Denatalità: ma gli uomini?

Pincopallino

Utente di lunga data
Sì, ma devi stare sempre in due...
Noi in tre arriviamo a 2600...
Ce la facciamo perché abbiamo comprato casa anni fa e perché mia moglie ha nel frattempo ereditato.
Ma se ci separassimo sarebbe impossibile vivere decentemente.
Con tutti i rischi poi che comporta oggi essere dipendenti privati ultracinquantenni.
Hai citato il pubblico: per la stessa malattia di mia moglie, quella del mio collega si è fatta 180 giorni a casa, ovvero il massimo.
Mia cognata è stata a casa due anni col mantenimento del posto di lavoro per un tumore.
Mia moglie ieri è andata in ufficio per portare avanti alcune cose, anche se in malattia e col drenaggio e operata da un mese, e non è la prima volta..
Lavorare nel privato o peggio ancora come collaboratore è sempre stato diverso che essere dipendente pubblico.
Non puoi permetterti stipendi troppo bassi perché corri il rischio di restare a casa, indi devi avere un salvagente.
E oltre i 50 anni nel privato non ti caga nessuno. Prova a cercare lavoro... Vedi cosa trovi, senza amicizie.
Le offerte sono tutte ferme a max 35, quando va bene.
Dove lavoro io, se superi il comporto, cioè 6 mesi e 1 giorno di malattia, licenziano e non guardano in faccia a nessuno. Chi lavora nel pubblico fatica a comprendere. Non è discriminazione, è solo contratto di lavoro.
 

danny

Utente di lunga data
Ma ti rendi conto che consideri non solo normale ciò che “vedi”* nella tua comunità, ma pure buono giusto e auspicabile per tutti il tuo modo di vivere?

*vedi perché ci saranno mille famiglie che vivono tranquillamente del loro lavoro e sono serene, ma non le vedi.
Tra l’altro è un fenomeno studiato quello di vedere ciò che ci aspettiamo di vedere.
Io vivo da sempre con gli immigrati, mio padre da 20 anni è in coppia con immigrate, la comunità araba si è insediata nel quartiere dove sono anti i miei nonni, i miei genitori e dove sono stato per anni.
Io ci sono a contatto tutti i giorni con questo realtà e mia figlia ha più amici stranieri che italiani fin da quando era piccola.
Io vedo tutto, anche le famiglie serene, per cui faccio i confronti.
E mi accorgo che quelli che stanno bene non hanno la sensibilità per capire chi non ce la fa ed è questo il principale problema per cui ci sono stipendi bassi nell'indifferenza generale e imposizioni ingiuste, come quella sui blocchi alle auto.
E per stipendi bassi non parlo di 1400 euro da statale, eh, mia moglie ne prende 700 da privata, su, dai, usiamo parametri più diffusi.
E non è l'eccezione, 700 euro al Sud sono la norma e non parlo di part time.
Le informazioni ai più arrivano da TV e quotidiani, mica dal reale, oppure da contatti sporadici, che so, con la colf, la badante, i genitori dei bambini a scuola, ma soprattutto se non giovani tendono a vedere gli schemi di un tempo pensando siano rimasti immutati.
Tutta roba che tende a negare l'esistenza di ciò che non piace, ciò che dà fastidio ma che è invece attuale, ed è un lento inesorabile erodersi delle potenzialità unite ai redditi.
Tu parli di fenomeni studiati, ma mi sa che la teoria ti impedisce di vedere il reale di adesso.

Dove lavoro io, se superi il comporto, cioè 6 mesi e 1 giorno di malattia, licenziano e non guardano in faccia a nessuno. Chi lavora nel pubblico fatica a comprendere. Non è discriminazione, è solo contratto di lavoro.
Infatti.

La soluzione oggi è prendere un auto nuova e spartire la spesa in più rate possibilmente. Per quanto riguarda l'usato dipende da quello che si cerca così come dai marchi, ce ne sono alcuni, come la golf, che mantengono il prezzo altri ancora appena esci dal concessionario il valore si dimezza
Non è la stessa cosa, e te lo dico da uno che prendeva auto a max 3000 euro, ma ha comprato anche a 1000.
Io potevo permettermelo, ma chi ha redditi inferiori usava il fenomeno delle auto a fine vita.
Quelle che vendevo io, in pratica, quando le cambiavo.
Valore zero.
Non tutti hanno accesso alle rate, e ho comprato coreane per la ragione che citi tu, ma anche per loro non è più così.
Inoltre hanno pezzi di ricambio carissimi.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Dove lavoro io, se superi il comporto, cioè 6 mesi e 1 giorno di malattia, licenziano e non guardano in faccia a nessuno. Chi lavora nel pubblico fatica a comprendere. Non è discriminazione, è solo contratto di lavoro.
C’è il limite anche nel pubblico.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io vivo da sempre con gli immigrati, mio padre da 20 anni è in coppia con immigrate, la comunità araba si è insediata nel quartiere dove sono anti i miei nonni, i miei genitori e dove sono stato per anni.
Io ci sono a contatto tutti i giorni con questo realtà e mia figlia ha più amici stranieri che italiani fin da quando era piccola.
Io vedo tutto, anche le famiglie serene, per cui faccio i confronti.
E mi accorgo che quelli che stanno bene non hanno la sensibilità per capire chi non ce la fa ed è questo il principale problema per cui ci sono stipendi bassi nell'indifferenza generale e imposizioni ingiuste, come quella sui blocchi alle auto.
E per stipendi bassi non parlo di 1400 euro da statale, eh, mia moglie ne prende 700 da privata, su, dai, usiamo parametri più diffusi.
E non è l'eccezione, 700 euro al Sud sono la norma e non parlo di part time.
Le informazioni ai più arrivano da TV e quotidiani, mica dal reale, oppure da contatti sporadici, che so, con la colf, la badante, i genitori dei bambini a scuola, ma soprattutto se non giovani tendono a vedere gli schemi di un tempo pensando siano rimasti immutati.
Tutta roba che tende a negare l'esistenza di ciò che non piace, ciò che dà fastidio ma che è invece attuale, ed è un lento inesorabile erodersi delle potenzialità unite ai redditi.
Tu parli di fenomeni studiati, ma mi sa che la teoria ti impedisce di vedere il reale di adesso.
Io la teoria? Mi hai confuso con un’altra.
E poi dici A ME che non ho interessi politici, A ME?
 

danny

Utente di lunga data
Io la teoria? Mi hai confuso con un’altra.
E poi dici A ME che non ho interessi politici, A ME?
Interessi politici?
Hai confuso l'argomento.
Sei tu che hai parlato di studi.
Io ti parlo di realtà di tutti i giorni.
Da te tutti riescono a pagare le spese condominiali?
C'è qualche difficoltà che vedi?
Porta esperienze reali, ma descrivile, non scrivere che il sacrificio sia non fare colazione al bar o non andare per locali ma in montagna.
Siamo un paese col 20% dati ISTAT di soggetti a rischio povertà, dato rilevato prima dell'aumento dell'inflazione.
Penso che la cosa sia tangibile da chiunque, senza imbarcarsi in discussioni in cui sembriamo ancora l'Italia degli anni 80.
 

jack-jackson

Utente di lunga data
Non è la stessa cosa, e te lo dico da uno che prendeva auto a max 3000 euro, ma ha comprato anche a 1000.
Io potevo permettermelo, ma chi ha redditi inferiori usava il fenomeno delle auto a fine vita.
Quelle che vendevo io, in pratica, quando le cambiavo.
Valore zero.
Non tutti hanno accesso alle rate, e ho comprato coreane per la ragione che citi tu, ma anche per loro non è più così.
Inoltre hanno pezzi di ricambio carissimi.
I ricambi sono costosi per quasi tutte le marche ma ci sono anche i ricambi usati reperibili presso autodemolizioni oppure on line a prezzi buoni, come feci io quando sfasciai l'auto di mia madre
 

Brunetta

Utente di lunga data

Pincopallino

Utente di lunga data
Io vivo da sempre con gli immigrati, mio padre da 20 anni è in coppia con immigrate, la comunità araba si è insediata nel quartiere dove sono anti i miei nonni, i miei genitori e dove sono stato per anni.
Io ci sono a contatto tutti i giorni con questo realtà e mia figlia ha più amici stranieri che italiani fin da quando era piccola.
Io vedo tutto, anche le famiglie serene, per cui faccio i confronti.
E mi accorgo che quelli che stanno bene non hanno la sensibilità per capire chi non ce la fa ed è questo il principale problema per cui ci sono stipendi bassi nell'indifferenza generale e imposizioni ingiuste, come quella sui blocchi alle auto.
E per stipendi bassi non parlo di 1400 euro da statale, eh, mia moglie ne prende 700 da privata, su, dai, usiamo parametri più diffusi.
E non è l'eccezione, 700 euro al Sud sono la norma e non parlo di part time.
Le informazioni ai più arrivano da TV e quotidiani, mica dal reale, oppure da contatti sporadici, che so, con la colf, la badante, i genitori dei bambini a scuola, ma soprattutto se non giovani tendono a vedere gli schemi di un tempo pensando siano rimasti immutati.
Tutta roba che tende a negare l'esistenza di ciò che non piace, ciò che dà fastidio ma che è invece attuale, ed è un lento inesorabile erodersi delle potenzialità unite ai redditi.
Tu parli di fenomeni studiati, ma mi sa che la teoria ti impedisce di vedere il reale di adesso.
Blocchi delle auto con la giunta che va in comune in auto blu a gasolio su corsia preferenziale. Almeno si nascondano. Ci vadano di notte.
 

danny

Utente di lunga data
I ricambi sono costosi per quasi tutte le marche ma ci sono anche i ricambi usati reperibili presso autodemolizioni oppure on line a prezzi buoni, come feci io quando sfasciai l'auto di mia madre
Sì, solo che purtroppo per i modelli meno diffusi è un po' più complesso.
Un tempo con i Fiat andavo sempre di demolitore.
A un'Alfa ho rifatto l'interno divorato da un cane, per dire, con 4 soldi.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Interessi politici?
Hai confuso l'argomento.
Sei tu che hai parlato di studi.
Io ti parlo di realtà di tutti i giorni.
Da te tutti riescono a pagare le spese condominiali?
C'è qualche difficoltà che vedi?
Porta esperienze reali, ma descrivile, non scrivere che il sacrificio sia non fare colazione al bar o non andare per locali ma in montagna.
Siamo un paese col 20% dati ISTAT di soggetti a rischio povertà, dato rilevato prima dell'aumento dell'inflazione.
Penso che la cosa sia tangibile da chiunque, senza imbarcarsi in discussioni in cui sembriamo ancora l'Italia degli anni 80.
Ma tu mi rispondi come se io stessi negando la povertà. 😳
Perfino a Rete4 la riconoscono e presentano “i casi pietosi”.
Io nego che la motivazione a non fare figli per una fasce di popolazione che ha stipendi “normali”, tipo quelli degli statali, sia quella economica.
Ma non è che non vedo altre motivazioni culturali quali insicurezza sociale , sfiducia nel futuro, percepirsi pezzenti se non ci si può nemmeno permettere un aperitivo o viaggi o immaginare necessario per i figli un iter scolastico che magari neppure vorranno fare.
Questo avviene perché c’è uno scollamento tra la vita che è stata prospettata per anni dai media e la vita reale. Più uno è giovane, più ha questa idea di diritto a una certa vita. Ma dipende anche dagli strumenti culturali per comprendere la realtà nella sua complessità e di riconoscere che fa parte della vita andare incontro a rifiuti, abbandoni e rovesci economici. Certamente la generazione che ha vissuto la guerra, aveva più chiaro che la vita non è una scala di cristallo, ma una scaletta di pollaio.
Tra i boomer e poi sempre più le generazioni successive, che hanno pensato che la vita sarebbe stata una scala di cristallo, è più facile trovare chi non solo vede che non è così, ma pure prova rabbia e rancore, vedendo che non si sono realizzati i propri piani, che credeva diritti.
 

Brunetta

Utente di lunga data

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Ma tu mi rispondi come se io stessi negando la povertà. 😳
Perfino a Rete4 la riconoscono e presentano “i casi pietosi”.
Io nego che la motivazione a non fare figli per una fasce di popolazione che ha stipendi “normali”, tipo quelli degli statali, sia quella economica.
Ma non è che non vedo altre motivazioni culturali quali insicurezza sociale , sfiducia nel futuro, percepirsi pezzenti se non ci si può nemmeno permettere un aperitivo o viaggi o immaginare necessario per i figli un iter scolastico che magari neppure vorranno fare.
Questo avviene perché c’è uno scollamento tra la vita che è stata prospettata per anni dai media e la vita reale. Più uno è giovane, più ha questa idea di diritto a una certa vita. Ma dipende anche dagli strumenti culturali per comprendere la realtà nella sua complessità e di riconoscere che fa parte della vita andare incontro a rifiuti, abbandoni e rovesci economici. Certamente la generazione che ha vissuto la guerra, aveva più chiaro che la vita non è una scala di cristallo, ma una scaletta di pollaio.
Tra i boomer e poi sempre più le generazioni successive, che hanno pensato che la vita sarebbe stata una scala di cristallo, è più facile trovare chi non solo vede che non è così, ma pure prova rabbia e rancore, vedendo che non si sono realizzati i propri piani, che credeva diritti.
c'è da dire che i giovani sono bombardati di notizie di persone che non fanno figli e sono felici
 

feather

Utente tardo
Ma si dichiarano tutti 'popolani' o amici del popolo, da sx a dx.
A sx fanno gli ipocriti, a dx ti mettono la foto di Salvini che fa la spesa ma gira in auto blu pure lui. Ci avrà pure fatto la spesa

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danny

Utente di lunga data
Ma tu mi rispondi come se io stessi negando la povertà. 😳
Perfino a Rete4 la riconoscono e presentano “i casi pietosi”.
Io nego che la motivazione a non fare figli per una fasce di popolazione che ha stipendi “normali”, tipo quelli degli statali, sia quella economica.
Ma non è che non vedo altre motivazioni culturali quali insicurezza sociale , sfiducia nel futuro, percepirsi pezzenti se non ci si può nemmeno permettere un aperitivo o viaggi o immaginare necessario per i figli un iter scolastico che magari neppure vorranno fare.
Questo avviene perché c’è uno scollamento tra la vita che è stata prospettata per anni dai media e la vita reale. Più uno è giovane, più ha questa idea di diritto a una certa vita. Ma dipende anche dagli strumenti culturali per comprendere la realtà nella sua complessità e di riconoscere che fa parte della vita andare incontro a rifiuti, abbandoni e rovesci economici. Certamente la generazione che ha vissuto la guerra, aveva più chiaro che la vita non è una scala di cristallo, ma una scaletta di pollaio.
Tra i boomer e poi sempre più le generazioni successive, che hanno pensato che la vita sarebbe stata una scala di cristallo, è più facile trovare chi non solo vede che non è così, ma pure prova rabbia e rancore, vedendo che non si sono realizzati i propri piani, che credeva diritti.
La generazione che ha vissuto la guerra ha trovato lavoro a 14 anni, spesso con contratto, con scolarità bassa - per fare l'impiegato bastava la terza media e a volte nemmeno - per guadagnare più soldi bastava sbattersi di più o anche aprire una bottega, poteva accedere alle case popolari, come hanno fatto i miei come nucleo familiare, aveva la sanità pubblica ed è andata in pensione, quando non anticipata, con 35 anni di contributi, e alla mia età.
Quella generazione ha visto crescere l'Italia, ha manifestato entusiasmo per i consumi cosa che ha funzionato da traino per tutta l'economia produttiva, ha visto crescere le città, le case nuove, le auto, le strade, le vacanze, quella attuale vede la decadenza e meno possibilità rispetto ai genitori.
Ovviamente l'atteggiamento è diverso, non può essere positivo in un clima come questo.
 
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