Coppie in crisi
Come salvarsi?
Il marito le dice: «Non ti amo più». Lei incassa e gli dà tempo per riflettere E alla fine vince.
È un giorno come tutti gli altri, state facendo colazione con la vostra famiglia, il sole splende e i bambini sorridono. Poi accade l'irreparabile. Lui vi prende da parte e vi dice: «Non ti amo più, non sono neppure sicuro di averti mai amata. Vado via: i ragazzi capiranno». Cosa fate? Vi arrabbiate e piangete tutte le lacrime di cui siete capaci? Lo assecondate e gli mettete le valigie sul pianerottolo? Assolutamente no è il consiglio che si sente di dare Laura Munson, un'americana che ha scritto un libro sulla sua crisi matrimoniale, diventato un bestseller negli Stati Uniti e che ora sta avendo grande successo nel mondo. «A chiunque si trovi in quella situazione - spiega al Corriere - io dico non andate nel panico, soprattutto non fate le vittime. A volte la soluzione migliore è guardarsi dentro invece di dare ultimatum».
La crisi per Laura è arrivata nel 2008 quando il suo partner, dopo 20 anni di matrimonio e due figli (8 e 12 anni), le ha detto che voleva andarsene di casa. Lei non ha voluto credergli e gli ha chiesto di rimanere promettendogli di lasciargli tutto lo spazio che voleva. «Io lo conoscevo, è un uomo fantastico, non era da lui dire una cosa del genere. Sapevo che aveva problemi di lavoro e ho pensato a una crisi personale». È come quando i bambini, spiega lei nel libro, vengono presi dalla furia e dicono ai genitori «ti odio», sono solo parole, di solito non ce l'hanno davvero con papà e mamma, magari è successo qualcosa che li ha infastiditi a scuola.
La storia ha un lieto fine. Dopo sei mesi di notti passate con il letto vuoto, senza notizie, con il telefono che non squilla e gli sms che non arrivano, nella fattoria del Montana dove i Munson vivono tornerà la serenità. E un anno dopo, proprio grazie a questa vicenda, Laura scriverà il libro della sua vita gettandosi dietro le spalle i 14 romanzi restati nel cassetto per mancanza di un editore: Questa non è la storia che voi pensate: una stagione di felicità inaspettata che in Italia uscirà nella primavera del 2012 per Dalai.
Succede in America. Succede in Italia. Agnese Bartoli e Giacomo Birindelli, 47 e 48 anni, stanno insieme da un quarto di secolo e hanno una figlia adolescente, Veronica. Oggi il loro rapporto è solido e felice tanto che alla fine del 2010 si sono sposati. Ma nel 1999 ha rischiato di lasciarsi: «Quando nostra figlia aveva quattro anni - racconta Agnese - Giacomo si è innamorato di un'altra donna, non sapeva che fare e da subito me ne ha parlato. Abbiamo deciso di non dire nulla alla bambina e dopo un anno io gli ho chiesto di andarsene per chiarirsi le idee». Nonostante il dolore la coppia collabora. Lui arriva a casa la mattina all'alba prima che la piccola si alzi e la porta a scuola, tre volte la settimana si cena tutti insieme. Si preserva, insomma, un'apparente normalità. «A quel punto - dice Agnese - ho analizzato il rapporto, ho capito le cose che non funzionavano, sul dolore ho costruito un nuovo modo di vedere la mia vita. Non ero più quella che supplicava il ritorno ma una donna solida. Lui si è vissuto la sua cosa. Alla fine si è reso conto che non era quello che cercava e mi ha detto che voleva tornare. E ora il nostro rapporto è diventato più solido, direi adulto».
I divorzi nel Belpaese aumentano, sono triplicati negli ultimi 20 anni, ma a volte si arriva troppo presto in tribunale. «Un 30% delle separazioni sarebbero evitabili - dice Gian Ettore Gassani, presidente dell'associazione Avvocati matrimonialisti italiani - conosco tante storie di persone che si lasciano amandosi perché non riescono a mettere da parte l'orgoglio. Io dico se volete salvare il vostro matrimonio non varcate la soglia dello studio di un avvocato perché da lì indietro non si torna». È assolutamente d'accordo Alessandra Lancelotti, psicologa e life coach (allenatore motivazionale): «La crisi è un'occasione di ringiovanimento della coppia. Un tradimento è un segnale, come avere la febbre. Gli avvocati tendono a drammatizzare. Invece non bisogna sbranarsi l'uno con l'altro». La ricetta è ovviamente soggettiva. «Ma è importante - aggiunge - cambiare il tran-tran quotidiano. Se lei è teledipendente faccia lezioni di tango». La fuga, in verità, è la scelta più facile. «La tendenza è attribuire all'altro delle responsabilità che partono da noi - dice Claudia Crescenzi, amministratore delegato dell'azienda di coaching Growbp - e allora pensi di non amare più la persona. Bisogna, invece, chiedersi: cos'è che mi serve?». Per la psicoterapeuta Gianna Schelotto che ha appena scritto un libro sulla coppia Noi due sconosciuti «i divorzi sono in aumento perché non si ha più la capacità di affrontare le difficoltà. Dietro il tradimento c'è l'idea che quello che non si ha sia perfetto. Ma tante volte vedo persone che fanno il salto nel buio e poi si pentono. Bisognerebbe attenuare questa tendenza consumistica per cui morto un papa se ne fa un altro».
http://www.corriere.it/cronache/11_...ni_b5804542-a9f2-11e0-9d03-960d18ba419d.shtml
Come salvarsi?
Il marito le dice: «Non ti amo più». Lei incassa e gli dà tempo per riflettere E alla fine vince.
È un giorno come tutti gli altri, state facendo colazione con la vostra famiglia, il sole splende e i bambini sorridono. Poi accade l'irreparabile. Lui vi prende da parte e vi dice: «Non ti amo più, non sono neppure sicuro di averti mai amata. Vado via: i ragazzi capiranno». Cosa fate? Vi arrabbiate e piangete tutte le lacrime di cui siete capaci? Lo assecondate e gli mettete le valigie sul pianerottolo? Assolutamente no è il consiglio che si sente di dare Laura Munson, un'americana che ha scritto un libro sulla sua crisi matrimoniale, diventato un bestseller negli Stati Uniti e che ora sta avendo grande successo nel mondo. «A chiunque si trovi in quella situazione - spiega al Corriere - io dico non andate nel panico, soprattutto non fate le vittime. A volte la soluzione migliore è guardarsi dentro invece di dare ultimatum».
La crisi per Laura è arrivata nel 2008 quando il suo partner, dopo 20 anni di matrimonio e due figli (8 e 12 anni), le ha detto che voleva andarsene di casa. Lei non ha voluto credergli e gli ha chiesto di rimanere promettendogli di lasciargli tutto lo spazio che voleva. «Io lo conoscevo, è un uomo fantastico, non era da lui dire una cosa del genere. Sapevo che aveva problemi di lavoro e ho pensato a una crisi personale». È come quando i bambini, spiega lei nel libro, vengono presi dalla furia e dicono ai genitori «ti odio», sono solo parole, di solito non ce l'hanno davvero con papà e mamma, magari è successo qualcosa che li ha infastiditi a scuola.
La storia ha un lieto fine. Dopo sei mesi di notti passate con il letto vuoto, senza notizie, con il telefono che non squilla e gli sms che non arrivano, nella fattoria del Montana dove i Munson vivono tornerà la serenità. E un anno dopo, proprio grazie a questa vicenda, Laura scriverà il libro della sua vita gettandosi dietro le spalle i 14 romanzi restati nel cassetto per mancanza di un editore: Questa non è la storia che voi pensate: una stagione di felicità inaspettata che in Italia uscirà nella primavera del 2012 per Dalai.
Succede in America. Succede in Italia. Agnese Bartoli e Giacomo Birindelli, 47 e 48 anni, stanno insieme da un quarto di secolo e hanno una figlia adolescente, Veronica. Oggi il loro rapporto è solido e felice tanto che alla fine del 2010 si sono sposati. Ma nel 1999 ha rischiato di lasciarsi: «Quando nostra figlia aveva quattro anni - racconta Agnese - Giacomo si è innamorato di un'altra donna, non sapeva che fare e da subito me ne ha parlato. Abbiamo deciso di non dire nulla alla bambina e dopo un anno io gli ho chiesto di andarsene per chiarirsi le idee». Nonostante il dolore la coppia collabora. Lui arriva a casa la mattina all'alba prima che la piccola si alzi e la porta a scuola, tre volte la settimana si cena tutti insieme. Si preserva, insomma, un'apparente normalità. «A quel punto - dice Agnese - ho analizzato il rapporto, ho capito le cose che non funzionavano, sul dolore ho costruito un nuovo modo di vedere la mia vita. Non ero più quella che supplicava il ritorno ma una donna solida. Lui si è vissuto la sua cosa. Alla fine si è reso conto che non era quello che cercava e mi ha detto che voleva tornare. E ora il nostro rapporto è diventato più solido, direi adulto».
I divorzi nel Belpaese aumentano, sono triplicati negli ultimi 20 anni, ma a volte si arriva troppo presto in tribunale. «Un 30% delle separazioni sarebbero evitabili - dice Gian Ettore Gassani, presidente dell'associazione Avvocati matrimonialisti italiani - conosco tante storie di persone che si lasciano amandosi perché non riescono a mettere da parte l'orgoglio. Io dico se volete salvare il vostro matrimonio non varcate la soglia dello studio di un avvocato perché da lì indietro non si torna». È assolutamente d'accordo Alessandra Lancelotti, psicologa e life coach (allenatore motivazionale): «La crisi è un'occasione di ringiovanimento della coppia. Un tradimento è un segnale, come avere la febbre. Gli avvocati tendono a drammatizzare. Invece non bisogna sbranarsi l'uno con l'altro». La ricetta è ovviamente soggettiva. «Ma è importante - aggiunge - cambiare il tran-tran quotidiano. Se lei è teledipendente faccia lezioni di tango». La fuga, in verità, è la scelta più facile. «La tendenza è attribuire all'altro delle responsabilità che partono da noi - dice Claudia Crescenzi, amministratore delegato dell'azienda di coaching Growbp - e allora pensi di non amare più la persona. Bisogna, invece, chiedersi: cos'è che mi serve?». Per la psicoterapeuta Gianna Schelotto che ha appena scritto un libro sulla coppia Noi due sconosciuti «i divorzi sono in aumento perché non si ha più la capacità di affrontare le difficoltà. Dietro il tradimento c'è l'idea che quello che non si ha sia perfetto. Ma tante volte vedo persone che fanno il salto nel buio e poi si pentono. Bisognerebbe attenuare questa tendenza consumistica per cui morto un papa se ne fa un altro».
http://www.corriere.it/cronache/11_...ni_b5804542-a9f2-11e0-9d03-960d18ba419d.shtml