Mi sembra che la situazione sia abbondantemente squallida e che
@Morale17 ne sia consapevole, disgustata e abbondantemente inca##ata.
Dopo di che, trovo legittimo che si domandi se esiste una minima possibilità che ci sia qualcosa, anche infinitesimale, che possa, non dico salvare, ma permettere un recupero a condizioni (durissime) del marito per meriti, ad esempio, nella gestione dei figli. Significa sacrificarsi per i figli, lasciandoli accanto ad un padre che stimano ed amano, perché se loro fossero "salvi" da questa frana di letame che è emersa, il rapporto con il marito sarebbe comunque rovinato per sempre.
Qui il problema si sposta su un ambito molto individuale, nel quale credo che ci si debba astenere da ulteriori consigli su come trattare il coniuge traditore e su come intenda la moglie tradita provare ad effettuare una difficilissima operazione di recupero di un di lui (limitato) ruolo almeno come genitore, sull'opportunità della quale è solo Morale17 a poter dire l'ultima parola.
Capisco che le nuove generazioni femminili (occidentali) pongano grande attenzione sull'affermazione dei propri
diritti, primo dei quali ad avere una vita sessualmente soddisfacente ed un'assoluta parità di comportamenti con i maschi, in un quadro di ego-ismo legittimo (e legittimato ideologicamente) che non sembra contemplare ipotesi intermedie o addirittura dissimili.
Ma ricordo che due terzi della popolazione del mondo segue
regole diverse, non molto lontane da quelle dei nostri genitori o nonni, rendiamocene conto. E non sono miliardi di cretini, sono esseri che fanno ragionamenti basati su presupposti diversi.
Se so che in paesi islamici - per tornare ad episodio che ho narrato - un coltello che ha tagliato delle fette di salame suino viene considerato non recuperabile (per esempio, lavandolo e disinfettandolo) perché divenuto irrimediabilmente "impuro", ne prendo atto pur non condividendo affatto quella credenza. E la rispetto.
E c'è qualcuno che ha cantato “...
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori” (Fabrizio De Andrè) a significare che persino gli "ultimi" (anche dal punto di vista etico) possono essere autori di recuperi impensabili.
Ognuno ha il diritto di sognare a modo suo.