Persa/Ritrovata
Utente di lunga data
Laura-nessie
2007-09-12 15:11Ci riprovo
Dottoressa un po' di tempo fa lei scrisse a Patrizia: "Forse non è desiderio di chiarezza ciò che la spinge, ma una sotterranea e mai sopita gelosia o comunque la sofferenza di sentirsi esclusa da una fase della vita di lui.”
Dottoressa mi perdoni, ma il desiderio di chiarezza non può nascere da cose come la gelosia o la sofferenza? Perché non si può pretendere chiarezza anche se si parte da questi presupposti? Che bisogno c’è di fare chiarezza quando si va d’amore e d’accordo e tutto fila liscio? Perché gli uomini non affrontano quasi mai i loro errori? Non è troppo semplice dire “non ne voglio parlare più”? ma come, qui c’è un matrimonio con figli con sentimenti forti, con amore e con tanta buona volontà, c’è una donna (una delle poche che io conosca) che dice ti amo ancora anche se mi hai tradita (forse) e un uomo che si rende conto DA QUESTA REAZIONE che la moglie lo ama ancora? Ma che bisogno c’è di mettere alla prova? Non ci credo, credo che come in molte coppie, non ci siano motivi sufficientemente validi per tradire ma lo si fa lo stesso, poi si viene scoperti (e se le figlie non l’avessero scoperto come sarebbe finita o andata avanti la cosa?) e allora guai ad affrontare l’argomento. Si chiude baracca e burattini, si molla di punto in bianco un’altra persona che magari provava dei sentimenti, si rientra “all’ovile” e tutto senza dare uno straccio di spiegazione e negando al proprio compagno la giustizia di sapere con che cosa si ha avuto a che fare per poterlo definitivamente archiviare? Ma perché santo cielo non ci si può parlare con chiarezze di queste cose nemmeno in una coppia “forte” e “stabile”? perché sempre questo dare riposo al vero? E perché rassegnarsi al fatto che “in quella fase della sua vita io non c’entro?” ma come non c’entro? C’entro eccome, visto che per più volte si è addirittura arrivati a pensare a una separazione. Certi nodi al pettine ci tornano. Sempre. E non affrontare le cose ma tenerle sotto il tappeto o nell’armadio o dietro a una porta rischiano di risaltare fuori, anche a distanza di anni. Molti anni.
Sbaglio sempre tutto come al solito?
Saluti cordiali
Laura
risposta. Schelotto
2007-09-12 15:20Re: Ci riprovo
Ancora una volta, cara laura, lei dice cose sacrosante. Solo che appartengono più alla sfera razionale che a quella emotiva. Nel momento in cui una donna decide di riprendersi il proprio uomo ne accetta più o meno consapevolmente le debolezze, le incogruenze e le codardie. La strada per non seppellire il vero non passa necessariamente attraverso severe istruttorie, ci si può arrivare misurando quel rapporto nuovo e diverso con un uomo che non è quello che si credeva di avere accanto. La verità conosciuta nei minimi particolari (quante volte ci sei stato,da che ora a che ora, che cosa le dicevi, come le parlavi, che cosa le hai detto di noi etc. etc.) finisce col cristallizzare la situazione del tradimento, inaridisce qualsiasi possibilità di cambiare e crea un rapporto colpevolizzato e claustrofobico. Io penso che cambiare si può, ma solo se si accetta di cambiare davvero. Grazie e a presto.
2007-09-12 15:11Ci riprovo
Dottoressa un po' di tempo fa lei scrisse a Patrizia: "Forse non è desiderio di chiarezza ciò che la spinge, ma una sotterranea e mai sopita gelosia o comunque la sofferenza di sentirsi esclusa da una fase della vita di lui.”
Dottoressa mi perdoni, ma il desiderio di chiarezza non può nascere da cose come la gelosia o la sofferenza? Perché non si può pretendere chiarezza anche se si parte da questi presupposti? Che bisogno c’è di fare chiarezza quando si va d’amore e d’accordo e tutto fila liscio? Perché gli uomini non affrontano quasi mai i loro errori? Non è troppo semplice dire “non ne voglio parlare più”? ma come, qui c’è un matrimonio con figli con sentimenti forti, con amore e con tanta buona volontà, c’è una donna (una delle poche che io conosca) che dice ti amo ancora anche se mi hai tradita (forse) e un uomo che si rende conto DA QUESTA REAZIONE che la moglie lo ama ancora? Ma che bisogno c’è di mettere alla prova? Non ci credo, credo che come in molte coppie, non ci siano motivi sufficientemente validi per tradire ma lo si fa lo stesso, poi si viene scoperti (e se le figlie non l’avessero scoperto come sarebbe finita o andata avanti la cosa?) e allora guai ad affrontare l’argomento. Si chiude baracca e burattini, si molla di punto in bianco un’altra persona che magari provava dei sentimenti, si rientra “all’ovile” e tutto senza dare uno straccio di spiegazione e negando al proprio compagno la giustizia di sapere con che cosa si ha avuto a che fare per poterlo definitivamente archiviare? Ma perché santo cielo non ci si può parlare con chiarezze di queste cose nemmeno in una coppia “forte” e “stabile”? perché sempre questo dare riposo al vero? E perché rassegnarsi al fatto che “in quella fase della sua vita io non c’entro?” ma come non c’entro? C’entro eccome, visto che per più volte si è addirittura arrivati a pensare a una separazione. Certi nodi al pettine ci tornano. Sempre. E non affrontare le cose ma tenerle sotto il tappeto o nell’armadio o dietro a una porta rischiano di risaltare fuori, anche a distanza di anni. Molti anni.
Sbaglio sempre tutto come al solito?
Saluti cordiali
Laura
risposta. Schelotto
2007-09-12 15:20Re: Ci riprovo
Ancora una volta, cara laura, lei dice cose sacrosante. Solo che appartengono più alla sfera razionale che a quella emotiva. Nel momento in cui una donna decide di riprendersi il proprio uomo ne accetta più o meno consapevolmente le debolezze, le incogruenze e le codardie. La strada per non seppellire il vero non passa necessariamente attraverso severe istruttorie, ci si può arrivare misurando quel rapporto nuovo e diverso con un uomo che non è quello che si credeva di avere accanto. La verità conosciuta nei minimi particolari (quante volte ci sei stato,da che ora a che ora, che cosa le dicevi, come le parlavi, che cosa le hai detto di noi etc. etc.) finisce col cristallizzare la situazione del tradimento, inaridisce qualsiasi possibilità di cambiare e crea un rapporto colpevolizzato e claustrofobico. Io penso che cambiare si può, ma solo se si accetta di cambiare davvero. Grazie e a presto.