dispiace questa svolta, la trovo istruttiva, ecco.
Questo bel passaggio lo copio e lo inoltro alla mia compagna, visto che giusto ieri sera - dopo una simpatica litigata - le ho comunicato ancora una volta che dei suoi 'problemi' non mi fotte più granchè.
 
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